Sommario della Rassegna stampa - dal 01/6 al 08/09

Nazionale -

 

8 settembre 2009 - L'Unità

L'Aquila, i vigili fanno sciopero della fame

L'Aquila - Turni di lavoro massacranti, straordinari che non vengono pagati e poi la richiesta, senza alcun preavviso, da parte del Ministero di prolungare la permanenza per altri due giorni. E così, nel fine settimana, un gruppo di vigili del fuoco toscani di stanza al campo base di Monticchio, nel cuore dell'Abruzzo devastato dal terremoto, ha iniziato lo sciopero della fame. Ieri, dopo due giorni di digiuno e di lavoro, è arrivato il dietro front del Ministero. E la protesta è stata interrotta. Ma i problemi restano. A denunciare le condizioni di disagio in cui si trovano costretti a lavorare i pompieri impegnati nella ricostruzione dei paesi distrutti dal sisma è la federazione toscana delle Rdb. «Sta per arrivare l'inverno -spiegano i sindacati - e ancora gli operatori sono costretti nelle tende. Presto le temperature si abbasseranno e non è stata predisposta una struttura rigida».(M.V.G.)


8 settembre 2009 - La Repubblica

Una parte di coloro che sono stati mandati dalla Toscana aderisce alla protesta di Rdb-Cub
"In Abruzzo senza straordinari" sciopero della fame dei vigili del fuoco
di ILARIA CIUTI

Firenze - FARANNO lo sciopero della fame. Lavoreranno perché di fronte all´emergenza i vigili del fuoco, dicono, non si tirano indietro. Ma non mangeranno per protestare contro il governo che ha deciso, sostengono, di allungare il loro periodo di permanenza in Abruzzo senza adeguate tutele. Sono una parte dei vigili del fuoco toscani che stanno lavorando nel campo base di Monticchio, perlomeno quelli che aderiscono alla protesta indetta dalla federazione regionale dei sindacati autonomi, Rdb-Cub. I vigili protestano perché, spiegano, non hanno visto un euro di straordinario: «Sono stati pagati solo quelli del primo turno che è intervenuto immediatamente dopo il terremoto, poi non abbiamo più visto niente», dicono le Rdb.

«Lavoriamo con passione e dedizione, ma il nostro è pur sempre un lavoro», sostengono i vigili del fuoco che, appunto come lavoratori, vorrebbero vedere gli straordinari pagati: poco meno di 7 euro per ogni ora lavorata oltre l´orario normale. E a Monticchio i vigili raccontano di «lavorare sedici ore al giorno per turni di una settimana, alla fine della quale dovremmo ricevere un cambio da personale fresco». Invece ultimamente «non c´è più neanche la sicurezza di ricevere il cambio turno», dice Paolo Pucci della Federazione toscana Rdb-Cub, ricordando anche che sta per cominciare la brutta stagione e che ci sono sempre e solo tende, nessuna prospettiva di dormire sotto un tetto. In conclusione, niente soldi per gli straordinari, niente cambio a fine turno, niente tetto sotto cui dormire, i vigili fanno lo sciopero della fame contro «le decisioni unilaterali del governo che ha deciso di prolungare la nostra permanenza in Abruzzo: basta con le pacche sulle spalle dei potenti di turno mentre un´amministrazione disattenta ai bisogni dei lavoratori ci tratta in realtà come zerbini».


8 settembre 2009 - Corriere Fiorentino

Abruzzo Protesta choc
Vigili del fuoco senza stipendi

Parte lo sciopero della fame per il campo base di Monticchio, in Abruzzo, dove opera la Regione Toscana. «Ad oggi — dice Paolo Pucci, Rdb/cub dei vigili del fuoco — ci sono stati pagati solo gli straordinari del primo turno, nonostante lavoriamo anche 16 ore al giorno, a 7 euro l’ora per gli straordinari, senza abitazioni, sempre e solo tende. L’amministrazione ha deciso di allungare la permanenza, senza che sia certo il cambio di personale. Continueremo a lavorare, senza mangiare per protesta, ma non siamo zerbini».(f.s.)


8 settembre 2009 - City

Vigili in abruzzo, sciopero della fame

Firenze - Una protesta clamorosa è in atto nelle zone terremotate d’Abruzzo, al Campo Base di Monticchio, dove opera la Regione Toscana (in foto, pompieri fiorentini dopo il sisma). "Una parte del personale" dei vigili del fuoco arrivati dalla Toscana, spiega in una nota Paolo Pucci del sindacato Rdb/Cub, "ha deciso di intraprendere uno sciopero della fame pur continuando a operare". Il motivo? "Siamo stanchi di essere pagati con le pacche sulle spalle e trattati come zerbini. A oggi non ci sono soldi per pagarci gli straordinari". In Abruzzo i vigili del fuoco lavorano 16 ore al giorno per turni di una settimana, e un’ora di straordinario vale meno di 7 euro. "Ora non c’è più neanche la sicurezza - denuncia la Rdb/Cub - di ricevere il cambio alla fine del turno: è stato deciso di allungare il periodo di permanenza in Abruzzo".


7 settembre 2009 - L'Unione Sarda.it

L'Aquila: sciopero della fame dei Vigili del Fuoco di Monticchio

Una parte del personale dei Vigili del Fuoco del campo base di Monticchio (L'Aquila), dove opera la Regione Toscana, ha deciso di organizzare uno sciopero della fame, pur continuando a operare in questa fase di emergenza post-terremoto - perché "stanco di essere pagato con una pacca sulle spalle e di essere trattato da zerbino da un'amministrazione disattenta ai bisogni dei lavoratori". I Vigili del Fuoco, nel cratere del sisma aquilano, lavorano 16 ore al giorno per turni di una settimana, alla fine della quale dovrebbero ricevere il cambio del turno. "Ad oggi gli straordinari che sono stati pagati - spiegano in una nota i Vigili del Fuoco - sono quelli del primo turno, cioè quelli di coloro che sono intervenuti immediatamente dopo il sisma. Per il resto attualmente non vi sono soldi. Il valore di un'ora di straordinario sulle emergenze - si legge ancora nella nota - è di poco meno di sette euro, e in vista della cattiva stagione niente prospettiva di moduli abitativi, sempre e solo tende. Adesso non c'è più nemmeno la sicurezza di ricevere il cambio al termine del periodo stabilito. L'amministrazione, con decisione unilaterale, ha deciso di allungare il periodo di permanenza in Abruzzo di alcuni giorni, senza fornire alcuna spiegazione".


7 settembre 2009 - Spoleto City

ZERBINO? NO VIGILE DEL FUOCO, GRAZIE

I Vigili del Fuoco sono in Abruzzo, e questa non è una notizia, lavorano, il loro è un lavoro, lo fanno con passione e dedizione, ma lavorano. Per la precisione 16 ore al giorno, attualmente, per turni di una settimana, alla fine della quale dovrebbero ricevere il cambio da personale fresco. Ad oggi gli straordinari che sono stati pagati sono quelli del primo turno, quelli di coloro che sono intervenuti immediatamente dopo il sisma, per il resto, attualmente non vi sono soldi. Il valore di una ora di straordinario sulle emergenze, è di poco meno di 7 euro, ma non basta: in vista della cattiva stagione niente prospettiva di moduli abitativi, sempre e solo tende. Adesso non c' è più nemmeno la sicurezza di ricevere il cambio al termine del periodo stabilito. L'amministrazione, con decisione unilaterale, ha deciso di allungare il periodo di permanenza in Abruzzo di alcuni giorni, non ha fornito spiegazione alcuna. Il personale è stanco di essere pagato con una pacca sulle spalle data dal potente di turno, e di essere invece trattato come uno zerbino da una amministrazione "disattenta" ai bisogni dei lavoratori. Per questo una parte del personale del campo base di Monticchio, dove opera la Regione Toscana, ha deciso di intraprendere uno sciopero della fame pur continuando ad operare come previsto in questa fase dell'emergenza.


7 settembre 2009 - Il Messaggero.it

Inchiesta terremoto, procuratore Rossini: «Entro fine mese i primi provvedimenti»
A Monticchio vigili del fuoco organizzano sciopero della fame. Accordo con albergatori aquilani: 75% delle stanze per sfollati

L'AQUILA (7 settembre) -Mentre si raggiunge l'accordo per ospitare gli sfollati negli hotel dell'Aquila, il procuratore capo ha annunciato i primi provvedimenti entro la fine del mese. A Monticchio invece i vigili del fuoco hanno proclamato lo sciopero della fame, pur continuando a lavorare per protesta verso il trattamento economico.

 

Pm: entro fine mese i primi provvedimenti. «Entro la fine del mese si perverrà ad un risultato con valenza processuale». È l'annuncio fatto dal procuratore capo dell'Aquila, Alfredo Rossini, nel fare il punto dell'inchiesta sul terremoto. Per fine mese dovrebbe esserci il cambio di passo dell'inchiesta con i primi provvedimenti sulla cui natura il procuratore è rimasto molto abbottonato. Ma visto il concentrarsi delle attenzioni sulla casa dello studente e le altre case crollate e con morti in via XX settembre e nelle vie limitrofe, potrebbero riguardare queste gravi situazioni le prime decisioni della procura. Decisioni che comunque si baseranno sulle perizie che i consulenti consegneranno. In ogni modo, Rossini ha confermato la scadenza che aveva già indicato nei mesi scorsi alla luce dell'attuale situazione delle indagini che non hanno mai avuto tregua, neppure nel periodo estivo per eccellenza. Per il resto il procuratore capo ha ribadito la speditezza dell'attività con l'arrivo e la disponibilità di molto materiale.

 

Accordo con gli albergatori. Accordo raggiunto all'Aquila per ospitare gli sfollati negli alberghi attualmente in funzione nel capoluogo abruzzese. Alla riunione di oggi hanno preso parte il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, il prefetto dell'Aquila, Franco Gabrielli, e le associazioni di categoria Assoturismo-Confesercenti, Federalberghi-Confcommercio e Federturismo-Confindustria. Gli alberghi aquilani, si legge in una nota, metteranno a disposizione nel giro di dieci giorni il 75% dei posti letto per sei mesi, «con lo stesso spirito di collaborazione che ha reso possibile l'accoglienza degli aquilani negli alberghi della costa fin dalle prime ore dopo il sisma». Si è deciso «di attivare un booking unico per evitare disfunzioni, e si è manifestata la volontà di trovare soluzioni organizzative che consentano alla città di mantenere gli impegni già assunti sul piano della ricettività». L'accordo è stato raggiunto con un atto che integra la convenzione già in essere fra Regione Abruzzo-Protezione civile e associazioni di categoria.

 

Monticchio, sciopero della fame dei vigili del fuoco. Pur continuando a operare in questa fase di emergenza post-terremoto - perchè «stanco di essere pagato con una pacca sulle spalle e di essere trattato da zerbino da un'amministrazione disattenta ai bisogni dei lavoratori». I Vigili del Fuoco, nel cratere del sisma aquilano, lavorano 16 ore al giorno per turni di una settimana, alla fine della quale dovrebbero ricevere il cambio del turno. «Ad oggi gli straordinari che sono stati pagati - spiegano in una nota i Vigili del Fuoco - sono quelli del primo turno, cioè quelli di coloro che sono intervenuti immediatamente dopo il sisma. Per il resto attualmente non vi sono soldi. Il valore di un'ora di straordinario sulle emergenze è di poco meno di sette euro, e in vista della cattiva stagione niente prospettiva di moduli abitativi, sempre e solo tende. Adesso non c'è più nemmeno la sicurezza di ricevere il cambio al termine del periodo stabilito. L'amministrazione, con decisione unilaterale, ha deciso di allungare il periodo di permanenza in Abruzzo di alcuni giorni, senza fornire alcuna spiegazione».

Sono 1.010 gli edifici pubblici danneggiati dal sisma del 6 aprile scorso. È quanto emerge dalla banca dati realizzata dalla Direzione Affari generali della Presidenza della Regione. Entro metà settimana l'elenco completo degli edifici danneggiati, l'importo stimato del danno subito ed i probabili tempi di recupero, sarà pubblicato sul sito della Regione Abruzzo.


5 settembre 2009 - La Nazione

VIGILI DEL FUOCO
«Abruzzo e incendi Straordinari pagati in costante ritardo»
IL CASO Protestano i vigili del fuoco: le spettanze riguardanti gli straordinari sono spesso in ritardo

«I VIGILI del fuoco grossetani proseguono il loro impegno in Abruzzo. Ma fino a questo momento gli straordinari non sono stati pagati». Le Rappresentanzesindacali di base dei vigili del fuoco rivendicano il pagamento di alcune spettanze in un periodo particolarmente delicato, che vede tutti i comandi d'Italia impegnati per portare aiuto alle popolazioni abruzzesi. Una denuncia amara: «Quando altre organizzazioni sindacali parlavano di equiparazione dei pompieri alle forze di polizia non immaginavamo si riferissero al debito di quel comparto», dicono le organizzazioni sindacali. «Il decreto Abruzzo ha messo in campo risorse se pur limitate per la categoria, ma ad oggi tranne i colleghi che si sono recati in Abruzzo per la prima fase il restante personale deve ancora percepire il dovuto», proseguono le Rappresentanze sindacali di base. Situazione analoga per l'emergenza incendi, che in estate impegna i comandi. «Ad aggravare la situazione economica c'è infatti la situazione fallimentare delle decine di fallimentari convenzioni fatte dalle direzioni regionali dei vigili del fuoco con le Regioni per fronteggiare gli incendi. Convenzioni in molti casi inadempienti per la parte economica: le Regioni non pagano, pagano in ritardo. Questi soldi spesso finiscono nel calderone del ministero del Tesoro, vengono riaccreditati nel calderone del ministero dell'Interno con enormi ritardi. I debiti pressano e chi ne fa le spese sono i lavoratori che, anche in questo caso, lavorano gratis». Ma non è tutto: «Ad aggravare questa pesante situazione economica si aggiungono i ritardi nel pagamento degli emolumenti accessori: straordinari per soccorso, indennità notturne festive. Certo il vigile del fuoco è fortunato, ha un posto e uno stipendio fisso (1350/1380 euro al mese) ma svolge innumerevoli mansioni che non gli vengono pagate o riconosciute o pagate con inaccettabili ritardi». Anche i precari (i vigili del fuoco discontinui) denunciano inaccettabili ritardi nei pagamenti, nei loro casi nei pagamenti degli stipendi. L'accusa alla classe dirigente prosegue: «La fantasia non ha limiti e dunque, dopo il fallimento della convenzione sugli incendi, vengono ora siglate le più disparate convenzioni, dai presidi acquatici alla pulziia delle rive dei fiumi. L'unica convenzione che negli anni ha funzionato è quella con il 118 per l'uso degli elicotteri per soccorso sanitario. Peccato che questi elicotteri troppo spesso siano a disposizione dei politici.


2 settembre 2009 - La Sicilia

Lettere - Lo dico a La Sicilia
Noi vigili del fuoco al lavoro in condizioni estreme

Leggendo la lettera apparsa il 30 di agosto relativa all'incendio sviluppatosi e poi propagatosi nella zona della riserva della fonte Ciane di Siracusa, ci sembra doveroso in qualità di operatori del soccorso e di rappresentanti sindacali dei Vigili del Fuoco del Comando di Siracusa, esprimere un vivo e profondo rammarico nell'apprendere, che come spesso accade vi sia un profondo senso di ingratitudine, nei confronti di tutti gli addetti antincendio che operano nella provincia. Un sentimento dettato da una qualunquistica quanto sterile critica nei confronti di operatori del soccorso, che invece con spirito di abnegazione ed in condizioni spesso estreme portano giorno dopo giorno soccorso alla popolazione.

Risulta fin troppo facile per chi non è un addetto ai lavori e col senno di poi, tirare le somme in maniera semplicistica additando l'incapace di turno e recriminando un'efficienza che secondo voi è fin troppo palese; risulta ancora più facile, come si fa troppo spesso, e scusate se ci permettiamo di utilizzare questa espressione, «sparare sulla Croce Rossa», fornendo all'opinione pubblica il capro espiatorio per un problema che, invece, ha radici ben più profonde e forse anche ataviche, quali sono la carenza cronica di personale in cui versa in generale il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco ed in particolare il Comando di Siracusa e la carenza di un parco macchine adeguato con cui si possa far fronte in modo esaustivo alle innumerevoli chiamate che giungono giornalmente ai centralini del 115 per richieste di soccorso ed alle continue esigenze dettate dalla vasta presenza nel territorio siracusano di aree di interesse naturalistico e paesaggistico che come ogni estate sono soggette all'opera distruttiva di piromani che senza alcun ritegno mandano in fumo vaste porzioni di aree boschive e parchi.

Mi piacerebbe che i due signori della lettera, un giorno d'estate quando fuori si sfiorano temperature africane - come spesso accade qui da noi (ricordiamo i 47 gradi del 24 luglio) - invece di stare al mare o ancora meglio sdraiati sotto un condizionatore, stessero una giornata con noi operatori «inefficienti» come siamo stati definiti. Noi li invitiamo, così magari si renderanno conto da vicino cosa vuol dire essere un vigile del fuoco: lavorare spesso in condizioni di pericolo sotto il sole cocente dell'estate siciliana in zone dove la calura del clima è sommata a quella dell'incendio raggiungendo picchi da fornace, inerpicarsi per scoscesi pendii per spegnere fiamme da inferno di cristallo e a forza di braccia col «battifuoco», spesso restando senza un goccio d'acqua da bere per ore. Allora forse vi rendereste davvero conto dell'enorme sacrificio che gli operatori del soccorso antincendio tutto compiono giorno dopo giorno… forse solo allora anche voi vi renderete conto che alla fine le parole amare lette hanno ancor di più il sapore delle false illazioni e di pretestuose recriminazioni.

E se quel famigerato giorno di mezz'estate, perché per noi l'estate termina ad ottobre, l'intervento nella zona del Ciane è stato effettuato con ritardo, forse magari è perché le poche squadre di Vigili del fuoco a disposizione erano già impegnate altrove, e correvano da una parte all'altra del territorio provinciale. in una lotta impari per tentare di domare gli innumerevoli roghi già attivi… forse solo allora vi renderete conto che quello che voi definite con troppa sufficienza «un gioco» in realtà per noi si chiama senso di appartenenza ad un Corpo nazionale, a una divisa portata con estremo orgoglio, a un lavoro svolto con dedizione e meticolosità, e da adesso in avanti alla tutela della nostra dignità.

Giuseppe Forte e Giovanni Di Raimondo - Coordinamento provinciale Rdb Vigili del Fuoco


25 agosto 2009 - Il Resto del Carlino

VIGILI DEL FUOCO
«In Abruzzo giorno e notte senza straordinari»

Ferrara - PROSEGUE la turnazione dei Vigili del Fuoco in Abruzzo nonostante il personale lamenti il mancato pagamento degli straordinari. Il decreto Abruzzo, scrive il coordinamento provinciale aderente al Cub, «ha messo in campo risorse, seppur limitate, ma ad oggi tranne i colleghi che si sono recati sul terremoto per la prima fase, il restante personale deve ancora percepire il dovuto. Oggi stiamo svolgendo una sorta di volontariato recandoci all'Aquila. Certo il Vigile è fortunato, ha posto e stipendio fisso ma svolge mansioni che non gli vengono riconosciute o pagate». Anche i precari denunciano gravi ritardi nel pagamento dello stipendio. «Se ciò non bastasse il dirigente di Ferrara attende il personale che ritorna dalle calamità dopo sette giorni di lavoro a 16 ore giornaliere e dopo aver alloggiato, in questa che evidentamente lui ritiene vacanza, nelle tende con gran caldo di giorno e freddo la notte con lettere di contestazione perché, nel pasto del ritorno consumato al ristorante (22 euro) non ci si è attenuti alle tabelle dietetiche del Ministero e si è esagerato con grassi e proteine, oppure si è impiegato troppo tempo nel ritorno sostando qualche ora in più magari per permettere agli autisti un dovuto riposo».


25 agosto 2009 - Il Piccolo

LA POLEMICA. Trattativa sui vigili del fuoco La Cgil «sconfessa» la Uil

TRIESTE - La trattativa da 500 mila euro - fondi regionali stanziati tramite la Protezione civile - divide i sindacati dei vigili del fuoco del Friuli Venezia Giulia. La Cgil di categoria, con il coordinamento regionale, rigetta infatti la versione della Uil: «L’incontro del 20 agosto 2009 - afferma Renato Chittaro - non si è concluso con un nulla di fatto e nessuna trattativa è stata bloccata. Ma, su proposta della Cgil condivisa dai rappresentanti sindacali di Cisl, Rdb, Confsal e dalla direzione regionale dei vigili del fuoco, rappresentata dal direttore Amedeo Monaco, si è deciso di aggiornare l’incontro ai primi di settembre, visto che sono cambiate le condizioni relative all’accreditamento dei fondi regionali». La Uil, continua Chittaro, «non era al momento in grado di decidere e ha preso le distanze, chiedendo una serie di incontri con le altre sigle sindacali, prima di quello con la direzione. Quindi, alla luce dei fatti, non si comprende a quale presa di posizione unitaria la Uil si stia riferendo».


23 agosto 2009 - Il Piccolo

BLOCCATA LA TRATTATIVA. IN BALLO 500MILA EURO
I vigili del fuoco contro la Regione «statalista»
I sindacati: «Non deve usare i contributi che ci spettano per coprire le lacune di Roma»

TRIESTE - Le categorie sindacali dei vigili del fuoco non condividono le scelte «troppo nazionali» della direzione regionale di via del Teatro Romano a Trieste e stoppano la trattativa sulla distribuzione di 500mila euro. «Questi fondi regionali devono servire a implementare i servizi, non a colmare le lacune centrali», afferma Adriano Bevilacqua, segretario regionale della Uil dei vigili del fuoco. L’anno scorso, ultimi mesi di governo della giunta Illy, il vicepresidente Gianfranco Moretton siglò con il ministero dell'Interno, grazie agli uffici del sottosegretario triestino Ettore Rosato, una convenzione che impegnava la Regione a versare tramite la Protezione civile 1,5 milioni (500mila euro all'anno dal 2008 al 2010) a favore dei vigili del fuoco del Friuli Venezia Giulia, un migliaio di addetti divisi nei quattro comandi provinciali. «Soldi - spiega Bevilacqua - che erano pensati come valore aggiunto per una regione autonoma, utili dunque per valorizzare il corpo su un territorio "speciale"».
Nel 2008 il finanziamento è stato assegnato regolarmente, quest’anno invece arrivano gli intoppi. Tanto che in settimana l’incontro della direzione regionale vigili del fuoco con le sigle sindacali rappresentative di Cgil, Cisl, Rdb e Uil Confsal finisce con un nulla di fatto e un rinvio della trattativa a fine settembre. Il motivo? I sindacati sostengono la necessità di dirottare la maggior parte del contributo a sostenere corsi di formazione specifici per il territorio.


22 agosto 2009 - La Nuova Ferrara

«Straordinari in Abruzzo, ma i soldi dove sono?»
Vigili del fuoco, la protesta del sindacato Cub: inaccettabile la turnazione del personale non pagato

Ferrara - «Ma i soldi che la Protezione Civile ha messo a disposizione per pagare i vigili del fuoco inviati in soccorso in Abruzzo dove sono finiti?», chiedono in un comunicato gli operatori aderenti alla Confederazione Unitaria di Base. Il sindacato denuncia che «praticamente ad oggi il corpo nazionale dei vigili del fuoco sta svolgendo una sorta di volontariato recandosi all’Aquila, in quanto non retribuito per le ore di lavoro extra prestate».
La turnazione all’Aquila «prosegue nonostante il personale lamenti il mancato pagamento degli straordinari fatti». Solo gli operatori impegnati «per la prima fase» hanno ricevuto «il dovuto», nonostante le risorse messe a disposizione «dal Decreto Abruzzo». E, precisa il sindacato, «è l’ennesima riprova del buco, del debito che il Dipartimento ha contratto con l’ingresso nel nuovo comparto. Quando altre organizzazioni sindacali parlavano di equiparazione dei pompieri alle forze di polizia non immaginavamo si riferissero al debito di quel comparto».
Ad aggravare la situazione, sottolinea la Cub di Ferrara, ci sono le convenzioni tra corpo e Regioni perchè queste ultime «non pagano, pagano in ritardo e/o questi soldi finiscono nel calderone del ministero del Tesoro, vengono riaccreditati nel calderone del ministero dell’Interno con enormi ritardi, i debiti pressano e chi ne fa le spese sono i lavoratori che, anche in questo caso lavorano gratis». Stessa situazione per «il pagamento degli emonumenti accessori, straordinari per soccorso, indennità notturne e festive ecc». «Inaccettabili ritardi», infine, anche per i precari (vigili discontinui).


11 agosto 2009 - L'Eco di Bergamo

I vigili del fuoco chiedono più uomini per aprire a Dalmine

Dalmine - Tutti d'accordo sull'obiettivo dell'apertura del distaccamento dei vigili del fuoco di Dalmine, ma i numeri non tornano. A dirlo sono i sindacati dei pompieri (Cgil, Cisl, Uil e Rdb pubblico impiego) che, dopo l'annuncio della prossima apertura del distaccamento di Dalmine per effetto dell'arrivo di 16 nuovi vigili del fuoco, affidano le loro perplessità a un comunicato unitario.
I sindacati infatti rimarcano che l'apertura «sarà possibile non solo grazie all'aumento di organico derivante dalla precedente mobilità nazionale (il saldo positivo di solo 10 unità) ma sarà legata anche ad una futura riduzione del personale presente nel distaccamento aeroportuale di Orio al Serio (da 88 a 76), come previsto dal riordino delle piante organiche che interesserà tutti i comandi provinciali dei vigili del fuoco d'Italia in via di definizione nelle sedi ministeriali». In pratica non basteranno i nuovi arrivati per far funzionare in tempi brevi il distaccamento - aperto da tre anni e non ancora pienamente operativo - ma serviranno risorse umane prelevate dalla sede centrale e dall'aeroporto.
«L'apertura del distaccamento di Dalmine - affermano i sindacalisti - potrà avvenire solo e soprattutto grazie all'ennesimo sforzo e allo spirito di abnegazione richiesto a tutto il personale presente sul territorio in quanto, pur facendo seguito al riordino degli organici succitati, le unità in esubero non saranno sufficienti a coprire né per intero l'organico di 36 unità come decretato dal Ministero, né nel numero minimo, pari a 28 unità, che un distaccamento dei vigili del fuoco necessita per essere autonomamente ed efficientemente operativo. Ci sarà pertanto la necessità di attingere dall'organico presente presso la sede centrale per poter rendere la struttura operativa in tal senso comportando un ulteriore aggravio del carico di lavoro e di conseguenza un aumento esponenziale del rischio di infortunio».
Al momento quindi, nonostante la buona volontà del personale operativo, lo spostamento dei rinforzi e di altri uomini su Dalmine «potrebbe minare la qualità del servizio offerto, poiché si aggiungerebbe un notevole carico di lavoro sulle spalle del personale attualmente in servizio. In altre parole la macchina del soccorso non può operare al massimo delle sue possibilità, come invece dovrebbe essere, se il soccorritore è oberato di lavoro».


11 agosto 2009 - Bergamo news

Vigili del fuoco - L'allarme del sindacato: l'apertura del distaccamento possibile solo dopo riduzioni a Orio e con l'aiuto di personale della sede centrale. Il rischio è di minare la qualità del servizio offerto, poiché si aggiungerebbe un notevole carico di lavoro sulle spalle del personale attualmente in servizio
Dalmine ok, ma non con un organico così striminzito

Dalmine - Bene l'apertura del distaccamento dei vigili del fuoco di Dalmine, apertura annunciata nei giorni scorsi dal parlamentare Gregorio Fontana, ma non così come si prospetta e cioè senza il numero, nemmeno quello minimo, di personale in forza per potere operare in modo autonomo ed efficiente. Questo in estrema sintesi il contenuto di un documento unitario del sindacato di categoria, Cgil, Cisl, Uil e Rdb (Diego Bettoni, Giuseppe Pro, Michele di Giovanni e Massimiliano Sartori) che lancia l'allarme e chiede alle istituzioni locali e nazionali che questa sia solo una soluzione   Perché, spiega il sindacato l'apertura del distaccamneto di Dalmine sarà possibile non solo grazie all’aumento di organico derivante dalla precedente mobilità nazionale (saldo "positivo" di solo 10 unità) ma anche a una futura riduzione del personale presente nel distaccamento aeroportuale di Orio al Serio (da 88 a 76). "L’apertura del distaccamento di Dalmine potrà avvenire solo e soprattutto e questo è ciò che più ci preme sottolineare, grazie all’ennesimo sforzo e allo spirito di abnegazione richiesto a tutto il personale presente sul territorio". Questo perché, nonostante la riduzione di Orio, non ci saranno forze sufficienti a coprire l’organico di 36 unità come decretato dal Ministero, ma neanche il numero minimo, pari a 28 unità, che un distaccamento dei Vigili del fuoco necessita per essere autonomamente ed efficientemente operativo. Dato l'esiguo numero dei personale sarà necessario attingere dall’organico della sede centrale per poter rendere la struttura operativa in tal senso comportando un ulteriore aggravio del carico di lavoro e di conseguenza un aumento esponenziale di rischio di infortunio. Così l'indebolimento della sede centrale e di quella aeroportuale che rappresenta la necessaria conseguenza di questa operazione di riordino "va a scapito non solo del volenteroso personale operativo, ma anche e soprattutto della comunità tutta, in quanto se è vero che l'apertura di un nuovo distaccamento dovrebbe garantire una maggiore e migliore copertura del territorio, per assurdo, in questo caso e a queste condizioni, potrebbe addirittura minare la qualità del servizio offerto, poiché si aggiungerebbe un notevole carico di lavoro sulle spalle del personale attualmente in servizio". In altre parole la macchina del soccorso non può operare al massimo delle sue possibilità, come invece dovrebbe essere, se il soccorritore è oberato di lavoro.


10 agosto 2009 - Corriere di Siena

La caserma della rabbia e dei misteri
Lo sfogo dell’ex comandante dei vigili del fuoco Pietro Salvadori sull’immobile di Ruffolo. Dodici milioni di euro spesi e dodici anni di irragionevole attesa

SIENA - Passano gli anni e la caserma dei vigili del fuoco a Ruffolo resta inutilizzata. Un patema d’animo che non riguarda solo i pompieri, costretti a lavorare in condizioni davvero difficili e precarie nella struttura di viale Cavour, ma interessa ormai tutti i cittadini, pervasi da una rabbia incomprensibile per gli intoppi che hanno circondato e circondano questa struttura degna di essere annoverata fra gli scempi e i peggiori esempi del Belpaese. Tra l’altro nel marzo scorso la vicenda è diventata materia di indagine della procura della repubblica. Dopo dodici anni di attesa infatti i sindacati dei vigili del fuoco, Cgil, Cisl, Uil e Rdb, hanno deciso di interessare la magistratura di un percorso di edificazione che nasconderebbe qualcosa, a detta dei denuncianti. L'esposto è giustificato - sostengono i sindacati dei pompieri - dal disagio che il personale subisce all'interno della vecchia caserma di viale Cavour non più idonea al servizio, ma anche i cittadini e gli utenti sono penalizzati da questo vergognoso ritardo che mortifica e penalizza il servizio di soccorso, per tanti motivi, a cominciare dalla funzionalità delle macchine che non hanno un ricovero adeguato. Oltre alla situazione contingente che reca danno a tutta la comunità, i sindacati dei vigili del fuoco sospettano che in questi dodici anni di ritardo possano ravvisarsi delle responsabilità o comunque dei passaggi di tipo istituzionale-burocratico poco corretti e per questo girano la domanda alla magistratura. Sarà dunque la procura a stabilire e accertare se l'iter seguito per i lavori fino ad oggi sia stato corretto oppure se le cose non sono andate come avrebbero dovuto. Ma intanto il tempo passa. Sono trascorsi sei mesi da quell’esposto e tutto tace. Fa piacere dunque pubblicare questo sfogo dell’ex comandante provinciale dei vigili del fuoco di Siena, Pietro Salvadori. "Da italiano contribuente - scrive - penso ai 12 milioni di euro spesi a cui si aggiungono i costi per la guardia armata per prevenire e quindi evitare possibili azioni predatorie e l'affitto delle impalcature esterne (a proposito a cosa servono se le rifiniture esterne sono state completate cinque anni fa). Da italiano-coordinatore nazionale dirigenti direttivi del Co.na.po. - sindacato autonomo vigili del fuoco - penso alla sofferenza dei vigili del fuoco senesi doppiamente penalizzati da un stipendio non paragonabile al grado di professionalità, ai rischi insiti alla mission istituzionale - la salvaguardia della vita e dei beni della gente senese - e inferiore del 50% rispetto a quello dei colleghi europei; lavorare in una sede oramai "cenerentola" tra le altre sedi del Corpo nazionale dei vigili del fuoco per le vistose carenze igienico-sanitarie e di sicurezza. Da italiano ex comandante provinciale dei vigili del fuoco di Siena e quindi informato dei fatti penso alla mancata programmata inaugurazione della nuova sede in occasione della ricorrenza di Santa Barbara, patrona dei vigioli del fuoco, il 4 dicembre 2005 nonostante la richiesta di oltre 300.000 euro per gli arredi al competente Ufficio del Ministero dell'Interno. Infine, da italiano ingegnere edile penso, in attesa dei lavori progettati per la viabilità di accesso, al perchè non si posono utilizzare gli attuali varchi del cantiere e per cui necessita la sola asfaltatura del piazzale. Insomma a chi giova questa storia "infinita"?".(S.M.)


4 agosto 2009 - L'Eco di Bergamo

Pompieri, polemica sindacati-volontari

Giusto auspicare che tutele e indennità siano identiche per vigili del fuoco permanenti e volontari in caso di infortunio o di morte, come sostenuto dal presidente dell'associazione vigili del fuoco volontari, Rolando Fagioli. Ma sull'argomento preparazione e formazione, secondo i sindacati di categoria, le differenze fra l'una e l'altra componente del Corpo esistono. Fagioli era intervenuto a seguito della morte di Massimo La Scala (vigile del fuoco volontario rimasto ucciso nel Torinese): il fatto che fosse un volontario - aveva detto - impedisce ai familiari di vedersi riconosciute le tutele di un vigile del fuoco permanente. «L'uguaglianza di responsabilità, di doveri e soprattutto di rischi fra permanenti e volontari - aveva spiegato Fagioli - non è quindi riscontrabile nella tutela dei lavoratori».
«Fermo restando il dolore che proviamo per la morte di La Scala - hanno scritto in una nota congiunta Raffaele Bettinelli (Cgil), Giuseppe Prò (Cisl), Michele Di Giovanni (Uil) e Massimiliano Sartori (Rdb) - e abbracciando in toto il fatto che tutele e indennità in caso morte e infortunio debbano essere paritarie, restiamo perplessi su alcune affermazioni. Il personale professionista - replicano, in sintesi - svolge il suo lavoro come professione: ha vinto un concorso, ha superato un corso di 6 mesi, con pacchetto formativo di 1.200 ore. Per diventare caposquadra impiega 15-18 anni. Per diventare volontari basta invece superare un corso di 120 ore e dopo 5 anni di iscrizione ai quadri volontari si può fare il concorso per caposquadra. Il volontario - aggiungono - non svolge come prima attività il lavoro di vigile del fuoco, bensì altri mestieri o studia, viene allertato in caso di intervento. Lasciamo a voi - concludono i sindacalisti - una riflessione su celerità del servizio ed eventuali differenze di professionalità. Infine i volontari non rientrano nella legge quadro sul volontariato, in quanto il loro servizio non è gratuito». Per la cronaca: prendono 7 euro lordi all'ora per il solo tempo impiegato negli interventi. «Ma se si crede che i volontari abbiano professionalità inferiore - ha contro replicato ieri Fagioli - come mai ce ne sono tanti in servizio, anche al comando provinciale?».


1 agosto 2009 - IMG Press

VIGILI DEL FUOCO OBBLIGATI A LAVORARE SENZA RIPOSO: SOTTO DISCIPLINA E SANZIONATO CHI SI RIFIUTA

In tutti i Comandi dei Vigili del Fuoco d’Italia si costringono i lavoratori a turni insostenibili ed in violazione delle norme contrattuali. Vengono infatti richieste 24 ore consecutive senza risposo, rispetto ad un orario ordinario articolato in 12 ore lavorative seguite da 24 di riposo, altre 12 lavorative con 48 di riposo. Ancor più grave la condizione del personale che si trova nelle zone terremotate: dopo una giornata intera di 16 ore di lavoro viene obbligato nelle restanti 8 ore notturne, che dovrebbero servire per un normale recupero psicofisico, ad ulteriori interventi di soccorso legati alla campagna antincendio, per poi riprendere a lavorare la mattina dopo per il ripristino dei beni nelle zone terremotate. Chi si rifiuta di sostenere questi turni massacranti viene sottoposto a Consiglio di Disciplina e subisce trattenute sullo stipendio. "Cosa si pretende da noi? Dobbiamo forse morire di fatica?", denuncia Antonio Jiritano, della direzione nazionale RdB-CUB Pubblico Impiego. "Non solo dobbiamo garantire la partenza da tutta Italia per le zone terremotate, fare fronte a mezzo paese in fiamme, ma subire anche le determinazioni del Ministero dell’Interno che, complici alcuni dirigenti carrieristi, manda i lavoratori sotto Consiglio di Disciplina perché non ce la fanno fisicamente a lavorare per 24 ore continuative". "Questa gravissima imposizione - prosegue Jiritano - non solo arriva dopo un periodo di enorme sforzo per il personale (terremoto, disastro di Viareggio, avvio della campagna antincendio), ma adesso non è in alcun modo giustificabile e deriva solo dalla mancata volontà di rafforzare un organico carente che richiederebbe nuove assunzioni". "Per trovare una soluzione che interrompa questa vessazione nei confronti dei lavoratori la RdB-CUB si è rivolta immediatamente al Ministro Maroni. Certo è che finora il Ministro ed il Governo non si sono distinti per tenace attenzione ai problemi del soccorso nel paese ed ai vigili del fuoco", conclude il dirigente RdB-CUB P.I.


1 agosto 2009 - Il Messaggero

Viterbo. «Di due autoscale che hanno in dotazione i vigili del fuoco...

Viterbo - «Di due autoscale che hanno in dotazione i vigili del fuoco di Viterbo, una è in missione a l’Aquila e l’altra è fuori servizio». A denunciare la carenza dei mezzi di soccorso in dotazione è Emiliano Salcini delle RdB vigili del fuoco di Viterbo. «Speriamo vivamente per la popolazione viterbese - dice - che non succeda nulla in questi giorni altrimenti saremmo costretti ad aspettare l’intervento dei comandi di Roma, Terni o Grosseto che tarderebbe di molto il soccorso con serie ripercussioni su chi ha bisogno». Il rappresentante sindacale invita l’assessore Rizzello a prendere visione della grave situazione strutturale dei vigili del fuoco di Viterbo e intervenire in merito.


31 luglio 2009 - Viterbo Oggi

"Vigili del fuoco costretti a lavorare senza riposo"
La denuncia di RdB CUB Viterbo

Riceviamo e pubblichiamo:
"In tutti i Comandi dei Vigili del Fuoco d’Italia si costringono i lavoratori a turni insostenibili ed in violazione delle norme contrattuali; vengono, infatti, richieste 24 ore di lavoro consecutive rispetto ad un orario ordinario articolato in 12 ore lavorative seguite da 24 di riposo, altre 12 lavorative con 48 di riposo, dichiara Emiliano SALCINI delle RdB Vigili del Fuoco di Viterbo. Ancor più grave la condizione del personale che si trova nelle zone terremotate: dopo una giornata intera di 16 ore di lavoro è obbligato nelle restanti 8 ore notturne, che dovrebbero servire per un normale recupero psicofisico, ad ulteriori interventi di soccorso legati alla campagna antincendio, per poi riprendere a lavorare la mattina dopo per il ripristino dei beni nelle zone terremotate. Chi si rifiuta di sostenere questi turni massacranti è sottoposto a Consiglio di Disciplina e subisce trattenute sullo stipendio. "Cosa si pretende da noi? Dobbiamo forse morire di fatica? - denuncia Emiliano SALCINI - Non solo dobbiamo garantire la partenza da tutta Italia per le zone terremotate, fare fronte a mezzo paese in fiamme, ma subire anche le determinazioni del Ministero dell’Interno che, complici alcuni dirigenti carrieristi, manda i lavoratori sotto Consiglio di Disciplina perché non ce la fanno fisicamente a lavorare per 24 ore continuative. Questa gravissima imposizione non solo arriva dopo un periodo di enorme sforzo per il personale, (terremoto, disastro di Viareggio, avvio della campagna antincendio), ma non è in alcun modo giustificabile e deriva solo dalla mancata volontà di rafforzare un organico che richiederebbe nuove assunzioni. Per trovare una soluzione che interrompa questa vessazione nei confronti dei lavoratori la RdB-CUB si è rivolta immediatamente al Ministro Maroni, certo è che finora il Ministro ed il Governo non si sono distinti per tenace attenzione ai problemi del soccorso nel paese ed ai vigili del fuoco, Per finire poi con ulteriori aggravi della situazione nella nostra Provincia, conclude SALCINI, perchè se andiamo nello specifico, attualmente il problema mezzi di soccorso è divenuto insostenibile, ci riferiamo alla mancanza di autoscale in tutto il territorio provinciale, di due, una è in missione a l'Aquila, mentre l'altra è fuori servizio. Speriamo vivamente per la popolazione Viterbese che non succeda nulla in questi giorni. Se succede qualcosa di importante ne dovremmo aspettare una da un comando vicino, ( Roma, Terni, Grosseto….), altro che presidi acquatici sbandierati dall’Assessore Provinciale Rizzello, provi anche lui a riflettere su questa situazione, insieme a tutti gli amministratori locali".

