IL "RIORDINO" AL TAGLIO DEL NASTRO

IL PIANO S’INCLINA SEMPRE PIU’

Nazionale -

Lavoratori,  

attraverso l’incontro del 6 agosto con il sottosegretario si è avviata la fase di emanazione dei decreti attuativi inerenti la ristrutturazione del servizio offerto dal CN, il famigerato “riordino”.

Lo sbandieramento della modifica della dotazione organica riguardante la trasformazione di posti da ispettore in vigili del fuoco, così come quella riguardante operatori tecnici ecc.., poiché quanto di più prevedibile e annunciato, ci ha lasciato indifferenti.

La motivazione è semplice, abbiamo individuato storicamente come la “madre di tutti i problemi” sia per il corpo, la carenza di organico. Sarà facile per ognuno calare nella propria realtà le difficoltà oggettive determinate da questo problema, invece le proposte della politica, in perfetta sintonia con le determinazioni dei decenni passati, sanciscono ancora la tendenza ad erodere ulteriormente nei numeri un contingente in critica diminuzione. Non concordiamo, e interpreti certi delle condizioni dei lavoratori, non firmiamo.

Non c’impressionano le cifre che la politica ultimamente sciorina a spron battuto, non in quanto depositari della verità ma perché le quattro operazioni le sappiamo ancora fare e quando riceviamo uno non dimentichiamo che ci hanno prima tolto tre. “E’ la somma che fa il totale!” avrebbe detto un noto attore, ed è proprio su questo totale, a nostro avviso, che vale la pena spendere qualche riga.  

L’aumento di competitività che ci si vuole imporre a causa della crisi, rispetto alle precedenti, si connota più efferatamente. Per attuarlo, diversamente dal passato, i vari governi non possiedono più, a causa del processo (accelerato dalla crisi stessa) di unificazione europea, quegli strumenti di consociativa memoria quali la svalutazione della moneta o l’ingrossamento smisurato del debito pubblico. Rimane così l’espediente di scaricare tutti i costi sui lavoratori, ed è proprio quello che stanno facendo.

Destinatari unici quindi di tanta aggressività, non abbiamo altra scelta che quella di attivarci per innalzare una tutela, innanzi tutto dando appoggio concreto a chi, sebbene in solitudine, promuove e propone un’attività di ostacolo alla degenerazione, in secondo luogo togliendo il credito ai firma-tutto che invece la cogestiscono ( è inutile illudersi di essere immuni dagli effetti che hanno colpito il lavoratore al nostro fianco), terzo ma non per significato impegnarsi anche poco magari, per costruire assieme quella tutela ormai da tempo  sempre più necessaria.

NON FIRMARE

LA DIMINUZIONE D’ORGANICO!

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