RdB CUB Viterbo - Emiliano SALCINI


31 luglio 2009 - Il Manifesto

VIGILI DEL FUOCO. TURNI SENZA LIMITI
contro le regole

«In tutti i Comandi dei Vigili del fuoco si costringono i lavoratori a turni insostenibili e in violazione delle norme contrattuali». La denuncia arriva da Antonio Jiritano, della RdB-Cub. Secondo il sindacato, «vengono richieste 24 ore consecutive senza riposo, rispetto a un orario ordinario articolato in 12 ore lavorative seguite da 24 di riposo, altre 12 lavorative con 48 di riposo. Ancor più grave la condizione del personale che si trova nelle zone terremotate: dopo una giornata intera di 16 ore di lavoro viene obbligato nelle restanti 8 ore notturne, che dovrebbero servire per un normale recupero psicofisico, a ulteriori interventi di soccorso legati alla campagna antincendio, per poi riprendere a lavorare la mattina dopo per il ripristino dei beni nelle zone terremotate. Chi si rifiuta di sostenere questi turni massacranti viene sottoposto a Consiglio di Disciplina e subisce trattenute sullo stipendio.


31 luglio 2009 - Uno Notizie

TUSCIA, VIGILI DEL FUOCO OBBLIGATI A LAVORARE SENZA RIPOSO
sotto disciplina e senzionato chi si rifiuta

VITERBO (UnoNotizie.it) - In tutti i Comandi dei Vigili del Fuoco d’Italia si costringono i lavoratori a turni insostenibili ed in violazione delle norme contrattuali; vengono, infatti, richieste 24 ore di lavoro consecutive rispetto ad un orario ordinario articolato in 12 ore lavorative seguite da 24 di riposo, altre 12 lavorative con 48 di riposo, dichiara Emiliano SALCINI delle RdB Vigili del Fuoco di Viterbo. Ancor più grave la condizione del personale che si trova nelle zone terremotate: dopo una giornata intera di 16 ore di lavoro è obbligato nelle restanti 8 ore notturne, che dovrebbero servire per un normale recupero psicofisico, ad ulteriori interventi di soccorso legati alla campagna antincendio, per poi riprendere a lavorare la mattina dopo per il ripristino dei beni nelle zone terremotate. Chi si rifiuta di sostenere questi turni massacranti è sottoposto a Consiglio di Disciplina e subisce trattenute sullo stipendio. - Cosa si pretende da noi? Dobbiamo forse morire di fatica?-, denuncia Emiliano SALCINI, - Non solo dobbiamo garantire la partenza da tutta Italia per le zone terremotate, fare fronte a mezzo paese in fiamme, ma subire anche le determinazioni del Ministero dell’Interno che, complici alcuni dirigenti carrieristi, manda i lavoratori sotto Consiglio di Disciplina perché non ce la fanno fisicamente a lavorare per 24 ore continuative. Questa gravissima imposizione non solo arriva dopo un periodo di enorme sforzo per il personale, (terremoto, disastro di Viareggio, avvio della campagna antincendio), ma non è in alcun modo giustificabile e deriva solo dalla mancata volontà di rafforzare un organico che richiederebbe nuove assunzioni. Per trovare una soluzione che interrompa questa vessazione nei confronti dei lavoratori la RdB-CUB si è rivolta immediatamente al Ministro Maroni, certo è che finora il Ministro ed il Governo non si sono distinti per tenace attenzione ai problemi del soccorso nel paese ed ai vigili del fuoco, Per finire poi con ulteriori aggravi della situazione nella nostra Provincia, conclude SALCINI, perchè se andiamo nello specifico, attualmente il problema mezzi di soccorso è divenuto insostenibile, ci riferiamo alla mancanza di autoscale in tutto il territorio provinciale, di due, una è in missione a L'Aquila, mentre l'altra è fuori servizio. Speriamo vivamente per la popolazione Viterbese che non succeda nulla in questi giorni. Se succede qualcosa di importante ne dovremmo aspettare una da un comando vicino, (Roma, Terni, Grosseto...), altro che presidi acquatici sbandierati dall’Assessore Provinciale Rizzello, provi anche lui a riflettere su questa situazione, insieme a tutti gli amministratori locali.


30 luglio 2009 - Apcom

Vigili del fuoco/ Rdb: obbligati a lavorare senza riposo
"Ministro Maroni trovi soluzione ai problemi"

(Apcom) In tutti i Comandi dei Vigili del Fuoco d'Italia si "costringono i lavoratori a turni insostenibili ed in violazione delle norme contrattuali. Vengono infatti richieste 24 ore consecutive senza risposo, rispetto ad un orario ordinario articolato in 12 ore lavorative seguite da 24 di riposo, altre 12 lavorative con 48 di riposo". Cosa si pretende da noi? Dobbiamo forse morire di fatica?". E' quanto denuncia Antonio Jiritano, della direzione nazionale RdB-CUB Pubblico Impiego. Ancor più grave - secondo Jiritano - la condizione del personale che si trova nelle zone terremotate: "dopo una giornata intera di 16 ore di lavoro viene obbligato nelle restanti 8 ore notturne, che dovrebbero servire per un normale recupero psicofisico, ad ulteriori interventi di soccorso legati alla campagna antincendio, per poi riprendere a lavorare la mattina dopo per il ripristino dei beni nelle zone terremotate". Chi si rifiuta di sostenere questi turni massacranti viene sottoposto a Consiglio di Disciplina e subisce trattenute sullo stipendio. "Non solo dobbiamo garantire la partenza da tutta Italia per le zone terremotate, fare fronte a mezzo paese in fiamme, ma - continua Jiritano - subire anche le determinazioni del Ministero dell'Interno che, complici alcuni dirigenti carrieristi, manda i lavoratori sotto Consiglio di Disciplina perché non ce la fanno fisicamente a lavorare per 24 ore continuative". "Questa gravissima imposizione - prosegue Jiritano - non solo arriva dopo un periodo di enorme sforzo per il personale (terremoto, disastro di Viareggio, avvio della campagna antincendio), ma adesso non è in alcun modo giustificabile e deriva solo dalla mancata volontà di rafforzare un organico carente che richiederebbe nuove assunzioni". "Per trovare una soluzione che interrompa questa vessazione nei confronti dei lavoratori la RdB-CUB si è rivolta immediatamente al Ministro Maroni. Certo è che finora il Ministro ed il Governo non si sono distinti per tenace attenzione ai problemi del soccorso nel paese ed ai vigili del fuoco", conclude il dirigente RdB-CUB P.I.


30 luglio 2009 - Julie news

Vigili del Fuoco: protestano i sindacati per i turni massacranti

In tutti i Comandi dei Vigili del Fuoco d’Italia si costringono i lavoratori a turni insostenibili ed in violazione delle norme contrattuali. Vengono infatti richieste 24 ore consecutive senza risposo, rispetto ad un orario ordinario articolato in 12 ore lavorative seguite da 24 di riposo, altre 12 lavorative con 48 di riposo. Ancor più grave la condizione del personale che si trova nelle zone terremotate: dopo una giornata intera di 16 ore di lavoro viene obbligato nelle restanti 8 ore notturne, che dovrebbero servire per un normale recupero psicofisico, ad ulteriori interventi di soccorso legati alla campagna antincendio, per poi riprendere a lavorare la mattina dopo per il ripristino dei beni nelle zone terremotate. Chi si rifiuta di sostenere questi turni massacranti viene sottoposto a Consiglio di Disciplina e subisce trattenute sullo stipendio. "Cosa si pretende da noi? Dobbiamo forse morire di fatica?", denuncia Antonio Jiritano, della direzione nazionale RdB-CUB Pubblico Impiego. "Non solo dobbiamo garantire la partenza da tutta Italia per le zone terremotate, fare fronte a mezzo paese in fiamme, ma subire anche le determinazioni del Ministero dell’Interno che, complici alcuni dirigenti carrieristi, manda i lavoratori sotto Consiglio di Disciplina perché non ce la fanno fisicamente a lavorare per 24 ore continuative". "Questa gravissima imposizione - prosegue Jiritano - non solo arriva dopo un periodo di enorme sforzo per il personale (terremoto, disastro di Viareggio, avvio della campagna antincendio), ma adesso non è in alcun modo giustificabile e deriva solo dalla mancata volontà di rafforzare un organico carente che richiederebbe nuove assunzioni". "Per trovare una soluzione che interrompa questa vessazione nei confronti dei lavoratori la RdB-CUB si è rivolta immediatamente al Ministro Maroni. Certo è che finora il Ministro ed il Governo non si sono distinti per tenace attenzione ai problemi del soccorso nel paese ed ai vigili del fuoco", conclude il dirigente RdB-CUB P.I.


30 luglio 2009 - Sicilia Informazione

Denuncia dei sindacati: "Vigili del fuoco obbligati a lavorare senza riposo"

"In tutti i Comandi dei Vigili del Fuoco d’Italia si costringono i lavoratori a turni insostenibili ed in violazione delle norme contrattuali". La denuncia arriva dai sindacati di base, RdB-CUB. "Vengono infatti richieste 24 ore consecutive senza risposo, - si legge in un comunicato - rispetto ad un orario ordinario articolato in 12 ore lavorative seguite da 24 di riposo, altre 12 lavorative con 48 di riposo". "Ancor più grave – fanno sapere ancora - la condizione del personale che si trova nelle zone terremotate: dopo una giornata intera di 16 ore di lavoro viene obbligato nelle restanti 8 ore notturne, che dovrebbero servire per un normale recupero psicofisico, ad ulteriori interventi di soccorso legati alla campagna antincendio, per poi riprendere a lavorare la mattina dopo per il ripristino dei beni nelle zone terremotate. Chi si rifiuta di sostenere questi turni massacranti viene sottoposto a Consiglio di Disciplina e subisce trattenute sullo stipendio". Per trovare una soluzione a questo problema la RdB-CUB si è rivolta al ministro dell’Interno, Roberto Maroni.


30 luglio 2009 - Agipress

Vigili del fuoco obbligati a fare gli straordinari?

In tutti i Comandi dei Vigili del Fuoco d’Italia si costringono i lavoratori a turni insostenibili ed in violazione delle norme contrattuali. Vengono infatti richieste 24 ore consecutive senza risposo, rispetto ad un orario ordinario articolato in 12 ore lavorative seguite da 24 di riposo, altre 12 lavorative con 48 di riposo. Ancor più grave la condizione del personale che si trova nelle zone terremotate: dopo una giornata intera di 16 ore di lavoro viene obbligato nelle restanti 8 ore notturne, che dovrebbero servire per un normale recupero psicofisico, ad ulteriori interventi di soccorso legati alla campagna antincendio, per poi riprendere a lavorare la mattina dopo per il ripristino dei beni nelle zone terremotate. Chi si rifiuta di sostenere questi turni massacranti viene sottoposto a Consiglio di Disciplina e subisce trattenute sullo stipendio. "Cosa si pretende da noi? Dobbiamo forse morire di fatica?", denuncia Antonio Jiritano, della direzione nazionale RdB-CUB Pubblico Impiego. "Non solo dobbiamo garantire la partenza da tutta Italia per le zone terremotate, fare fronte a mezzo paese in fiamme, ma subire anche le determinazioni del Ministero dell’Interno che, complici alcuni dirigenti carrieristi, manda i lavoratori sotto Consiglio di Disciplina perché non ce la fanno fisicamente a lavorare per 24 ore continuative". "Questa gravissima imposizione - prosegue Jiritano - non solo arriva dopo un periodo di enorme sforzo per il personale (terremoto, disastro di Viareggio, avvio della campagna antincendio), ma adesso non è in alcun modo giustificabile e deriva solo dalla mancata volontà di rafforzare un organico carente che richiederebbe nuove assunzioni". "Per trovare una soluzione che interrompa questa vessazione nei confronti dei lavoratori la RdB-CUB si è rivolta immediatamente al Ministro Maroni. Certo è che finora il Ministro ed il Governo non si sono distinti per tenace attenzione ai problemi del soccorso nel paese ed ai vigili del fuoco", conclude il dirigente RdB-CUB P.I.


26 luglio 2009 - Il Resto del Carlino

LA POLEMICA
Servizio prevenzione chiuso di notte

Ascoli - IN MERITO all'incendio di Ripatransone, registriamo un intervento della Federazione delle rappresentanze sindacali di base dei Vigili del Fuoco delle Marche, a firma di Gianfranco Fioravanti. «Alle due è uscita la partenza del distaccamento di S. Benedetto, subito dopo raggiunta dalla seconda partenza. Dopo circa tre ore e mezza di lavoro, l'incendio era spento. E' stato riferito alla sala operativa di predisporre il servizio per la sorveglianza dell'area, che sovrintende ad altri enti. Intorno alle 5 abbiamo chiamato il 1515, (n.d.r. numero di prevenzione e allarme incendi di bosco) ma la voce registrata del centralino informa che il servizio inizia alle 7. Alle sette e 45, abbiamo appreso che l'incendio aveva ripreso vigore e nessuno era sul posto. La centrale dei Vigili di Ascoli ha chiesto se la partenza di S. Benedetto, che stava operando su un incidente stradale a 22km di distanza, poteva recarsi sul luogo dell'incendio, ma ormai era tardi». Morale, ettari ed ettari di bosco in fumo, insieme a ingenti somme di denaro per mezzi e uomini. 


24 luglio 2009 - varesenews

Vigili del Fuoco e Protezione Civile, c'è un conflitto?

Egregio Direttore, a bocce quasi ferme, molti colleghi sono ancora in Abruzzo, voglio esternare alcune considerazioni nella speranza si apra un dibattito costruttivo tra i cittadini lettori che, tra l'altro, dovrebbero essere i principali beneficiari. Se in un paese civile  ha senso avere due corpi di polizia perché si possano controllare l'un l'altro nel rispetto della democrazia, non ha nessun senso avere due corpi di soccorso tecnico alla popolazione. Infatti Vigili del Fuoco e Protezione civile nella pratica del soccorso sono avulsi, quando non contrapposti, tra loro. Sebbene esista una legge sulla Protezione Civile (225/92) che all'articolo 11 cita i Vigili del Fuoco quale componente primaria del Sistema di P.C., nella realtà dei fatti le due organizzazioni fanno parte di due ministeri differenti.

I primi alle dipendenze del Ministero dell'Interno i secondi di un ministero proprio. I primi ridotti alle pezze come dotazioni tecniche ed organiche, i secondi inondati di flussi importanti di denaro stanziati direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri all'occorrere di un qualche disastro e ben dotati organicamente data la preponderanza di volontariato. I primi diretti da pochi dirigenti "tecnici" della carriera VVF ed amministrati malissimo da una cinquantina di prefetti del Viminale, i secondi dalle province e dalle amministrazioni locali. Nella pratica sulle calamità nazionali la catena di comando è invertita rispetto alla precitata legge, la P.C. dirige i VV.F.

Se fossimo "transitati" nella P.C. quale "colonna vertebrale" si avrebbe avuto ben altro sistema date le nostre conoscenze ed esperienze di disastri quotidiani e non. Credo sia importante che la cittadinanza sappia queste cose, la critica è strutturale non politica ed i soldi escono sempre dalle stesse tasche. Chiedete agli aquilani chi fa i "lavori sporchi" e chiedete ai VV.F che la stanno ancora operando quali siano ancora le condizioni di lavoro sebbene la
fase di prima emergenza sia estinta da tempo. Ecco perché i VV.F stanno morendo, complice la triplice va detto.

FERDINANDO MATTEI - RDB VIGILI DEL FUOCO VARESE


23 luglio 2009 - SFUEI DAL FRIÛL LIBAR - IL GIORNALE DEL FRIULI LIBERO

RDB-CUB VVF, ACCORDO VERGOGNOSO CHE SCIPPA I SOLDI AI LAVORATORI PER SALVARE LA FACCIA AL GOVERNO

E’ stato siglato ieri al Ministero dell’Interno un accordo con le organizzazioni sindacali dei Vigili del Fuoco che la RdB-CUB P.I. ha respinto con sdegno. L’accordo prevede infatti che l’indennità di turno spettante al personale che è stato sulle zone terremotate venga prelevata direttamente dal Fondo Unico di Amministrazione, fondo alimentato dagli stessi Vigili del Fuoco attraverso le attività svolte fuori dall’orario di lavoro (come formazione degli addetti antincendio, vigilanza nei luoghi di pubblico spettacolo, prevenzione incendi), da cui lo Stato già trattiene il 20% alla fonte. “Dopo la fase emergenziale dell’Abruzzo, il disastro di Viareggio, dopo tutta la nostra attività giornaliera nel prestare soccorso alla popolazione, ci aspettavamo un riconoscimento anche economico”, sottolinea Antonio Jiritano, della Direzione Nazionale RdB-CUB P.I. “Invece la risposta del Governo a chi per settimane intere ha lavorato giorno e notte tra le macerie è stata l’elemosina di 4 Euro di indennità, che per giunta verrà autofinanziata dagli stessi Vigili del Fuoco con i propri soldi. Ancor più grave – incalza Jiritano – è il comportamento delle altre organizzazioni sindacali, che con la firma di questo accordo passano ben oltre la concertazione, scippando ai lavoratori i soldi del FUA per salvare la faccia al Governo”. “Ci domandiamo poi perché il Governo, tanto solerte nell’emanare Ordinanze di Protezione Civile quando si tratta di finanziare Grandi eventi d’ogni sorta, non adoperi lo stesso strumento dell’Ordinanza per l’indennità dovuta ai pompieri. Evidentemente – conclude il dirigente RdB-CUB – il soccorso alla popolazione e chi se ne fa quotidianamente carico non godono ai suo occhi di uguale considerazione”.


23 luglio 2009 - Il Capoluogo.it D'abruzzo

Vigili del Fuoco: RDB-CUB rifiuta la proposta del Ministero dell'Interno

Il sindacato di base Rdb-Cub P.I. respinge "con sdegno" l'accordo siglato ieri al Ministero dell'Interno con le organizzazioni sindacali dei Vigili del fuoco. L'intesa prevede che l'indennità di turno spettante al personale che è stato nelle zone terremotate sia prelevata direttamente dal Fondo unico di amministrazione (Fua).
Si tratta di "un fondo alimentato dagli stessi Vigili del fuoco - afferma l'Rdb-Cub P.I. - attraverso le attività svolte fuori dall'orario di lavoro (come formazione degli addetti antincendio, vigilanza nei luoghi di pubblico spettacolo, prevenzione incendi), da cui lo Stato già trattiene il 20% alla fonte". "Dopo la fase emergenziale dell'Abruzzo, il disastro di Viareggio, dopo tutta la nostra attività giornaliera nel prestare soccorso alla popolazione, ci aspettavamo un riconoscimento anche economico", afferma Antonio Jiritano della Direzione nazionale Rdb-Cub P.I.
"Invece la risposta del Governo a chi per settimane intere ha lavorato giorno e notte tra le macerie è stata l'elemosina di quattro euro di indennità, che per giunta - secondo Jiritano - sarà autofinanziata dagli stessi Vigili del fuoco con i propri soldi. Ancor più grave è il comportamento delle altre organizzazioni sindacali, che con la firma di questo accordo passano ben oltre la concertazione, scippando ai lavoratori i soldi del Fua per salvare la faccia al Governo".
"Ci domandiamo poi - prosegue il dirigente di Rdb-Cub - perché il Governo, tanto solerte nell'emanare ordinanze di Protezione Civile quando si tratta di finanziare grandi eventi d'ogni sorta, non adoperi lo stesso strumento dell'ordinanza per l'indennità dovuta ai pompieri. Evidentemente - conclude - il soccorso alla popolazione e chi se ne fa quotidianamente carico non godono ai suoi occhi di uguale considerazione".


23 Luglio 2009 - EuropaQuotidiano.it

I risparmi il governo li fa in Abruzzo

«All’Aquila stiamo realizzando un miracolo.
Metteremo sotto un tetto sicuro, in una casa antisismica dotata di tutte le necessità, 20mila persone che hanno perso la loro abitazione». Non passa giorno che Silvio Berlusconi non faccia una dichiarazione che ricordi le 2.200 casette che saranno destinate ad ospitare buona parte degli sfollati delle tendopoli abruzzesi.
Un ritmo comunicativo ossessivo, dettato da un semplice dato di fatto: probabilmente sarà questa l’unica promessa che riuscirà a mantenere. La fase due, ovvero quella della ricostruzione, sta diventando sempre più un rebus per la popolazione colpita dal sisma.
Il motivo è semplice: i soldi non ci sono, così come non ci sono le norme che dovrebbero dare sostanza ai tanti annunci del premier, una su tutte la copertura integrale per le seconde case del centro storico.
Nonostante Tremonti continui a ripetere che per l’Abruzzo verranno impiegati 8 miliardi – dimenticando però di aggiungere che saranno spalmati su ventanni – , le difficoltà del ministro a trovare fondi diventano ogni giorno più evidenti, prendendo corpo in piccoli e grandi episodi. Ieri ad esempio i cobas dei vigili del fuoco hanno protestato duramente contro il fatto che i pompieri l’indennità per il lavoro svolto nel post-terremoto se la autofinanzieranno.
Non si tratta di tanti soldi: in totale quasi due milioni e mezzo di euro, frutto di quattro euro aggiuntivi al giorno per ogni vigile impegnato in terra abruzzese. Ebbene, questo paio di milioni non verranno messi sul piatto dal governo bensì verranno presi dal fondo unico d’amministrazione, una specie di salvadanaio alimentato dagli stessi vigili del fuoco attraverso le attività svolte fuori dall’orario di lavoro, come la formazione degli addetti antincendio o la vigilanza durante gli spettacoli pubblici. Un piccolo dispetto da parte del governo, quindi, mitigato solo in parte dalla “controffensiva” del parlamento, che è riuscito a far passare nel dl anticrisi alcune misure a favore dei pompieri, fra cui la dotazione di nuovi mezzi e alcune assunzioni straordinarie.
«In ogni caso, in questo modo si tratta il sisma abruzzese in modo diverso da quelli precedenti, quando l’indennità ci veniva garantita dai decreti governativi», sottolinea Antonio Jiritano, sindacalista Rdb-Cub.
Trattamento differenziato a cui gli aquilani sembrano in qualche modo essersi rassegnati.
Ultimo caso quello del pagamento delle tasse per il 2009. Durante l’esame del dl anticrisi, la maggioranza ha respinto gli emendamenti del Pd volti a sospendere il versamento delle imposte da parte dei terremotati. Secondo le norme attuali, infatti, gli abitanti del cratere saranno costretti a saldare i debiti col fisco a partire da gennaio prossimo e in 24 rate mensili. Secondo i primi calcoli, lo stato preleverà più di 500 milioni di euro fra 2010 e 2011. Una situazione molto diversa, questa, rispetto agli altri terremoti.
Basti pensare che i compagni di sventura umbri e marchigiani hanno cominciato a pagare le tasse arretrate solamente da poco e in misura fortemente ridotta, a più di 10 anni di distanza dal sisma che li colpì.
Un doppio standard denunciato duramente dal Partito democratico. Pierluigi Bersani si appella al governo affinché «cerchi di evitare l’estremo insulto ai terremotati che vedono finanziato il decreto in buona parte a spese loro». Mentre l’altro candidato alla segreteria, Dario Franceschini, sarà domani all’Aquila per partecipare a un incontro con gli amministratori locali per “spalleggiarli” nel quotidiano corpo a corpo con Berlusconi e Tremonti.

Gianni Del Vecchio


22 luglio 2009 - Ansa

TERREMOTO: RDB-CUB, AUTOFINANZIATA INDENNITÀ VIGILI FUOCO

(ANSA) - PESCARA, 22 LUG - Il sindacato di base Rdb-Cub P.I. respinge «con sdegno» l'accordo siglato ieri al Ministero dell'Interno con le organizzazioni sindacali dei Vigili del fuoco. L'intesa prevede che l'indennità di turno spettante al personale che è stato nelle zone terremotate sia prelevata direttamente dal Fondo unico di amministrazione (Fua). Si tratta di «un fondo alimentato dagli stessi Vigili del fuoco - afferma l'Rdb-Cub P.I. - attraverso le attività svolte fuori dall'orario di lavoro (come formazione degli addetti antincendio, vigilanza nei luoghi di pubblico spettacolo, prevenzione incendi), da cui lo Stato già trattiene il 20% alla fonte». «Dopo la fase emergenziale dell'Abruzzo, il disastro di Viareggio, dopo tutta la nostra attività giornaliera nel prestare soccorso alla popolazione, ci aspettavamo un riconoscimento anche economico», afferma Antonio Jiritano della Direzione nazionale Rdb-Cub P.I. «Invece la risposta del Governo a chi per settimane intere ha lavorato giorno e notte tra le macerie è stata l'elemosina di quattro euro di indennità, che per giunta - secondo Jiritano - sarà autofinanziata dagli stessi Vigili del fuoco con i propri soldi. Ancor più grave è il comportamento delle altre organizzazioni sindacali, che con la firma di questo accordo passano ben oltre la concertazione, scippando ai lavoratori i soldi del Fua per salvare la faccia al Governo». «Ci domandiamo poi - prosegue il dirigente di Rdb-Cub - perchè il Governo, tanto solerte nell'emanare ordinanze di Protezione Civile quando si tratta di finanziare grandi eventi d'ogni sorta, non adoperi lo stesso strumento dell'ordinanza per l'indennità dovuta ai pompieri. Evidentemente - conclude - il soccorso alla popolazione e chi se ne fa quotidianamente carico non godono ai suoi occhi di uguale considerazione


22 luglio 2009 - Adnkronos

VIGILI DEL FUOCO: SINDACATI DI BASE,
INDENNITÀ TERREMOTO SARÀ AUTOFINANZIATA

Roma, 22 lug. (Adnkronos) - Le Rdb-Cub dei Vigili del Fuoco hanno respinto l'accordo siglato ieri al ministero dell'Interno con le altre organizzazioni sindacali. In una nota, le Rdb-Cub spiegano che l'accordo prevede che l'indennità di turno spettante al personale che è stato sulle zone terremotate venga prelevata direttamente dal Fondo unico di amministrazione, fondo alimentato dagli stessi Vigili del Fuoco attraverso le attività svolte fuori dall'orario di lavoro, come ad esempio la formazione degli addetti antincendio, la vigilanza nei luoghi di pubblico spettacolo, la prevenzione incendi, da cui lo Stato già trattiene il 20% alla fonte. «Dopo la fase emergenziale dell'Abruzzo, il disastro di Viareggio, dopo tutta la nostra attività giornaliera nel prestare soccorso alla popolazione, ci aspettavamo un riconoscimento anche economico -sottolinea Antonio Jiritano, della Direzione nazionale Rdb-Cub P.I.- invece la risposta del governo a chi per settimane intere ha lavorato giorno e notte tra le macerie è stata l'elemosina di 4 euro di indennità, che per giunta verrà autofinanziata dagli stessi Vigili del Fuoco con i propri soldi».


22 luglio 2009 - Melito on line

VIGILI DEL FUOCO: L’INDENNITÀ TERREMOTO SARÀ AUTOFINANZIATA
di Bruna Italia Massara

Roma 22/7/2009. E’ stato siglato ieri al Ministero dell’Interno un accordo con le organizzazioni sindacali dei Vigili del Fuoco che la RdB-CUB P.I. ha respinto con sdegno. L’accordo prevede infatti che l’indennità di turno spettante al personale che è stato sulle zone terremotate venga prelevata direttamente dal Fondo Unico di Amministrazione, fondo alimentato dagli stessi Vigili del Fuoco attraverso le attività svolte fuori dall’orario di lavoro (come formazione degli addetti antincendio, vigilanza nei luoghi di pubblico spettacolo, prevenzione incendi), da cui lo Stato già trattiene il 20% alla fonte. "Dopo la fase emergenziale dell’Abruzzo, il disastro di Viareggio, dopo tutta la nostra attività giornaliera nel prestare soccorso alla popolazione, ci aspettavamo un riconoscimento anche economico", sottolinea Antonio Jiritano, della Direzione Nazionale RdB-CUB P.I. "Invece la risposta del Governo a chi per settimane intere ha lavorato giorno e notte tra le macerie è stata l’elemosina di 4 Euro di indennità, che per giunta verrà autofinanziata dagli stessi Vigili del Fuoco con i propri soldi. Ancor più grave – incalza Jiritano – è il comportamento delle altre organizzazioni sindacali, che con la firma di questo accordo passano ben oltre la concertazione, scippando ai lavoratori i soldi del FUA per salvare la faccia al Governo". "Ci domandiamo poi perché il Governo, tanto solerte nell’emanare Ordinanze di Protezione Civile quando si tratta di finanziare Grandi eventi d’ogni sorta, non adoperi lo stesso strumento dell’Ordinanza per l’indennità dovuta ai pompieri. Evidentemente – conclude il dirigente RdB-CUB – il soccorso alla popolazione e chi se ne fa quotidianamente carico non godono ai suo occhi di uguale considerazione".


22 luglio 2009 - SFUEI DAL FRIÛL LIBAR

VIGILI DEL FUOCO: L’INDENNITÀ TERREMOTO SARÀ AUTOFINANZIATA
di Stefano Bergomas
RDB-CUB VVF, ACCORDO VERGOGNOSO CHE SCIPPA I SOLDI AI LAVORATORI
PER SALVARE LA FACCIA AL GOVERNO

E’ stato siglato ieri al Ministero dell’Interno un accordo con le organizzazioni sindacali dei Vigili del Fuoco che la RdB-CUB P.I. ha respinto con sdegno. L’accordo prevede infatti che l’indennità di turno spettante al personale che è stato sulle zone terremotate venga prelevata direttamente dal Fondo Unico di Amministrazione, fondo alimentato dagli stessi Vigili del Fuoco attraverso le attività svolte fuori dall’orario di lavoro (come formazione degli addetti antincendio, vigilanza nei luoghi di pubblico spettacolo, prevenzione incendi), da cui lo Stato già trattiene il 20% alla fonte. "Dopo la fase emergenziale dell’Abruzzo, il disastro di Viareggio, dopo tutta la nostra attività giornaliera nel prestare soccorso alla popolazione, ci aspettavamo un riconoscimento anche economico", sottolinea Antonio Jiritano, della Direzione Nazionale RdB-CUB P.I. "Invece la risposta del Governo a chi per settimane intere ha lavorato giorno e notte tra le macerie è stata l’elemosina di 4 Euro di indennità, che per giunta verrà autofinanziata dagli stessi Vigili del Fuoco con i propri soldi. Ancor più grave – incalza Jiritano – è il comportamento delle altre organizzazioni sindacali, che con la firma di questo accordo passano ben oltre la concertazione, scippando ai lavoratori i soldi del FUA per salvare la faccia al Governo". "Ci domandiamo poi perché il Governo, tanto solerte nell’emanare Ordinanze di Protezione Civile quando si tratta di finanziare Grandi eventi d’ogni sorta, non adoperi lo stesso strumento dell’Ordinanza per l’indennità dovuta ai pompieri. Evidentemente – conclude il dirigente RdB-CUB – il soccorso alla popolazione e chi se ne fa quotidianamente carico non godono ai suo occhi di uguale considerazione". infoline stampa cell. 360606099


22 luglio 2009 - IMG Press

VIGILI DEL FUOCO: L’INDENNITÀ TERREMOTO SARÀ AUTOFINANZIATA

E’ stato siglato al Ministero dell’Interno un accordo con le organizzazioni sindacali dei Vigili del Fuoco che la RdB-CUB P.I. ha respinto con sdegno. L’accordo prevede infatti che l’indennità di turno spettante al personale che è stato sulle zone terremotate venga prelevata direttamente dal Fondo Unico di Amministrazione, fondo alimentato dagli stessi Vigili del Fuoco attraverso le attività svolte fuori dall’orario di lavoro (come formazione degli addetti antincendio, vigilanza nei luoghi di pubblico spettacolo, prevenzione incendi), da cui lo Stato già trattiene il 20% alla fonte. "Dopo la fase emergenziale dell’Abruzzo, il disastro di Viareggio, dopo tutta la nostra attività giornaliera nel prestare soccorso alla popolazione, ci aspettavamo un riconoscimento anche economico", sottolinea Antonio Jiritano, della Direzione Nazionale RdB-CUB P.I. "Invece la risposta del Governo a chi per settimane intere ha lavorato giorno e notte tra le macerie è stata l’elemosina di 4 Euro di indennità, che per giunta verrà autofinanziata dagli stessi Vigili del Fuoco con i propri soldi. Ancor più grave – incalza Jiritano - è il comportamento delle altre organizzazioni sindacali, che con la firma di questo accordo passano ben oltre la concertazione, scippando ai lavoratori i soldi del FUA per salvare la faccia al Governo". "Ci domandiamo poi perché il Governo, tanto solerte nell’emanare Ordinanze di Protezione Civile quando si tratta di finanziare Grandi eventi d’ogni sorta, non adoperi lo stesso strumento dell’Ordinanza per l’indennità dovuta ai pompieri. Evidentemente – conclude il dirigente RdB-CUB – il soccorso alla popolazione e chi se ne fa quotidianamente carico non godono ai suo occhi di uguale considerazione".


22 luglio 2009 - Spoleto City

VIGILI DEL FUOCO: L’INDENNITÀ TERREMOTO SARÀ AUTOFINANZIATA
ACCORDO VERGOGNOSO CHE SCIPPA I SOLDI AI LAVORATORI PER SALVARE LA FACCIA AL GOVERNO
di RDB-CUB VVF

E’ stato siglato ieri al Ministero dell’Interno un accordo con le organizzazioni sindacali dei Vigili del Fuoco che la RdB-CUB P.I. ha respinto con sdegno. L’accordo prevede infatti che l’indennità di turno spettante al personale che è stato sulle zone terremotate venga prelevata direttamente dal Fondo Unico di Amministrazione, fondo alimentato dagli stessi Vigili del Fuoco attraverso le attività svolte fuori dall’orario di lavoro (come formazione degli addetti antincendio, vigilanza nei luoghi di pubblico spettacolo, prevenzione incendi), da cui lo Stato già trattiene il 20% alla fonte. "Dopo la fase emergenziale dell’Abruzzo, il disastro di Viareggio, dopo tutta la nostra attività giornaliera nel prestare soccorso alla popolazione, ci aspettavamo un riconoscimento anche economico", sottolinea Antonio Jiritano, della Direzione Nazionale RdB-CUB P.I. "Invece la risposta del Governo a chi per settimane intere ha lavorato giorno e notte tra le macerie è stata l’elemosina di 4 Euro di indennità, che per giunta verrà autofinanziata dagli stessi Vigili del Fuoco con i propri soldi. Ancor più grave – incalza Jiritano - è il comportamento delle altre organizzazioni sindacali, che con la firma di questo accordo passano ben oltre la concertazione, scippando ai lavoratori i soldi del FUA per salvare la faccia al Governo". "Ci domandiamo poi perché il Governo, tanto solerte nell’emanare Ordinanze di Protezione Civile quando si tratta di finanziare Grandi eventi d’ogni sorta, non adoperi lo stesso strumento dell’Ordinanza per l’indennità dovuta ai pompieri. Evidentemente – conclude il dirigente RdB-CUB – il soccorso alla popolazione e chi se ne fa quotidianamente carico non godono ai suo occhi di uguale considerazione".


22 luglio 2009 - Grandain.com

Vigili del Fuoco: l'indennità terremoto sarà autofinanziata
RdB-CUB VVF, accordo respinto dalle organizzazioni sindacali

Roma - E’ stato siglato ieri al Ministero dell’Interno un accordo con le organizzazioni sindacali dei Vigili del Fuoco che la RdB-CUB P.I. ha respinto con sdegno. L’accordo prevede infatti che l’indennità di turno spettante al personale che è stato sulle zone terremotate venga prelevata direttamente dal Fondo Unico di Amministrazione, fondo alimentato dagli stessi Vigili del Fuoco attraverso le attività svolte fuori dall’orario di lavoro (come formazione degli addetti antincendio, vigilanza nei luoghi di pubblico spettacolo, prevenzione incendi), da cui lo Stato già trattiene il 20% alla fonte. "Dopo la fase emergenziale dell’Abruzzo, il disastro di Viareggio, dopo tutta la nostra attività giornaliera nel prestare soccorso alla popolazione, ci aspettavamo un riconoscimento anche economico", sottolinea Antonio Jiritano, della Direzione Nazionale RdB-CUB P.I. "Invece la risposta del Governo a chi per settimane intere ha lavorato giorno e notte tra le macerie è stata l’elemosina di 4 Euro di indennità, che per giunta verrà autofinanziata dagli stessi Vigili del Fuoco con i propri soldi. Ancor più grave – incalza Jiritano - è il comportamento delle altre organizzazioni sindacali, che con la firma di questo accordo passano ben oltre la concertazione, scippando ai lavoratori i soldi del FUA per salvare la faccia al Governo". "Ci domandiamo poi perché il Governo, tanto solerte nell’emanare Ordinanze di Protezione Civile quando si tratta di finanziare Grandi eventi d’ogni sorta, non adoperi lo stesso strumento dell’Ordinanza per l’indennità dovuta ai pompieri. Evidentemente – conclude il dirigente RdB-CUB – il soccorso alla popolazione e chi se ne fa quotidianamente carico non godono ai suo occhi di uguale considerazione".


19 luglio 2009 - Agrigento web

Agrigento, idranti inaccessibili. Ancora proteste dei VVf

Agrigento - Le organizzazioni sindacali dei Vigili del Fuoco CGIL, F.N.S. CISL, RdB, CONFSAL e U.G.L. lamentano il disservizio procurato dalla sostituzione dei lucchetti che impediscono l’accesso agli idranti cittadini. Il mancato rifornimento determina un grave e procurato ritardo all’opera di spegnimento – scrivono i rappresentanti delle organizzazioni sindacali in una nota stampa diffusa questo pomeriggio. La squadra operante, deve necessariamente ricercare un altro idrante accessibile, con le immaginabili ripercussioni sull’esito dell’intervento di soccorso. "Siamo inoltre stanchi di leggere attraverso la stampa proclami risolutivi al problema" – concludono i sindacalisti minacciando di rivolgersi alla Procura della Repubblica se non si troverà in breve tempo una soluzione.


17 luglio 2009 - Il Venerdì di Repubblica

Vigili del Fuoco
Non chiamateci eroi, dateci la benzina per le macchine
Sono stati i protagonisti al l'Aquila e a Viareggio. Tutti si congratulano con loro. Ma, negli anni, le condizioni di lavoro sono peggiorate. Come quando, il 6 aprile, decine di mezzi di soccorso li hanno lasciati per strada...
di RICCARDO BIANCHI E PAOLO CASICCI

Roma - Regola numero uno: è proibito chiamarli eroi. Anche se l'encomio arriva da New York, ed è firmato da Vincent Tummino, il capo dei firemen dell'11 settembre, loro, i vigili del fuoco dell'Aquila e di Viareggio, provano a spegnere la retorica. «Se ne fa già troppa, specie durante le catastrofi» dice Marino Pedersoli, 48 anni, trenta (lei quali trascorsi tra un'emergenza e l'altra. «Poi, però, l'emergenza finisce: e a noi, con le pacche sulle spalle, restano le promesse dei governi e i mezzi di vent'anni fa». Sempre in prima linea, sempre pronti a partire, i pompieri italiani. Per spalare le macerie dell'Aquila o la spazzatura (alla diossina) di Napoli, soccorrere il Sudest asiatico colpito dallo tsunami o fare da «angeli custodi» ai leader del G8. Missioni con un forte ritorno d'immagine, visto che un sondaggio (GfK, 2008) li colloca in cima alla classifica della fiducia degli italiani, più in alto delle Poste e della polizia. Apiangere è invece il portafogli: lo stipendio medio è più basso di quello di un poliziotto e gran parte degli straordinari dell'Abruzzo, dove s'è lavorato su turni fino a 36 ore, non sono ancora stati pagati. «Il giro di vite di Brunetta sugli straordinari fuori emergenza riguarda anche noi» si lamenta Maurizio D'Ambrogio della Cgil: «Ma lo sa il governo che senza il surplus di lavoro alcuni comandi non potrebbero garantire il pronto intervento?». Un pronto intevento che, negli anni, ha finito per ricomprendere mansioni sempre più numerose e diverse. Le ultime riforme hanno trasformato i vigili del fuoco in un corpo della difesa civile, che può essere chiamato ad accompagnare la Digos in operazioni antidroga e assistere gli ufficiali giudiziari in uno sfratto. Ma anche «coprire» la polizia che, in tenuta antisommossa, irrompe in un covo di camorristi a Napoli. «E tutto questo con risorse che via via diminuiscono e mezzi senza manutenzione» commenta il segretario dei vigili dei fuoco Ciel Pompeo Mannone. «Siamo il Paese europeo con il più basso rapporto pompieri/abitanti: le piante organiche, già sottostimate, non sono coperte. Abbiamo bisogno di cinquemila uomini in più. Subito». Saranno pure eroi, ma eroi che arrancano. La prova arriva dallo stesso Abruzzo che ha esaltato il Corpo. Per l'esattezza da un'officina vicino a Chieti, dove riposano numerosi mezzi in dotazione al Dipartimento dei vigili. Sono vetture delle colonne mobili, le carovane partite dai cento comandi provinciali di tutta Italia la mattina del 6 aprile e fermatesi, guaste, in autostrada. Alcune sono arrivate a sera, grazie a un passaggio o a un pieno di benzina dei colleghi. «Si sono fermati pezzi di colonne provenienti dalla Calabria, dalla Toscana, dal Veneto» racconta il segretario delle agguerrite Rappresentanze di base Antonio Jiritano, «tutte vetture con un'età media di 20-25 anni. Dei resto, i comandi devono scegliere ogni giorno se spendere per la manutenzione o per la benzina». E questo mentre, ironia della sorte, per il G8 dell'Aquila proprio i vigili hanno messo a disposizione il loro reparto telecomunicazioni, facendo risparmiare decine di migliaia di euro al governo, che aveva avuto un preventivo esoso da una ditta esterna. Ma di paradossi l'attività dei vigili del fuoco abbonda. «Quello principale» spiegano all'unisono i sindacati «è che svolgiamo un'attività di pronto intervento, alla base della Protezione civile, stando però lontani dalla stanza dei bottoni». La stanza è quella del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del consiglio diretto da Guido Bertolaso. «Loro rastrellano i milioni, mentre noi ci contendiamo le briciole previste da Finanziarie che hanno progressivamente tagliato i fondi. C'è stato perfino un ministro dell'Interno, Giuliano Amato, che nel 2007 ha invitato pubblicamente i comandi a non pagare gli affitti» dice Jiritano. Da allora, Il debito del Corpo è passato da 83 milioni a quasi cento, aumentando insieme alle grane: ad aprite, mentre alcuni colleghi erano impegnati In Abruzzo, i pompieri di Alessandria hanno dovuto evacuare per un'alluvione il comando costruito due anni prima su un terreno rivelatosi a rischio. Ad Ancona, invece, s'è profilata l'ipotesi di sgomberare una sede fatiscente degli anni Cinquanta e optare per altri uffici e per una serie di container. Come quelli dei terremotati. La Protezione civile come un mondo di «figlie figliastri»? «Non è solo un problema di soldi e lustro, ma anzitutto una questione operativa» spiega Mannone. La memoria corre ai nubifragi dello scorso autunno, quando a Roma il Tevere rischiava di esondare e proprio i vigili osservarono per primi che bisognava assicurare agli ormeggi i barconi poi travolti dalla piena e recuperati in seguito tra mille difficoltà. C'è anche il caso del G8 della settimana scorsa, che ha fatto dirottare il campo base dei pompieri da Coppito ad Assergi, ai piedi del Gran Sasso, con gran dispendio di energie e risorse.«E' una vecchia questione» commenta Giuseppe Zamberletti, padre fondatore della Protezione civile italiana e oggi presidente dell'Istituto di studi e ricerche sulla protezione e la difesa civile: una presenza maggiore di vigili del fuoco nel Dipartimento di Bertolaso, conferma, è auspicabile e doverosa. «Come è necessario che il corpo riceva quei finanziamenti che gli permetterebbero di aumentare gli organici e di formare le migliaia di volontari sparsi in tutto il Paese: non è un mistero come nell'universo di associazioni che a ogni emergenza danno fl loro contributo prezioso, molte non abbiano la professionalità per intervenire nelle prime ore della catastrofe, quelle decisive». Aggiunge DAmbrogio della Cgil: «Un coordinamento efficace t noi e gli uomini di Bertolaso spesso non esiste Basta citare il caso dell'Emilia Romagna: qui l'integrazione tra le due forze è perfetta, ma all'Aquila i due gruppi sono stati mandati a 15 chilometri l'uno dall'altro». Alla Protezione civile si sorprendono di queste osservazioni: «Ma se all'Aquila il numero due degli interventi è il capo del Dipartimento dei vigili...». «Vero, ma noti è un pompiere, bensì un dirigente ministeriale» ribattono i sindacati. D'estate, con l'emergenza incendi, l'affanno cresce. Perché i mezzi adoperati per spegnere il fuoco nei boschi sono concepiti per muoversi sull'asfalto. A Milano, secondo un dossier del luglio scorso, sono in inedia 119 al giorno i pompieri chiamati a coprire un bacino di quattro milioni di abitanti. «Sem-pie più spesso diventa impossibile formare squadre con cinque uomini, il minimo per legge (la media europea è sei)» aggiunge D'Ambrogio. E, se negli anni sono cresciute le squadre-fiore all'occhiello come i Saf (Soccorso alpino fluviale, partiti per lo tsunami del 2004) e i nuclei Nbcr (Nucleare biologico chimico radiologico), è vero anche che queste unità non sono sempre impiegabili per interventi ordinari, diversi da quelli per cui sono stati formati. Ecco perché, alla lunga, sentirsi chiamare eroi somiglia a una presa in giro: «Ce la caviamo, certo. Salvando le vite degli altri e mettendo a rischio le nostre» dice Mannone. «Ma al governo l'abbiamo detto: all'Aquila è andata bene perché l'emergenza era circoscritta. In condizioni più estreme non basterebbero gli eroi. Ci vorrebbe un miracolo».

RECLUTAMENTO. Alla selezione partita nei giorni scorsi una marea di candidati per pochi posti: la maggior parte era riservata ai precari
E ALL'ULTIMO CONCORSO SI PRESENTANO IN 120 MILA

Oggi entrare nei vigili del fuoco non è facile. La via più comune e farlo da discontinui, cioè precari, iscrivendosi a un registro cui si accede avendo alcuni requisiti fisici di base. Una volta chiamati, parte l'addestramento. finito il quale si può sperare di essere arruolati per un periodo di venti giorni, rinnovabile. ogni «pacchetto» di venti giorni è pagato 1100 euro netti. La Finanziaria 2006 del governo Prodi aveva fissato un percorso per stabilizzare 6080 precari, ma a oggi solo 1763 sono stati assunti a tempo indeterminato e 600 scartati dopo le prove. Gli altri 3800 stanno aspettando. E i concorsi? La settimana scorsa ne è partito uno, il primo dopo otto anni, per il quale si sono candidati in 120 mila: i posti da assegnare sono 814, ma solo il 10 per cento è libero per chi non ha mai avuto esperienze nel corpo o in altre forze armate. Grazie all'apporto dei precari, il Corpo ha potuto aprire negli anni svariati dislocamenti nei comuni più piccoli. Un modello che ai sindacati, però, non sempre è gradito: «Anziché aumentare il precariato» è il Leitmotiv delle sigle, «bisognerebbe puntare sui concorsi». (r.bian.)


16 luglio 2009 - Agrigento web

VVF. Revocato lo stato di agitazione

Agrigento - È stato revocato lo stato di agitazione proclamato nel mese di giugno dai vigili del Fuoco per il mancato richiamo Vigili Discontinui. discontinui per il periodo luglio-settembre 2009. "L’’unità sindacale, nel portare avanti le legittime rivendicazioni dei lavoratori, alla fine paga sempre" – dicono i responsabili dei sindacati FP CGIL, FNS-CISL VVF, RDB e Confsal. "Ovviamente – proseguono Calogero Sanzo, Mario Aversa, Carlo Vitello e Calogero Vetro – bisogna dare atto, al direttore regionale Ing. Calogero Murgia e al comandante ing. Giosuè Raia, dell’impegno e l’interesse dimostrato nell’aver sposato la nostra causa. Impegno, cui crediamo sia stato fondamentale per il raggiungimento del risultato che avevamo prospettato. A seguito di quanto prospettato, non sussistono più le motivazioni, in ambito locale, per proseguire lo stato di agitazione.


15 luglio 2009 - La Repubblica

Lettere
Niente medaglie d'oro ma stipendi decenti

di Vladimiro Alpa Roma

Ad ogni calamità, tutti propongono medaglie d'oro per i Vigili del Fuoco; ma come tutti i "fornitori di medaglie" sanno, i Vigili del Fuoco hanno il contratto scaduto, automezzi immatricolati nel 1980, organici (non volontari, l'ennesimo palliativo dei vari governi) ben al disotto dei parametri europei. In questi anni abbiamo dimostrato che il nostro lavoro di professionisti per garantire l'incolumità della gente, lo facciamo anche con il contratto scaduto e straordinari da saldare, ma a questo punto ci sentiamo di patteggiare qualche medaglia d'oro con una di queste cose che ci manca.


14 luglio 2009 - NSD

VIGILI DEL FUOCO: POCHI UOMINI, AUTOMEZZI VECCHI E CONTRATTO SCADUTO. PROTESTA DEI SINDACATI

Dopo la polizia, questa volta tocca ai Vigili del Fuoco protestare contro i tagli e la carenza di organico. Secondo una stima fatta dai sindacati, "le risorse messe a disposizione per il 2009 serviranno forse a pagare solo il 50% del debito 2008". A questo bisogna aggiungere un deficit di personale di circa 15mila unità, automezzi immatricolati nel 1980 e un contratto di categoria scaduto ormai da molto tempo. "Il debito che tutti i Comandi provinciali hanno contratto con aziende esterne è elevato, le risorse che ci saranno per il 2009, serviranno forse a pagare solo il 50% del debito 2008 - fanno sapere le Rdb-Cub dei Vigili del Fuoco. Appare evidente che questa situazione è destinata al collasso. Sono state tante e troppe le promesse della parte politica e ora vogliamo delle risposte, degli impegni concreti. I pompieri sono ancora in attesa di percepire emolumenti del 2008, e non solo straordinari e servizi vari, ma anche il pagamento di missioni ed emergenze fatte l'anno precedente. Tra le situazioni di disagio ci sono il contratto scaduto, una dotazione di automezzi che risalgono come immatricolazione al 1980 e organici ben al disotto dei parametri europei, nei quali mancano 15.000 Vigili del Fuoco professionisti - conclude la nota". E anche il PD ha criticato la maggioranza per i tagli alla sicurezza. "Ora dal Governo ci attendiamo subito misure concrete per i Vigili del Fuoco, dopo la bocciatura in Senato di un emendamento presentato dalla stessa maggioranza, che prevedeva una serie di misure minime per permettere al Corpo di far fronte alle attività di soccorso. Pur dovute e meritate le parole di apprezzamento e le medaglie non possono più bastare: occorrono uomini, mezzi e la parificazione delle indennità a quelle delle forze dell'ordine - ha sottolineato il deputato del partito democratico Ettore Rosato. Nel prossimo provvedimento finanziario che passerà all'esame delle Camere dovranno essere inserite le risorse di cui il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco ha urgente bisogno. Sotto la pressione delle manifestazioni dei sindacati il Consiglio dei ministri ha annunciato lo scorso 3 luglio l'intenzione di provvedere al più presto al potenziamento del Corpo in termini di uomini e mezzi, ma ormai dovremmo aver imparato che le grandi emergenze e il rischio incendi tipico della stagione estiva non attendono gli indugi di nessuno".


14 luglio 2009 - La Repubblica

I vigili del fuoco
"La nostra medaglia per un contratto"

Firenze - Contratto scaduto, mezzi con immatricolazioni datate, organici carenti di 15mila unità, mancato pagamento di emolumenti del 2008, di missioni ed emergenze passate: queste le criticità per i sindacati dei vigili del fuoco nazionali. Giovedì incontreranno per la terza volta il capo dipartimento. E, dopo la proposta del sindaco di Viareggio di concedere ai vigili del fuoco la medaglia d´oro al valor civile, aggiungono: «Siamo disposti a cedere le nostre medaglie in cambio di un co


13 luglio 2009 - Adnkronos

VIGILI DEL FUOCO: SINDACATI DI BASE,
RISORSE 2009 PAGHERANNO 50% DEBITI 2008
GIOVEDÌ INCONTRO CON IL CAPO DEL DIPARTIMENTO

Roma, 13 lug. (Adnkronos) - «Il debito che tutti i Comandi provinciali hanno contratto con aziende esterne è elevato, le risorse che ci saranno per il 2009, serviranno forse a pagare solo il 50% del debito 2008». È quanto affermano, in una nota, le Rdb-Cub dei Vigili del Fuoco, per le quali, «appare evidente che questa situazione è destinata al collasso». Per le Rappresentanze di base, sono state «tante e troppe le promesse della parte politica e ora vogliamo delle risposte, degli impegni concreti». Le Rdb, che insieme agli altri sindacati giovedì incontreranno il capo del Dipartimento, auspicano che «questo incontro porti novità», poichè «i pompieri sono ancora in attesa di percepire emolumenti del 2008, e non solo straordinari e servizi vari, ma anche il pagamento di missioni ed emergenze fatte l'anno precedente». Tra le situazioni di disagio denunciate dalle Rdb del Vigili del Fuoco, si elencano, tra l'altro, «il contratto scaduto», una dotazione di automezzi «che risalgono come immatricolazione al 1980», così come «organici ben al disotto dei parametri europei», nei quali «mancano 15.000 Vigili del Fuoco professionisti».


13 luglio 2009 - Gazzetta del Sud

Più vicini i Vigili del fuoco
di Maurizio D'Adamo

MELEGNANO - Ora ci sono tutte le carte in regola per realizzare la caserma dei Vigili del fuoco e l'auspicio è che l'importante presidio per la sicurezza possa nascere anche prima dei tempi fissati per il prossimo anno. La nuova struttura ha avuto un forte sostegno da parte del neo-presidente della Provincia, Guido Podestà , e ora è sceso in campo anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni , che ha inviato una lettera alla Direzione regionale dei Vigili del fuoco della Lombardia. Il ministro è intervenuto in seguito anche alle sollecitazioni giuntegli dal parlamentare del Sud Milano Marco Rondini e dalla rappresentanza sindacale di base del capoluogo. Costoro hanno fatto presente come non sia tollerabile, per garantire la sicurezza, l'assenza di un presidio dei pompieri nel sud-est milanese, anche perchè la zona è molto trafficata e difficile da raggiungere in tempi celeri dagli uomini del dipartimento di Milano. Già prevista per quest'anno, la realizzazione della nuova sede dei pompieri, che accoglierà anche un presidio della Protezione civile, è slittata al 2010 per l'irruzione della crisi economica e la necessità di sostenere le famiglie con un ulteriore stanziamento di venti milioni da parte della Provincia. Lo slittamento al prossimo anno non ha cambiato in nulla il progetto per il quale, con il bilancio triennale, la Provincia ha stanziato due milioni e 445mila euro. La progettazione dell'opera è realizzata internamente dalla Provincia; attualmente sono in corso, in collaborazione con la locale Asl, le indagini geognostiche del terreno.


12 luglio 2009 - La Provincia Pavese

Appello dei pompieri: «Siamo sotto organico basta con le promesse»
Richieste d’intervento smistate ad Alessandria quando scatta l’emergenza a Tortona
di Angelo Bottiroli

TORTONA - Lavorano sempre sotto organico i vigili del fuoco del distaccamento di Tortona, utilizzando mezzi e attrezzature spesso obsoleti e a volte persino antiquate. I turni di servizio vengono sempre effettuati, ma di norma, con l’organico ridotto all’osso e quando la squadra è costretta ad uscire per un intervento, la sede di Tortona rimane sguarnita e le telefonate e le richieste di soccorso vengono dirottate alla sede provinciale di Alessandria. Si tratta di una situazione sempre più difficile da sostenere che il comando provinciale di Alessandria, insieme a situazioni analoghe presenti in altri distaccamenti della provincia, ha deciso di portare all’attenzione pubblica. Durante una recente manifestazione le organizzazioni sindacali dei pompieri hanno rilevato che è una sorta di «guerra» quotidiana quella che combattono i vigili del fuoco. «Siamo in prima linea in Abruzzo o a Viareggio, località dove si sono consumate due delle più grandi tragedie dell’ultimo decennio - denuncia il sindacato di base dei vigili - ma anche all’interno delle nostre caserme. Carenza cronica d’organico e mancanza di risorse, infatti, mettono a dura prova il lavoro ma anche i nervi degli angeli custodi della nazione. Mancano i capi turno, il personale è stanco e demotivato e alla prima occasione va in pensione». E’ lo «spaccato di vita da caserma» che offre il sindacato che all’esterno non traspare. Nei giorni scorsi una delegazione sindacale è partita per manifestare con i colleghi davanti alla sede del Viminale, dove ha sede il ministero degli Interni. «I vigili del fuoco - aggiungono i sindacati di base - sono stanchi delle belle promesse e non si sa più dove mettere tutte le medaglie che ci conferiscono. Con le medaglie non paghiamo mica l’affitto o le rate del dentista! Belle parole dopo il tragico sisma in Abruzzo, belle parole dopo i soccorsi a Viareggio, belle parole dopo l’ultimo consiglio dei ministri, ma restano sempre le bollette da pagare». Una situazione critica anche per quanto riguarda lo straordinario, perché ne viene autorizzato pochissimo: la maggior parte viene recuperato con riposo compensativo, col risultato di ridurre ulteriormente gli organici in servizio. Eppure al distaccamento di Tortona lo scorso anno sono stati effettuati quasi 900 interventi con una media di circa tre al giorno. Per la sede di Tortona il sindacato di base denuncia che è necessaria una manutenzione all’edificio e alle attrezzature e adeguamenti strutturali per accogliere il personale femminile, al fine di evitare spiacevoli discriminazioni.


11 luglio 2009 - Radio Città Aperta

L’Aquila: migliaia in piazza contro il G8 e per la ricostruzione
di Marco Santopadre

"Contro il G8 della crisi per la ricostruzione sociale al 100%" recitava uno degli striscioni. Alla fine a scendere in piazza sono state circa 8000 persone arrivate a l’Aquila per partecipare alla marcia nazionale contro il G8 indetta dal Patto di base e dalla Rete nazionale contro il G8. Come racconta l’inviato di Repubblica in maniera fedele: "Due ore e mezza sotto il solleone in marcia sulla statale 17, tra i campi di fieno della campagna aquilana; poi la ripida ascesa alla Villa, nel cuore della città, e il gran finale con scampoli di tensione, esplosa all'improvviso quando un manipolo di teste calde italiane e straniere ha provato a sfidare il cordone di polizia che controllava l'accesso al Centro storico devastato del capoluogo abruzzese. I primi calano sul viso sciarpe e maglioncini, pronti a dare battaglia; gli agenti indossano all'istante i caschi, preparando la carica. La tensione sale a mille, e si scarica in un gran balzo generale di venti metri all'indietro. Dopo un po' ci riprovano lanciando bottigliette d'acqua contro poliziotti e telecamere. Stop, fine." Nonostante le intimidazioni dei giorni precedenti e l’aperto boicottaggio di Pd, Cgil ed Arci, migliaia di manifestanti, arrivati in pullman e in auto da tutta Italia, hanno percorso la lunga strada - otto chilometri - tra la stazione ferroviaria di Paganica e la Villa comunale dell’Aquila, proprio a ridosso del centro della città. La marcia si è svolta serenamente ma con determinazione: nel lungo serpentone erano visibili soprattutto gli spezzoni dei sindacati di base RdB-Cub e Cobas (presente anche una delegazione dell’Sdl), della Rete Campana contro il G8 (alla fine sono stati cinque i pullman arrivati dalla Campania), di Rifondazione Comunista, della Rete dei Comunisti, di Sinistra Critica, del Partito Comunista dei Lavoratori, del Pdci; in testa ad aprire il corteo gli striscioni "Crisi, terremoto, repressione non ci fermeranno" retto da un ‘gruppo di aquilani contro il G8’, e "Voi G8 il terremoto, noi siamo tutti aquilani" portato da rappresentanti di Rdb e Cobas con tanto di Vigili del Fuoco in divisa e caschetto, applauditi più volte dagli altri manifestanti che al loro passaggio hanno gridato "Rispettiamo solo i pompieri" in aperta polemica con la militarizzazione delle tendopoli e lo strapotere dei corpi militari nelle zone terremotate. In testa quelli di Epicentro Solidale con lo striscione "Una sola grande opera, ricostruire l’Aquila dal basso" con molti manifestanti abruzzesi e non che indossavano caschetti gialli e rossi a rappresentare la comune condizione di terremotati e ad esprimere quindi solidarietà attiva nei confronti delle popolazioni che prima hanno subito la tragedia del sisma ed ora quella tutta politica di una ricostruzione orientata al business e alla speculazione, con la provocazione dei vip e delle first ladies al seguito dei grandi della terra impegnati in passerelle mediatiche, pranzi di lusso e ricevimenti che appaiono come l’ulteriore schiaffo a una terra che ha perso tutto. Pochi i rappresentanti dei centri sociali della capitale e soprattutto gli studenti dell’Onda, anche se nei 12 pullman arrivati solo da Roma oltre agli attivisti delle organizzazioni sindacali e politiche sono arrivati a Paganica tanti giovani e studenti. La manifestazione ha cominciato a sfilare poco prima delle 13,30, e poi ha lentamente toccato 4 diverse tendopoli: quella di Paganica, le 2 di Buzzano e quella di Sant'Elia. Ai lati delle strade molti abitanti non si sono fatti irretire dagli allarmi lanciati dal Sindaco, dal Governo e dalla stampa nei giorni precedenti, che parlavano della ‘calata dei barbari’ e dell’arrivo dei black block intenzionati a spaccare tutto. Alcuni hanno distribuito acqua ai manifestanti, scambiando anche quattro chiacchiere con chi era lì per testimoniare la propria solidarietà e partecipazione. Tutto è filato liscio, anche al passaggio del corteo davanti ai cantieri delle C.a.s.e. di Bazzano, difesi da un imponente schieramento di polizia che è risultato inutile e provocatorio, con anche gli uomini della protezione civile schierati in maniera marziale. A circa un km dalla partenza dalla stazione di Paganica i manifestanti hanno potuto vedere con i loro occhi la cosiddetta ‘new town’, enormi piattaforme di cemento edificate con enorme spreco di denaro pubblico in mezzo al niente, al di sopra delle quale prima o poi (prima la scadenza era settembre, ora è già slittata a novembre...) sorgeranno i cosiddetti moduli C.A.S.E. di legno e cemento. Un progetto inviso alla popolazione che invece chiede che i soldi stanziati vengano spesi in maniera trasparente per ricostruire rapidamente e integralmente il centro storico dell’Aquila e il resto delle case distrutte dal sisma del 6 aprile. Un cartello ieri recitava: «Il nostro protettore Bertolaso è indagato per traffico illecito di rifiuti, falso ideologico e truffa». Il corteo ha sfidato il sole e dopo gli 8 km di marcia, soprattutto lungo la statale 17, ha raggiunto intorno alle 16 il centro de L'Aquila dichiarato zona rossa e limite invalicabile per la cittadinanza, concludendosi nei giardini comunali che costituiscono l'ultima frontiera concessa. E proprio li, a termine del corteo, si sono verificati momenti di tensione quando un gruppo di manifestanti ha provato a forzare le transenne di corso Federico II: ci sono stati dei brevi tafferugli che si sono poi conclusi con un breve lancio di bottigliette nei confronti delle forze dell'ordine. Niente di grave, se non per il fatto che l’egocentrismo e l’irresponsabilità di alcuni hanno permesso oggi a qualche giornale e tv di parlare di ‘tensione’. La manifestazione è andata poi a concludersi con una serie di interventi dal palco improvvisato e montato dal Patto di Base, momento nel quale gli applausi più sentiti sono stati nel ricordo di Carlo Giuliani, il compagno ucciso dalle forze di sicurezza durante la manifestazione contro il G8 di Genova il 20 luglio del 2001.


10 luglio 2009 - Dire

G8. Via al corteo no global: 2.000 manifestanti (senza aquilani)

L'Aquila - Sta iniziando a muoversi dalla stazione di Paganica, punto di ritrovo dei no gobal, il corteo di protesta contro il G8 che si sta svolgendo a L'Aquila. Sono circa 2.000 i manifestanti, tra loro anche dei vigili del fuoco dei sindacati di base in corteo per ricordare al ministro dell'Interno, Roberto Maroni, le promesse fatte dopo il sisma del 6 aprile. In particolare, l'aumento di 15 unita' di organico, come previsto dalle normative Ue, lo stanziamento di fondi per sostituire le colonne mobili regionali, mezzi speciali che entrano in azione in casi di grandi rischi e calamita'. Ulteriore rischiesta e' quella di passare sotto la Presidenza del Consiglio dei ministri, lasciando il ministero dell'Interno. Non sono presenti, invece, i comitati aquilani, ad eccezione di Epicentro Solidale.


10 luglio 2009 - Asca

G8: PRIMI ARRIVI NO GLOBAL, L'AQUILA ''BLINDATA' PER VERTICE

(ASCA) - L'Aquila, 10 lug - Da Roma giungera' certamente una grossa delegazione di manifestanti in pullman, soprattutto Cobas, Cub e Centri sociali. Lo stesso leader dei Cobas Piero Bernocchi ha annunciato nei giorni scorsi che ad aprire il serpentone dei manifestanti saranno le rappresentanze dei Vigili del fuoco aderenti ai Cobas, anche loro da mesi impegnati nell'opera di aiuto alle popolazioni colpite dal sisma del 6 aprile scorso, insegnanti e volontari. Forse, per garantire a tutti di raggiungere Paganica, anche l'inizio della manifestazione e' stato posticipato alle 14. Gli stessi promotori assicurano che tutto si svolgera' nella maniera piu' tranquilla possibile ma, intanto, l'area di Bazzano a circa 5 chilometri da L'Aquila, dove e' partito il primo cantiere per la '''New town'' del capoluogo abruzzese e' stato, di fatto, isolato con discrezione dalle forze dell'ordine, gia' da ieri sera, per paura di azioni dimostrative da parte delle ali piu' radicali del Movimento.


10 luglio 2009 - Ansa

G8: CORTEO; MANIFESTANTI PARTITI VERSO L'AQUILA

(ANSA) - L'AQUILA, 10 LUG - Con alla testa lo striscione «Voi G8 siete il terremoto, noi tutti aquilani» è partito dalla stazione di Paganica (L'Aquila) il corteo di protesta organizzato dalla rete nazionale contro il G8. Circa un migliaio i partecipanti. A reggere lo striscione iniziale, anche alcuni rappresentanti dei vigili del fuoco, tra le categorie più impegnate per il terremoto. Nel corteo sono presenti, tra gli altri, esponenti di Cobas, Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Sinistra critica, sindacati di base e alcune associazioni aquilane come Epicentro solidale.


10 luglio 2009 - Il Secolo XIX.it

No Global e G8, chiusura nel segno della "pace"

Berlusconi chiude il vertice: il G14 avrà più forza, segnali positivi, critiche alla stampa e alla opposizione, Onu da rifondare. Obama soddisfatto si reca poi in visita dal Papa: raggiunti accordi su tutto. Vedi i link a fondo pagina. Gheddafi annuncia: vado nelle tende dei terremotati.
LA CHIUSURA Sei rintocchi di campana, uno ogni dieci secondi, hanno scandito il minuto di silenzio osservato dai partecipanti al vertice G8 allargato alle delegazioni africane e dedicato alle vittime del terremoto. Nel cortile della Caserma della Guardia di Finanze di Coppito, è stata scoperta anche la targa con il nuovo nome di quella che era denominata Piazza d’Armi e che da oggi prende il nome di Piazza 6 aprile. Nella targa è riportata anche la frase dell’anonimo aquilano del ‘400 ‘’L’Aquila bella mai non po’ perire" che a Coppito ha dato anche il titolo alla mostra allestita per i grandi e dedicata all’arte d’Abruzzo. Il minuto di silenzio si è concluso con un applauso dei partecipanti.
LA MANIFESTAZIONE CONTRO ILG8 PRO TERREMOTATI: SIAMO TUTTI AQUILANI
La polizia ha fronteggiare un gruppo di manifestanti che, giunti ai giardini comunali, volevano entrare nel centro storico dell’Aquila, che e’ chiuso. Gli agenti di polizia, in assetto anti sommossa, impediscono l’ingresso ai manifestanti che premono per entrare e urlano slogan. Alcuni dei no-global hanno lanciato bottiglie di plastica contro lo schieramento delle forze di polizia che presidia l’ingresso al centro storico. Situazione tesa, anche se gruppi contrapposti continuano a tenersi d’occhio. Sono "una cinquantina di facinorosi, che avevamo individuato fin dall’inizio ed isolato", i responsabili delle schermaglie che si sono verificate all’Aquila, al termine del corteo No-G8. E’ quanto afferma il portavoce dei Cobas Piero Bernocchi, uno degli organizzatori dell’iniziativa. Questo gruppo di persone, ha spiegato, si è radunato intorno allo striscione "Smash G8" e sarebbe composto "metà da italiani e metà da stranieri". Lo stesso Bernocchi ha dichiarato chiusa la manifestazione ed ha invitato i partecipanti a tornare ai pullman e alle loro città. I partecipanti, secondo la Questura dell’Aquila, sarebbero circa 3000, il doppio per gli organizzatori. Il corteo era partito dalla stazione di Paganica con alla testa lo striscione "Voi G8 siete il terremoto, noi tutti aquilani". A reggere lo striscione iniziale, anche alcuni rappresentanti dei vigili del fuoco, tra le categorie più impegnate per il terremoto. Nel corteo sono presenti, tra gli altri, esponenti di Cobas, Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Sinistra critica, sindacati di base e alcune associazioni aquilane come Epicentro solidale. Momenti di tensione si sono avuti tra gli organizzatori e un gruppo di giovani che espongono uno striscione con una scritta "Smash G8" firmato da Tikb, che è il Partito comunista turco, che raffigura anche il simbolo della falce e martello con un mitra in mezzo. Gli organizzatori della Rete nazionale Go-g8 hanno discusso con i giovani che sostenevano il cartello, chiedendo la sua rimozione, ma alla fine si è raggiunto un compromesso e il cartello è rimasto al suo posto, senza con questo che si sia verificato alcun incidente.
LA PROTESTA DEI TERREMOTATI E LA RETE ANTI G8
Proteste davanti ai cantieri della new town di Bazzano, dove si stanno costruendo abitazioni a prova di sisma per accogliere gli sfollati aquilani. I lavoratori del cantiere si sono fermati ad osservare il corteo. La soluzione della new town non piace ai comitati aquilani che stanno protestando al grido di "Case sì, ghetti no". I lavoratori del cantiere si sono fermati ad osservare il corteo. Non si vedono forze dell’ordine a protezione dell’area. Dal cielo vigila un elicottero della polizia. l corteo si snoderà per otto chilometri raggiungendo il centro del capoluogo abruzzese. Tra i manifestanti ci sono giovani che indossano magliette con scritto «Io lotto contro il G8», ragazzi che suonano le percussioni e anche una giovane che porta un cartello di cartone con la scritta «Berlusconi preferisce le G8enni». Massiccio lo schieramento di forze dell’ordine con moltissimi agenti davanti e lungo il corteo.
EPICENTRO SOLIDALE, IL SOLO COMITATO TERREMOTATI PRESENTE
La manifestazione però ha creato spaccature all’interno dello stesso Movimento. Solo Epicentro solidale, tra i comitati cittadini sorti dopo il terremoto, parteciperà infatti al corteo no- global, con uno striscione che recita «Una sola grande opera: ricostruire l’Aquila dal basso». «Non c’è alcuna divisione tra noi e gli aquilani», ha detto Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas e uno degli organizzatori. «Non ci saremo perché abbiamo scelto di stabilire in maniera netta l’autonomia dei nostri comitati cittadini», ha spiegato Piero De Santis di Ara-Associazione per la ricostruzione dell’Abruzzo. Il corteo sarà comunque «a sostegno della lotta aquilana per una vera ricostruzione e contro le iniziative repressive di questi giorni contro il Movimento», come spiega una nota con riferimento agli arresti effettuati alla vigilia del G8. Gli organizzatori della manifestazione hanno parlato di un evento assolutamente pacifico: «Ci vogliono spingere a scelte autolesioniste ma non abbocchiamo», proseguono nella nota gli organizzatori. . Il corteo, autorizzato dalla Questura toccherà quattro tendopoli -- quella di Paganica, le due di Bazzano e quella di Sant’Elia -- i cui occupanti saranno invitati dai manifestanti a unirsi a loro. Secondo gli organizzatori erano attese tra le 4.000 e le 6.000 persone. Ma il rischio che il corteo sia un flop è reale. Del resto le manifestazioni di questi giorni non hanno visto una partecipazione massiccia come in passato in occasioni analoghe, e all’Aquila gli eventi hanno potuto contare su poche decine di persone.
I TERREMOTATI LE PERSONE PIÙ IMPORTANTI DELLE CHIESE
Eppure il malcontento tra la gente si sente. E non solo tra gli sfollati - che sono ancora 25.000 nelle tendopoli dell’Aquilano - ma anche tra i volontari che sono qui ad assisterli. «Non basta dire `a settembre vi daremo le case´: nelle tende ora si vive di giorno con un caldo tropicale nonostante il condizionatore, di notte la temperatura scende a 5-10 gradi. E ci sono anziani, malati, infermi», racconta a Reuters un volontario della Protezione civile che si trova all’Aquila da due mesi e chiede di restare anonimo. «Le persone non ce la fanno più, lo stress è altissimo. Non è un caso che siano tanto aumentati gli incidenti stradali», racconta. «Non sono crollate solo le case: è crollato un intero sistema di vita». Nel dramma del post-terremoto e di una ricostruzione su cui la gente qui ha molti dubbi, si sono inseriti questi tre giorni del G8. «Speriamo che faccia da specchietto per le allodole, che attiri nuovamente l’attenzione sulle persone, perché le chiese e le opere d’arte sono importanti, ma le persone lo sono di più», spiega il volontario. Ieri George Clooney, nell’Aquilano per inaugurare un cinema all’interno di una tendopoli, a chi gli chiedeva se non sarebbe stato meglio cancellare il summit degli Otto Paesi più industrializzati e destinare le risorse alla ricostruzione in Abruzzo, ha risposto: «Intanto se siamo qui e ne stiamo parlando è grazie al fatto che c’è il G8». La speranza è che anche dopo il vertice«i riflettori restino accesi su questa tragedia», come ha auspicato l’attore.


10 luglio 2009 - Romagna Oggi

''Voi G8 siete il terremoto, noi tutti aquilani''

L'AQUILA - "Voi G8 siete il terremoto, noi tutti aquilani". Recita così lo striscione del corteo protesta contro il G8 che si sta svolgendo a L'Aquila, I manifestanti, che si sono ritrovati alla stazione di Paganica, percorreranno la Statale 17 passando dinanzi a Bazzano, dove c'è il cantiere per la costruzione di centinaia di casette antisismiche, che ospiteranno i terremotati rimasti senza casa. Il corteo è composto da circa 2mila i manifestanti, tra loro anche dei vigili del fuoco dei sindacati di base in corteo per ricordare al ministro dell'Interno, Roberto Maroni, le promesse fatte dopo il sisma del 6 aprile. Nel corteo sono presenti, tra gli altri, esponenti di Cobas, Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Sinistra critica, sindacati di base e alcune associazioni aquilane come Epicentro solidale.


10 luglio 2009 - Targato CN

Il suono della sirena in difesa della dignità
di Gianpiero Ferrigno

Cuneo - Ci sono momenti, fatti e situazioni di fronte ai quali succede di trovarsi a disagio. Momenti, fatti e situazioni di cui si fatica a comprendere il senso. Abbiamo avvertito molto disagio il giorno in cui le sirene dei Vigili del Fuoco di Cuneo e dei distaccamenti hanno iniziato a suonare per protesta. Una protesta pacifica, civile e responsabile. Ma pur sempre una protesta. Il disagio provato non va ovviamente ascritto all’atto, ma bensì alle motivazioni che stanno alla base dell’atto stesso. Ovvio che il suono della sirena altro non era che il grido 'vergogna' indirizzato dai Vigili nei confronti di uno Stato che tratta molto male quelli che alla bisogna considera i suoi figli migliori. Lo sappiamo tutti che i Vigili del Fuoco sono di volta in volta gli eroi con l’elmetto, i cavalieri coraggiosi che sfidano le fiamme e l’acqua per trarre in salvo chi sta lottando con la morte, uomini che arrivano in tempo reale laddove c’è bisogno, uomini che fanno un lavoro delicatissimo senza badare troppo (sempre o quasi sempre) ai rischi del mestiere, insomma uomini insostituibili a salvaguardia nella nostra incolumità. Pochi, invece, sanno che gli eroi non riescono a farsi pagare per il lavoro svolto in straordinario e devono ricorrere al suono delle sirene per ricordalo a chi dovrebbe già saperlo che è ora di aprire i cordoni della borsa. Che vergogna, verrebbe da dire, riscontrare che chi lavora è costretto ad una forma di sciopero sui generis (non è stato interrotto il servizio) per avere ciò che gli è loro dovuto. Purtroppo la situazione dei Vigili del Fuoco che hanno aderito alla 'Giornata della Vergogna' promossa a livello regionale dalle sigle di categoria CGIL, CISL, UIL, RdB e Confsal non è un caso limite, una situazione episodica che riguarda seppur marginalmente un gruppo importante di uomini che indossano la divisa per servire lo Stato, cioè noi cittadini. Scopriamo che in molti altri posti la Polizia di Stato fatica a fare benzina, ha le auto rotte, pochi uomini e ovviamente, pochi mezzi. Stessa sorte tocca a Carabinieri e Guardia di Finanza, ma loro, essendo militari, fanno moltissima attenzione a manifestare il loro sacrosanto dissenso e si arrabattano con quel poco che hanno. È davvero buffo il nostro Paese. Lo Stato, in questo caso l’Istituzione Paese, li manda in campo in quella strana partita tra guardie e ladri e, mentre i mariuoli, i truffatori, gli assassini ed i malandrini in genere corrono al passo con i tempi, gli uomini in divisa, quelli che la prosopopea dipinge alla bisogna come eroi, gente di coraggio, uomini tutti di un pezzo, rincorrono a piedi. Soventissimo quando sentiamo il suono di una sirena, un brivido freddo ci attraversa la schiena perché sappiamo che qualcosa di grave è successo vicino a noi. Quando abbiamo sentito la sirena dei Vigili del Fuoco un brivido, anzi molto più di un brivido, ci ha scossi. Abbiamo provato vergogna, nel Giorno della Vergogna. Una grande vergogna perché un Paese che siede tra i grandi della Terra, lascia a terra i suoi uomini migliori.


9 luglio 2009 - Inviato Speciale

Pompieri: "né militari né manovali"
Dal suo insediamento il governo ha dichiarato la sua grande sensibilità per i Vigili del Fuoco:
tutte parole al vento. Un articolo per "Tu Inviato"

In più occasioni il governo si è speso pubblicamente sostenendo di voler intervenire per migliorare le condizioni di lavoro ed economiche dei Vigili del Fuoco. Dopo l’ennesima calamità nel Paese, avvenuta in Abruzzo, si è dimostrato che non si può pensare di soccorrere la popolazione senza l’impiego del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, e che farlo significherebbe pagare un tributo, in vite umane, troppo alto. Ciò anche in considerazione delle condizioni in cui è stato lasciato il Paese dai nostri governanti centrali e periferici, vista l’incuria del territorio, la mancanza di una cultura preventiva e la scarsità di specialisti del soccorso pronti ad intervenire immediatamente. Eppure i Vigili del Fuoco si trovano nelle seguenti condizioni: senza contratto di lavoro, scaduto da un anno e mezzo; con carenti mezzi di soccorso e quelli esistenti sono per lo più obsoleti e inefficienti; senza attrezzature tecnologiche all’avanguardia per migliorare la qualità del soccorso tecnico urgente alla popolazione; senza nessuna specializzazione riconosciuta o valorizzata quali ad esempio il Soccorso Speleo Fluviale, il Nucleo Batteriologico e Radioattivo, i Sommozzatori, gli Elicotteristi, i Portuali, gli Autisti di mezzi speciali; senza un organico adeguato secondo parametri europei 15,000 unità in meno; senza riconoscimento di lavoro particolarmente usurante in quanto spesso si è a contatto con materiali pericolosi, chimici e velenosi; senza una collocazione nell’ambito della Protezione Civile come struttura portante, e non un ruolo di manovalanza; senza nessun trattamento di missione o trasferta. In compenso siamo obbligati ad orari straordinari per far fronte alle calamità; a vigilanze nei locali pubblici fuori dall’orario ordinario e straordinario; a trattenerci in servizio per carenza di organico; a far fronte alla Campagna Antincendio Estiva fuori dall’orario di lavoro; a recarci nelle zone terremotate o permanere nei Comandi per attività "istituzionali"; a svolgere lavoro straordinario senza remunerazione che finirà a recupero ore; a restare in un comparto pubblicistico e patrimonio militaresco. Questa è la nostra "qualità della vita", ed è ora di dire basta. Perché i Vigili del Fuoco hanno una loro dignità, sono prima uomini e lavoratori e solo dopo tecnici e responsabili del soccorso nel Paese. Il governo ci vuole militari e manovali e noi non possiamo accettarlo.
Sindacato Rdb Vigili del Fuoco


8 luglio 2009 - CorriereAl

Il sindacato dei Vigili del Fuoco:
"con le medaglie non ci paghiamo le bollette"

Alessandria - E’ una "guerra" quotidiana quella che combattono i Vigili del Fuoco, non solo al "fronte". Sono in prima linea in Abruzzo o a Viareggio, località dove si sono consumate due delle più grandi tragedie dell’ultimo decennio, ma anche all’interno delle loro caserme. Carenza cronica d’organico e mancanza di risorse mettono a dura prova il lavoro ma anche i nervi degli angeli custodi della nazione. "Al Comando di Alessandria siamo passati recentemente da una carenza di 50 unità operative alle attuali -30! Mancano i capi turno, il personale è stanco e demotivato e alla prima occasione va in pensione", denuncia il sindacato di base dei vigili, offrendo uno spaccato di vita da caserma che all’esterno non traspare. Martedì scorso una delegazione sindacale è partita da Alessandria per manifestare con i colleghi davanti alla sede del Viminale, dove ha sede il ministero degli Interni. "I Vigili del Fuoco sono stanchi delle belle promesse e non sappiamo più dove mettere tutte le medaglie che ci conferiscono; con le medaglie non ci paghiamo mica l'affitto o le rate del dentista! Belle parole dopo il tragico sisma in Abruzzo, belle parole dopo i soccorsi a Viareggio, belle parole dopo l'ultimo Consiglio dei Ministri dell'altro giorno; ma restano sempre le bollette da pagare ..!" dice senza mezzi termini Vladimiro Alpa, referente per Rdb. Alla situazione alessandrina ormai quasi "cronica", si aggiunge ora quella contingente, del trasferimento del comandante provinciale Marco Cavriani: "come sindacato di base ci siamo da subito attivati appena ci è stata comunicata la notizia che il dirigente di Alessandria è stato trasferito ad altro incarico. Si volta pagina e si ricomincia. Abbiamo chiesto l'apertura di un tavolo di confronto presso il Comando per impostare la nuova rotta, abbiamo sollecitato il Capo del Corpo Ingegner Gambardella e il direttore per il Piemonte al fine di una celere assegnazione di un nuovo dirigente, e nel frattempo abbiamo sollecitato una consona reggenza, manifestando con fermezza inaccettabili forme di compromesso". In attesa della nuova nomina ai vertici del corpo alessandrino, che conta circa 200 uomini, Alpa ricorda quelle che sono le maggiori criticità di un corpo che, tuttavia, non si sottrae mai ai propri doveri, dal recente incendio alla Comital all’intervento in Abruzzo che ha visto la delegazione Alessandrina tra le prime a partire subito dopo la devastante scossa di terremoto. "Un nuovo autorevole dirigente è necessario in quanto siamo, come tutte le strutture pubbliche in un mare di debiti, le bollette si pagano a fatica e il personale viene autorizzato a fare straordinario per coprire il soccorso ma non vi sono fondi certi per poi poterlo liquidare. Si rischia di lavorare in straordinario e poi dover recuperare queste ore, ferie non pagare! Le nostre sedi di Alessandria Casale Novi Acqui Ovada e Tortona necessitano di manutenzione e di adeguamenti secondo le normative vigenti (dl.81/08); necessitano tutte di adeguamenti strutturali per accogliere il personale femminile, al fine di evitare spiacevole discriminazioni". Quasi 6 mila gli interventi effettuati in un anno dagli uomini del Comando provinciale, con una media di 18 interventi al giorno, che vanno dal recupero di persone bloccate in ascensore, agli incidenti stradali e, naturalmente, agli incendi.

 


7 luglio 2009 - Corriere della Sera

Varese Manifestazione e messaggio al ministro dell’Interno
«Mancano cinquemila uomini» La protesta dei vigili del fuoco
Protesta. «Tante promesse e pochi fatti» è la denuncia dei vigili del fuoco lombardi che ieri si sono riuniti davanti alla prefettura di Varese
di Roberto Rotondo

VARESE — «Siamo gli angeli dell’Abruzzo, d’accordo, ma gli straordinari chi ce li paga?». I vigili del fuoco sono in subbuglio perché — spiegano — in fase di conversione in legge del decreto Abruzzo sono state ritirate le risorse stanziate per uomini e mezzi. E i sindacati lombardi hanno deciso di andare a manifestare a Varese, nella città del ministro Maroni, provenienti da diverse province della Lombardia, principalmente la stessa Varese, Bergamo e Milano. I pompieri si sono incontrati con il viceprefetto, spalleggiati dall’onorevole Daniele Marantelli del Pd. E intanto raccontano un lavoro quotidiano con molte falle. I vigili del fuoco di Varese, ad esempio, spiegano che stanno ancora aspettando gli straordinari dei Mondiali di ciclismo del 2008. Mezzi e strutture appaiono non sempre a puntino. Ferdinando Mattei, vigile del fuoco di Malpensa del sindacato Rdb è caustico: «La divisa che porto in questo momento ha un mese di vita ma è già rotta in diversi punti — racconta — inoltre, negli ultimi anni abbiamo ricevuto diversi mezzi difettosi, a partire dai generatori. A Malpensa, ad esempio, abbiamo due elicotteri che non possono essere utilizzati».
Secondo le cinque sigle sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Rdb e Confsal) la Lombardia ha 2.500 vigili del fuoco ma ne servirebbero circa 5.000 per coprire tutte le esigenze. «Ci avevano promesso 300 nuovi uomini in Lombardia — spiega Omar Battilocchio della Cgil di Varese — ma non aggiungono niente, perché si limitano a fare da ricambio per il turnover».


7 luglio 2009 - Liberal

QUEL "PINOCCHIO" DI MARONI

Il 1 Luglio insieme ad altri colleghi del consiglio nazionale del sindacato di base anche qualche alessandrino ha partecipato e dato vita ad una colorita improvvisata manifestazione di protesta "i pompieri in bicicletta al Viminale"! La consegna di un pinocchio di pezza al Ministro Maroni è stato il top dell’iniziativa. Tutto questo non perché siamo "goliardici" pompieri ma perché questi governanti hanno bisogno di qualche scossone ogni tanto! I Vigili del Fuoco sono stanchi delle belle promesse e non sappiamo piu dove mettere tutte le medaglie che ci conferiscono; con le medaglie non ci paghiamo mica l’affitto o le rate del dentista! Belle parole dopo il tragico sisma in Abruzzo, belle parole dopo i soccorsi a Viareggio, belle parole dopo l’ultimo Consiglio dei Ministri dell’altro giorno; ma restano sempre le bollette da pagare ..! Come RdB non siamo scesi in piazza solo per rivendicare stipendio e contratto ma anche per rivendicare un piano di ammodernamento delle nostre attrezzature partendo da quelle di colonna mobile. Abbiamo automezzi del 1980 e con tutta la buona volontà e non poca perizia è dura arrivare con queste attrezzature in tempi rapidi da tutta Italia in Abruzzo; rivendichiamo convenzioni con gli enti locali per tenere in aria, è proprio il caso di dire, i nostri elicotteri VF; convenzioni simili a quella della Liguria con il 118! E non come accade oggi che gli elicotteri VF sono solo a disposizione di Ministri e Sottosegretari e varie autorità per sorvolare l’evento tragico del momento. A Viareggio così ci è stato segnalato che erano parcheggiati 4 elicotteri dei Vigili del Fuoco e nessuno di questi era impegnato nelle operazioni di soccorso. Un elicottero AB412 costa 3000?uro l’ora quando è in volo! Crediamo che i contribuenti sarebbero lieti di pagare queste cifre per un soccorso ma anche meno lieti di pagare queste cifre per i vari politici di turno che ne usufruiscono. I Vigili del Fuoco di Alessandria sono molto attivi nella politica sindacale del Corpo! Come sindacato di Base ci siamo da subito attivati appena ci è stata comunicata la notizia che il Dirigente di Alessandria è stato trasferito ad altro incarico. Si volta pagina e si ricomincia. Abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo di confronto presso il Comando per impostare la nuova rotta, abbiamo sollecitato il Capo del Corpo Ing. Gambardella e il Direttore per il Piemonte al fine di una celere assegnazione di un nuovo Dirigente e nel frattempo abbiamo sollecitato una consona reggenza, manifestando con fermezza inaccettabili forme di compromesso. L’organico della sede di Alessandria conta una drammatica carenza di personale operativo e di funzionari e non ce la passiamo neppure benissimo con il settore amministrativo demansionato, come tutti, dalla riforma del rapporto di lavoro introdotta con la l.252/04 ed attuata con il dl.271/05 in parole povere con il passaggio contrattuale da un regime privatistico (dove eravamo dignitosamente collocati prima) all’attuale pubblicistico alla stregua dei poliziotti e delle guardie carcerarie.
Vladimiro Alpa


7 luglio 2009 - DNews

VIGILI DEL FUOCO
IL NO ALL’EMENDAMENTO SULLE ASSUNZIONI METTE A NUDO LA CRISI DEL CORPO CHE NEL 2009, DALL’AQUILA A VIAREGGIO ALL’EMERGENZA INCENDI È STATO "SPREMUTO "TROPPO
Il lento collasso dei nuovi eroi italiani
Mancano 6mila pompieri, i sindacati «Incolumità a rischio». Arriva il G8 ed è di nuovo emergenza Il caso delle vetture rotte sulla strada per l’Abruzzo.
di Valerio Albensi

Roma - Organici ridotti all’osso, mezzi di soccorso inviati in Abruzzo che si sono fermati a metà strada. E poi turni settimanali che sfiorano le cento ore di lavoro e straordinari mai pagati. I rappresentanti sindacali dei vigili del fuoco non usano mezzi termini per raccontare la crisi che colpisce l’intero corpo nazionale: «Siamo stanchi di ricevere pacche sulle spalle - dicono i segretari di Cgil, Cisl e Uil, le sigle più rappresentative - l’emergenza terremoto ha reso ancora più evidenti quelli che sono i problemi strutturali ormai noti da almeno quindici anni. Servono uomini e mezzi per garantire la sicurezza dei pompieri e quella dei cittadini». Il rischio è concreto: «Viareggio ha già messo a dura prova la tenuta della macchina organizzativa. Difficilmente i vigili del fuoco sarebbero in grado di garantire un soccorso adeguato se accadesse un fatto drammatico come quello di L’Aquila, specie considerato il G8, e l’estate è iniziata, siamo in pieno allarme incendi boschivi».
Stato di agitazione
A fare scattare lo stato di agitazione è stata la mancata approvazione di un emendamento al decreto per l’emergenza in Abruzzo: prevedeva prime assunzioni e dotazioni di nuovi mezzi. «È stato bloccato - spiega Pompeo Mannone, segretario generale della Federazione Nazionale Sicurezza Cisl - perché mancava la necessaria copertura finanziaria. La situazione è pesantissima. Abbiamo incontrato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che ci ha dato delle prime rassicurazioni. Se non ci saranno sviluppi a breve, andremo avanti con lo stato di agitazione». I problemi partono da lontano: «Dovremmo essere 34mila - dice Michele D’Ambrogio, segretario nazionale della Fp Vigili del fuoco Cgil - e invece siamo poco più di 28mila. E la pianta organica da rispettare è comunque al di sotto degli standard europei. Questo significa che, con mille uomini in Abruzzo, nei vari comandi provinciali d’Italia si fanno i salti mortali per tappare i buchi. Sappiamo bene che il nostro lavoro è quello di dare risposte immediate a chi sta vivendo situazioni drammatiche, però lavorare in questo modo mette a rischio la nostra stessa incolumità». Garantire l’ordinario, il normale lavoro quotidiano, si fa sempre più difficile: «I turni sono assolutamente fuori controllo - continua D’Ambrogio - i colleghi sono chiamati agli straordinari per sostituire chi è in Abruzzo o in ferie. Così il personale nei comandi provinciali è sempre meno numeroso e sempre più stanco. La mancanza di lucidità, in situazioni delicate, potrebbe metterea repentaglio l’incolumità del vigile del fuoco come delle persone soccorse». «Tenete presente - continua Mannone - che nel periodo estivo, oltre agli incendi boschivi, aumenta in generale il numero degli interventi. Questo vuol dire arrivare sul luogo di un incidente e fare l’accertamento dei danni, altro che soccorso». Domani inizierà il G8 di L’Aquila, una nuova emergenza da fronteggiare. «Avevamo chiesto un incontro con l’amministrazione - spiega D’Ambrogio - per fare chiarezza sull’impiego dei vigili del fuoco durante questi tre giorni: la nostra richiesta è stata ignorata, non abbiamo comunicazioni ufficiali sui compiti dei colleghi durante il G8».
Rappresentanze di base
Sul piede di guerra, infine, ci sono anche i sindacati di base, che mercoledì scorso avevano organizzato una passeggiata in bicicletta per le vie di Roma per protestare contro le decisioni del governo. «Abbiamo mezzi vecchi di 25 o 30 anni che sono partiti per L’Aquila da tutte le zone d’Italia e molto spesso si sono fermati a metà strada - dice Antonio Jiritano, della direzione nazionale -. Mezzi a bordo dei quali viaggiavano anche sei persone. Gli "ang eli" del soccorso, gli "eroi"del terremoto, come sono stati definiti dai politici, vogliono risposte concrete: si lavora ventiquattrore su ventiquattro mettendo a rischio la propria sicurezza, non ci sono fondi per pagare gli straordinari. Siamo arrivati a una nuova emergenza incendi con mezzi desueti e organici ridotti al limite».


7 luglio 2009 - La Provincia di Varese

Varese, la grande protesta dei vigili del fuoco
di Piero Orlando
 

VARESE - Hanno scelto Varese, città del ministro dell’Interno, i sindacati regionali dei vigili del fuoco per protestare contro la carenza di «uomini, strutture e mezzi», denunciare le «promesse mancate del Governo» e chiedere provvedimenti urgenti. Ieri mattina, un centinaio di pompieri provenienti da tutta la Lombardia ha dato vita a un presidio davanti a Villa Recalcati, prima di essere accolti dal vice prefetto Annunziato Vardè, che ha dato disponibilità a inviare le istanze presentate al ministro. Una mobilitazione unitaria di Cgil, Cisl, Uil, Rdb e Confsal Lombardia per denunciare come «dopo la retorica dei "pompieri brava gente" o "angeli del terremoto" la realtà ha dimostrato che non esiste un vero interesse nell’aiutare la categoria – recita il volantino di rivendicazione - anche nel cosiddetto "decreto Abruzzo" non si è concretizzato alcuno degli impegni assunti». «Il Governo era partito bene, ma poi in parlamento sono stati bloccati i 600 emendamenti attesi – dice Mauro Gianotti della segreteria nazionale Confsal – Letta ci ha annunciato un decreto ad hoc, su cui sollecitiamo il ministro Maroni, ricordandogli che quando si parla di sicurezza globale, non ci si può dimenticare dei vigili del fuoco». I pompieri denunciano il mancato rinnovo del contratto di categoria (scaduto da un anno e mezzo) e gravi carenze di organico (15mila unità in meno in Italia), assunzioni insufficienti, niente passaggi di qualifica e precariato: «Tra prepensionamenti e ferie, oggi i pompieri lombardi sono in grave carenza – prosegue Gianotti - servirebbero almeno il doppio dei 2300 in servizio».
TURN OVER FERMO
Troppi sono i precari, chiamati in sostituzione per periodi di 20 giorni alla volta, senza possibilità di stabilizzazione – dice Massimo Ferrari, della Cgil Lombardia – I 1350 assunti il primo aprile sono merito del Governo precedente, questo non ha fatto nulla». «Diciamo a Maroni di smetterla con gli spot pubblicitari – dice Ciro De Gregorio, segretario Uil Lombardia - perché i 300 inseriti in Lombardia non bastano nemmeno a soddisfare il turnover». Poi ci sono gli straordinari non pagati, comprese le grandi emergenze come a L’Aquila o Viareggio. E i mezzi vecchi e inefficienti: «Oggi abbiamo mezzi inadeguati, senza soldi per la manutenzione, e comunque insufficienti come numero – riferisce Giovanni Pace, segretario regionale aggiunto Cisl – in Abruzzo siamo andati con alcuni mezzi di vent’anni, rimasti fermi in mancanza della revisione». E anche il caso del "Super dragon" di Malpensa, un mezzo perforante (per sfondare in caso di emergenza la carlinga di un aereo) da 1,2 milioni di euro. «Inutilizzabile, perché non a norma, in quanto troppo lento» denuncia Angelo Carella, segretario Confsal Varese, ricordando che i pompieri presenti all’aeroporto «sono pesantemente sotto organico». Nel comando provinciale (450 unità) «mancano 50 tra capisquadra e capireparto», «c’è carenza di istruttori» e intanto gli straordinari per i Mondiali di ciclismo «non ce li hanno ancora pagati», mentre il distaccamento del Ccr di Ispra «è stato decretato ma mai aperto». Era presente il deputato Pd Daniele Marantelli, che ha manifestato solidarietà ai vigili del fuoco.


7 luglio 2009 - Il Giorno

I pompieri protestano Chiedono soldi e uomini
VILLA RECALCATI PRESIDIO SINDACALE

Varese - CARENZE nell'organico, automezzi e attrezzature obsolete, straordinari non pagati e un contratto di lavoro scaduto da un anno e mezzo. I Vigili del fuoco provenienti da tutta la Lombardia e aderenti alle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, RdB e Confsal, si sono ritrovati ieri mattina a Varese. Circa duecento pompieri hanno protestato davanti a Villa Recalcati, chiedendo a gran voce «migliori condizioni di lavoro e stipendi adeguati». «Al comando provinciale varesino spiega Mauro Gianotti, segretario generale Confsal mancano 50 graduati. I pompieri fanno tanti sacrifici considerando anche la questione Malpensa dove giornalmente servono 25 unità. Nei distaccamenti ci sono grossi problemi organizzativi». Gli fa eco Angelo Carella, della segretaria Confsal. «LA SITUAZIONE è critica - dice a Varese abbiamo un turn over continuo di giovani. Ogni sei mesi ne arrivano di nuovi, che devono essere formati, e se ne vanno quelli che hanno già una preparazione. Con l'ultimo corso ne sono arrivati 130 e ne sono andati via 80. Arrivano senza qualifica e non sono pronti, ad esempio, per essere operativi in ambito aeroportuale. Infine c'è la questione del distaccamento di Ispra. Nessuno ci fa sapere quando aprirà». Dello stesso parere Ferdinando Mattei, della Rdb Varese. «La situazione al comando varesino è drammatica», Per Rosario Galizia, responsabile provinciale della Uil:«Con il decreto il Governo non ha mantenuto le promesse fatte». I Vigili del fuoco faranno sentire ancora la propria voce.(E.Ma.)


6 luglio 2009 - Il Giorno

LOMBARDIA VIGILI DEL FUOCO IN AGITAZIONE
«Siamo pochi e mal pagati»
Presidio stamattina davanti alla Prefettura di Varese
di ROSELLA FORMENTI

VARESE - PROTESTANO i Vigili del fuoco della Lombardia per il mancato rinnovo del contratto, per la carenza di organico e di finanziamenti. I coordinamenti regionali di Cgil, Cisl, Uil, RdB, Confsal hanno organizzato per questa mattina dalle 11 alle 13 un presidio davanti alla Prefettura di Varese, in quanto «città di riferimento del nostro Ministro onorevole Maroni», spiegano in un comunicato. All'esterno della sede prefettizia a Villa Recalcati. i Vigili del fuoco, che hanno chiesto anche un incontro al Prefetto di Varese, effettueranno un volantinaggio tra i cittadini per far conoscere le condizioni in cui in tutta la Regione sono costretti a lavorare, svolgendo tra mille difficoltà e carenze un servizio indispensabile. «Dopo la retorica dei pompieri "brava gente" o "angeli del terremoto" e gli elogi più o meno sinceri di politici ben rappresentanti di varie istituzioni - scrivono i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil, Rdb e Confsal - la realtà ha dimostrato che non esiste un vero interesse nell'aiutare la categoria dei Vigili del fuoco. QUINDI NIENTE contratto, niente finanziamenti, niente assunzioni (15 mila unità in meno), niente rinnovo parco mezzi, niente passaggi di qualifica, niente nuove attrezzature, niente trattamento di trasferta o missione, in compenso si effettuano una marea di straordinari che non si sa se e quando saranno pagati. Nonostante tutto il personale della nostra Regione continua ad andare nelle zone terremotate, con un impegno insostenibile di personale e di mezzi, mettendo il crisi il soccorso tecnico urgente e molti altri importanti compiti istituzionali in regione». Per questo gli «angeli» dicono basta e si mobilitano per dimostrare il loro dissenso e per rivendicare condizioni di lavoro e retributive migliori. Stamane quindi ,dalle 11 alle 13, la prima iniziativa di lotta con un presidio dimostrativo davanti alla Prefettura di Varese. In questo modo, il messaggio giungerà ancor più velocemente alle orecchie del ministro dell'interno, Roberto Maroni, che ha casa nella vicina Lozza. Per la verità, in alcuni suoi interventi , nei mesi scorsi, Maroni aveva promesso degli interventi a favore dei pompieri, ma la situazione del Corpo è ormai al collasso: in alcune caserme, come ad esempio, Saronno, spesso mancano gli uomini per i servizi e la struttura deve chiudere. Le altre caserme sono aperte ma con un organico ridotto all'osso. La parte economica poi è nel «vuoto pneumatico».


6 luglio 2009 - Satelio news

Scatta la protesta dei vigili del fuoco
I pompieri della Lombardia si mobilitano.
In duecento hanno manifestato a Varese, città del ministro Maroni
di Eleonora Mantica
 

VARESE - Duecento Vigili del fuoco provenienti da tutta la Lombardia e aderenti alle organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl, Uil, RdB e Confsal hanno protestato questa mattina a Varese davanti a Villa Recalcati, sede della Provincia e della Prefettura, chiedendo a gran voce "migliori condizioni di lavoro e stipendi adeguati". Un presidio organizzato per far sentire la propria voce nella città del ministro dell’Interno, il varesino Roberto Maroni. "Ci vorrebbe un Vigile del fuoco ogni 1500 abitanti - hanno detto in coro i pompieri – ma in tutta la Lombardia siamo solo 2400". E così, la protesta è scesa in strada. "Dopo la retorica dei pompieri "brava gente" o "angeli del terremoto" – si legge nel volantino distribuito dai vigili del fuoco ad automobilisti e passanti – e gli elogi più o meno sinceri di politici e rappresentanti di varie istituzioni, la realtà ha dimostrato che non esiste un vero interesse nel difendere la categoria. Per questi motivi è stata organizzata una prima iniziativa di lotta, con un presidio informativo davanti alla Prefettura di Varese, città di riferimento del ministro degli Interno, Roberto Maroni". La situazione è delicata anche in provincia di Varese. "Al comando provinciale varesino – spiega Mauro Gianotti, segretario generale Confsal – mancano 50 graduati. I pompieri fanno un grande lavoro, tanti sacrifici considerando anche la questione Malpensa dove giornalmente servono 25 unità. Nei distaccamenti ci sono dei grossi problemi dal punto di vista organizzativo". Gli fa eco Angelo Carella, della segretaria Confsal: "A Varese la situazione è critica - dice – abbiamo un turn over continuo di giovani. Ogni sei mesi ne arrivano di nuovi che devono essere formati e se ne vanno quelli che hanno già avuto una preparazione. Con l’ultimo corso ne sono arrivati 130 e ne sono andati via 80. Arrivano senza qualifica e non sono pronti, ad esempio, per essere operativi in ambito aeroportuale. C’è anche da dire che i mezzi sono obsoleti e che c’è carenza di istruttori". Dello stesso parere Ferdinando Mattei, della Rdb Varese. "La situazione al comando varesino – precisa - è drammatica. In questi anni è andata peggiorando". Per spiega Rosario Galizia, della Uil provinciale: "Con il decreto il Governo non ha mantenuto le promesse fatte. Il momento è delicato, ma la sicurezza arriva prima di tutto". Intorno alle 13, una delegazione sindacale è stata accolta dal vice prefetto vicario di Varese Annunziato Vardè che ha ascoltato le richieste dei Vigili del fuoco promettendo loro di farsi portavoce delle istanze al Governo. Se non arriveranno risposte concreti i pompieri torneranno a far sentire la propria voce.


6 luglio 2009 - Varese news

A Varese la protesta dei vigili del fuoco della Lombardia
Hanno deciso di radunarsi in presidio nella città di riferimento del "loro" ministro per chiedere il pagamento degli straordinari arretrati, un po' di mezzi nuovi per lavorare e organico in più: "Promesse mai mantenute"
di Stefania Radman
 

Varese - Tante promesse e pochi fatti: è questo che hanno denunciato i Vigili del Fuoco che si sono riuniti davanti alla prefettura di Varese, nel presidio a livello regionale organizzato appositamente lunedì 6 luglio 2009 "in casa" del loro ministro di riferimento, Roberto Maroni. Dopo la delusione del decreto Abruzzo, che non ha dato alcuna soluzione per loro nè riguardo ai contratti, nè ai pagamenti di straordinari e nemmeno al recupero di mezzi nuovi, e in attesa del decreto ad hoc per loro promesso da Letta, i pompieri lombardi di Cgil, Cisl, Uil, RdB, Confsal si sono riuniti per manifestare e per ricordare che loro saranno sì "gli angeli del terremoto" ma devono pur mangiare. «Questo Governo sembrava partito bene, ed è finito male – Spiega Mauro Gianotti, segretario nazionale della Confsal – Il decreto Abruzzo è stato una cocente delusione per noi. Ora, dopo la prima manifestazione di Roma di qualche giorno fa, abbiamo ricevuto da Letta la promessa di un dereto ad Hoc per noi. Ma nel frattempo manifestiamo, per sensibilizzare il nostro ministro, Roberto Maroni». Un ministro di riferimento al quale i vigili in manifestazione imputano una serie di promesse non mantenute: «innanzitutto i 300 vigili promessi in Lombardia non aggiungono niente all'organico, si limitano a rimpiazzare dei fuoriusciti» spiega Omar Battilocchio, della Cgil Vigili del Fuoco di Varese. Poi la caserma di Ispra «Già deliberata ma mai resa concreta», le strutture di Malpensa «Che sono pesantemente sottorganico». Ma anche le ore straordinarie fatte dai Vigili del Fuoco in occasione dei mondiali di ciclismo nel 2008:«Non ce li hanno ancora pagate». Senza contare che la loro professione va sempre più deteriorandosi, per vari motivi: utilizzo di volontari meno preparati dei vigili "ordinari", vigili del fuoco giovani sbattuti su e giù per l'Italia, senza che siano in grado di "prendere coscienza" del territorio in cui lavorano. Mentre, al contrario, chi vive nelle caserme assiste a quelli che non esitano a definire sprechi: «Comandi che ricevono barche che non servono, generatori assordanti e inutilizzabili, divise costosissime che durano pochi giorni» denuncia Ferdinando Mattei, di RdB. E un paio di chicche anche a Malpensa: la prima è un super dragon con un braccio perforante, che potrebbe sfondare in emergenza la carlinga di un aereo, costato un milione e 200 mila euro. «Non lo possiamo usare però, perchè non è a norma. Va troppo piano» spiegano i pompieri di stanza all'aeroporto. La seconda è il nucleo di Elicotteri all'aeorporto, nessuno dei quali è adeguato per spegnere un incendio «Il modello che dicono essere assegnato al nostro aeroporto, in realtà sta a Torino» spiega Giuseppe La Rosa, rappresentante Uil e elicotterista a Malpensa. La speranza è nel decreto "aggiustatutto", ma è una speranza flebile: «Uno dei più grossi dispiaceri è non essere ricevuti dal prefetto questa mattina, ma dal viceprefetto – spiegano – E non è una questione di gerarchia: Simonetta Vaccaro era un nostro dirigente, prima di fare il prefetto a Varese». Tra chi ha dato sostegno ai Vigili del fuoco, anche il deputato Daniele Marantelli, che ha innanzitutto manifestato Sorpresa per i mancati impegni del governo. « Un incontro in commissione ambiente, della quale faccio parte, con il comandante nazionale dei vigili del fuoco Gambardella aveva dato molte speranze a tutti. Ma stando alla situazione, sembra siano state disattese.


6 luglio 2009 - Targato CN

Cuneo: straordinari non pagati. Vigili del fuoco scioperano

Cuneo - Saranno le sirene dei mezzi di soccorso la voce della protesta dei vigili del fuoco che anche a Cuneo aderiranno alla 'Giornata della Vergogna' promossa a livello regionale dalle sigle di categoria CGIL, CISL, UIL, RdB e Confsal. L’agitazione è stata dichiarata dalle 10 alle 14 di oggi e sarà accompagnata da non meno di 4 manifestazioni di protesta al mese in cui ogni 2 ore, dalle 8 alle 22, le sirene dei mezzi antincendio suoneranno per un minuto in qualunque luogo si trovino. "Lo scopo è di far sentire la proteta dei lavoratori ad una classe politica e dirigente sorda" – scrivono i sindacati. Oggetto del contendere è il ritardo con il quale il Dipartimento corrisponde ai lavoratori impegnati nelle attività istituzionali e di soccorso tecnico urgente gli oneri per le prestazioni straordinarie. I sindacati ritengono "largamente insufficienti le risorse finanziarie e di organici promesse dal Governo che nonostante la concreta maggioranza detenuta in Parlamento non ha trasformato gli atti in leggi." Tra i motivi dell’agitazione anche l’ammontare degli stanziamenti destinati a far fronte all’emergenza terremoto in Abruzzo rispetto alla quale vengono avanzate critiche per le strategie che avrebbero privilegiato i beni culturali a discapito dell’esigenze della popolazione dell’Aquila. I vigili del fuoco di Cuneo hanno partecipato attivamente e con grandi risultati ai soccorsi portati in Abruzzo.(P.L.)


6 luglio 2009 - Officina 21

Anche i Vigili del Fuoco di Alessandria erano a Roma per protestare
di Marco Piattelli

Riceviamo e pubblichiamo - Il 1 Luglio insieme ad altri colleghi del consiglio nazionale del sindacato di base anche qualche alessandrino ha partecipato e dato vita ad una colorita improvvisata manifestazione di protesta "i pompieri in bicicletta al Viminale"! La consegna di un pinocchio di pezza al Ministro Maroni è stato il top dell’iniziativa. Tutto questo non perché siamo "goliardici" pompieri ma perché questi governanti hanno bisogno di qualche scossone ogni tanto! I Vigili del Fuoco sono stanchi delle belle promesse e non sappiamo piu dove mettere tutte le medaglie che ci conferiscono; con le medaglie non ci paghiamo mica l’affitto o le rate del dentista! Belle parole dopo il tragico sisma in Abruzzo, belle parole dopo i soccorsi a Viareggio, belle parole dopo l’ultimo Consiglio dei Ministri dell’altro giorno; ma restano sempre le bollette da pagare ..! Come RdB non siamo scesi in piazza solo per rivendicare stipendio e contratto ma anche per rivendicare un piano di ammodernamento delle nostre attrezzature partendo da quelle di colonna mobile. Abbiamo automezzi del 1980 e con tutta la buona volontà e non poca perizia è dura arrivare con queste attrezzature in tempi rapidi da tutta Italia in Abruzzo; rivendichiamo convenzioni con gli enti locali per tenere in aria, è proprio il caso di dire, i nostri elicotteri VF; convenzioni simili a quella della Liguria con il 118! E non come accade oggi che gli elicotteri VF sono solo a disposizione di Ministri e Sottosegretari e varie autorità per sorvolare l’evento tragico del momento. A Viareggio così ci è stato segnalato che erano parcheggiati 4 elicotteri dei Vigili del Fuoco e nessuno di questi era impegnato nelle operazioni di soccorso. Un elicottero AB412 costa 3000?uro l’ora quando è in volo! Crediamo che i contribuenti sarebbero lieti di pagare queste cifre per un soccorso ma anche meno lieti di pagare queste cifre per i vari politici di turno che ne usufruiscono. I Vigili del Fuoco di Alessandria sono molto attivi nella politica sindacale del Corpo! Come sindacato di Base ci siamo da subito attivati appena ci è stata comunicata la notizia che il Dirigente di Alessandria è stato trasferito ad altro incarico. Si volta pagina e si ricomincia. Abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo di confronto presso il Comando per impostare la nuova rotta, abbiamo sollecitato il Capo del Corpo Ing. Gambardella e il Direttore per il Piemonte al fine di una celere assegnazione di un nuovo Dirigente e nel frattempo abbiamo sollecitato una consona reggenza, manifestando con fermezza inaccettabili forme di compromesso. L’organico della sede di Alessandria conta una drammatica carenza di personale operativo e di funzionari e non ce la passiamo neppure benissimo con il settore amministrativo demansionato, come tutti, dalla riforma del rapporto di lavoro introdotta con la l.252/04 ed attuata con il dl.271/05 in parole povere con il passaggio contrattuale da un regime privatistico (dove eravamo dignitosamente collocati prima) all’attuale pubblicistico alla stregua dei poliziotti e delle guardie carcerarie. Al Comando di Alessandria siamo passati recentemente da una carenza di -50unità operative alle attuali -30! Mancano i capi turno, il personale è stanco e demotivato e alla prima occasione va in pensione. Un nuovo autorevole Dirigente è necessario in quanto siamo, come tutte le strutture pubbliche in un mare di debiti, le bollette si pagano a fatica e il personale viene autorizzato a fare straordinario per coprire il soccorso ma non vi sono fondi certi per poi poterlo liquidare. Si rischia di lavorare in straordinario e poi dover recuperare queste ore, ferie non pagare! Le nostre sedi di Alessandria Casale Novi Acqui Ovada e Tortona necessitano di manutenzione e di adeguamenti secondo le normative vigenti (dl.81/08); necessitano tutte di adeguamenti strutturali per accogliere il personale femminile, al fine di evitare spiacevole discriminazioni. L’Abruzzo è stata una bella esperienza, ma ha messo a dura prova tutto il personale, sia per il lavoro che siamo stati chiamati a fare che per le ore di lavoro svolte. Se questo, come qualunque altro governo non dedicherà risorse ai Vigili del Fuoco saremo destinati a diminuire, ad essere sempre meno! Ci chiediamo se l’opinione pubblica è cosciente di tutto questo, tutti ad applaudire al lavoro svolto da questi "angeli del soccorso" ma in queste condizioni non saremo in grado di garantire tutto questo. A livello locale l’incendio a Spinetta della Comital ne è un esempio! di quelle 7squadre di pompieri impegnate per prestare soccorso quanti colleghi erano in straordinario? O sono stati richiamati da casa? E se contemporaneamente succedeva qualche altro incendio? La politica ci deve dare queste risposte e i cittadini hanno diritto di riceverle.
Vladimiro Alpa


5 luglio 2009 - La Provincia di Varese

da tutta la regione/in prefettura
Vigili del fuoco arrabbiati Domani presidio in città

Varese - Hanno un diavolo per capello e stavolta non è solo un modo di dire: i vigili del fuoco di Varese, intesa come città e come provincia, e i loro colleghi lombardi sono arrabbiati con il governo che, denunciano, «non ha dimostrato un vero interesse nell'aiutare la categoria». E sono pronti a scendere in piazza per dimostrare tutta la loro rabbia e delusione. L'appuntamento è per le 11 di domani in piazza della Libertà, ovvero di fronte alla prefettura di Varese, luogo simbolo per svariate ragioni. La prima, è che la prefettura è emanazione diretta del governo sul territorio. La seconda, è che la città di Varese è la «casa» del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, al quale i pompieri intendono rivolgersi.

«Dopo la retorica dei pompieri 'brava gente' o 'angeli del terremoto' e gli elogi più o meno sinceri di politici e rappresentanti di varie istituzioni, la realtà ha dimostrato che non esiste un vero interesse nell'aiutare la categoria dei vigili del fuoco, visto che anche nel cosiddetto 'Decreto Abruzzo', non si è concretizzato alcuno degli impegni assunti per risollevare le sorti del corpo nazionale» scrivono in un comunicato i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Rdb e Confsal.

STRAORDINARI

Tante, a sentire le rappresentanze sindacali, le ragioni per essere scontenti: «Niente contratto (scaduto da un anno e mezzo), niente finanziamenti, niente assunzioni (15 mila unità in meno, niente passaggi di qualifica, niente rinnovo del parco automezzi, niente acquisto di nuove attrezzature, niente trattamento di trasferta o missione per il personale dei vigili del fuoco», prosegue il comunicato che, «in compenso si effettuano una marea di straordinari, che non si sa se e quando verranno pagati (compresi quelli svolti nel 2008)». Una situazione complicata, come conferma Rosario Galizia, referente varesino della Uil: «Il ministro ha fatto arrivare a Varese circa 140 nuovi vigili del fuoco ma un centinaio sono stati dirottati su altre sedi». Una semplice sottrazione, consente di quantificare in quaranta il personale aggiuntivo: «Ma non è ancora sufficiente», ribadisce il sindacalista, rimarcando inoltre che resta da sciogliere «il nodo di Ispra». «Il personale aggiuntivo - riferisce Galizia - serviva a rinforzare le sedi di Saronno e Busto ma anche per aprire la nuova sezione di Ispra». Contatti in proposito ci sarebbero già stati, «ma non si capisce quando si arriverà a una conclusione».

VOLANTINAGGIO

Eppure, un decreto - quello famoso dell'«Italia in 20 minuti» - «impone ai nostri mezzi di raggiungere il luogo di soccorso entro quel lasso di tempo». Operazione molto complicata, ad oggi, per i mezzi in partenza da Varese che «arrivano a impiegare mezz'ora o anche di più». Le rivendicazioni sono chiare, così come il senso del dovere dei pompieri, messo talvolta a dura prova: «Nonostante tutto, il personale della nostra regione continua ad andare nelle zone terremotate, con un impegno insostenibile di personale e mezzi, mettendo in crisi il soccorso tecnico urgente e molti altri importanti compiti istituzionali in regione» è l'affondo del comunicato sindacale: «Per queste ragioni i lavoratori dei vigili del fuoco dicono basta e si mobilitano per dimostrare il loro dissenso e per rivendicare condizioni di lavoro e retributive migliori».

L'appuntamento è per le 11 di domani, quando comincerà la prima iniziativa di lotta promossa dalle categorie sindacali: due ore durante le quali verrà anche effettuato un volantinaggio tra la cittadinanza e chiesto un incontro al Prefetto di Varese, per esporre le problematiche della categoria.


4 luglio 2009 - Il Secolo XIX

Scioperi, previsto un luglio bollente su tutta l'Italia
I dipendenti di molte categorie professionalipronti a incrociare le braccia nel corso dell'estate

GENOVA - Dai giudici di pace alle maestre d'asilo, passando per hostess e benzinai. Sul fronte degli scioperi si prepara un luglio caldo, caldissimo. Scenderanno in corteo non solo gli iscritti ai sindacati confederali, o i gruppi legati alle rappresentanze di base , ma anche categorie che di solito non occupano né le piazze né le pagine dei giornali. Le motivazioni, così come le professioni, sono diverse. Licenziamenti, rinnovi di contratto, vere e proprie riforme, come quella chiesta dai giudici "di prossimità". Da Nord a Sud, il rosario degli scioperi è veramente impressionante.

 

All'inizio della settimana si è registrata la protesta dei vigili del fuoco e dei ricercatori dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che hanno occupato la nave oceanografica dell'istituto, contro l'allontantamento di 430 precari. Senza contare lo sciopero dei ferrovieri in Toscana contro la tragedia di Viareggio. Ieri c'è stato lo sciopero generale dei dipendenti pubblici e dei lavoratori del settore della sanità organizzato dai sindacati di base, dei precari della Piana di Gioia Tauro, dei dipendenti autonomi della Regione Emilia Romagna, delle maestre d'asilo a Genova. Oggi è la volta dei lavoratori dello stabilimento Fiat di Melfi, domani ci sarà lo sciopero del personale Fs della Toscana, il 7 luglio sarà la volta degli autonomi del settore trasporti che scioperano per la sicurezza.

I giorni 8 e 9 sarà il turno dei benzinai per il rinnovo del contratto,il 9 toccherà ai dipendenti Meridiana ed Eurofly, mentre il 10 in Sardegna si fermeranno per otto ore tutti i lavoratori dei settori produttivi e dei servizi. L'11 c'è lo sciopero del personale Trenitalia. Poi è il turno dei giornalisti: sciopero il 13 dei giornali, il 14 dei siti internet. Nello stesso giorno e per gli stessi motivi non lavoreranno i magistrati, mentre a Palermo sciopereranno i vigili, perché non hanno più soldi. Dal 13 al 18 luglio incroceranno le braccia i giudici di pace, che chiedono la riforma del settore. Il 20, infine, sciopero del personale Alitalia e AirOne. (A.Q.)


4 luglio 2009 - La Nazione

LIVORNO. LA SITUAZIONE per il corpo dei Vigili del Fuoco...
di MONICA DOLCIOTTI

LIVORNO - LA SITUAZIONE per il corpo dei Vigili del Fuoco a Livorno e provincia rimane critica. Lo conferma Massimiliano Berti del sindacato RdB (Rappresentanza di Base che ha aderito ieri allo sciopero nazionale del pubblico impiego indetto anche da Sdl e Cobas). «L'ORGANICO è di 230 unità, ma ce ne sono in servizio 215. L'età media è di 40 anni anche per i precari che, dopo dieci o venti anni di contratti a termini, passano di ruolo», segnala Berti. E prosegue: «Dovremmo avere 30 capireparto ma ce ne sono 4». Le squadre dovrebbero contare minimo 5 elementi ciascuna «dei quali un autista, un caposquadra, tre vigili di cui uno è precario». Ci sono poi le situazioni paradossali. «Abbiamo due distaccamenti di volontari ricorda Berti uno il località Crocino sulla 206 tra Pisa e Cecina; l'altro a Campo nell'Elba» all'aeroporto. «Al Crocino sottolinea i volontari non possono intervenire se non con una squadra permanente che deve arrivare da Livorno e questo distaccamento apre i battenti solo il sabato e la domenica mattina». A Campo nell'Elba la presenza dei pompieri volontari è più saltuaria. «Abbiamo chiesto al sindaco di Collesalvetti, Lorenzo Bacci, di riceverci annuncia Berti perché faccia pressione per trasformare il distaccamento del Crocino in permanente». E per l'isola d'Elba «servirebbero in estate due distaccamenti, ma ce ne è uno solo». IL PARCO MEZZI presenta luci ed ombre. «I mezzi per il primo intervento sono stati rinnovati e questo è un passo in avanti importante evidenzia Berti però restano rilevanti carenze per i mezzi accessori, come le autoscala e le autobotti che mancano a Cecina, o le auto di servizio che hanno anche 400 mila chilometri». A Livorno «sono insufficienti i fuoristrada da soccorso in caso di incendio e l'autoscala ha 10 anni. Se si guasta tocca andare a recuperare quella di Piombino» dove ci sono solo un'autoscala e un'autobotte. «Ma per trasferire l'autoscala da Piombino a Livorno tocca mandare due pompieri da Livorno e si perdono due ore». STRAORDINARI e notturni infine vengono pagati in media con un anno di ritardo. «Ora siamo a Viareggio per l'esplosione alla stazione conclude Berti così come siamo prontamente andati in Abruzzo per il terremoto. Per quest'ultimo servizio non abbiamo ancora avuto un centesimo».


3 luglio 2009 - Varese news

Mobilitazione sindacale dei Vigili del Fuoco: lunedì presidio alla Prefettura
Duro comunicato delle rappresentanze sindacali regionali del Corpo: solo buone parole ma niente risorse per il settore, che si dibatte fra difficoltà quotidiane

Varese - Riceviamo e pubblichiamo - Dopo la retorica dei pompieri "brava gente" o "angeli del terremoto" e gli elogi più o meno sinceri, di politici e rappresentanti di varie istituzioni, la realtà ha dimostrato che non esiste un vero interesse nell’aiutare la categoria dei VVF, visto che anche nel cosiddetto "Decreto Abruzzo", non si è concretizzato alcuno degli impegni assunti per risollevare le sorti del CNVVF.

 

Quindi…niente contratto (scaduto da un anno e mezzo) niente finanziamenti niente assunzioni (15.000 unità in meno) niente passaggi di qualifica niente rinnovo parco automezzi niente acquisto nuove attrezzature niente trattamento di trasferta o missione per il personale VVF … in compenso si effettuano una marea di straordinari, che non si sa se e quando verranno pagati (compresi quelli svolti nel 2008).

 

Nonostante tutto, il personale della nostra regione continua ad andare nelle zone terremotate, con un impegno insostenibile di personale e mezzi, mettendo in crisi il soccorso tecnico urgente e molti altri importanti compiti istituzionali in regione. I lavoratori VVF dicono basta e si mobilitano per dimostrare il loro dissenso e per rivendicare condizioni di lavoro e retributive migliori. Per questi motivi è stato organizzata una prima iniziativa di lotta, programmando per il giorno 6 luglio ’09 alle ore 11,00 alle 13,00 un presidio davanti alla prefettura di Varese città di riferimento del nostro ministro on. Maroni. Durante il presidio verrà effettuato un volantinaggio tra la cittadinanza e chiesto un incontro al Prefetto di Varese, per esporre le problematiche della categoria.

CGIL (M. Ferrari) CISL (R. Prada) UIL (C. De Gregorio) RdB (M. Berto) Confsal (S. Gianvecchio)


2 luglio 2009 - Liberazione

Vigili e infermieri di Roma aprono le iniziative di lotta
Pubblico impiego, il patto di base contro il governo
di Daniele Nalbone

Antipasto di sciopero generale a Roma, dove il Patto di Base domani scenderà in piazza contro lo smantellamento della pubblica amministrazione. Sanità, pompieri e personale comunale e dei nidi hanno organizzato ieri una serie di proteste per dimostrare al Governo che il dissenso e il malcontento dei lavoratori non sarà facile da far tacere.
La prima a mettersi "in movimento" è stata la sanità: alle 8, a bordo di un vecchio autobus a due piani scoperto, alcuni delegati sindacali erano già davanti ai cancelli dell'ospedale S.Eugenio, nel quartiere dell'Eur. Un giro nei vari ospedali, con tanto di volantinaggi, per denunciare i tagli dei posti letto e, in alcuni casi, la chiusura dei nosocomi nella Regione Lazio. Il cosiddetto rientro dal deficit è «una scusa per bloccare le assunzioni, speculando sulla pelle di cittadini e lavoratori», afferma Licia Pera di Rdb Cub.
Nelle stesse ore i Vigili del Fuoco, che sciopereranno per tre ore come tutti gli altri settori del pubblico impiego (sanità otto ore), hanno organizzato una "biciclettata" fin davanti al ministero dell'Interno contro lo stato di abbandono al quale sono condannati da anni: «A tre mesi dal terremoto continuiamo a provvedere a mansioni non di nostra competenza ma di altri corpi, a lavorare come "vigilantes" nelle zone dell'aquilano», racconta Giovanni Maccarino dei VV.FF. di Roma. Il tutto senza contratto di lavoro, ormai scaduto da un anno e mezzo, senza attrezzature, senza adeguati dispositivi di protezione e, soprattutto, con 15 mila unità di organico in meno.
Davanti al Campidoglio, intanto, i precari del Comune di Roma e dei nidi hanno parcheggiato un camper con cui picchetteranno, fino allo scoccare dello sciopero, casa-Alemanno. Un modo per non abbassare la guardia «e per informare i cittadini e i lavoratori delle mala gestione che ha raggiungerà il suo apice a fine mese quando, nell'ennesimo tavolo (estivo) di trattative, ridurranno ulteriormente il personale dei nidi comunali», spiegano Roberto Betti e Caterina Fida di Rdb-cub.
Domani anche loro sciopereranno per tre ore ma per far salire il tono della protesta hanno indetto, dalle 8 alle 11, un'assemblea presso la sala del Carroccio, in Campidoglio, alla quale seguirà una manifestazione, dalle 11 alle 14, presso il ministero della Funzione Pubblica in corso Vittorio Emanuele dove apparirà, al fianco di "S.Precario", "Santa Assunta …davvero".
Un'apparizione che si manifesterà in varie città italiane: a Milano, dove dalle 9 i lavoratori saranno in presidio all'assessorato regionale, in via Pola, mentre dalle 16 in piazza San Babila si svolgerà il Requiem del Lavoro, con tanto di processione. Volantinaggi in nome dei santi patroni del precariato sono invece in programma davanti alle sedi Rai di Torino (ore 11), Genova e Ancona (ore 12) mentre l'Inps sarà scenario di mobilitazioni a Vicenza (ore 12) e Padova (ore 11). La Prefettura sarà l'obiettivo delle proteste dei precari di Ragusa, Catania e Palermo. E mentre a Napoli è in programma, alle 11, un'assemblea pubblica presso il cinema Modernissimo, a Perugia lo sciopero di tre ore sarà l'occasione per raccogliere firme in piazza Italia (ore 12.30) per la ri-pubblicizzazione dell'acqua.


2 luglio 2009 - Il Manifesto

VIGILI DEL FUOCO /LA PROTESTA
Bicicletta e autopompa a pedali: «Così siamo ridotti»

Roma - I vigili del fuoco riscuotono un consenso universale. Lo si è visto anche ieri mattina, quando una cinquantina di delegati della RdB-Cub hanno attraversato le vie di Roma. In bicicletta, ma anche con un'autopompa a pedali a simboleggiare lo stato in cui versa il parco mezzi. Hanno raggiunto prima il Viminale e poi il Parlamento. La partecipazione è stata limitata a chi non era impegnato nelle operazioni in corso (in Abruzzo e a Viareggio, in primis). Denunciato l'operato del governo, che nel «decreto Abruzzo» ha ritirato le risorse stanziate per uomini e mezzi. Al Viminale hanno consegnato un pinocchio per il ministro degli interni Maroni che aveva promesso migliori condizioni economiche e lavorative per i pompieri. «A fronte di stipendi vergognosi, orari di lavoro h/24, straordinari non pagati e mezzi usurati, il governo ha stanziato una presunta indennità di circa un euro per ogni vigile del fuoco», spiega Antonio Jiritano, della direzione nazionale RdB-Cub P.I.


2 luglio 2009 - La Repubblica

Le Rdb: "Turni raddoppiati e orari di 24 ore non stop: siamo stanchi"
La denuncia dei pompieri "Noi, forzati del soccorso"
"Abruzzo, Vaiano e ora qui. Eppure si lesina su prevenzione e manutenzione"

Firenze - «Noi, i forzati del soccorso», così si definiscono i vigili del fuoco nel comunicato scritto dalle Rappresentanze sindacali di base. «Lavoriamo come tutti», dicono i vigili, «ma il nostro lavoro è particolare, facciamo fronte alle emergenze, ai tragici casi del destino che coinvolgono le vite degli altri. Nel nostro campo siamo dei professionisti». Eppure questo grande lavoro, spesso di sacrificio e grande rischio, non viene tenuto nella giusta considerazione. «Oggi il must è il contenimento della spesa e il risparmio ha anch´esso un suo prezzo, non monetizzabile: quasi sempre si tratta di vite umane». Il foglio è una vera e propria denuncia. «Si investe sempre meno in prevenzione, si lesina sulla manutenzione, non si rinnovano le infrastrutture. In Toscana in pochi giorni due deragliamenti: uno a Vaiano di una cisterna di acido fluoridrico e per fortuna la struttura ha retto, l´altro a Viareggio ed è stata una strage». Loro, i professionisti del soccorso, lavorano in condizioni sempre più precarie. «Il terremoto dell´Abruzzo ci ha visti raddoppiare i turni nelle sedi ordinari e lavorare 24 ore consecutive per supplire alle carenze di organico. I pompieri fanno già, come tutti, un certo numero di ore di straordinario ma noi le superiamo sempre. Ma siamo stanchi, lavoriamo troppo e troppo spesso su scenari di forte impatto emotivo». Viareggio, ad esempio. «Viareggio... e sono di nuovo le 24 ore. Mancano i pompieri perché anche su di loro si risparmia: vengono fatte assunzioni che non coprono i pensionamenti ma, alla necessità, si raddoppia loro l´orario di lavoro. Chi dovrebbe tutelare il cittadino in tempi di riduzione dei costi è vittima dello stesso sistema, soffre dello stesso male. Siamo stanchi», scrivono i sindacati dei vigili del fuoco. «Stanchi fisicamente e stanchi di essere testimoni dei fatti e degli atti che conducono ai disastri annunciati».


2 luglio 2009 - SFUEI DAL FRIÛL LIBAR

I MINISTRI IN ELICOTTERO E I POMPIERI IN BICICLETTA!
di Stefano Bergomas

Oggi manifestazione "colorata " dei Vigili del Fuoco provenienti da ogni regione d’Italia per protestare contro le decisioni del governo che non prendono in considerazione e le loro attività lavorative. Sono arrivati in piazza Viminale con biciclette e carrozzelle per consegnare un pinocchio al ministro Maroni che dal momento del suo insediamento ha promesso migliori condizioni economiche e lavorative ai Vigili del Fuoco. Hanno distribuito volantini denunciando le loro condizioni di lavoro e contestando quanto contenuto nel decreto "Abruzzo" di ultima decretazione da parte del governo dove a fronte di stipendi vergognosi, orari di lavoro h/24, e mezzi usurati il governo ha stanziato soldi per una presunta indennità di circa uno (1) euro per ogni Vigile del Fuoco – soldi da dividere con la polizia e la protezione civile per le attività straordinarie nelle zone terremotate e mantenere lo stesso contingente di uomini e mezzi per il G8. A fronte di tante promesse sugli "angeli del soccorso" sugli "eroi" del terremoto tutti termini utilizzati dal governo, che rimandiamo al mittente, la risposta è offensiva ed aggrava le attività operative del Corpo Nazionale che si apprestano ad una campagna antincendio con automezzi desueti ed un organico ormai al limite. Una carenza di organico paurosa denunciano i rappresentati del sindacato di base RdB/CUB, che non riesce a far fronte alle richieste di intervento da parte della popolazione se non richiamando personale precario che non verrà mai assunto. La protesta è proseguita poi verso il parlamento con volantinaggio e la riproposizione di altre manifestazioni ancora più singolari per denunciare l’inettitudine di questo governo. I Vigili del Fuoco a margine della manifestazione si sono dati appuntamento giorno 10 luglio alla manifestazione contro il G8.


2 luglio 2009 - Prima Da Noi

La protesta, pompieri in bicicletta al Viminale

ROMA - Ieri manifestazione "colorata" dei Vigili del Fuoco provenienti da ogni regione d’Italia per protestare contro le decisioni del governo che non prendono in considerazione e le loro attività lavorative. Sono arrivati in piazza Viminale con biciclette e carrozzelle per consegnare un pinocchio al ministro Maroni che dal momento del suo insediamento ha promesso migliori condizioni economiche e lavorative ai Vigili del Fuoco. Hanno distribuito volantini denunciando le loro condizioni di lavoro e contestando quanto contenuto nel decreto "Abruzzo": una «ennesima decretazione» da parte del governo dove a fronte di «stipendi vergognosi», orari di lavoro 24 ore non stop, e mezzi usurati il governo ha stanziato soldi per una presunta indennità di circa 1 euro per ogni Vigile del Fuoco. «Soldi da dividere con la polizia e la protezione civile», hanno spiegato i diretti interessati, «per le attività straordinarie nelle zone terremotate e mantenere lo stesso contingente di uomini e mezzi per il G8». A fronte di tante promesse sugli «angeli del soccorso», sugli «eroi» del terremoto - tutti termini utilizzati dal governo- «la risposta è offensiva ed aggrava le attività operative del Corpo Nazionale che si apprestano ad una campagna antincendio con automezzi desueti ed un organico ormai al limite». Le Rdb parlano di «una carenza di organico paurosa» che non riesce a far fronte alle richieste di intervento da parte della popolazione «se non richiamando personale precario che non verrà mai assunto». La protesta è proseguita poi verso il parlamento con volantinaggio e la riproposizione di altre manifestazioni ancora più singolari per denunciare l’inettitudine di questo governo. I Vigili del Fuoco a margine della manifestazione si sono dati appuntamento giorno 10 luglio alla manifesta contro il G8.


1 luglio 2009 - Carta

Roma: Vigili del fuoco contro il governo Pinocchio
Stamattina davanti al Viminale i vigili del fuoco hanno denunciato
orari e condizioni di lavoro ai limiti della sicurezza
di Lucia Alessi

Roma - Decine di caschi di protezione e, in mezzo, Pinocchio. Così stamattina i vigili del fuoco hanno protestato durante la conferenza stampa convocata di fronte al Viminale, per protestare contro il governo e le «promesse non mantenute». «Da un anno e mezzo stiamo senza contratto – dice Antonio Jiritano, del coordinamento nazionale Rdb-cub –. Da anni lavoriamo con una carenza di organico di circa 15 mila unità, rispetto agli standard europei, il che significa che siamo costretti a fare gli straordinari per rispondere alle esigenze della cittadinanza». Straordinari pagati con ritardi di oltre un anno, ma che il decreto Abruzzo porta fino a 150 ore mensili, con turni che possono raggiungere le 96 ore settimanali, a fronte delle 36 ore previste dall’ultimo contratto collettivo nazionale. «La maggior parte del nostro lavoro supplementare va a rifornire la banca delle ore, in attesa di recuperare con dei permessi, che con le carenze che abbiamo non arriveranno mai», spiega Jiritano. A un Corpo che già vanta un debito pendente di circa 100 milioni, il decreto governativo dona quindi ben poco: 1,5 milioni di euro per il 2009 e 8 milioni per il 2010, da dividere tra Vigili del fuoco e Protezione civile: circa 4 milioni, quindi, da suddividere per i 28 mila vigili italiani, il che vuol dire non più di 142 euro ciascuno all’anno: 1,30 euro lordi giornalieri. «Non ci servono le elemosina, siamo venuti a restituire il nostro euro», spiegano mostrando gli adesivi su cui è raffigurata la moneta europea. E con un organico al minimo storico, pochi mezzi a disposizione e senza manutenzione, con un’indennità di soccorso ancora incerta e del tutto insoddisfacente, ferie e malattie spesso negate, il terremoto in Abruzzo si è rivelato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, assorbendo ben 1300 uomini, ai quali, in occasione del G8 della prossima settimana, non andranno ad aggiungersi nuove risorse, contando piuttosto su «straordinari straordinari». «Protestiamo contro il ministro dell’interno Roberto Maroni, che puntualmente ha disatteso gli impegni assunti in favore dei VV.F. – spiega Jiritano -. Il sisma dell’Abruzzo ha ulteriormente messo a dura prova il Corpo, evidenziandone, semmai ce ne foste stato bisogno, la mancanza di risorse, la necessità di adeguamento economico del personale con i salari europei, le condizioni inaccettabili di mezzi e attrezzature di colonna mobile; chiediamo un piano di ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature di soccorso, l’apertura di un tavolo di confronto tra amministrazione e parti sociali, per rivedere le norme interne al Corpo che regolano l’invio delle colonne mobili VV.F., soprattutto in riferimento alle diverse tipologie di calamità, al fine di migliorare ed accelerare l’arrivo dei soccorsi». Ma i problemi non finiscono qui. Oltre 6100 precari vedono allontanarsi la possibilità di una stabilizzazione, grazie all’ormai noto ddl 112, il cosiddetto decreto «ammazza precari», emanato dal ministro Brunetta lo scorso anno. Se in un primo momento, infatti, proprio alla luce delle gravi carenze di organico del Corpo, il provvedimento esonerava i vigili del fuoco, nelle ultime settimane l’approvazione del ddl 1167 ha invece chiuso le stabilizzazioni fino al prossimo dicembre. Dei 2340 vigili precari finora chiamati a sostenere la prova di idoneità, solo 1135 sono stati assunti, ben al di sotto della pianificazione del governo Prodi, che per il 2009 prevedeva di portare il turn over al 40 per cento, con l’assunzione di circa 1671 precari a fronte di 3800 nuovi pensionamenti. «Non abbiamo più il diritto di stare in famiglia, o in malattia – dice Antonio Menga, del coordinamento Rdb/cub – ed è appena iniziata al stagione estiva, che richiederà ulteriori sforzi per rispondere all’emergenza degli incendi boschivi: noi veterani soffochiamo di lavoro, e i giovani restano a casa». «Altri sindacati chiedono l’equiparazione alle forze di polizia – spiega Giovanni Maccarino, anche lui del coordinamento nazionale – per noi un ulteriore e inutile militarizzazione del Corpo, visto che già ci ritroviamo a eseguire sfratti o sgomberi. Ma questa non è sicurezza: come RdB\Cub da anni abbiamo presentato un progetto per spostare il Corpo nazionale dal ministero dell’Interno al dipartimento della Protezione civile, in qualità di colonna portante di questa struttura – continua – . Noi lavoratori del sindacato di base non sappiamo cosa farcene dei gradi, con questi non portiamo soccorso, con i gradi non si salvano le vite. Pretendiamo attrezzature moderne ed efficienti per poter svolgere il nostro lavoro di professionisti della sicurezza, che non vuol dire militarizzazione, ma prevenzione, totalmente assente in questo paese. Solo quando ciò accadrà potremo dire che anche l’Italia è diventato uno stato civile ed europeo».


1 luglio 2009 - Radio Città Aperta

Una denuncia dei Vigili del Fuoco: "Noi, i Forzati del Soccorso"

A poche ore dalla tragedia di Viareggio, la Federazione delle RdB Cub dei Vigili del Fuoco della Toscana ha diffuso una denuncia sullo stato in cui versa quello che dovrebbe essere uno dei punti cardine della Protezione Civile e del sistema di prevenzione delle catastrofi come quella che a mezzanotte di ieri ha colpito la città toscana:
"Noi lavoriamo, come tutti. Il nostro lavoro è però particolare: facciamo fronte alle emergenze, ai tra-gici casi del destino che sconvolgono le vite degli altri. Siamo Vigili del Fuoco. Ci teniamo a puntualizzare che, nel nostro campo, siamo professionisti. Oggi il must è il contenimento della spesa, il contenimento della spesa si risolve quasi sempre in un aumento del rischio intrinseco nell' attività o settore nel quale avviene il taglio. Il risparmio ha anch' esso un suo prezzo, non monetizzabile: si tratta quasi sempre di vite umane. Si investe sempre meno in prevenzione, si lesina sulla manutenzione, non si rinnovano le infrastruttu-re. In Toscana, in pochi giorni, due deragliamenti: uno verso Prato (Vaiano) di una cisterna di acido Fluori-drico e per fortuna la struttura ha retto, l' acido non si è disperso (ha urtato un treno pendolari, bastava po-co...), l' altro a Viareggio, la cisterna, questa volta, ha ceduto ed è strage. I professionisti del soccorso lavorano in scenari sempre più pericolosi con allarmante frequenza. Questi professionisti sono stanchi: il terremoto in Abruzzo ci ha visti raddoppiare i turni nelle sedi ordinarie e lavorare 24 ore consecutive seguite da 24 di riposo poi di nuovo 24 di servizio e così via per sup-plire alle carenze organiche lasciate da chi lavorava 24 ore su 24 per 7 giorni consecutivi sul sisma (questo prevede la prima fase di gestione di una emergenza rilevante). Poi le necessità diminuiscono ma continuiamo a lavorare in Abruzzo: in questa fase si fanno là 16 ore lavorative al giorno. In missione sul sisma si facevano in maggio 75 ore di straordinario mensile solo nel campo base di Monticchio (AQ), tornati in regione ci veniva richiesto di rinunciare ai riposi ed al turno libero per permettere la copertura del servizio ordinario sul territorio. Da Luglio le ore di straordinario sul sisma potranno essere addirittura 150 (sarà perché c' è il G8 o per aiutare meglio i terremotati ??. Noi optiamo per la prima ipotesi). I Pompieri fanno già, come tutti i lavoratori, un certo numero di ore di "straordinario": vigilanze pres-so i locali di pubblico spettacolo ed altre cose similari (stipendi magri, 1250 € al mese). L' orario massimo settimanale previsto dalla normativa relativa ai lavoratori "tipici" è di 48 ore, molti di noi lo superano e non di poco. Siamo stanchi, lavoriamo troppo e troppo spesso su scenari di forte impatto emotivo. Viareggio..... e sono di nuovo le 24 ore. Mancano i Pompieri perché anche su di loro si risparmia: vengono fatte assunzioni che non coprono i pensionamenti ma, alla necessità, si raddoppiano facilmente di numero. Come si fa ? Semplice, basta raddoppiare loro l' orario di lavoro. Chi dovrebbe tutelare il cittadino in tempi di riduzione dei costi è vittima dello stesso sistema, soffre dello stesso male. Siamo stanchi, stanchi fisicamente, stanchi di essere testimoni dei fatti e degli atti che conducono ai disastri annunciati. Uno per tutti, emblematico, estremamente attuale dopo quanto accaduto con il vagone pieno di acido fluoridrico: sul tratto appenninico che interessa la variante di valico e la tratta ferroviaria dell' alta velocità (tra Firenze e Bologna ci sono viadotti e gallerie tra le più lunghe mai realizzate) garantiscono il primo soc-corso tecnico urgente due sedi di Vigili del Fuoco, Calenzano e Castiglion dei Pepoli, due sedi volontarie. Sedi spesso non presidiate da nessuno (Calenzano), costituite con personale formato e utilizzato con lo stesso criterio che provoca la riduzione degli standard di sicurezza: il risparmio. Niente assolutamente contro i volontari, ma non possono essere la risposta in zone a rischio di inci-dente rilevante, perché qui si propongono scenari peculiari, gallerie e viadotti appunto, dove intervenire effi-cacemente, nell' immediato e con elevati standard professionali è l' unica risorsa possibile per contenere il danno in vite umane. Nel futuro è previsto un distaccamento presso Barberino, ma neppure questo "permanente" bensì mi-sto (5 persone, tre professionisti e due volontari). Uno dei tratti di maggior rilievo per la viabilità, quello for-se a maggior rischio, affidato alla buona volontà di chi normalmente fa tutt' altro lavoro. Basta poco e l' Italia si trova temporaneamente divisa in due parti con tutti i gravi problemi che ne derivano, sempre che non ricor-rano fatti più gravi tipo ..... Viareggio. Siamo falsi profeti?, saremo i primi a rallegrarcene. Ci dispiace molto per coloro che sono morti in Versilia a causa del deragliamento, siamo addolorati per chi soffre negli ospedali, per i loro familiari in pena. Li sentiamo molto vicini, siamo abituati al contatto con la sofferenza e la comprendiamo bene. Loro sono tutti quanti vittime del sistema, anche noi lo siamo, anche se diversamente da loro."

Oggi mobilitati i lavoratori della Sanità, i Vigili del Fuoco e le maestre dei nidi. Venerdì sciopero generale del Patto di Base nel Pubblico Impiego

Roma - In preparazione dello sciopero nazionale del Pubblico Impiego, indetto per venerdì 3 luglio dalle categorie pubbliche dei sindacati che aderiscono al Patto di Base (RdB-CUB P.I., Cobas P.I. e SdL Intercategoriale) oggi sono già in corso a Roma diverse iniziative organizzate dalle RdB-CUB che vedono come protagonisti i lavoratori della Sanità, i Vigili del Fuoco e le educatrici di nidi ed asili del Comune di Roma. La RdB-CUB Vigili del Fuoco ha indetto una conferenza stampa sulla situazione che si è determinata nel post terremoto, nel corso della quale verrà evidenziato il problema delle attività di soccorso tecnico urgente alla popolazione da parte dei VVF. La conferenza stampa avrà luogo alle ore 11.30 in via Genova, angolo via Nazionale, di fronte all’entrata di servizio del Comando Provinciale VV.F. di Roma. Sempre oggi i lavoratori aderenti alle RdB-CUB Sanità di Roma e del Lazio sono impegnati nell’iniziativa "Sanità in movimento", una mobilitazione itinerante a bordo di un bus d’epoca che sta facendo tappa davanti ai maggiori ospedali della capitale ed alla Giunta regionale del Lazio, presso i quali accoglierà lavoratori e delegati per condurli all’Ospedale S. Pertini e partecipare all’assemblea cittadina indetta per le ore 12.00. Contemporaneamente, già dalle 8.00 di questa mattina sono partiti numerosi volantinaggi e presidi di informazione davanti agli ospedali di Roma, Frascati, Subiaco e al Belcolle di Viterbo. Questi gli ospedali interessati dal volantinaggio e dal passaggio del bus, con gli orientativi orari di arrivo: Ospedale S. Eugenio ore 8.30; Giunta Regione Lazio ore 9.00; Ospedale S. Camillo ore 9.30; S. Spirito ore 10.30; S. Giovanni ore 11.30; Sandro Pertini ore 12.30. Sotto al palazzo del Campidoglio protesteranno le educatrici di nidi e asili del Comune di Roma, che oggi e anche domani presidieranno in camper Piazza San Marco, dalle ore 9.00 alle 19.00, contro i tagli al personale ed i ritardi nelle stabilizzazioni delle lavoratrici precarie da parte dell’amministrazione comunale. Per venerdì 3 luglio i sindacati di base hanno indetto una giornata di sciopero generale in tutto il pubblico impiego e nella sanità contro le politiche del Governo nei confronti della pubblica amministrazione.


1 luglio 2009 - IMG Press

JIRITANO (RDB P.I.), DAL GOVERNO UNA ELEMOSINA OFFENSIVA, CONTINUEREMO A MOBILITARCI

Roma - In bicicletta per denunciare le insostenibili condizioni di lavoro. Così hanno manifestato circa 50 fra coordinatori nazionali e territoriali della RdB-CUB Vigili del Fuoco, che questa mattina a Roma hanno inforcato le due ruote e, con un’autopompa a pedali, hanno raggiunto prima il Viminale e poi il Parlamento. Il colorato corteo, a cui ha potuto partecipare solo chi non era impegnato nelle operazioni in corso, è stato organizzato dalla RdB-CUB P.I. per protestare contro le decisioni del governo, che in fase di conversione in legge del decreto Abruzzo ha ritirato le risorse stanziate per uomini e mezzi del Corpo dei VVF. Al Viminale i rappresentanti RdB VVF hanno infatti consegnato un pinocchio per il Ministro degli Interni Maroni, il quale al suo insediamento aveva promesso migliori condizioni economiche e lavorative per i pompieri. Lungo il percorso verso il Parlamento la manifestazione ha ricevuto tanta solidarietà dai cittadini, a cui sono stati distribuiti volantini informativi sulla condizione dei VVF. "A fronte di stipendi vergognosi, orari di lavoro h/24, straordinari non pagati e mezzi usurati, il governo ha stanziato una presunta indennità di circa un Euro per ogni vigile del fuoco", spiega Antonio Jiritano, della Direzione nazionale RdB-CUB P.I.. "Questi soldi saranno poi da dividere con la Polizia e la Protezione civile per le sole attività straordinarie nelle zone terremotate e per mantenere lo stesso contingente di uomini e mezzi per il G8. Al di là di tante promesse e tanti encomi, dagli angeli del soccorso agli eroi del terremoto - prosegue Jiritano - la risposta reale ricevuta dal governo è un’offensiva elemosina ed aggrava le attività operative del Corpo Nazionale, che si appresta ad una campagna antincendio con automezzi desueti ed un organico ormai al limite, con il quale non si riesce a far fronte alle richieste di intervento da parte della popolazione se non richiamando personale precario che non verrà mai assunto. Questa è la dimostrazione del fallimento delle politiche concertative. Dal canto nostro – conclude il dirigente RdB-CUB - continueremo a mobilitarci per non diventare sempre più simili nelle funzioni ad un corpo di polizia e per rafforzare l’attività di prevenzione nei luoghi di lavoro e sul territorio. Pertanto confermiamo la nostra partecipazione alla manifestazione indetta all’Aquila per il 10 luglio dal sindacalismo di base".


1 luglio 2009 - Spoleto City

I MINISTRI IN ELICOTTERO E I POMPIERI IN BICICLETTA

Roma - Oggi manifestazione "colorata " dei Vigili del Fuoco provenienti da ogni regione d’Italia per protestare contro le decisioni del governo che non prendono in considerazione e le loro attività lavorative. Sono arrivati in piazza Viminale con biciclette e carrozzelle per consegnare un pinocchio al ministro Maroni che dal momento del suo insediamento ha promesso migliori condizioni economiche e lavorative ai Vigili del Fuoco. Hanno distribuito volantini denunciando le loro condizioni di lavoro e contestando quanto contenuto nel decreto "Abruzzo" di ultima decretazione da parte del governo dove a fronte di stipendi vergognosi, orari di lavoro h/24, e mezzi usurati il governo ha stanziato soldi per una presunta indennità di circa uno (1) euro per ogni Vigile del Fuoco – soldi da dividere con la polizia e la protezione civile per le attività straordinarie nelle zone terremotate e mantenere lo stesso contingente di uomini e mezzi per il G8. A fronte di tante promesse sugli "angeli del soccorso" sugli "eroi" del terremoto tutti termini utilizzati dal governo, che rimandiamo al mittente, la risposta è offensiva ed aggrava le attività operative del Corpo Nazionale che si apprestano ad una campagna antincendio con automezzi desueti ed un organico ormai al limite. Una carenza di organico paurosa denunciano i rappresentati del sindacato di base RdB/CUB, che non riesce a far fronte alle richieste di intervento da parte della popolazione se non richiamando personale precario che non verrà mai assunto. La protesta è proseguita poi verso il parlamento con volantinaggio e la riproposizione di altre manifestazioni ancora più singolari per denunciare l’inettitudine di questo governo. I Vigili del Fuoco a margine della manifestazione si sono dati appuntamento giorno 10 luglio alla manifesta contro il G8.
p. la RdB/CUB - Antonio Jiritano


1 luglio 2009 - Termoli on line

In bicicletta contro il decreto Abruzzo, manifestano i Vigili del Fuoco

In bicicletta per denunciare le insostenibili condizioni di lavoro. Così hanno manifestato circa 50 fra coordinatori nazionali e territoriali della RdB-CUB Vigili del Fuoco, che questa mattina a Roma hanno inforcato le due ruote e, con un’autopompa a pedali, hanno raggiunto prima il Viminale e poi il Parlamento. Il colorato corteo, a cui ha potuto partecipare solo chi non era impegnato nelle operazioni in corso, è stato organizzato dalla RdB-CUB P.I. per protestare contro le decisioni del governo, che in fase di conversione in legge del decreto Abruzzo ha ritirato le risorse stanziate per uomini e mezzi del Corpo dei VVF. Al Viminale i rappresentanti RdB VVF hanno infatti consegnato un pinocchio per il Ministro degli Interni Maroni, il quale al suo insediamento aveva promesso migliori condizioni economiche e lavorative per i pompieri. Lungo il percorso verso il Parlamento la manifestazione ha ricevuto tanta solidarietà dai cittadini, a cui sono stati distribuiti volantini informativi sulla condizione dei VVF. "A fronte di stipendi vergognosi, orari di lavoro h/24, straordinari non pagati e mezzi usurati, il governo ha stanziato una presunta indennità di circa un Euro per ogni vigile del fuoco", spiega Antonio Jiritano, della Direzione nazionale RdB-CUB P.I.. "Questi soldi saranno poi da dividere con la Polizia e la Protezione civile per le sole attività straordinarie nelle zone terremotate e per mantenere lo stesso contingente di uomini e mezzi per il G8". "Al di là di tante promesse e tanti encomi, dagli angeli del soccorso agli eroi del terremoto - prosegue Jiritano - la risposta reale ricevuta dal governo è un’offensiva elemosina ed aggrava le attività operative del Corpo Nazionale, che si appresta ad una campagna antincendio con automezzi desueti ed un organico ormai al limite, con il quale non si riesce a far fronte alle richieste di intervento da parte della popolazione se non richiamando personale precario che non verrà mai assunto. Questa è la dimostrazione del fallimento delle politiche concertative. Dal canto nostro – conclude il dirigente RdB-CUB - continueremo a mobilitarci per non diventare sempre più simili nelle funzioni ad un corpo di polizia e per rafforzare l’attività di prevenzione nei luoghi di lavoro e sul territorio. Pertanto confermiamo la nostra partecipazione alla manifestazione indetta all’Aquila per il 10 luglio dal sindacalismo di base".(V/jm)


1 luglio 2009 - Il Capoluogo.it

Manifestazione dei VVFF a Roma: "Ministri in elicottero, vigili in bicicletta"

Roma, 01 lug - Oggi manifestazione vivace dei Vigili del Fuoco provenienti da ogni regione d'Italia per protestare contro le decisioni del governo che non prendono in considerazione e le loro attività lavorative. Sono arrivati in piazza Viminale con biciclette e carrozzelle per consegnare un pinocchio al ministro Maroni che dal momento del suo insediamento ha promesso migliori condizioni economiche e lavorative ai Vigili del Fuoco. Hanno distribuito volantini denunciando le loro condizioni di lavoro e contestando quanto contenuto nel decreto "Abruzzo" di ultima decretazione da parte del governo "dove - si legge in una nota - a fronte di stipendi vergognosi, orari di lavoro h/24, e mezzi usurati il governo ha stanziato soldi per una presunta indennità di circa uno (1) euro per ogni Vigile del Fuoco "soldi da dividere con la polizia e la protezione civile per le attività straordinarie nelle zone terremotate e mantenere lo stesso contingente di uomini e mezzi per il G8."


30 giugno 2009 - L'Eco di Bergamo

Organici e mezzi: vanno in piazza anche i pompieri di Bergamo

Bergamo - Anche i vigili del fuoco di Bergamo parteciperanno il 6 luglio al presidio organizzato alla Prefettura di Varese, una manifestazione nazionale organizzata per chiedere l'adeguamento degli organici. «Il sindacato di base dei vigili del fuoco del comando provinciale di Bergamo - si legge in un comunicato - protesta per la mancata approvazione da parte del governo dell’emendamento, proposto in sede di conversione del decreto legge 28 aprile 2009 n. 39 sul terremoto Abruzzo, che prevedeva adeguamenti di organici, mezzi e indennità di soccorso per i vigili del fuoco». «Protestiamo - prosegue - contro la disattenzione della politica nei confronti dei vigili del fuoco, contro il ministro dell’Interno Maroni e questo governo che puntualmente ha disatteso gli impegni assunti in favore dei VvFfV». Come RdB-CUB vigili del fuoco il sindacato sottolinea che il sisma dell’Abruzzo ha ulteriormente messo a dura prova il CNVVF; questo evento ha evidenziato, se mai fosse stato necessario, la carenza d’organico del corpo, la mancanza di risorse e adeguamento economico del personale, le condizioni vetuste ed inaccettabili di mezzi e attrezzature di colonna mobile. «Pertanto chiediamo un piano di ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature di soccorso del corpo, la stabilizzazione dei precari del CNVVF attraverso l’assunzione di tutti gli idonei e un adeguamento economico alla luce della professionalità da sempre dimostrata dai vigili del fuoco. La stabilizzazione del personale precario del comando di Bergamo e i passaggi di qualifica da vigile a capo squadra permetterebbe di completare la pianta organica dell’importantissimo distaccamento dei vigili del fuoco permanente di Dalmine, oggi presidiato saltuariamente quando in sede centrale vi è la possibilità di staccare una squadra e inviarla presso il distaccamento». «Con l’impegno costante dal 6 aprile presso la città de L’Aquila - conclude il testo - per portare soccorso alla popolazione gravemente colpita dal sisma, per la mancanza di copertura della pianta organica del distaccamento di Dalmine, per la mancanza di capo squadra e capo reparto di questo comando, non si riesce ad aprire definitivamente il distaccamento di Dalmine, strategico punto di partenza per interventi di soccorso tecnico urgente a copertura di una vasta zona densamente popolata, con la numerosa presenza di siti industriali e vicinissima all’accesso autostradale per il tratto di A4 competente per questo comando».


30 giugno 2009 - Julie news/Spoleto City

Rdb: Meno politici, più pompieri

Il Sindacato di Base dei Vigili del Fuoco, protesta per la mancata approvazione da parte del Governo degli emendamenti, proposto in sede di conversione del decreto legge 28 aprile 2009 n. 39 sul "terremoto Abruzzo", che prevedevano adeguamenti di organici, mezzi ed l’indennità di soccorso per i Vigili del Fuoco. Protestiamo contro la disattenzione della politica, sia dei governi di destra che di sinistra, nei confronti dei Vigili del Fuoco, contro l'attuale Ministro dell’Interno Maroni che puntualmente ha disatteso gli impegni assunti in favore dei VV.F. durante quest'ultima calamità che ha colpito l'Italia intera. Come RdB\CUB Vigili del Fuoco, sottolineiamo che il sisma dell’Abruzzo, ha ulteriormente messo a dura prova il CNVVF; questo evento ha messo in evidenza, se mai fosse stato necessario, la grave carenza d’organico del Corpo; la mancanza di risorse; la necessità di adeguamento economico del personale in linea con i salari europei; le condizioni vetuste, inaccettabili, di mezzi ed attrezzature di colonna mobile; e pertanto chiediamo un piano di ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature di soccorso, l’apertura di un tavolo di confronto tra Amministrazione e parti sociali per rivedere le norme interne al Corpo che regolano l'invio delle colonne mobili VV.F. in riferimento alle diverse tipologie di calamità al fine di migliorare ed accelerare l'arrivo dei soccorsi. Chiediamo la stabilizzazione dei precari del CNVVF attraverso l’assunzione di tutti gli idonei, ed un adeguamento economico alla luce della professionalità da sempre dimostrata dai Vigili del Fuoco. Riteniamo inaccettabile che ogni governo che passa, sull'onda dell'emergenza, della calamità riconosca al CNVVF meriti ed onori (!) e dopo, al solito, terminato l'effetto mediatico, si ritorna a trascurare cosa significa fare prevenzione in Italia; mancanza la cultura della prevenzione. Altri sindacati chiedono l'equiparazione alle forze di polizia, per noi un ulteriore ed inutile militarizzazione del Corpo, si lagnano, vogliono i "gradi" militari come i poliziotti, quasi portassero ad una risoluzione dei problemi. La RdB\CUB è da anni che ha presentato un progetto per far uscire il Corpo Nazionale dal Ministero dell'Interno, progetto che prevede di transitare al Dipartimento della Protezione Civile in qualità di colonna portante di questa struttura. Noi lavoratori del sindacato di base non sappiamo cosa farcene dei gradi, con questi non portiamo soccorso, noi pretendiamo attrezzature moderne ed efficienti per poter svolgere il nostro lavoro di professionisti della sicurezza. Solo quando ciò accadrà potremo dire che anche l’Italia è diventato uno stato civile ed europeo.


30 giugno 2009 - Left

Ricchi e poveri dell’emergenza
Un funzionario della Protezione civile in missione guadagna cinque volte più di un Vigile del fuoco. Ma si tratta di spiccioli rispetto agli stipendi d’oro del dipartimento guidato da Bertolaso
di Manuele Bonaccorsi

L'emergenza non è uguale per tutti. Qualcuno ci diventa ricco. Qualcun altro ci perde la salute. Nel Paese delle diseguaglianze crescenti non c’è di che stupirsene. Sapete quanto guadagna un vigile del fuoco? Mille e trecento euro netti, in media. Anche chi lavora ininterrottamente per giorni, fino a 96 ore a settimana contro le 36 "normali", impegnato a salvare vite umane e puntellare interi quartieri e paesi pericolanti, dopo il terremoto d’Abruzzo. Un’ordinanza della Protezione civile aveva promesso ai Vigili del fuoco 250 ore di straordinario per aprile e 150 a maggio. Poi una circolare del ministero degli Interni (prot.1736) aveva fissato a 75 le ore massime di straordinario. A due mesi dal sisma del 6 aprile non sono state pagate. E il governo, nel decreto Abruzzo, ha stanziato circa un euro al giorno per ogni pompiere. Anche se a L’Aquila sono impegnati ancora 1.300 pompieri sui 28mila presenti in Italia, costringendo agli straordinari coloro che rimangono nei comandi locali. Bene, sapete quanto guadagna un funzionario della Protezione civile, uno dei circa 500 in missione a L’Aquila? Lo stipendio base di un funzionario di terza area, fascia retributiva F5, euro più euro meno, ammonta a 42.400 euro l’anno, oltre 3.000 euro al mese. Ma se va in missione a L’Aquila prende subito un’indennità di 70 euro lordi al giorno, più i rimborsi spese. E una «speciale indennità operativa onnicomprensiva (…) da corrispondersi al personale impiegato nei territori ove è dichiarato lo stato di emergenza o di grande evento (..) pari a 200 ore di straordinario festivo e notturno». Indennità introdotta con un’ordinanza, fuori dal controllo della Corte dei conti: la 3565 del 28 luglio 2006. Un’ora di straordinario festivo notturno vale, per il nostro funzionario della terza area, 19 euro. Moltiplicato per duecento fa: 3.848 euro. In un mese di lavoro sull’emergenza aquilana il nostro funzionario, ai diretti ordini del Di.Co.Mac (Direzione di comando e controllo) del commissario Guido Bertolaso, guadagna dunque oltre 7.000 euro. Non c’è male, specie se chi fa il lavoro sporco, quello veramente pericoloso, prende solo 1.300 euro, senza straordinari: cinque volte meno. Ma è comunque poco se paragonato agli stipendi dei massimi gradi della Protezione civile. Marta di Gennaro, la vice di Bertolaso, implicata nelle indagini della magistratura sull’emergenza rifiuti in Campania, guadagna 176mila euro l’anno, esclusa la cosiddetta "retribuzione di posizione" riservata ai massimi dirigenti della Presidenza del consiglio. Nel governo della plutocrazia, però, si tratta di spiccioli. La classifica dei più ricchi dell’esecutivo sembra ricalcare con ordine la distribuzione dei poteri: Berlusconi, 14,5 milioni; medaglia d’argento a Tremonti, 4,5 milioni; il bronzo al solerte Gianni Letta, 1,55 milioni. Poi l’immancabile Guido Bertolaso, 1,15 milioni. Di cui solo una piccola parte viene dallo stipendio della Protezione civile, nel secondo semestre del 2008 pari a 30.190 euro al mese. Per molti dei suoi infiniti compiti di commissario, il capo della Protezione civile intasca «un compenso mensile lordo pari al 3,75 per cento del trattamento economico complessivo in godimento». Tenendo presento lo stipendio annuo di Bertolaso, fa un bel gruzzoletto. Il capo della Protezione civile lo intascherà fino al settembre 2011, quando cesserà la terribile emergenza dovuta all’organizzazione del Congresso eucaristico nazionale nella città di Ancona (ordinanza 3673). Nella stessa Ancona - che paga migliaia di euro al mese al commissario Bertolaso per un evento atteso fra oltre due anni - 300 vigili del fuoco sono a «rischio crollo». La palazzina dove ha sede il loro comando, tra via Vallemaio e via Bocconi, è stata dichiarata inagibile. I loro uffici potrebbero finire in un container, nel cortile dello stabile. Da cui sarà facile correre per strada per chiedere l’elemosina, quando Guido Bertolaso, nel settembre 2011, attraverserà la città salutando la folla insieme a papa Benedetto XVI. Miseria e nobiltà dell’emergenza Italia. Al comando dei Vigili del fuoco di Alessandria, la notte del 6 aprile, arriva un fax, intorno alle 4. Non ordina la partenza delle colonne mobili, si limita a mettere in «preallerta» i vigili. Il via libera alla partenza arriva, ancora per mezzo di un antiquato fax, solo alle 8 del mattino. I vigili scendono nei garage e rimettono i moto i loro mezzi: gli Om90, gli Af Combi e gli Aps Eurofare, messi fuori produzione per il rischio di ribaltamento e per le frequenti rotture ai supporti del serbatoio d’acqua. E i polilogistici, camper modificati per ospitare 9 vigili. Tutti mezzi rimasti fermi per anni, il più giovane dei quali risale all’inizio degli anni Ottanta. La colonna mobile si mette in moto ma le sirene sono inutili. I mezzi non superano gli ottanta all’ora. I vigili partono senza buoni benzina, per il rifornimento escono dall’autostrada a Bologna, si immettono nel traffico cittadino, raggiungono la caserma locale dei vigili per riempire di carburate i mezzi. «A L’Aquila siamo arrivati intorno alle 9 di sera», racconta Vladimiro Alpa, delegato Rdb dei vigili di Alessandria. «E siamo stati fortunati. I nostri colleghi di ogni parte d’Italia raccontano di decine di mezzi fermi per strada, per problemi ai motori e ruote a terra», racconta il vigile. «La nostra attrezzatura si riduce a un camper del 1982, modificato per contenere 9 posti letto. Li chiamiamo i loculi: non sono il massimo per chi, per i giorni successivi a un’emergenza, ha un’operatività di 24 ore. Il nostro campo non aveva alcuna cura della logistica. Per mangiare siamo andati in giro, a cercare un bar aperto. Poi ci tocca leggere sui giornali che per il G8 de L’Aquila sarà montata una cucina capace di fornire duemila pasti l’ora». Fiumi di denaro per i grandi eventi, come il G8; mentre i Vigili del fuoco rimangono in balia di se stessi. «Siamo 28mila in tutta Italia, divisi in quattro turni. Dovremmo essere almeno 45mila, per avvicinarci alla media europea, di un vigile ogni mille abitanti», racconta Antonio Jiritano, dell’Rdb Vigili del fuoco. Le carenze di organico costringono i Vigili del fuoco a lavorare molto più del dovuto. Ma lo straordinario spesso non viene retribuito. Loro ci hanno fatto il callo, ormai. Qualche ora di lavoro supplementare viene pagata in genere con oltre un anno di ritardo. «Il resto va a rifornire la banca delle ore, dove ogni vigile deposita il suo straordinario. In attesa di recuperare il lavoro supplementare con dei permessi. Che non arrivano mai, dato che i vigili sono in cronica carenza di organico», precisa Jiritano. Una speranza per il futuro dei pompieri giunta col decreto Abruzzo. Un emendamento, primo firmatario Maurizio Gasparri, avrebbe permesso l’assunzione di 600 vigili (il 20 per cento dei posti riservati a parenti dei deceduti nel terremoto); lo stanziamento di 10 milioni per la manutenzione e l’acquisto di mezzi; e 15 milioni per un’indennità operativa. Il governo stesso ha ritirato l’emendamento, lasciando in alto mare i comandi: i quali, in questa tremenda estate, saranno costretti a fare i salti mortali per garantire lo svolgimento del G8, le demolizioni e i puntellamenti nelle aree terremotate e gli interventi sugli incendi boschivi. Nel decreto appenaapprovato, invece, delle richieste dei vigili rimane ben poco: 1,5 milioni di euro per il 2009, 8 milioni per il 2010, da dividere tra Vigili del fuoco e Protezione civile. Nei comandi hanno fatto i conti: mettiamo che Bertolaso decidesse di lasciare la metà al corpo, 4 milioni; la somma, divisa tra i 28mila vigili, ammonterebbe a 142 euro l’anno per ognuno. Circa un euro a turno. Eppure la legge 225 del 1992 afferma che «il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco è componente fondamentale della Protezione civile». Guido Bertolaso sembra essersene dimenticato.


30 giugno 2009 - Lavoro & Lotte

VIGILI DEL FUOCO
né militari né manovali

Riceviamo e volentieri pubblichiamo - Dal suo insediamento il governo ha dichiaratola sua grande sensibilità per il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco – in più occasioni si è speso pubblicamente ad intervenire per migliorare le condizioni di lavoro ed economiche. Oggi, dopo l’ennesima calamità nel Paese, avvenuta in Abruzzo, si è dimostrato che non si può pensare di soccorrere la popolazione senza l’impiego del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, e che farlo significherebbe pagare un tributo, in vite umane, troppo alto. Ciò anche in considerazione delle condizioni in cui è stato lasciato il Paese dai nostri governanti centrali e periferici, vista l’incuria del territorio, la mancanza di una cultura preventiva e la scarsità di specialisti del soccorso pronti ad intervenire immediatamente. Eppure i Vigili del Fuoco si trovano nelle seguenti condizioni: senza contratto di lavoro, scaduto da un anno e mezzo; con carenti mezzi di soccorso e quelli esistenti sono per lo più obsoleti e inefficienti; senza attrezzature tecnologiche all’avanguardia per migliorare la qualità del soccorso tecnico urgente alla popolazione; senza nessuna specializzazione riconosciuta o valorizzata quali ad esempio il Soccorso Speleo Fluviale, il Nucleo Batteriologico e Radioattivo, i Sommozzatori, gli Elicotteristi, i Portuali, gli Autisti di mezzi speciali; senza un organico adeguato secondo parametri europei 15,000 unità in meno; senza riconoscimento di lavoro particolarmente usurante in quanto spesso si è a contatto con materiali pericolosi, chimici e velenosi; senza una collocazione nell’ambito della Protezione Civile come struttura portante, e non un ruolo di manovalanza; senza nessun trattamento di missione o trasferta. In compenso siamo obbligati ad orari straordinari per far fronte alle calamità; a vigilanze nei locali pubblici fuori dall’orario ordinario e straordinario; a trattenerci in servizio per carenza di organico; a far fronte alla Campagna Antincendio Estiva fuori dall’orario di lavoro; a recarci nelle zone terremotate o permanere nei Comandi per attività "istituzionali"; a svolgere lavoro straordinario senza remunerazione che finirà a recupero ore; a restare in un comparto pubblicistico e patrimonio militaresco. Questa è la nostra "qualità della vita", ed è ora di dire basta. Perché i Vigili del Fuoco hanno una loro dignità, sono prima uomini e lavoratori e solo dopo tecnici e responsabili del soccorso nel paese. Il governo ci vuole militari e manovali e noi non possiamo accettarlo.
Rdb Vigili del Fuoco


30 giugno 2009 - Viterbo Oggi

Vigili del fuoco contro il governo
La protesta del corpo per l'ineguatezza delle risorse

Riceviamo e pubblichiamo - Il Sindacato di Base dei Vigili del Fuoco, protesta per la mancata approvazione da parte del Governo degli emendamenti, proposto in sede di conversione del decreto legge 28 aprile 2009 n. 39 sul "terremoto Abruzzo", che prevedevano adeguamenti di organici, mezzi ed l’indennità di soccorso per i Vigili del Fuoco. Protestiamo contro la disattenzione della politica, sia dei governi di destra che di sinistra, nei confronti dei Vigili del Fuoco, contro l'attuale Ministro dell’Interno Maroni che puntualmente ha disatteso gli impegni assunti in favore dei VV.F. durante quest'ultima calamità che ha colpito l'Italia intera.  Come RdB\CUB Vigili del Fuoco, sottolineiamo che il sisma dell’Abruzzo, ha ulteriormente messo a dura prova il CNVVF; questo evento ha messo in evidenza, se mai fosse stato necessario, la grave carenza d’organico del Corpo; la mancanza di risorse; la necessità di adeguamento economico del personale in linea con i salari europei; le condizioni vetuste, inaccettabili, di mezzi ed attrezzature di colonna mobile; e pertanto chiediamo un piano di ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature di soccorso, l’apertura di un tavolo di confronto tra Amministrazione e parti sociali per rivedere le norme interne al Corpo che regolano l'invio delle colonne mobili VV.F. in riferimento alle diverse tipologie di calamità al fine di migliorare ed accelerare l'arrivo dei soccorsi. Chiediamo la stabilizzazione dei precari del CNVVF attraverso l’assunzione di tutti gli idonei, ed un adeguamento economico alla luce della professionalità da sempre dimostrata dai Vigili del Fuoco. Riteniamo inaccettabile che ogni governo che passa, sull'onda dell'emergenza, della calamità riconosca al CNVVF meriti ed onori (!) e dopo, al solito, terminato l'effetto mediatico, si ritorna a trascurare cosa significa fare prevenzione in Italia; mancanza la cultura della prevenzione. Altri sindacati chiedono l'equiparazione alle forze di polizia, per noi un ulteriore ed inutile militarizzazione del Corpo, si lagnano, vogliono i "gradi" militari come i poliziotti, quasi portassero ad una risoluzione dei problemi. La RdB\CUB è da anni che ha presentato un progetto per far uscire il Corpo Nazionale dal Ministero dell'Interno, progetto che prevede di transitare al Dipartimento della Protezione Civile in qualità di colonna portante di questa struttura. Noi lavoratori del sindacato di base non sappiamo cosa farcene dei gradi, con questi non portiamo soccorso, noi pretendiamo attrezzature modern...
Invitiamo gli organi di stampa alla conferenza stampa dei delegati RdB\CUB VF di tutte regioni d’Italia presso i cancelli della sede dei Vigili del Fuoco di via Genova a Roma il giorno 1 luglio alle ore 11,30.


30 giugno 2009 - Bergamo news

La protesta - Anche i vigili del fuoco di Bergamo aderiranno alla manifestazione nazionale di Varese, organizzata per sollecitare l'adeguamento di organico del Corpo. Una promessa finora non mantenuta
Mancano mezzi, soldi e uomini, i pompieri vanno in piazza

Bergamo - Il Sindacato di Base dei Vigili del Fuoco, del Comando Provinciale di Bergamo protesta per la mancata approvazione da parte del Governo dell’emendamento, proposto in sede di conversione del decreto legge 28 aprile 2009 n. 39 sul "terremoto Abruzzo", che prevedeva adeguamenti di organici, mezzi ed l’indennità di soccorso per i Vigili del Fuoco. I pompieri reclamano contro la disattenzione della politica nei confronti dei Vigili del Fuoco, contro il Ministro dell’Interno Maroni e il Governo che puntualmente ha disatteso gli impegni assunti in favore dei VV.F. Si sottolinea che il sisma dell’Abruzzo ha ulteriormente messo a dura prova il Corpo, evidenziandone nuovamente la carenza d’organico, la mancanza di risorse ed adeguamento economico del personale, le condizioni vetuste ed inaccettabile di mezzi ed attrezzature di colonna mobile. Il sindacato chiede pertanto un piano di ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature di soccorso, la stabilizzazione dei precari ed un adeguamento economico alla luce della professionalità da sempre dimostrata dai Vigili del Fuoco. La stabilizzazione del personale precario del Comando di Bergamo ed i passaggi di qualifica da Vigile a Capo Squadra permetterebbe di completare la pianta organica dell’importantissimo distaccamento dei Vigili del Fuoco permanente di Dalmine, oggi presidiato saltuariamente quando in sede centrale vi è la possibilità di staccare una squadra ed inviarla presso il distaccamento. Con l’impegno costante, dal 6 aprile, presso la città de L’Aquila per portare soccorso alla popolazione gravemente colpita dal sisma, per la mancanza di copertura della pianta organica del distaccamento di Dalmine, per la mancanza di Capo Squadra e Capo Reparto di questo Comando, non si riesce ad aprire definitivamente il distaccamento di Dalmine, strategico punto di partenza per interventi di soccorso urgente a copertura di una vasta zona densamente popolata, con la numerosa presenza di siti industriali e vicinissima all’accesso autostradale. Per tutti questi motivi il Sindacato parteciperà al presidio presso la prefettura di Varese che si terrà lunedì 6 luglio dalle ore 11.00 in piazza Libertà 1.


29 giugno 2009 - Caserta news

Vigili del Fuoco: "Decreto Abruzzo: retribuiti male, trattati peggio! Solo promesse del governo e niente soldi!"

Roma – Dopo mesi di straordinario lavoro incessante nelle zone terremotate e nei luoghi di lavoro, il governo ha varato ieri sera il decreto "Abruzzo" contenente interventi economici anche per i Vigili del Fuoco.
Il decreto ufficiale del consiglio dei ministri parla 1,5 MLN di € per l'anno 2009 e 8 MLN di €. divisi a metà con la Protezione Civile, mentre agenzie di stampa riportano altre cifre da dividere con la polizia, per riparare i mezzi usurati, lavoro straordinario e trasferte a seguito delle fasi del terremoto.
A conti fatti, per i Vigili del Fuoco, possiamo affermare che volendo mantenerci a calcoli molto "esagerati" nelle tasche dei lavoratori entreranno cifre che sfiorano i 1,30 € medi lorde e procapite.
Sempre che questi soldi vengano destinati al personale. NON è DETTO!
Questa è l'elemosina che il governo ha pensato per i Vigili del Fuoco che da sempre assicurano il soccorso nel paese con orari di lavoro che sfiorano l'assurdo, ormai le 36 ore settimanali sono diventate un baluardo difficile da mantenere.
Ogni giorno per sopperire alle carenze di organico siamo "obbligati" a prestazioni lavorative che in alcuni casi superano le 96 ore settimanali, alla faccia della qualità della vita, se a ciò aggiungiamo che queste ore o non ci vengono retribuite e messe nella "banca ore" o quando vengono pagate questo avviene dopo anni, riteniamo la beffa sia insopportabile!
Diciamo che in questi tre mesi post terremoto abbiamo vissuto di tutto:
partenze notturne per le zone terremotate;
vissuto in tende al limite della decenza;
mangiato nei capannoni quello che "passa lo Stato": acqua riscaldata dal sole e rinfrescata nelle ore notturne - pasti alla meno peggio..
riposato nei "loculi" del poli/logistico;
lavori di "facchinaggio" e pulizie;
lavati quando è stato possibile dopo la riparazione dei "logistici";
ferie o permessi nemmeno a parlarne;
mezzi riparati quotidianamente per riuscire a lavorare;
trattenuti per l'emergenza e obbligati a prestazioni "istituzionali"(vigilanza ecc.) obbligati a rimanere in servizio;
orario straordinario dello straordinario per il soccorso!
D'ora in poi il giusto premio sarà quello di avere un'indennità di uno (1) €, solo quando lavori, come riconoscimento per tutti i sacrifici richiesti. Riteniamo che, questa sia l'ultima umiliazione che possiamo accettare, non ci hanno retribuito nemmeno le ore prestate nelle zone terremotate né tanto meno quelle prestate nelle sedi ed ora ci amareggiano con 1 €, RIPETIAMO, se verrà destinato al personale! Invitiamo gli organi di stampa alla conferenza stampa dei delegati RdB\CUB VF di tutte regioni d'Italia presso i cancelli della sede di via Genova Roma alle ore 11,30.


28 giugno 2009 - Il Manifesto

Sciopero generale il 3 luglio
di giulia torbidoni

I precari e i «fannulloni» della pubblica amministrazione si permettono di scioperare? Sì, il prossimo 3 luglio. E San Tommaso apostolo, santo del giorno, li perdonerà se in processione a Roma, al posto delle sue effigi, porteranno quelle della Beata Assunta. Che, pare, abbia dato la sua disponibilità per un'apparizione sotto palazzo Vidoni, sede del ministero della Funzione Pubblica. Tre le ore di sciopero annunciate per tutti comparti del pubblico impiego. I lavoratori della sanità, comparto che vive una seria emergenza, estenderanno, invece, lo sciopero all'intera giornata. È una «risposta forte ai contenuti del decreto Brunetta», dice la Rdb-Cub. Il provvedimento del ministro della Funzione Pubblica poneva il 30 giugno come termine ultimo per la chiusura delle stabilizzazioni dei precari, iniziate con le finanziarie del governo Prodi. Scadenza saltata. I tempi di approvazione del decreto si sono allungati per le elezioni. Inoltre, dice la Rdb-Cub, ci si è resi conto che «espellere i precari mette in sera difficoltà la pubblica amministrazione». Rimane però il limite del 31 dicembre, fissato dal ministro di Prodi, Luigi Nicolais. «In questi anni - sostiene il sindacato di base - centrodestra e centrosinistra si sono posti il problema di quanto 'far durare' i precari. Il problema, però, non è quello di far slittare i termini, ma stabilizzarli. Servono i finanziamenti, per rilanciare il pubblico impiego e migliorare i servizi per i cittadini».
I sindacati di base si dicono «gli unici ad essere legittimati a fare uno sciopero del genere, perché il decreto Brunetta mette in pratica il memorandum firmato da Cgil, Cisl e Uil». I punti del provvedimento da rigettare sono molti, a cominciare dal salario: la parte fissa è diversificata, causa federalismo e gabbie salariali; la parte variabile dipende dal rapporto con il proprio dirigente. C'è inoltre il pericolo che la progressione di carriera sia abolita o sottoposta a concorsi cui si può accedere solo con «valutazioni positive». La stessa contrattazione è «inesistente», perché «accorpare senza logica i comparti, significa impedire la democrazia sindacale e le libertà individuali e collettive». Da rigettare è anche l'incentivazione della meritocrazia. In realtà si tratta «di una valutazione fatta da soggetti esterni, senza contraddittorio e con scarsi riscontri oggettivi». I lavoratori verranno in questo modo suddivisi in tre fasce di valutazione, con diverse percentuale di salario di produttività. Da qui al 3 luglio saranno tante le iniziative e in tutta Italia. Assemblee unitarie in tutti i settori, biciclettate dei vigili del fuoco, presidi sotto le prefetture e volantinaggi.


28 giugno 2009 - Il Cittadino

Dopo le sollecitazioni locali, sembra aprirsi uno spiraglio che potrebbe portare alla caserma da insediare a Melegnano
Da Maroni una speranza per i pompieri
Il ministro ha inviato una lettera alla direzione dei vigili del fuoco
di Stefano Cornalba

Melegnano - Il ministro dell’Interno dà il via libera alla caserma dei vigili del fuoco. Ad annunciarlo è stato il sindaco di Melegnano Vito Bellomo: «Nei giorni scorsi, infatti - ha rivelato Bellomo -, il ministro Roberto Maroni ha inviato una lettera alla direzione regionale dei vigili del fuoco della Lombardia, contenente una relazione con una serie di richieste di modifiche e integrazioni al progetto». Anche il ministero, dunque, è sceso ufficialmente in campo per la caserma in città. La vicenda si trascina da diversi anni, da quando cioè il ministero dell’Interno e la provincia di Milano hanno scelto Melegnano come sede di un centro unificato di soccorso costituito da una caserma dei pompieri e da un presidio della protezione civile. Così, tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007 è stato approvato un protocollo d’intesa tra le parti interessate per definire le varie competenze. Da allora, però, tutto sembra essersi arenato. Recentemente sulla questione gli stessi pompieri hanno alzato la voce: «Attualmente - ha attaccato Gianluca Latini, delegato della rappresentanza sindacale di base dei vigili del fuoco di Milano - nell’intero Sudmilano non esiste neppure una caserma dei pompieri. Ecco perché nel territorio la nostra competenza ricade sino a San Zenone e addirittura sino a Cremona lungo l’asse della Paullese. Ma siamo impegnati anche lungo la via Emilia e sulla Binasca, sulla tangenziale e lungo l’autostrada, tutte infrastrutture transitate da migliaia di veicoli, per cui i rischi sono davvero all’ordine del giorno». Di qui l’appello del sindacalista: «A Melegnano - ha affermato Latini - la caserma dei pompieri è diventata un’assoluta necessità. Anche perché a breve a San Giuliano sorgerà l’Ikea, immenso centro commerciale destinato a radunare migliaia di cittadini». Non è un caso quindi che, presa carta e penna, un paio di mesi fa i vigili del fuoco di Milano abbiano scritto una lettera a Maroni. Ma, su richiesta di Bellomo, anche il parlamentare del Sudmilano Marco Rondini ha chiesto chiarimenti al ministro. E puntuale in questi giorni è arrivata la replica di Maroni, che ha aperto alle istanze del territorio. Il sindaco Bellomo, intanto, ha chiamato in causa anche la provincia di Milano, ente cui toccherebbe la realizzazione pratica della caserma. «Del resto - ha dichiarato il sindaco -, in tempi non sospetti il presidente Guido Podestà ci ha garantito il suo appoggio per l’intervento». Bellomo è pronto a bussare alla porta di palazzo Isimbardi: «Ringraziamo Rondini per il proficuo interessamento - ha confermato -, mentre a questo punto dobbiamo perorare la nostra causa presso l’amministrazione provinciale di centrodestra. Solo con un gioco di squadra tra enti locali, provincia e Stato centrale, infatti, sarà possibile realizzare finalmente un’opera tanto fondamentale per l’intero territorio».


27 giugno 2009 - Liberazione

RdB Cub, Cobas e SdL chiamano alla lotta. «Il 3 luglio corteo al ministero»
Gli statali a Brunetta: «Sciopero generale»

Altro che "lotta ai fannulloni". Il vero obiettivo del ministro Renato Brunetta non è certo quello di rendere più efficiente la pubblica amministrazione, ma di abbassarne i costi tagliando i salari e riducendo il personale, per poi affidare via via ai privati la gestione del maggior numero possibile di servizi. In questa direzione vanno il famigerato decreto "ammazzaprecari" e le norme che puntano a rendere più facile il licenziamento dei lavoratori tramite generiche accuse di "scarso rendimento", giustificate sulla base di valutazioni effettuate da soggetti esterni senza alcuna possibilità di controllo e di verifica. E' a partire da questa analisi e da questa convinzione che le categorie pubbliche dei sindacati che si riconoscono nel Patto di Base (RdB-Cub, Cobas e SdL Intercategoriale) hanno proclamato per il 3 luglio lo sciopero generale del settore - tre ore a fine turno, l'intera giornata per la sanità - accompagnato da iniziative a Roma, Milano e nelle maggiori città italiane.
L'appuntamento più importante è quello delle 10.30 sotto le finestre di Palazzo Vidoni, sede del ministero della Funzione Pubblica, dove è stata organizzata "la fiera della P.A.", una parodia del forum istituzionale della pubblica amministrazione che c'è ogni anno. In coerenza con lo spirito dissacrante della protesta, saranno montate attrazioni fieristiche animate dai lavoratori pubblici precari delle diverse categorie. Per invocare la loro stabilizzazione, i precari daranno anche vita a una processione intorno al ministero in onore di "Beata Assunta", la santa protettrice della loro lotta, di cui viene annunciata "l'apparizione".
"San Precario" sarà invece il "nume tutelare" dell'iniziativa di Milano, che partirà alle 16 in piazza San Babila. La giornata di lotta del 3 luglio sarà preceduta da altre iniziative, tra cui la biciclettata di protesta dei vigili del fuoco prevista per il primo luglio nel centro di Roma, contro la mancanza di risorse che penalizza la categoria. Basti pensare che la legge di conversione del decreto Abruzzo stanzia per i vigili del fuoco, tanto elogiati in occasione del terremoto, la miseria di un euro a testa.
Per quanto riguarda la Sanità, lo sciopero, come detto, sarà per l'intera giornata. Qui i sindacati del Patto di Base contestano l'«umiliante» rinnovo del biennio economico 2008-09 sottoscritto da Cgil Cisl Uil. Tanto per cominciare «i tanto decantati 92 euro» di aumento non sono il dato medio bensì il beneficio di cui godrà solo una parte dei lavoratori, e precisamente «la categoria Ds6». Non basta: «Le indennità di disagio lavorativo - obietta una nota a firma della RdB Cub P.I. Sanità - restano invariate, nonostante che il disagio lavorativo sia fortemente aumentato; i fondi contrattuali restano fermi al 31 dicembre 2007, quindi sottratti al rinnovo e attaccati fortemente dai piani di rientro regionali; anche lo 0,8% di incremento regionale legato a progetti di miglioramento del servizio è subordinato alla disponibilità di risorse individuate dai piani di rientro, quindi «non solo non lo avranno tutti ma è da confermare di anno in anno e comunque non sarà pensionabile».
Tutto il pubblico impiego è invece mobilitato contro il sistema "premiante" previsto dal decreto Brunetta: «Solo al 25% del personale, valutato dal dirigente nella fascia alta di merito, spetterà il 50% del trattamento accessorio; al 50% del personale collocato nella fascia media corrisponderà l'altro 50% del trattamento mentre al restante 25%, collocato nella fascia bassa, non spetterà neanche un euro di salario accessorio», spiega una nota della Confederazione Cobas. Un sistema così rigido è totalmente privo di logica: «Come è pensabile poter affermare senza ripercussioni sull'attività lavorativa che in una struttura pubblica di cento persone solo 25 siano meritevoli dell'intero compenso?», si chiede la Rdb Cub.
Insomma, lo schema è quello classico: attaccare diritti e retribuzioni dei lavoratori per ridimensionare il servizio pubblico. SdL Intercategoriale denuncia così «la volontà del governo di chiudere centinaia di uffici pubblici attraverso provvedimenti di riorganizzazione della pubblica amministrazione», nonché «il gravissimo attacco alla democrazia nei luoghi di lavoro con la decisione del governo di impedire lo svolgimento delle prossime elezioni dei rappresentanti sindacali dei lavoratori nel pubblico impiego».
L'epicentro dello scontro sono i precari, che per ora brindano allo scampato pericolo per la non entrata in vigore del decreto che fissava al 30 giugno la data di scadenza per le stabilizzazioni. Uno slittamento dovuto alla pausa dei lavori del Parlamento legata alla tornata elettorale e che, tuttavia, non mette i precari al riparo da mannaie successive. I sindacati del Patto di Base contestano la logica «comune a centro destra e centro sinistra» per cui per i processi di stabilizzazione ci debba essere per forza una scadenza e chiedono invece «la continuazione e l'estensione delle stabilizzazioni».


27 giugno 2009 - Il Cittadino

Dopo le sollecitazioni locali, sembra aprirsi uno spiraglio che potrebbe portare alla caserma da insediare a Melegnano
Da Maroni una speranza per i pompieri
Il ministro ha inviato una lettera alla direzione dei vigili del fuoco
di Stefano Cornalba

Melegnano - Il ministro dell’Interno dà il via libera alla caserma dei vigili del fuoco. Ad annunciarlo è stato il sindaco di Melegnano Vito Bellomo: «Nei giorni scorsi, infatti - ha rivelato Bellomo -, il ministro Roberto Maroni ha inviato una lettera alla direzione regionale dei vigili del fuoco della Lombardia, contenente una relazione con una serie di richieste di modifiche e integrazioni al progetto». Anche il ministero, dunque, è sceso ufficialmente in campo per la caserma in città. La vicenda si trascina da diversi anni, da quando cioè il ministero dell’Interno e la provincia di Milano hanno scelto Melegnano come sede di un centro unificato di soccorso costituito da una caserma dei pompieri e da un presidio della protezione civile. Così, tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007 è stato approvato un protocollo d’intesa tra le parti interessate per definire le varie competenze. Da allora, però, tutto sembra essersi arenato. Recentemente sulla questione gli stessi pompieri hanno alzato la voce: «Attualmente - ha attaccato Gianluca Latini, delegato della rappresentanza sindacale di base dei vigili del fuoco di Milano - nell’intero Sudmilano non esiste neppure una caserma dei pompieri. Ecco perché nel territorio la nostra competenza ricade sino a San Zenone e addirittura sino a Cremona lungo l’asse della Paullese. Ma siamo impegnati anche lungo la via Emilia e sulla Binasca, sulla tangenziale e lungo l’autostrada, tutte infrastrutture transitate da migliaia di veicoli, per cui i rischi sono davvero all’ordine del giorno». Di qui l’appello del sindacalista: «A Melegnano - ha affermato Latini - la caserma dei pompieri è diventata un’assoluta necessità. Anche perché a breve a San Giuliano sorgerà l’Ikea, immenso centro commerciale destinato a radunare migliaia di cittadini». Non è un caso quindi che, presa carta e penna, un paio di mesi fa i vigili del fuoco di Milano abbiano scritto una lettera a Maroni. Ma, su richiesta di Bellomo, anche il parlamentare del Sudmilano Marco Rondini ha chiesto chiarimenti al ministro. E puntuale in questi giorni è arrivata la replica di Maroni, che ha aperto alle istanze del territorio. Il sindaco Bellomo, intanto, ha chiamato in causa anche la provincia di Milano, ente cui toccherebbe la realizzazione pratica della caserma. «Del resto - ha dichiarato il sindaco -, in tempi non sospetti il presidente Guido Podestà ci ha garantito il suo appoggio per l’intervento». Bellomo è pronto a bussare alla porta di palazzo Isimbardi: «Ringraziamo Rondini per il proficuo interessamento - ha confermato -, mentre a questo punto dobbiamo perorare la nostra causa presso l’amministrazione provinciale di centrodestra. Solo con un gioco di squadra tra enti locali, provincia e Stato centrale, infatti, sarà possibile realizzare finalmente un’opera tanto fondamentale per l’intero territorio».


26 giugno 2009 - La Sicilia

Vigili del fuoco
Protesta della Rdb/Cub per i mancati interventi
e l'organico ridotto dopo il terremoto in Abruzzo

Catania - Il sindacato di base dei vigili del fuoco, del Comando provinciale di Catania protesta per la mancata approvazione da parte del Governo dell'emendamento, proposto in sede di conversione del decreto legge 28 aprile 2009 n. 39 sul "terremoto Abruzzo", che prevedeva adeguamenti di organici, mezzi ed l'indennità di soccorso per i vigili del fuoco. «Protestiamo contro la disattenzione della politica nei confronti dei vigili del Fuoco, contro il Ministro dell'Interno Maroni e questo governo che puntualmente ha disatteso gli impegni assunti».
Come RdB\CUB vigili del fuoco, sottolinea che il sisma dell'Abruzzo, ha ulteriormente messo a dura prova il Cnvvf, in quest'evento ha evidenza, se mai fosse stato necessario, la carenza d'organico del Corpo, la mancanza di risorse ed adeguamento economico del personale, le condizioni vetuste ed inaccettabile di mezzi ed attrezzature di colonna mobile, pertanto chiediamo un piano di ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature di soccorso del Copro, la stabilizzazione dei precari del Cnvvf attraverso l'assunzione di tutti gli idonei e un adeguamento economico alla luce della professionalità da sempre dimostrata dai vigili del fuoco. Il Coordinamento Provinciale VV.F. RdB\CUB PI di Catania fa presente che nel locale Comando di Catania vi è una carenza d'organico operativo cronica, e se aggiungiamo che per affrontare l'imminente campagna boschiva (senza tra l'altro accordo Antincendio Boschivo 2009) si avranno 5 squadre operative in meno si può notare bene che vi saranno grossi problemi organizzativi ed economici da affrontare in una sede logistica storica carente di automezzi nuovi ed efficienti.


25 giugno 2009 - Adnkronos

VIGILI DEL FUOCO: SINDACATO DI BASE, DAL GOVERNO SOLO UN' ELEMOSINA
IL 1 LUGLIO CONFERENZA STAMPA A ROMA

Roma, 25 giu. - (Adnkronos) - Parlano di «elemosina» del governo le RdB-Cub, il Sindacato di Base dei Vigili del Fuoco che per il 1 luglio, alle 11.30 a Roma, davanti all'entrata di servizio del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Roma in via Genova, hanno indetto una conferenza stampa dei delegati regionali dei Vigili del Fuoco per «evidenziare la situazione del soccorso nel Paese che si è determinata in particolar modo post terremoto». «Dopo mesi di straordinario lavoro incessante nelle zone terremotate e nei luoghi di lavoro -si legge in una nota- il governo ha varato ieri sera il decreto 'Abruzzò contenente interventi economici anche per i Vigili del Fuoco. Il decreto ufficiale del Consiglio dei ministri parla 1,5 milioni di euro per l'anno 2009 e 8 milioni di euro divisi a metà con la Protezione civile, mentre agenzie di stampa riportano altre cifre da dividere con la Polizia, per riparare i mezzi usurati, lavoro straordinario e trasferte a seguito delle fasi del terremoto». «A conti fatti, per i Vigili del Fuoco -si legge ancora nella nota- possiamo affermare che volendo mantenerci a calcoli molto 'esageratì nelle tasche dei lavoratori entreranno cifre che sfiorano i 1,30 euro medi lordi e procapite». Per il Sindacato di Base, «questa è l'elemosina che il governo ha pensato per i Vigili del Fuoco che da sempre assicurano il soccorso nel paese con orari di lavoro che sfiorano l'assurdo, ormai le 36 ore settimanali sono diventate un baluardo difficile da mantenere».


25 giugno 2009 - Blog di Francesco Barilli

"Il governo ci vuole come semplici manovali del soccorso"
Intervista ad Antonio Jiritano, coordinatore nazionale RdB Vigili del Fuoco
di Francesco "baro" Barilli

Spesso li vediamo prodigarsi in situazioni di calamità naturali, lavorando sodo e restando lontani dalle telecamere, quando altri approfittano delle circostanze per passerelle mediatiche, elettorali o pubblicitarie. Sappiamo immaginare le complesse problematiche che fronteggiano nelle attività di soccorso, ma non quelle quotidiane che si trovano a sostenere. Per colmare questa lacuna abbiamo incontrato Antonio Jiritano, 54 anni, coordinatore nazionale delle Rappresentanze Sindacali di Base per il corpo dei Vigili del Fuoco.
Sono entrato nei vigili del fuoco giovanissimo, nel 75. La vita all’inizio era ben diversa da come l’avevo immaginata: l’orario di lavoro era di 24 ore di lavoro e 24 ore libere (ma tra lo smontare ed il montare era più il tempo in caserma che quello fuori). Ma soprattutto la caserma non era un vero posto di lavoro: i vigili del fuoco uscivano da una vita da militari che non tutti avevano metabolizzato. Esistevano ancora i marescialli, i "capi" che ti obbligavano a fare le peggiori cose, dalla pulizia dei cessi al lavaggio dei pentoloni.
E’ da queste vessazioni che comincia la tua attività sindacale?
Sì. Fino a pochi anni prima era vietata, e per uno come me, arrivato dalle file del PCI come tesserato e militante, era d’obbligo avere la tessera CGIL. I primi anni siamo riusciti a coinvolgere un bel gruppo di persone. Le nostre rivendicazioni erano tutte interne al posto di lavoro, mai questioni generali: non avevamo ancora una percezione più ampia del sindacato. Il rapporto con la CGIL finisce negli anni 80: si cominciava ad avvertire quello che succedeva nelle fabbriche, con le politiche deboli e concertative del sindacato. L’altra svolta avvenne quando, a Roma, sentii parlare dei sindacati di base, che lottavano per un salario migliore, i passaggi di qualifica, la democrazia nei posti di lavoro. Tutti argomenti che erano patrimonio dei lavoratori, ma in CGIL non diventavano "nostro patrimonio". Incuriosito presi contatti con questi colleghi di base, partecipai ad alcune riunioni dentro i peggiori scantinati di Roma (ci chiamavano carbonari ed avevano ragione). Rientrato nel mio posto di lavoro, dopo varie riunioni decisi di lasciare la segreteria CGIL.
In quali campi avete avanzato le vostre battaglie e proposte?
In tutti i campi. Dal salario adeguato alla nostra specializzazione, ad un sistema di protezione civile diverso (dove i vigili del fuoco siano il perno centrale, attorno a cui deve ruotare il sistema dei soccorsi nel paese), dalle battaglie per l’indennità di rischio a quella per la sicurezza nelle sedi di servizio, fino a quella per un sistema previdenziale che ci individui come lavoratori a rischio… Battaglie non solo contro il governo, ma pure verso i sindacati confederali che si vedevano scavalcati.
Negli anni recenti c’è un momento che vedi come una svolta?
Direi fra il 2004 e il 2005, quando il corpo nazionale VV.F ha subito un ritorno a un passato vecchio di trent’anni, quando eravamo militarizzati. Abbiamo fatto lotte da Milano a Palermo, occupazioni e blocchi di ogni genere, anche in luoghi vietatissimi come la piazza antistante il parlamento, finita con fermi di polizia e qualche denuncia. La battaglia contro la militarizzazione l’abbiamo persa. Avevamo contro governo, CISL e UIL, e altri sindacati all’uopo creati e foraggiati dalla destra. Alla fine siamo stati l’unica opposizione al sistema che ci voleva militarizzati, gli unici che insistevano sul ruolo sociale dei VV.F. Anche al nostro interno credo che molta gente si sia fatta irretire da miraggi di grandi guadagni che non sono mai arrivati. Alla fine quello che sostenevamo come sindacato di base si è avverato nel tempo: sempre più militarizzati (saluto, senza barba, senza orecchini, stivali lucidi, gerarchia, senza contrattazione, senza soldi) e senza alcuna valorizzazione per la nostra professionalità. Per non parlare di come sono trattati gli operatori amministrativi, che sembrano una struttura estranea, quasi un peso (c’è chi li vorrebbe fuori dal corpo nazionale VV.F .).
Il rapporto col governo attuale?
Dal suo insediamento il governo ha dichiarato (a parole…) grande sensibilità per i Vigili del Fuoco. Oggi, dopo l’ennesima calamità, è dimostrato che non si può pensare di soccorrere la popolazione senza il nostro impiego: farlo significherebbe pagare un tributo in vite umane troppo alto. Tutto questo anche per le condizioni in cui è lasciato il paese dai nostri governanti, centrali e periferici: incuria del territorio, mancanza di una cultura della prevenzione, scarsità di specialisti del soccorso pronti ad intervenire immediatamente.
In questo momento è naturale chiederti qualcosa sulle vostre condizioni dopo il terremoto in Abruzzo.
Siamo senza contratto di lavoro, scaduto da un anno e mezzo; con mezzi di soccorso carenti o spesso obsoleti e inefficienti; senza attrezzature tecnologiche all’avanguardia per migliorare la qualità del soccorso tecnico urgente alla popolazione; senza riconoscimento di lavoro particolarmente usurante (spesso siamo a contatto con materiali pericolosi, chimici e velenosi); con un organico inadeguato ai parametri europei (circa 15.000 unità in meno). Per non parlare degli straordinari cui siamo obbligati, vuoi per esigenze particolari, vuoi per supplire a carenze d’organico… Tutto questo avviene perché operiamo nell’ambito della Protezione Civile, ma con un ruolo di manovalanza, non come struttura portante; avviene perché il governo ci vuole come semplici militari e manovali. I cittadini sono abituati, giustamente, a chiederci aiuto. Ma oggi sono i soccorritori a chiedere aiuto ai cittadini per rimettere in piedi il soccorso in Italia…


25 giugno 2009 - Melito online

Roma, conferenza stampa per il 1° luglio 2009, Vigili del Fuoco "colorata"
ORE 11,30 – 1 – LUGLIO 2009

Roma 25 giugno 2009. Il Sindacato di Base dei Vigili del Fuoco invita i giornalisti della stampa e della televisione ad intervenire alla conferenza stampa indetta dai delegati regionali dei Vigili del Fuoco, per evidenziare la situazione del soccorso nel paese che si è determinata in particolar modo post terremoto. La conferenza stampa "vivace" si terrà antistante l’entrata di servizio del Comando provinciale VV.F. di Roma via Genova angolo via Nazionale. Vi rinnoviamo la richiesta di partecipazione, dove sarà consegnato il materiale di denuncia sulle attività di soccorso tecnico urgente alla popolazione da parte dei Vigili del fuoco.
f.to p. la RdB/CUB - Antonio Jiritano

Decreto Abruzzo: retribuiti male, trattati peggio!
Solo promesse del governo e niente soldi!
Vigili del Fuoco – Conferenza stampa

Roma 25 giugno 2009. Dopo mesi di straordinario lavoro incessante nelle zone terremotate e nei luoghi di lavoro, il governo ha varato ieri sera il decreto "Abruzzo" contenente interventi economici anche per i Vigili del Fuoco. Il decreto ufficiale del consiglio dei ministri parla 1,5 MLN di € per l’anno 2009 e 8 MLN di €. divisi a metà con la Protezione Civile, mentre agenzie di stampa riportano altre cifre da dividere con la polizia, per riparare i mezzi usurati, lavoro straordinario e trasferte a seguito delle fasi del terremoto. A conti fatti, per i Vigili del Fuoco, possiamo affermare che volendo mantenerci a calcoli molto "esagerati" nelle tasche dei lavoratori entreranno cifre che sfiorano i 1,30 € medi lorde e procapite. Sempre che questi soldi vengano destinati al personale. NON è DETTO! Questa è l’elemosina che il governo ha pensato per i Vigili del Fuoco che da sempre assicurano il soccorso nel paese con orari di lavoro che sfiorano l’assurdo, ormai le 36 ore settimanali sono diventate un baluardo difficile da mantenere. Ogni giorno per sopperire alle carenze di organico siamo "obbligati" a prestazioni lavorative che in alcuni casi superano le 96 ore settimanali, alla faccia della qualità della vita, se a ciò aggiungiamo che queste ore o non ci vengono retribuite e messe nella "banca ore" o quando vengono pagate questo avviene dopo anni, riteniamo la beffa sia insopportabile!
Diciamo che in questi tre mesi post terremoto abbiamo vissuto di tutto:
partenze notturne per le zone terremotate;
vissuto in tende al limite della decenza;
mangiato nei capannoni quello che "passa lo Stato": acqua riscaldata dal sole e rinfrescata nelle ore notturne – pasti alla meno peggio..
riposato nei "loculi" del poli/logistico;
lavori di "facchinaggio" e pulizie;
lavati quando è stato possibile dopo la riparazione dei "logistici";
ferie o permessi nemmeno a parlarne;
mezzi riparati quotidianamente per riuscire a lavorare;
trattenuti per l’emergenza e obbligati a prestazioni "istituzionali"(vigilanza ecc.)
obbligati a rimanere in servizio;
orario straordinario dello straordinario per il soccorso!
D’ora in poi il giusto premio sarà quello di avere un’indennità di uno (1) €, solo quando lavori, come riconoscimento per tutti i sacrifici richiesti. Riteniamo che, questa sia l’ultima umiliazione che possiamo accettare, non ci hanno retribuito nemmeno le ore prestate nelle zone terremotate né tanto meno quelle prestate nelle sedi ed ora ci amareggiano con 1 €, RIPETIAMO, se verrà destinato al personale! Invitiamo gli organi di stampa alla conferenza stampa dei delegati RdB\CUB VF di tutte regioni d’Italia presso i cancelli della sede di via Genova Roma alle ore 11,30.
p. la RdB/CUB - Antonio Jiritano


25 giugno 2009 - Termoli online

Decreto Abruzzo, gli interventi stabiliti deludono i Vigili del Fuoco

Dopo mesi di straordinario lavoro incessante nelle zone terremotate e nei luoghi di lavoro, il governo ha varato ieri sera il decreto "Abruzzo" contenente interventi economici anche per i Vigili del Fuoco. Il decreto ufficiale del consiglio dei ministri parla 1,5 mln di € per l’anno 2009 e 8 mln di €. divisi a metà con la Protezione Civile, mentre agenzie di stampa riportano altre cifre da dividere con la polizia, per riparare i mezzi usurati, lavoro straordinario e trasferte a seguito delle fasi del terremoto. A conti fatti, per i Vigili del Fuoco, possiamo affermare che volendo mantenerci a calcoli molto "esagerati" nelle tasche dei lavoratori entreranno cifre che sfiorano i 1,30 € medi lorde e procapite. Sempre che questi soldi vengano destinati al personale. NON è DETTO! Questa è l’elemosina che il governo ha pensato per i Vigili del Fuoco che da sempre assicurano il soccorso nel paese con orari di lavoro che sfiorano l’assurdo, ormai le 36 ore settimanali sono diventate un baluardo difficile da mantenere. Ogni giorno per sopperire alle carenze di organico siamo "obbligati" a prestazioni lavorative che in alcuni casi superano le 96 ore settimanali, alla faccia della qualità della vita, se a ciò aggiungiamo che queste ore o non ci vengono retribuite e messe nella "banca ore" o quando vengono pagate questo avviene dopo anni, riteniamo la beffa sia insopportabile! Diciamo che in questi tre mesi post terremoto abbiamo vissuto di tutto: partenze notturne per le zone terremotate; vissuto in tende al limite della decenza; mangiato nei capannoni quello che "passa lo Stato": acqua riscaldata dal sole e rinfrescata nelle ore notturne - pasti alla meno peggio..; riposato nei "loculi" del poli/logistico; lavori di "facchinaggio" e pulizie; lavati quando è stato possibile dopo la riparazione dei "logistici"; ferie o permessi nemmeno a parlarne; mezzi riparati quotidianamente per riuscire a lavorare; trattenuti per l’emergenza e obbligati a prestazioni "istituzionali"(vigilanza ecc.); obbligati a rimanere in servizio; orario straordinario dello straordinario per il soccorso! D’ora in poi il giusto premio sarà quello di avere un’indennità di uno (1) €, solo quando lavori, come riconoscimento per tutti i sacrifici richiesti. Riteniamo che, questa sia l’ultima umiliazione che possiamo accettare, non ci hanno retribuito nemmeno le ore prestate nelle zone terremotate né tanto meno quelle prestate nelle sedi ed ora ci amareggiano con 1 €, RIPETIAMO, se verrà destinato al personale!


24 giugno 2009 - Agenfax

MILANO, VIGILI DEL FUOCO: …NEMMENO PIÙ LE MUTANDE!

Milano (rdb cub. 24/6) - Il Sindacato di Base dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Milano, protesta per la mancata approvazione da parte del Governo dell’emendamento, proposto in sede di conversione del decreto legge sul "terremoto Abruzzo", che prevedeva adeguamenti di organici, mezzi e l’indennità di soccorso per i Vigili delFuoco. Protestiamo contro la disattenzione della politica nei confronti dei Vigili del Fuoco, contro il Ministro dell’Interno Maroni e questo Governo che puntualmente ha disatteso gli impegni assunti in favore dei VV.F., rendendo la categoria "nuda" davanti ai propri impegni professionali. Come RdB\CUB Vigili del Fuoco, sottolineiamo che il sisma dell’Abruzzo, ha ulteriormente messo e duraprova il CNVVF. Questo evento ha messo in evidenza, se mai fosse stato necessario, la carenza d’organico generale, ed inparticolare per il comando di Milano, che accusa una mancanza del 72% di Capi Reparto e del 37% di CapiSquadra per cui, solo nei primi 3 mesi del 2009, sono state effettuate 13.000 ore di straordinario, che tral’altro non si sa se e quando verranno pagate, visto che si stanno ancora aspettando gli straordinari del 2008. Da evidenziare che dalle prime fasi del terremoto la "grande" regione Lombardia, quella che dovrebbe esseretra le prime in Europa quanto a industrializzazione e reddito, quindi con un ritorno in materia di garanzia del soccorso ai cittadini, ha già ridotto del 33% il personale in Abruzzo, ed ora il Direttore Regionale VVF hachiesto all’amministrazione centrale, un ulteriore riduzione a meno della metà del contingente, perché icomandi della regione stanno scoppiando e non reggono più gli impegni! Mancano le risorse e un adeguamento economico del personale (il contratto e scaduto da un anno e mezzo equanto prospettato per il rinnovo, contempla cifre umilianti). Condizioni vetuste ed inaccettabili di mezzi, visto che ci sono ancora mezzi del 1971 con guida a destra, cioè roba che farebbe la sua figura in un museo (se fosse in degne condizioni estetiche), ma non certo nel soccorso tecnico urgente quotidiano; ed anche per quelli di nuova generazione che hanno riscontrato gravi "vizi occulti"ai telai, si ricorre a saldature per contenere le spese, giocando con la pelle degli operatori e dei cittadini. Attrezzature di colonna mobile ai minimi termini: per tutta la regione Lombardia dal 2004, sono stati accreditati solo 193313,26 euro, di cui la maggior parte scialacquati per riparare un mezzo anfibio del 1972, che infatti si è fermato per strada appena uscito dalla sede di servizio. Si chiede pertanto un piano di ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature di soccorso del Corpo, la stabilizzazione dei precari del CNVVF attraverso l’assunzione di tutti gli idonei, un trattamento pensionistico adeguato alle attività particolarmente usuranti svolte, ed adeguamento economico alla luce della professionalità da sempre dimostrata dai Vigili del Fuoco. La RdB/CUB VVF si sta organizzando per intraprendere iniziative di lotta già dai prossimi giorni.


24 giugno 2009 - Varese news

Il sindacato di base dei vigili del fuoco protesta
In una nota, l'RdB/Cub dei vigili del fuoco di Milano lamenta la mancata approvazione da parte del Governo dell'emendamento che prevedeva adeguamenti di mezzi e uomini

Milano - Il Sindacato di Base dei Vigili del Fuoco, del Comando Provinciale di Milano, protesta per la mancata approvazione da parte del Governo dell’emendamento, proposto in sede di conversione del decreto legge sul "terremoto Abruzzo", che prevedeva adeguamenti di organici, mezzi e l’indennità di soccorso per i Vigili delFuoco. Protestiamo contro la disattenzione della politica nei confronti dei Vigili del Fuoco, contro il Ministro dell’Interno Maroni e questo Governo che puntualmente ha disatteso gli impegni assunti in favore dei VV.F., rendendo la categoria "nuda" davanti ai propri impegni professionali. Come RdB\CUB Vigili del Fuoco, sottolineiamo che il sisma dell’Abruzzo, ha ulteriormente messo e dura prova il CNVVF. Questo evento ha messo in evidenza, se mai fosse stato necessario, la carenza d’organico generale, ed in particolare per il comando di Milano, che accusa una mancanza del 72% di Capi Reparto e del 37% di Capi Squadra per cui, solo nei primi 3 mesi del 2009, sono state effettuate 13.000 ore di straordinario, che tra l’altro non si sa se e quando verranno pagate, visto che si stanno ancora aspettando gli straordinari del 2008. Da evidenziare che dalle prime fasi del terremoto la "grande" regione Lombardia, quella che dovrebbe essere tra le prime in Europa quanto a industrializzazione e reddito, quindi con un ritorno in materia di garanzia del soccorso ai cittadini, ha già ridotto del 33% il personale in Abruzzo, ed ora il Direttore Regionale VVF ha chiesto all’amministrazione centrale, un ulteriore riduzione a meno della metà del contingente, perché i comandi della regione stanno scoppiando e non reggono più gli impegni! Mancano le risorse e un adeguamento economico del personale (il contratto e scaduto da un anno e mezzo e quanto prospettato per il rinnovo, contempla cifre umilianti). Condizioni vetuste ed inaccettabili di mezzi, visto che ci sono ancora mezzi del 1971 con guida a destra, cioè roba che farebbe la sua figura in un museo (se fosse in degne condizioni estetiche), ma non certo nel soccorso tecnico urgente quotidiano; ed anche per quelli di nuova generazione che hanno riscontrato gravi "vizi occulti"ai telai, si ricorre a saldature per contenere le spese, giocando con la pelle degli operatori e dei cittadini. Attrezzature di colonna mobile ai minimi termini: per tutta la regione Lombardia dal 2004, sono stati accreditati solo 193313,26 euro, di cui la maggior parte scialacquati per riparare un mezzo anfibio del 1972,che infatti si è fermato per strada appena uscito dalla sede di servizio. Si chiede pertanto un piano di ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature di soccorso del Corpo, la stabilizzazione dei precari del CNVVF attraverso l’assunzione di tutti gli idonei, un trattamento pensionistico adeguato alle attività particolarmente usuranti svolte, ed adeguamento economico alla luce della professionalità da sempre dimostrata dai Vigili del Fuoco. La RdB/CUB VVF si sta organizzando per intraprendere iniziative di lotta già dai prossimi giorni.


24 giugno 2009 - Corriere di Maremma

LA PROTESTA. RdB attacca: "Situazione insostenibile"
Vigili del fuoco sul piede di guerra

Grosseto – I vigili del fuoco maremmani sul piede di guerra. La Federazione di Grosseto delle Rappresentanze Sindacali di base (RdB) ha reso pubblico un documento per protestare contro la mancata approvazione da parte del Governo dell’emendamento sul "terremoto Abruzzo" che prevede adeguamenti di organici, mezzi, indennità di soccorso per i vigili del fuoco. "Protestiamo contro la disattenzione della politica, contro il ministro Maroni e questo Governo che ha puntualmente disatteso gli impegni assunti in favore dei vigili del fuoco. Il sisma dell’Abruzzo ha ulteriormente messo a dura prova il Corpo, dimostrando l’abnegazione e la professionalità dell’organico nonostante le carenze. Non ci viene riconosciuto nemmeno il lavoro usurante. Pertanto chiediamo un piano di ammodernamento e la stabilizzazione dei precari. Nei prossimi giorni RdB Vigili del fuoco deciderà se attuare iniziative eclatanti per porre all’attenzione di tutti i cittadini italiani questa situazione insostenibile".


24 giugno 2009 - Corriere di Maremma

LA PROTESTA. RdB attacca: "Situazione insostenibile"
Vigili del fuoco sul piede di guerra

Grosseto – I vigili del fuoco maremmani sul piede di guerra. La Federazione di Grosseto delle Rappresentanze Sindacali di base (RdB) ha reso pubblico un documento per protestare contro la mancata approvazione da parte del Governo dell’emendamento sul "terremoto Abruzzo" che prevede adeguamenti di organici, mezzi, indennità di soccorso per i vigili del fuoco. "Protestiamo contro la disattenzione della politica, contro il ministro Maroni e questo Governo che ha puntualmente disatteso gli impegni assunti in favore dei vigili del fuoco. Il sisma dell’Abruzzo ha ulteriormente messo a dura prova il Corpo, dimostrando l’abnegazione e la professionalità dell’organico nonostante le carenze. Non ci viene riconosciuto nemmeno il lavoro usurante. Pertanto chiediamo un piano di ammodernamento e la stabilizzazione dei precari. Nei prossimi giorni RdB Vigili del fuoco deciderà se attuare iniziative eclatanti per porre all’attenzione di tutti i cittadini italiani questa situazione insostenibile".


24 giugno 2009 - Uno Notizie

VIGILI DEL FUOCO/ nemmeno più le mutande!

MILANO (UnoNotizie.it) - Il Sindacato di Base dei Vigili del Fuoco, del Comando Provinciale di Milano, protesta per la mancata approvazione da parte del Governo dell’emendamento, proposto in sede di conversione del decreto legge sul "terremoto Abruzzo", che prevedeva adeguamenti di organici, mezzi e l’indennità di soccorso per i Vigili delFuoco. Protestiamo contro la disattenzione della politica nei confronti dei Vigili del Fuoco, contro il Ministro dell’Interno Maroni e questo Governo che puntualmente ha disatteso gli impegni assunti in favore dei VV.F., rendendo la categoria "nuda" davanti ai propri impegni professionali. Come RdB\CUB Vigili del Fuoco, sottolineiamo che il sisma dell’Abruzzo, ha ulteriormente messo a dura prova il CNVVF. Questo evento ha messo in evidenza, se mai fosse stato necessario, la carenza d’organico generale, ed inparticolare per il comando di Milano, che accusa una mancanza del 72% di Capi Reparto e del 37% di CapiSquadra per cui, solo nei primi 3 mesi del 2009, sono state effettuate 13.000 ore di straordinario, che tral’altro non si sa se e quando verranno pagate, visto che si stanno ancora aspettando gli straordinari del 2008. Da evidenziare che dalle prime fasi del terremoto la "grande" regione Lombardia, quella che dovrebbe esseretra le prime in Europa quanto a industrializzazione e reddito, quindi con un ritorno in materia di garanzia delsoccorso ai cittadini, ha già ridotto del 33% il personale in Abruzzo, ed ora il Direttore Regionale VVF hachiesto all’amministrazione centrale, un ulteriore riduzione a meno della metà del contingente, perché icomandi della regione stanno scoppiando e non reggono più gli impegni! Mancano le risorse e un adeguamento economico del personale (il contratto e scaduto da un anno e mezzo equanto prospettato per il rinnovo, contempla cifre umilianti). Condizioni vetuste ed inaccettabili di mezzi, visto che ci sono ancora mezzi del 1971 con guida a destra, cioèroba che farebbe la sua figura in un museo (se fosse in degne condizioni estetiche), ma non certo nel soccorsotecnico urgente quotidiano; ed anche per quelli di nuova generazione che hanno riscontrato gravi "vizi occulti"ai telai, si ricorre a saldature per contenere le spese, giocando con la pelle degli operatori e dei cittadini. Attrezzature di colonna mobile ai minimi termini: per tutta la regione Lombardia dal 2004, sono statiaccreditati solo 193313,26 euro, di cui la maggior parte scialacquati per riparare un mezzo anfibio del 1972, che infatti si è fermato per strada appena uscito dalla sede di servizio. Si chiede pertanto un piano di ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature di soccorso del Corpo, lastabilizzazione dei precari del CNVVF attraverso l’assunzione di tutti gli idonei, un trattamentopensionistico adeguato alle attività particolarmente usuranti svolte, ed adeguamento economico alla lucedella professionalità da sempre dimostrata dai Vigili del Fuoco. La RdB/CUB VVF si sta organizzando per intraprendere iniziative di lotta già dai prossimi giorni.
coord prov. RdB/CUB VVF Milano

Stesso comunicato anche su IMG Press di oggi


24 giugno 2009 - Melito online

VIGILI DEL FUOCO: …NEMMENO PIU’ LE MUTANDE!
di Luigi Palamara

Milano - Il Sindacato di Base dei Vigili del Fuoco, del Comando Provinciale di Milano, protesta per la mancata approvazione da parte del Governo dell’emendamento, proposto in sede di conversione del decreto legge sul "terremoto Abruzzo", che prevedeva adeguamenti di organici, mezzi e l’indennità di soccorso per i Vigili delFuoco.
Protestiamo contro la disattenzione della politica nei confronti dei Vigili del Fuoco, contro il Ministro dell’Interno Maroni e questo Governo che puntualmente ha disatteso gli impegni assunti in favore dei VV.F., rendendo la categoria "nuda" davanti ai propri impegni professionali. Come RdB\CUB Vigili del Fuoco, sottolineiamo che il sisma dell’Abruzzo, ha ulteriormente messo e duraprova il CNVVF. Questo evento ha messo in evidenza, se mai fosse stato necessario, la carenza d’organico generale, ed inparticolare per il comando di Milano, che accusa una mancanza del 72% di Capi Reparto e del 37% di CapiSquadra per cui, solo nei primi 3 mesi del 2009, sono state effettuate 13.000 ore di straordinario, che tral’altro non si sa se e quando verranno pagate, visto che si stanno ancora aspettando gli straordinari del 2008. Da evidenziare che dalle prime fasi del terremoto la "grande" regione Lombardia, quella che dovrebbe esseretra le prime in Europa quanto a industrializzazione e reddito, quindi con un ritorno in materia di garanzia delsoccorso ai cittadini, ha già ridotto del 33% il personale in Abruzzo, ed ora il Direttore Regionale VVF hachiesto all’amministrazione centrale, un ulteriore riduzione a meno della metà del contingente, perché icomandi della regione stanno scoppiando e non reggono più gli impegni! Mancano le risorse e un adeguamento economico del personale (il contratto e scaduto da un anno e mezzo equanto prospettato per il rinnovo, contempla cifre umilianti). Condizioni vetuste ed inaccettabili di mezzi, visto che ci sono ancora mezzi del 1971 con guida a destra, cioèroba che farebbe la sua figura in un museo (se fosse in degne condizioni estetiche), ma non certo nel soccorsotecnico urgente quotidiano; ed anche per quelli di nuova generazione che hanno riscontrato gravi "vizi occulti"ai telai, si ricorre a saldature per contenere le spese, giocando con la pelle degli operatori e dei cittadini. Attrezzature di colonna mobile ai minimi termini: per tutta la regione Lombardia dal 2004, sono statiaccreditati solo 193313,26 euro, di cui la maggior parte scialacquati per riparare un mezzo anfibio del 1972,c he infatti si è fermato per strada appena uscito dalla sede di servizio. Si chiede pertanto un piano di ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature di soccorso del Corpo, lastabilizzazione dei precari del CNVVF attraverso l’assunzione di tutti gli idonei, un trattamentopensionistico adeguato alle attività particolarmente usuranti svolte, ed adeguamento economico alla lucedella professionalità da sempre dimostrata dai Vigili del Fuoco. La RdB/CUB VVF si sta organizzando per intraprendere iniziative di lotta già dai prossimi giorni.
Coord prov. RdB/CUB VVF Milano Massimo Berto


21 giugno 2009 - Uno Notizie

TUSCIA, VITERBO: VIGILI DEL FUOCO/ pochi, mal pagati e senza mezzi adeguati!

VITERBO (UnoNotizie.it) - Siamo delusi, costernati ed arrabbiati, dichiara Emiliano SALCINI delle RdB Vigili del Fuoco di Viterbo, e protestiamo per la mancata approvazione da parte del Governo dell'emendamento, proposto in sede di conversione del decreto legge 28 aprile 2009 n.39 sul "terremoto Abruzzo", che prevedeva adeguamenti di organici, mezzi e l'indennità di soccorso per i Vigili del Fuoco. Protestiamo contro la disattenzione della politica nei confronti dei Vigili del Fuoco, contro il Ministro dell'Interno Maroni e questo Governo che puntualmente ha disatteso gli impegni assunti in favore dei V.V.F Come RdB\CUB Vigili del Fuoco, sottolineiamo che il sisma dell'Abruzzo, ha ulteriormente messo a dura prova il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco; questo evento ha evidenziato, se mai fosse stato necessario, la carenza d'organico del Corpo, la mancanza di risorse ed adeguamento economico del personale, le condizioni vetuste ed inaccettabili di mezzi ed attrezzature di colonna mobile, pertanto chiediamo un piano di ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature di soccorso del Corpo, la stabilizzazione dei precari attraverso l'assunzione di tutti gli idonei ed un adeguamento economico alla luce della professionalità da sempre dimostrata. I Vigili del Fuoco, prosegue Salcini, oggi sono:
Senza un organico adeguato, (secondo parametri europei 15,000 unità in meno);
Senza riconoscimento di lavoro particolarmente usurante in quanto spesso si è a contatto con materiali pericolosi, chimici e velenosi;
Senza una collocazione nell’ambito della Protezione Civile come struttura portante, e non un ruolo di manovalanza;
Senza nessun trattamento di missione o trasferta;
Obbligati ad orari straordinari per far fronte alle calamità;
Obbligati a vigilanze nei locali pubblici fuori dell’orario ordinario e straordinario;
Obbligati a trattenersi in servizio per carenza di organico;
Obbligati a far fronte alla Campagna Antincendio Estiva fuori dell’orario di lavoro;
Obbligati a recarsi nelle zone terremotate o permanere nei Comandi per attività "istituzionali";
Obbligati a lavoro straordinario dello straordinario senza remunerazione che finirà a recupero ore;
Ciliegina sulla torta, conclude Salcini, la situazione di Viterbo, in cui la carenza di personale si attesta al 40%, nessuno parla più di un distaccamento permanente a Tarquinia (dove ricordiamo che dopo le 19,00 la zona è coperta dalla centrale di Viterbo, tempo di arrivo 50 min. in barba della tanto sbandierata "soccorso in Italia in 20 minuti"), nonostante le tante promesse non c'è ancora nulla di scritto sullo stanziamento dei fondi per la nuova sede a Viterbo e di contro alle nostre richieste ed aspettative, anche il comando VVF di Viterbo si appresta a formare nuovi precari, nonostante esista una legge dello stato che porti alla fine del precariato nella pubblica amministrazione. Nei prossimi giorni la RdB V.V.F nazionale deciderà iniziative eclatanti per porre all’attenzione di tutti i cittadini Italiani questa, ormai insostenibile, situazione.


20 giugno 2009 - Civonline

Mazzola: «Candido Tarquinia a ospitare
una grande manifestazione dei Vigili del Fuoco»

TARQUINIA - "Candido Tarquinia ad ospitare una grande manifestazione dei Vigili del Fuoco, per sensibilizzare l’opinione pubblica e fare aprire gli occhi alle istituzioni sulla necessità di dotare la città di un distaccamento fisso". Il sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola, torna sull'annoso problema che da anni non riesce a trovare soluzione. "Sono anni che mi impegno – sia a livello provinciale sia nazionale - per garantire a Tarquinia un presidio permanente dei vigili del fuoco e che sottolineo l’urgenza di destinare più risorse economiche e umane al corpo, per garantire sicurezza e tempestività d'intervento, dato che allo stato attuale il personale è costretto ad operare su tutto il territorio italiano in uno stato di oggettiva sofferenza, ai limiti della criticità, a causa del mancato potenziamento dell’organico del personale, dell’insufficiente dotazione di mezzi e della precarietà logistica delle sedi che lo ospitano. Per questo motivo condivido in pieno le affermazioni rilasciate da Emiliano Salcini della RdB Cub, che ha nuovamente e opportunamente messo in evidenza tutto ciò e la necessità di realizzare a Tarquinia un distaccamento fisso dei Vigili del Fuoco". "Si deve ricordare - dice Mazzola - che nelle dodici ore in cui il servizio non è attivo, la distanza del comando di Viterbo e degli altri dislocati nella provincia è tale che i tempi d’intervento si dilatano a dismisura: 45 minuti dal capoluogo, un’ora da Gradoli, solamente per fare degli esempi; mentre se si considera Civitavecchia, i soccorsi sono sì più rapidi, ad ogni modo non meno di 20 minuti, ma, nei casi più gravi, si lascia scoperta la città portuale e l’area di competenza. Malgrado questa situazione, i vigili del fuoco sono riusciti e riescono a svolgere un lavoro straordinario, sia per competenza e capacità, sia sotto il profilo della generosità nei confronti della popolazione". "Invito quindi il Governo e il ministero dell’Interno a varare un programma di potenziamento - conclude il sindaco - e di valorizzazione degli organici, dei mezzi e delle attrezzature del Corpo. Questa valorizzazione, per la provincia di Viterbo e in particolar modo per il nostro territorio, si deve intrecciare con la necessità di rivedere le carenze del sistema complessivo d'intervento".


20 giugno 2009 - Tuscia web

Impegno che il sindaco Mazzola spera di portare a termine
A Tarquinia un distaccamento fisso dei Vigili del fuoco
Il sindaco Mauro Mazzola

Riceviamo e pubblichiamo - Candido Tarquinia a ospitare una grande manifestazione dei Vigili del fuoco, per sensibilizzare l’opinione pubblica e fare aprire gli occhi alle istituzioni sulla necessità di dotare la città di un distaccamento fisso. Sono anni che mi impegno per garantire a Tarquinia un presidio permanente dei Vigili del Fuoco e che sottolineo, sia a livello provinciale, che nazionale, l’urgenza di destinare più risorse economiche e umane al Corpo, per garantire sicurezza e tempestività di intervento dato che, allo stato attuale, il personale è costretto a operare su tutto il territorio italiano in uno stato di oggettiva sofferenza, ai limiti della criticità, a causa del mancato potenziamento dell’organico del personale, dell’insufficiente dotazione di mezzi e della precarietà logistiche delle sedi che lo ospitano. Per questo motivo condivido in pieno le affermazioni rilasciate da Emiliano Salcini della RdB Cub, che ha nuovamente e opportunamente messo in evidenza tutto ciò e la necessità di realizzare a Tarquinia un distaccamento fisso dei Vigili del fuoco. Si deve ricordare, infatti, che nelle dodici ore in cui il servizio non è attivo la distanza del comando di Viterbo e degli altri dislocati nella provincia è tale che i tempi d’intervento si dilatano a dismisura: 45 minuti dal capoluogo, un’ora da Gradoli, solamente per fare degli esempi. Mentre se si considera Civitavecchia, i soccorsi sono sì più rapidi, a ogni modo non meno di 20 minuti, ma, nei casi più gravi, si lascia scoperta la città portuale e l’area di competenza. Malgrado questa situazione, i Vigili del fuoco sono riusciti e riescono a svolgere un lavoro straordinario, sia per competenza e capacità sia sotto il profilo della generosità nei confronti della popolazione. Invito quindi il governo e il ministero dell’Interno a varare un programma di potenziamento e di valorizzazione degli organici, dei mezzi e delle attrezzature del Corpo. Questa valorizzazione, per la provincia di Viterbo e, in particolar modo, per il nostro territorio, si deve intrecciare con la necessità di rivedere le carenze del sistema complessivo d'intervento.
Mauro Mazzola - Sindaco di Tarquinia


18 giugno 2009 - Ansa

VIGILI FUOCO: RDB VITERBO, CI MANCA 40% ORGANICO E MEZZI

(ANSA) - VITERBO, 18 GIU - «Nei prossimi giorni i vigili del fuoco aderenti alla RdB attueranno eclatanti iniziative di protesta per porre all'attenzione dell'opinione pubblica l'insostenibile situazione del corpo a livello nazionale e locale». È quanto scrive in una nota diffusa oggi Emiliano Salcini della RdB di Viterbo. Secondo Salcini, i problemi dei vigili del fuoco di Viterbo non solo non sono stati risolti, ma non sono più nemmeno all'ordine del giorno. «Lavoriano - spiega - con una carenza di organico del 40%; non si parla più dell'istituzione di un distaccamento permanente a Tarquinia, tanto che dalle 19 in poi, l'intero litorale viene coperto dalla centrale di Viterbo, con un tempo di arrivo di 50 minuti, in barba della tanto sbandierato soccorso in Italia in 20 minuti; al di là delle promesse non sono stati ancora stanziati i fondi per il completamento della nuova caserma di Viterbo». Ad avviso di Salcini, ad esasperare ulteriormente i vigili del fuoco è stata «la mancata approvazione da parte del Governo dell'emendamento, proposto in sede di conversione del decreto sul terremoto Abruzzo, che prevedeva adeguamenti di organici, mezzi e l'indennità di soccorso».


18 giugno 2009 - Corriere di Viterbo

"Gravi carenze di organico per i vigili del fuoco di Viterbo"
Dura presa di posizione di Emiliano Salcini (Rdb Cub) sulla situazione dei pompieri nella Tuscia e sulle vicende relative alla nuova caserma del Corpo.

VITERBO - "Siamo delusi, costernati ed arrabbiati - dichiara Emiliano Salcini delle RdB vigili del fuoco di Viterbo - e protestiamo per la mancata approvazione da parte del Governo dell'emendamento, proposto in sede di conversione del decreto legge 28 aprile 2009 n. 39 sul ‘terremoto Abruzzo’, che prevedeva adeguamenti di organici, mezzi e l'indennità di soccorso per i vigili del fuoco. Protestiamo contro la disattenzione della politica nei confronti dei vigili del fuoco, contro il ministro dell'Interno Maroni e questo Governo che puntualmente ha disatteso gli impegni assunti in favore dei vigili del fuoco. Come RdB\Cub Vigili del Fuoco, sottolineiamo che il sisma dell'Abruzzo, ha ulteriormente messo a dura prova il corpo nazionale dei vigili del fuoco; questo evento ha evidenziato, se mai fosse stato necessario, la carenza d'organico del corpo, la mancanza di risorse ed adeguamento economico del personale, le condizioni vetuste ed inaccettabili di mezzi ed attrezzature di colonna mobile, pertanto chiediamo un piano di ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature di soccorso del corpo, la stabilizzazione dei precari attraverso l'assunzione di tutti gli idonei ed un adeguamento economico alla luce della professionalità da sempre dimostrata". "I vigili del fuoco - prosegue Salcini -, oggi sono senza un organico adeguato, senza riconoscimento di lavoro particolarmente usurante in quanto spesso si è a contatto con materiali pericolosi, chimici e velenosi, senza una collocazione nell'ambito della Protezione civile come struttura portante, e non un ruolo di manovalanza, senza nessun trattamento di missione o trasferta". Per carenza di organico, sono anche "obbligati a far fronte alla campagna antincendio estiva fuori dell'orario di lavoro". "Ciliegina sulla torta - conclude Salcini - la situazione di Viterbo, in cui la carenza di personale si attesta al 40%, nessuno parla più di un distaccamento permanente a Tarquinia (dove ricordiamo che dopo le 19 la zona è coperta dalla centrale di Viterbo, tempo di arrivo 50 min. in barba della tanto sbandierata ‘soccorso in Italia in 20 minuti’), nonostante le tante promesse non c'è ancora nulla di scritto sullo stanziamento dei fondi per la nuova sede a Viterbo e di contro alle nostre richieste ed aspettative, anche il comando vvf di Viterbo si appresta a formare nuovi precari, nonostante esista una legge dello stato che porti alla fine del precariato nella pubblica amministrazione".


17 giugno 2009 - Il Messaggero

Ancona. Vigili del fuoco nei container come i terremotati...
di MARINA VERDENELLI

Ancona - Vigili del fuoco nei container come i terremotati: proclamato lo stato di agitazione. Lo scontento del Corpo, che negli ultimi anni si è manifestato a più riprese, culmina ora con un aut-aut decisivo. Motivo: la caserma non più idonea, che a breve verrà dichiarata inagibile, è che costringerà i pompieri ad accamparsi in baracche di fortuna. I locali a rischio sono quelli della palazzina di via Miano e riguardano l’autorimessa, la sala mensa, i laboratori, le officine e i dormitori. «Vogliamo essere convocati dal ministero dell’Interno - tuona Graziano Piombetti, delegato provinciale della Fns-Cisl - affinché si studi una soluzione in tempi brevi per Ancona. O ci danno una sede o la questione si farà seria davvero. A giorni arriverà l’inagibilità della palazzina e saremo costretti a delocalizzare, e quindi smembrare, squadre e mezzi in altri distaccamenti come ci ha proposto il nostro comando. Non basta. Non potendo più entrare nell’immobile arriveranno i container, come accade per i terremotati, che verranno posizionati nel cortile centrale. Ecco come ci trattano, ma noi non ci stiamo. Non si può pensare di frazionare il nostro lavoro e di farci stare in condizioni limite a scapito della stessa attività che svolgiamo».
Lo stato di agitazione è condiviso anche dalle altre sigle sindacali quali Fp-Cgil, Uil-Pa, Rdb-Pu e Confsal che hanno scritto una lettera sul caso Ancona al capo dipartimento dei vigili del fuoco Francesco Paolo Tronca, presso il ministero dell’Interno, al direttore regionale dei vigili del fuoco delle Marche Bruno Nicolella e al comandante provinciale Roberto Catarsi. «La presa di posizione - scrivono i sindacati - è stata presa considerati i tempi necessari alla realizzazione della nuova sede e in attesa della quale sarà necessario affrontare un lungo periodo transitorio che comporterà un notevole disagio per tutto il personale. Tale situazione è già nota da anni e non è stata mai affrontata con la giusta determinazione».
L’ipotesi di smembramento del personale provocherebbe per i vigili del fuoco la perdita di specifiche conoscenze dei pompieri altamente qualificati che oggi, tra mille difficoltà, garantiscono il funzionamento dei vari laboratori e delle varie officine che vanno a beneficio non solo della sede centrale ma anche di tutte le sedi distaccate. «Di promesse ce ne sono state fatte tante - continua Piombetti - ora vogliamo i fatti. Anche l’ultima ipotesi di trovare una sede idonea dietro il Giglio Azzurro alla Baraccola è naufragata perché non aveva le caratteristiche per un comando dei vigili del fuoco. Ora è in ballo un terreno di circa 2 ettari, in zona Irmea, sempre alla Baraccola, ma ancora non si è arrivati nemmeno alle trattative di acquisto dell’area». Il problema dell’agibilità della palazzina di via Miano pesa su circa 150 dipendenti, tra pompieri e personale amministrativo, che verrebbero spostati in buona parte nella palazzina di via Bocconi, quella di più recente costruzione, e negli annunciati container.


17 giugno 2009 - Tuscia web

Viterbo - Mancata approvazione dell'emendamento sul terremoto - Salcini (Rdb): "Rabbia e delusione"
"Vigili del fuoco: pochi, malpagati e senza mezzi!"

Riceviamo e pubblichiamo - Siamo delusi, costernati e arrabbiati e protestiamo per la mancata approvazione da parte del governo dell'emendamento, proposto in sede di conversione del decreto legge 28 aprile 2009 n. 39 sul "terremoto Abruzzo", che prevedeva adeguamenti di organici, mezzi e l'indennità di soccorso per i vigili del fuoco. Protestiamo contro la disattenzione della politica nei confronti dei vigili del fuoco, contro il ministro dell'Interno Maroni e questo governo che puntualmente ha disatteso gli impegni assunti in favore dei vigili del fuoco. Come RdB\Cub vigili del fuoco sottolineiamo che il sisma dell'Abruzzo, ha ulteriormente messo a dura prova il corpo nazionale dei vigili del fuoco. Questo evento ha evidenziato, se mai fosse stato necessario, la carenza d'organico del corpo, la mancanza di risorse e adeguamento economico del personale, le condizioni vetuste e inaccettabili di mezzi e attrezzature di colonna mobile, pertanto chiediamo un piano di ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature di soccorso del corpo, la stabilizzazione dei precari attraverso l'assunzione di tutti gli idonei e un adeguamento economico alla luce della professionalità da sempre dimostrata.
I vigili del fuoco oggi sono:
- senza un organico adeguato, (secondo parametri europei 15mila unità in meno);
- senza riconoscimento di lavoro particolarmente usurante in quanto spesso si è a contatto con materiali pericolosi, chimici e velenosi;
- senza una collocazione nell’ambito della protezione civile come struttura portante, e non un ruolo di manovalanza;
- senza nessun trattamento di missione o trasferta;
- obbligati a orari straordinari per far fronte alle calamità;
- obbligati a vigilanze nei locali pubblici fuori dell’orario ordinario e straordinario;
- obbligati a trattenersi in servizio per carenza di organico;
- obbligati a far fronte alla Campagna Antincendio Estiva fuori dell’orario di lavoro;
- obbligati a recarsi nelle zone terremotate o permanere nei Comandi per attività "istituzionali";
- obbligati a lavoro straordinario dello straordinario senza remunerazione che finirà a recupero ore.
Ciliegina sulla torta, la situazione di Viterbo, in cui la carenza di personale si attesta al 40%, nessuno parla più di un distaccamento permanente a Tarquinia (dove ricordiamo che dopo le 19 la zona è coperta dalla centrale di Viterbo, tempo di arrivo 50 minuti, in barba della tanto sbandierata "soccorso in Italia in 20 minuti"), nonostante le tante promesse non c'è ancora nulla di scritto sullo stanziamento dei fondi per la nuova sede a Viterbo e di contro alle nostre richieste e aspettative, anche il comando vigili del fuoco di Viterbo si appresta a formare nuovi precari, nonostante esista una legge dello stato che porti alla fine del precariato nella pubblica amministrazione. Nei prossimi giorni la RdB vigili del fuoco nazionale deciderà iniziative eclatanti per porre all’attenzione di tutti i cittadini Italiani questa, ormai insostenibile, situazione.
Emiliano Salcini - RdB Cub vigili del fuoco Viterbo

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Articoli che riprendono il comunicato anche su "On Tuscia", "Viterbo Oggi", "Uno Notizie", "Maremma Oggi", Latuavoce" e "New Tuscia"


17 giugno 2009 - Zero321

La protesta dei Vigili del fuoco
In occasione di calamità naturali tutti li chiamano, giustamente, "eroi". Ma poi questi eroi rischiano la vita per mancanza di attrezzature e di risorse. E' possibile fare qualcosa? Questo paese vuole fare qualcosa?
di Rdb cub vvf novara

Il Sindacato di Base dei Vigili del Fuoco, del Comando Provinciale di Novara protesta per la mancata approvazione da parte del Governo dell’emendamento, proposto in sede di conversione del decreto legge 28 aprile 2009 n. 39 sul "terremoto Abruzzo", che prevedeva adeguamenti di organici, mezzi ed l’indennità di soccorso per i Vigili del Fuoco. Protestiamo contro la disattenzione della politica nei confronti dei Vigili del Fuoco, contro il Ministro dell’Interno Maroni e questo Governo che puntualmente ha disatteso gli impegni assunti in favore dei VV.F. Come RdB\CUB Vigili del Fuoco, si sottolinea che il sisma dell’Abruzzo, ha ulteriormente messo a dura prova il CNVVF; questo evento ha messo in evidenza, se mai fosse stato necessario, la carenza d’organico del Corpo, la mancanza di risorse ed adeguamento economico del personale, le condizioni vetuste ed inaccettabile di mezzi ed attrezzature di colonna mobile, pertanto chiediamo un piano di ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature di soccorso del Corpo, la stabilizzazione dei precari del CNVVF attraverso l’assunzione di tutti gli idonei ed un adeguamento economico alla luce della professionalità da sempre dimostrata dai Vigili del Fuoco. In appendice, la scrivente o.s. denuncia ancora una volta la drammatica carenza di organico, operativo e amministrativo rispetto sia ai termini di legge d.p.c.m 1997, sia in termini di qualità del servizio di soccorso in una provincia come quella di Novara ad alto rischio di incidenti chimico-industriali. Inoltre, vista la alta affluenza turistica nel periodo estivo nelle località lacustri del lago maggiore e lago d’Orta si evidenzia la totale mancanza di un minimo di servizio di soccorso acquatico, benché la disponibilità di mezzi e di professionalità da parte dei Vvf della provincia di Novara non mancano; mancano però le risorse umane, cioè carenza di personale operativo, e finanziarie, e forse la volontà politica di attuare un servizio di soccorso essenziale come già avviene in altre realtà lacustri del nord Italia: vedi lago di Garda. Infine si vuole segnalare la situazione logistica dei distaccamenti che da anni aspettano una ristrutturazione, in relazione alle non più funzionali sedi di servizio rispetto agli standard di sicurezza ed operativi moderni.


17 giugno 2009 - GoMarche

Ancona: comando vigili del fuoco in un container
I vigili del fuoco del Comando di Ancona rischiano di finire in un container. Come denunciano i sindacati di categoria della Cgil, Cisl, Uil, Rdb e Confsal, la palazzina dove si trova il Comando è insicura e presto potrebbe essere dichiarata inagibile e abbattuta

ANCONA - I vigili del fuoco del Comando di Ancona rischiano di finire in un container. Come denunciano i sindacati di categoria della Cgil, Cisl, Uil, Rdb e Confsal, la palazzina dove si trova il Comando, costruita negli anni Cinquanta, è insicura e presto potrebbe essere dichiarata inagibile e abbattuta.
I 300 vigili del fuoco in servizio ad Ancona, si legge in una nota, di cui 22 sono distaccati a turno a L'Aquila per prestare assistenza alla popolazione colpita dal terremoto, potrebbe essere trasferiti all'interno di container che sarebbero messi nel cortile dello stabile.


17 giugno 2009 - Il Resto del Carlino

Ancona. COSTRETTI a operare nei container...

Ancona - COSTRETTI a operare nei container: è sempre più grave la situazione logistica all'interno dell'attuale caserma tra via Vallemiano e via Bocconi che ospita il comando provinciale dei vigili del fuoco di Ancona. Dopo la dichiarata inagibilità della palazzina che ospitava mensa, spogliatoi, magazzino e autorimessa, sembra ormai certa l'inagibilità pure per un'altra palazzina. Si tratta dell'edificio che per tanti anni ha ospitato la vecchia centrale operativa e gli uffici dirigenziali prima dell'inaugurazione del palazzone comando. La serie di edifici in questione si trova lungo via Miano dove una volta si trovava l'ingresso principale della caserma: edifici costruiti in pratica nello stesso periodo e con le medesime procedure della palazzina dichiarata inagibile dalla commissione centrale dei vigili del fuoco. Anche per loro è in arrivo il decreto di non regolarità rispetto alle norme antisismiche. Ciò significa che il personale dovrà stringersi ancora di più all'interno di una sede che ormai non è più in grado di ospitare il comando principale delle Marche. Intanto la caduta della giunta, le elezioni in corso e i tempi per mettere in piedi e rendere operativa quella nuova rappresentano la mazzata finale. PROPRIO il Comune dovrà mettere la firma finale sull'eventuale delocalizzazione del comando in una nuova caserma alla Baraccola. La sede è già stata individuata, ora bisognerà attendere le intenzioni della nuova giunta, in ogni caso altro tempo prezioso che passa mentre i vigili del fuoco si trovano davvero in difficoltà: «Vogliamo far capire alla cittadinanza che eventuali disservizi nei soccorsi non dipendono dalla nostra volontà afferma un funzionario del coordinamento sindacale dei vigili del fuoco che raggruppa tutte le sigle, Cgil, Cisl, Uil, Rdb e Confsal il personale è stanco di questa situazione. Già la pianta organica è in grave carenza, ora ci si mette pure la logistica. L'inagibilità di mezza caserma costringerà i pompieri a un trasferimento forzato nell'unico stabile sicuro occupato attualmente dagli uffici e in alcuni container che verranno posizionati nel cortile antistante per continuare a garantire il soccorso alla cittadinanza». L'altra opzione percorribile sarebbe quella di trasferire parte del personale e dei servizi in altri distaccamenti o in sedi di fortuna. La risposta del sindacato non si fa attendere: «La nuova situazione replicano i sindacati di categoria esporrà i lavoratori vigili del fuoco a disagi enormi e a condizioni di lavoro al limite della dignità. Nel corso dell'assemblea il personale si è dichiarato contrario a un possibile smembramento del personale in forza al comando provinciale di Ancona perché indebolirebbe il soccorso con ripercussioni negative sulla sicurezza dei cittadini».(p.cu.)


17 giugno 2009 - Il Messaggero Veneto

Incendi boschivi, in forse la vigilanza
I sindacati dei vigili del fuoco: «Troppo lavoro e mancati pagamenti»

Pordenone - Arriva l’estate e il rischio incendi s’impenna, assieme al carico di lavoro, anche sotto forma di compiti di vigilanza, dei vigili del fuoco. Un lavoro che, stando alle organizzazioni sindacali di categoria, non viene né riconosciuto né retribuito come dovrebbe.
«Ritengo di interpretare il pensiero di tutti – è detto in una nota a firma del coordinatore provinciale della Cgil di categoria, Mauro Massimi –, affermando che finalmente siamo riusciti a dare un segno tangibile della nostra insofferenza. Anche quest’anno, avvicinandosi il periodo estivo, i Vigili del fuoco si sono trovati a decidere le modalità con cui svolgere i servizi di vigilanza per gli incedi boschivi. Già nei giorni scorsi Cgil, Cisl, Uil e Rdb avevano manifestato perplessità su tale servizio, e soprattutto sulle modalità con cui l’anno scorso erano stati pagati tali straordinari. La Regione Friuli Venezia Giulia ha firmato un accordo con i Vvf dove si impegnava per 3 anni a versare gli emolumenti derivanti da tale servizio entro fine marzo 2009. Ad oggi, tali cifre non sono state versate e sempre ad oggi non si sa quando tale versamento sarà effettuato. Ricordo che le somme disposte, anche se versate, sono indirizzate dapprima al ministero delle Finanze, dove giacciono per non meno di 4 mesi, dopo di che vengono accreditate al ministero dell’Interno, il quale le destina per i pagamenti al Dipartimento dei Vigili del fuoco. Il tempo per averle disponibili varia, perciò, da 9 a 11 mesi. La discussione – continua Massimi – si è quindi incentrata su questo aspetto e sul fatto che stiamo ancora aspettando pagamenti di alcune prestazioni rese l’anno scorso e molte effettuate nell’anno corrente. L’indirizzo di alcune sigle sindacali e di molti colleghi è stato di dare un segno tangibile all’amministrazione rifiutando tale servizio almeno fin quando la cifra per i pagamenti non sarà completamente utilizzabile e, in alternativa, di destinare il tutto per l’acquisto di materiali e automezzi. Voglio ricordare che oggi, a Pordenone, la nostra "partenza" di soccorso è garantita da un automezzo di circa 20 anni di servizio».
«L’indirizzo di Cgil – riferisce ancora – è meno accomodante. Noi siamo più a favore della sospensione definitiva fino a che amministrazione e governo non daranno una svolta definitiva a tutte le discrepanze che la nostra categoria subisce da tempo. Il nostro indirizzo è più a favore di una trasparenza di intenti, di un carico di lavoro meno stressante e più umano. A favore di nuove assunzioni che sopperiscano i pensionamenti, di un aumento di stipendio che premi professionalità e impegno di tutti. Un aumento dignitoso, che non ci faccia vergognare di essere vigili del fuoco».(m.b.)


16 giugno 2009 - Adnkronos

ANCONA: COMANDO VIGILI DEL FUOCO PRESTO IN UN CONTAINER
EDIFICIO ATTUALE SEDE POTREBBE ESSERE DICHIARATO INAGIBILE

Ancona, 16 giu. - (Adnkronos) - I vigili del fuoco del Comando di Ancona rischiano di finire in un container. Come denunciano i sindacati di categoria della Cgil, Cisl, Uil, Rdb e Confsal la palazzina dove si trova il Comando, costruita negli anni Cinquanta, è insicura e presto potrebbe essere dichiarata inagibile e abbattuta. I 300 vigili del fuoco in servizio ad Ancona, si legge in una nota, di cui 22 sono distaccati a turno a L'Aquila per prestare assistenza alla popolazione colpita dal terremoto, potrebbe essere trasferiti all'interno di container che sarebbe messi nel cortile dello stabile. Il personale, scrivono i sindacati, «sarà costretto ad un trasferimento forzato nell'unico stabile sicuro occupato attualmente dagli uffici, in via Bocconi, e in alcuni container nel cortile antistante, con evidenti problemi per l'efficienza del soccorso alla popolazione». I sindacati ricordano, inoltre, che la pianta organica del Comando di Ancona è incompleta visto che è composta da 356 vigili contro i 300 effettivi.


16 giugno 2009 - Ansa

SEDE VVF ANCONA FATISCENTE, VERSO CONTAINER COME TERREMOTATI

(ANSA) - ANCONA, 16 GIU - Rischiano la vita ogni giorno, alcuni si trovano ancora all'Aquila per prestare soccorso ai terremotati, sostituiti dagli altri con doppi turni, ma presto potrebbero finire anche loro nei container. I vigili del fuoco del Comando di Ancona lavorano in una palazzina degli anni Cinquanta, insicura da anni, che presto dovrebbe essere dichiarata inagibile e abbattuta. Le procedure di acquisizione dell'area per la nuova sede, a sud della città, non sono ancora completate, e una sistemazione temporanea non c'è. Dunque, informano le rappresentanze sindacali di Cgil-Fp, Cisl, Uil, Rdb e Confsal il personale operativo «sarà costretto ad un trasferimento forzato nell'unico stabile sicuro occupato attualmente dagli uffici, in via Bocconi, e in alcuni container nel cortile antistante, con evidenti problemi per l'efficienza del soccorso alla popolazione». «Angeli», «eroi» quanto si vuole, ma di fatto un corpo « dimenticato dalla politica, in continua emergenza per la carenza di fondi e di organico, costretto spesso a fronteggiare un lavoro delicato con armi spuntate». L'attuale pianta organica del comando provinciale di Ancona è di 356 pompieri, ma in servizio ce ne sono solo 300, di cui 22 distaccati a turno all'Aquila. «Non abbiamo più bisogno di pacche sulle spalle - dicono - ma di attenzioni concrete».


16 giugno 2009 - Il Resto del Carlino

COME I TERREMOTATI
Rischiano di finire nei container: la sede dei pompieri è "fatiscente"
L'edificio in cui lavorano i vigili del fuoco di Ancona dovrebbe essere dichiarato inagibile e abbattuto. Il personale, secondo i sindacati, "sarà costretto ad un trasferimento in altro stabile e in container antistanti, con evidenti problemi"

Ancona, 16 giugno 2009 - Si trovano in una palazzina che risale agli anni Cinquanta, rischiano quotidianamente la vita, alcuni stanno ancora prestando soccorso ai terremotati in Abruzzo, sostituiti dagli altri con doppi turni, ma presto potrebbero finire anche loro nei container: questa è la condizione in cui versano i vigili del fuoco del Comando di Ancona, e l'edificio in cui lavorano, insicuro da anni, presto dovrebbe essere dichiarato inagibile e abbattuto. L’attuale pianta organica del comando provinciale di Ancona è di 356 pompieri, ma in servizio ce ne sono solo 300, di cui 22 distaccati a turno all’Aquila. "Non abbiamo più bisogno di pacche sulle spalle - dicono - ma di attenzioni concrete". Le procedure di acquisizione dell’area per la nuova sede, a sud della città, non sono ancora completate, e una sistemazione temporanea non c’è. Il personale operativo, secondo le rappresentanze sindacali di Cgil-Fp, Cisl, Uil, Rdb e Confsal, "sarà costretto ad un trasferimento forzato nell’unico stabile sicuro occupato attualmente dagli uffici, in via Bocconi, e in alcuni container nel cortile antistante, con evidenti problemi per l’efficienza del soccorso alla popolazione". Di fatto questi uomini, spesso chiamati 'angeli' o 'eroi' sono un corpo "dimenticato dalla politica, in continua emergenza per la carenza di fondi e di organico, costretto spesso a fronteggiare un lavoro delicato con armi spuntate".


13 giugno 2009 - La Nuova Sardegna

VIGILI DEL FUOCO
I sindacati denunciano «Servono uomini contratto e mezzi»

NUORO - Si dicono stufi delle «numerose pacche sulle spalle date dai vari politici di turno», indignati «dell’uso che la politica fa e ha fatto in quest’ultimo periodo dei vigili del fuoco». Dicono, in sostanza, che più che di pacche avrebbero bisogno di sostanza: di mezzi, di uomini, di più collaborazione, di un contratto nuovo. E in un lungo comunicato stampa, i loro sindacati provinciali, ovvero la Cgil di categoria, la Cisl, la Uil e l’Rdb, spiegano il perché. «Si sa che i pompieri sono sempre in prima fila per la salvaguardia e la sicurezza delle persone, dell’ambiente e delle infrastrutture. Non crediamo serva rimarcarlo come viene fatto a titolo pubblicitario in questo periodo che ci vede impegnati anche nell’emergenza terremoto». Tutto questo, spiegano i sindacati, rende orgogliosi i vigili del fuoco, ma non li arricchisce di certo «perché a fronte delle numerose specializzazioni e delle altrettanto numerose competenze non corrisponde un benché minimo adeguamento retributivo ed economico». Eccolo qui, dunque, il motivo per il quale gli stessi vigili «sono stanchi delle numerose pacche sulle spalle date dai vari politici di turno». I sindacati si dicono, dunque, piuttosto preoccupati perché «ad oggi il governo non ha ancora avanzato alcuna proposta per il rinnovo del contratto nazionale, varie richieste da parte delle diverse sigle d’esser inseriti tra i lavori usuranti o adeguamento retributivo ad altri corpi dello stato o tutte le promesse fatte in fase emergenza terremoto di adeguamenti personale e mezzi sembrano essere crollate assieme alle macerie». Ma non mancano anche i problemi strettamente locali.
«La presenza sul territorio in H24 garantisce alla popolazione un servizio pressoché totale e tempestivo, la mancanza di personale però crea anche nella provincia di Nuoro forte disagio nella gestione del servizio giornaliero, perché si chiudono anche temporaneamente le sedi distaccate per garantire il soccorso con squadre operative che devono essere almeno di 5 unità, inoltre nonostante la campagna estiva già fortemente iniziata non viene neanche richiamato il personale volontario-discontinuo necessario ad una adeguata copertura del servizio estivo».
«Questo di certo il cittadino non può percepirlo - scrivono ancora i sindacalisti - perché nel momento in cui si compone il 115, i pompieri rispondono e celermente intervengono, come del resto non può neanche percepire lo sciopero di categoria perché anche in questo caso noi garantiamo il servizio al cittadino.


12 giugno 2009 - Il Messaggero Veneto

«Vigili del fuoco trattati come manovali»
I sindacati: mezzi di soccorso carenti, troppi straordinari e senza contratto

Gorizia - «Dal suo insediamento il governo ha dichiarato grande sensibilità per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, in più occasioni si è speso pubblicamente a intervenire per migliorare le condizioni di lavoro ed economiche. Oggi, dopo l’ennesima calamità nel paese, si è dimostrato che non si può pensare di soccorrere la popolazione senza l’impiego dei vigili del fuoco e che farlo significherebbe pagare un tributo, in vite umane, troppo alto»: comincia così una nota sindacale inviata alla stampa. «Ma i vigili del fuoco – si legge ancora – dopo il terremoto in Abruzzo sono in queste condizioni: senza contratto di lavoro, che è scaduto da un anno e mezzo, con carenti mezzi di soccorso, e quelli esistenti sono per lo più obsoleti e inefficienti (quelli utilizzati per il terremoto, circa la metà, sono stati lasciati sulle autostrade), altri ancora di nuovissimo acquisto lasciati nei capannoni per inadeguatezza, senz’attrezzature tecnologiche all’avanguardia per migliorare la qualità del soccorso tecnico urgente alla popolazione, senz’alcuna specializzazione riconosciuta o valorizzata quali il soccorso speleo-fluviale, nucleo batteriologico e radioattivo, sommozzatori, elicotteristi, portuali, autisti di mezzi speciali». Ancora: «Senza un organico adeguato secondo parametri europei, senza riconoscimento di lavoro particolarmente usurante in quanto spesso si è a contatto con materiali pericolosi, chimici e velenosi, senza una collocazione nell’ambito della Protezione civile come struttura portante e non un ruolo di manovalanza, senz’alcun trattamento di missione o trasferta, obbligati a orari straordinari per far fronte alle calamità, obbligati a vigilanze nei locali pubblici fuori dell’orario ordinario e straordinario; obbligati a trattenersi in servizio per carenza di organico, obbligati a far fronte alla campagna antincendio estiva fuori dell’orario di lavoro». «Questa – affermano i sindacati – è la nostra qualità della vita. È ora di dire stop a questo stato di cose. I vigili del fuoco hanno una loro dignità, sono prima uomini e lavoratori e soltanto dopo tecnici e responsabili del soccorso nel paese. Il governo ci vuole militari e manovali. Oggi sono i soccorritori a chiedere aiuto ai cittadini per rimettere in piedi il soccorso tecnico urgente nel Paese Italia».


12 giugno 2009 - Corriere di Como

Pompieri, in Sicilia la motovedetta destinata al Lario
Il mezzo è stato dirottato a Palermo. Il sindacalista: <<Per il lago era fondamentale>>
 

Como – "I vigili del fuoco di Como fanno "acqua". È proprio il caso di dirlo visto che una delle 5 imbarcazioni attrezzate per il soccorso anfibio, in fase di consegna in questi giorni, invece di arrivare sulle sponde del Lario, come annunciato, finirà a Palermo. Privando così il nostro territorio di un mezzo necessario. Dopo lo smacco subito nei giorni scorsi, quando a Varese sono arrivati 66 pompieri in più contro gli 11 concessi a Como, cade un’altra tegola sui vigili del fuoco lariani. «Da noi non esiste un mezzo simile. Uno opera sul lago di Garda e un altro sul Maggiore. Noi abbiamo solo una piccola barca, assolutamente inadatta, e due gommoni – spiega Pietro Ammetto, rappresentante sindacale di base (RdB) del Corpo - L’ultimo mezzo anfibio ha cessato di fare servizio due anni fa. Era troppo vecchio». L’annuncio dell’arrivo di una moto vedetta Raff (è questo il nome tecnico) aveva fatto tirare un sospiro di sollievo. Purtroppo invano. «L’avevamo già chiesta lo scorso dicembre – continua Ammetto - Dopo quel rifiuto ci hanno comunicato che ne sarebbe arrivata una proprio questa settimana». Lo testimonia una comunicazione del cantiere navale da cui la barca doveva partire verso Como. Nel testo sono indicate le caratteristiche del mezzo. Informazioni utili per consentire ai pompieri lariani di approntare il trasporto eccezionale necessario per il trasferimento in città. «Questo è successo sabato scorso – puntualizza il rappresentante sindacale – ma ieri è arrivato il contrordine. La commissione tecnica incaricata del collaudo di questi natanti ha confermato il cambio di destinazione». Tuttora sconosciute le motivazioni. «È grave che non si tenga conto del fatto che a Como manca un simile mezzo», dice Ammetto. In effetti nella rimessa dei vigili è collocata quella che, a tutt’oggi, è l’imbarcazione più utilizzata. «Si tratta di una barca aperta, dal fondo piatto impiegata per lo più in caso di alluvioni. Ma sul lago, soprattutto se ci sono onde, si riempie d’acqua ed è instabile – spiega il vigile del fuoco - Inoltre la dobbiamo tenere al chiuso altrimenti con la pioggia si riempirebbe d’acqua. È ormai un pezzo da museo». Ma non solo. «Se ci chiamano per un’emergenza dobbiamo trasportarla a riva e metterla in acqua – continua - Non è molto agevole lavorare così. E non serve per spegnere incendi di case raggiungibili solo via acqua». A differenza del nuovo mezzo che, oltre a essere cabinato, ha anche una spingarda antincendio collocata a prua. «Ideale per avvicinarsi dal lago alle abitazioni difficilmente raggiungibili per altre vie, in modo tale da poter spegnere le fiamme». Ma dove andranno le 5 motovedette? «A Palermo, Olbia e Napoli le prime tre. Un’altra a Reggio Calabria dove ne hanno già una. E l’ultima a Messina- dice Ammetto - Nono stante le difficoltà abbiamo sempre garantito assistenza, mesi estivi compresi. Questo mezzo era fondamentale. Soprattutto in estate quando il lago si popola di tantissimi turisti»."


11 giugno 2009 - Termoli on line

'Governo bugiardo', dura presa di posizione dei Vigili del fuoco
di emanuele bracone

TERMOLI. "Governo Bugiardo", è questa l'accusa rivolta dai Vigili del Fuoco all'indirizzo di Palazzo Chigi, dopo la considerazione generale che, promesse a parte, si è vessati, coartati, obbligati a raddoppio dell’orario di lavoro!
"Dal suo insediamento il governo ha dichiarato la sua grande sensibilità per il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco – in più occasioni si è speso pubblicamente ad intervenire per migliorare le condizioni di lavoro ed economiche. Oggi, dopo l’ennesima calamità nel paese, si è dimostrato che non si può pensare di soccorrere la popolazione senza l’impiego del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, e che farlo significherebbe pagare un tributo, in vite umane, troppo alto. Ciò anche in considerazione delle condizioni in cui è stato lasciato il paese dai nostri governati centrali e periferici, vista l’incuria del territorio, la mancanza di una cultura preventiva e la scarsità di specialisti del soccorso pronti ad intervenire immediatamente. I Vigili del Fuoco dopo il terremoto in Abruzzo sono in queste condizioni: Senza contratto di lavoro che è scaduto da un anno e mezzo; Con carenti mezzi di soccorso e quelli esistenti sono per lo più obsoleti e inefficienti – infatti quelli utilizzati per il terremoto circa la metà sono stati lasciati sulle autostrade; altri ancora di nuovissimo acquisto lasciati nei capannoni per "inadeguatezza"; Senza attrezzature tecnologiche all’avanguardia per migliorare la qualità del soccorso tecnico urgente alla popolazione; DPI – caldi d’estate e freddi d’inverno; Senza nessuna specializzazione riconosciuta o valorizzata quali il Soccorso Speleo Fluviale – Nucleo Batteriologico e Radioattivo – Sommozzatori - Elicotteristi - Portuali – Autisti di mezzi speciali – Ruspisti ……. ecc.; Senza un organico adeguato secondo parametri europei 15,000 unità in meno; Senza riconoscimento di lavoro particolarmente usurante in quanto spesso si è a contatto con materiali pericolosi, chimici e velenosi; Senza una collocazione nell’ambito della Protezione Civile come struttura portante, e non un ruolo di manovalanza; Senza nessun trattamento di missione o trasferta; Obbligati ad orari straordinari per far fronte alle calamità; Obbligati a vigilanze nei locali pubblici fuori dall’orario ordinario e straordinario; Obbligati a trattenersi in servizio per carenza di organico; Obbligati a far fronte alla Campagna Antincendio Estiva fuori dall’orario di lavoro; Obbligati a recarsi nelle zone terremotate o permanere nei Comandi per attività "istituzionali"; Obbligati a lavoro straordinario dello straordinario senza remunerazione che finirà a recupero ore; Obbligati a restare in un comparto pubblicistico e patrimonio militaresco!
Questa è la nostra "qualità della vita " - E’ ora di dire stop a questo stato di cose! I Vigili del Fuoco hanno una loro dignità, sono prima uomini e lavoratori e solo dopo tecnici e responsabili del soccorso nel paese! Il governo ci vuole militari e manovali".

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Articoli che riprendono il comunicato di RdB CUB VVF (come quello sopra) sono pubblicati anche su "Il Capoluogo.it" e "Spoleto city"


6 giugno 2009 - Il Manifesto

DOPO IL TERREMOTO Il governo conferma che non ci saranno soldi, né uomini, né mezzi
Vigili del fuoco nella polvere
Promesse rimangiate. Jiritano (Rdb): «Al G8 non staremo con lo stato»
di Marco Boccitto

Non ce n'è. Il sottosegretario agli Interni, Nitto Francesco Palma, nell'incontro avuto con la Rdb-Cub Pubblico Impiego dei Vigili del fuoco ha ribadito che il governo non manterrà nessuno degli impegni presi: niente soldi per gli uomini, nessun ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature, zero riqualificazione delle carriere. Sparita anche l'indennità di missione che era stata garantita dopo il 6 aprile alle squadre intervenute nel cratere sismico aquilano. Una marcia indietro su tutta la linea che lascia nella polvere «gli angeli del terremoto», celebrati come eroi durante l'emergenza e scaricati subito dopo con il ritiro da parte del governo degli emendamenti dal cosiddetto decreto Abruzzo.
Antonio Jiritano, della direzione nazionale del sindacato di base, non nasconde la sua amarezza: «Da questa politica ci sentiamo sfruttati e umiliati - dice - tanto che viene da chiedersi che senso abbia andare a votare». Qualcuno potrebbe allora chiedersi cosa c'entra Strasburgo. Ma la risposta sta forse nel paragone impietoso tra gli standard europei e le dotazioni, gli organici dei nostri vigili del fuoco. «Abbiamo mezzi a dir poco obsoleti - racconta Jiritano - che vanno a 40 all'ora e spesso si fermano per strada, come è poi successo la notte del 6 aprile. In quell'occasione c'è stato un buco di tre ore che ha impedito un intervento tempestivo delle squadre che venivano da fuori. Basti pensare che l'allertamento nei vari comandi arriva ancora con un fax, che è facilissimo non leggere. Non sono mai stati aggiornati i Dpi (Dispositivi di protezione individuale, ndr), i materiali sono usurati e sul campo vengono mandati precari senza abilitamento. Eppure - prosegue il rappresentante sindacale - in due audizioni alla Camera ci era stato promesso un riallineamento di uomini e mezzi, oltre a una sorta di indennità di rischio. Invece niente. Bloccate le assunzioni, perché Tremonti non avrebbe dato l'ok, spariti i soldi per gli straordinari, cancellati da un'ordinanza del ministero degli Interni. Ci pagheranno solo le prime 4 ore di lavoro straordinario svolto a L'Aquila».
È una bella doccia fredda per gli uomini che nel capoluogo abruzzese sono impegnati giorno e notte, con i turni raddoppiati. «Fanno questo - aggiunge Jiritano - perché sono sicuri che tanto 'sti benedetti pompieri lavoreranno lo stesso. Se la gente ci chiede una mano, saremo sempre pronti a dargliela».
Unica consolazione, in effetti, l'appoggio incondizionato della popolazione. Anche il comunicato di Cgil-Cisl-Uil che nei giorni scorsi annunciava lo stato di agitazione e minacciava lo sciopero, precisava che comunque sarebbe stato garantito «il servizio di soccorso alla cittadinanza che ci apprezza e ci sostiene senza riserve, diversamente da chi ha responsabilità istituzionali». Così il 2 giugno le sirene dei vigili del fuoco hanno fatto sentire il loro urlo «contro la sordità del governo». E per il 30 giugno la Confsal - un sindacato non proprio di estrema sinistra - ha indetto una manifestazione nazionale a L'Aquila, potendo contare sulla «solidarietà che riceveremo da tutta la cittadinanza abruzzese colpita dal sisma».
Jiritano vede nero anche per il futuro, anche perché nel Documento di programmazione finanziaria che verrà presentato in autunno la voce vigili del fuoco semplicemente non esiste. «Non so come potremo affrontare la campagna estiva e gli incendi boschivi - dice - con il 50% degli uomini impegnati a L'Aquila. Nei comandi già ora manca il personale. Sappiamo che ci lasceranno in Abruzzo anche dopo il G8, perché lo stato ha bisogno di far vedere che c'è, senza però fare niente. Ormai stiamo lì a fare le belle statuine: dovremmo occuparci del primo soccorso, che c'entriamo con la ricostruzione?».
E ora? «Organizzeremo manifestazioni sotto le prefetture, oltre a una conferenza stampa a L'Aquila. Con il G8 alle porte ci sarebbe piaciuto rovinargli la festa in qualche modo, tentare qualche forzatura. Vedremo... Sicuramente in quel frangente staremo dall'altra parte, non certo da quella dello Stato».


6 giugno 2009 - Il Centro

I vigili del fuoco: «Siamo stati umiliati dalla politica»
Dal governo arriva la conferma del no ad assunzioni, incentivi e nuovi mezzi

L’AQUILA - Per i vigili del fuoco non ci sono risorse. Anche l’ultimo incontro con il governo non ha portato novità positive. Ieri la rappresentanza di base dei vigili del fuoco (Rdb-Cub Vvf) ha diffuso una nota per dire che «dalla politica arrivano solo umiliazioni».
«Niente soldi per i Vigili del Fuoco, né per gli automezzi e le attrezzature, né per la riqualificazione delle carriere» scrive la Rdb «è questo quanto emerso dall’incontro fra il sottosegretario agli interni, onorevole Nitto Francesco Palma, e la Rdb-Cub pubblico impiego vigili del fuoco. L’amara conferma segue la conversione in legge del decreto "Emergenza Abruzzo" da cui sono stati ritirati gli emendamenti presentati dallo stesso governo che prevedevano risorse per il corpo dei vigili del fuoco. Il sottosegretario ha confermato tutte le nostre preoccupazioni, dovremmo accontentarci di mezzi di soccorso a pezzi, che spesso non superano i 40 chilometri orari, di un organico insufficiente e sotto gli standard europei, di continuare ad essere allertati via fax per la gestione delle emergenze. Per non parlare di un contratto di lavoro che non si può rinnovare, perché il governo non ha soldi; di stipendi che definire esigui è un eufemismo; di nessuna certezza sulla assunzione dei precari; di indennità di missione, promesse durante le prime giornate del sisma, ora sparite dall’agenda del governo. Intanto siamo militarizzati a tal punto che non si riesce nemmeno ad aprire un tavolo negoziale dove discutere dell’organizzazione del soccorso nel paese. Proprio una bella risposta a chi dal 6 aprile è impegnato giorno e notte, con raddoppio dei turni, per la tutela e l’incolumità delle persone in Abruzzo ed in tutto il paese. Dalla politica ci sentiamo solo sfruttati ed umiliati, al punto di domandarci che senso abbia andare a votare» conclude la nota della Rdb-Cub.


6 giugno 2009 - Il Messaggero Veneto

Vigili del fuoco, la trattativa è fallita: «Avremo mezzi di soccorso a pezzi»

Gorizia - Nuove critiche dei vigili del fuoco dopo il fallimento dell’incontro di ieri fra il sottosegretario agli Interni, Nitto Francesco Palma e la Rdb-Cub Pubblico impiego vigili del fuoco, che chiedeva risorse per nuovi mezzi e personale. In una nota fatta pervenire agli organi di informazione, si afferma che «sono state confermate tutte le preoccupazioni e ci si dovrà accontentare di mezzi di soccorso a pezzi e – continua il documento – di un organico insufficiente e sotto gli standard europei». Va ricordato, peraltro, che il 2 giugno il settore Funzione pubblica di Cgil e Cisl aveva proclamato una particolare forma di protesta contro «le mancate promesse del governo Berlusconi», accendendo le loro sirene in tutti i comandi d’Italia, comando provinciale di Gorizia compreso. Anche il corpo locale dei vigili del fuoco, infatti, ha più volte lamentato le pesanti problematiche che rendono più difficile l’attività, tenendo presente il delicatissimo compito di cui sono investiti questi professionisti dell’emergenza. Va ricordato, infatti, che i vigili del fuoco intervengono nelle più svariate situazioni e anche nell’Isontino si sono sempre distinti per la grande perizia con cui affrontano, sempre, le situazioni più critiche. Ciò nonostante le carenze di personale e di fondi che anche a Gorizia ha creato, spesso, problemi rilevanti. Ci sono stati anche periodi in cui si doveva centellinare il rifornimento di carburante perché c’erano stati tagli anche in questo campo. La situazione sembra oggi aver raggiunto il limite di saturazione e, per questo, i vigili del fuoco sono entrati in agitazione sperando di riuscire a sensibilizzare le autorità competenti.(p.a.)


6 giugno 2009 - Il Messaggero

All’Aquila li chiamano "angeli" o "eroi"...

L’AQUILA - All’Aquila li chiamano "angeli" o "eroi". E forse è proprio per questo che i vigili del fuoco hanno scelto il capoluogo di regione, devastato dal sisma, per lanciare un messaggio carico di rabbia. «Si ricordano di noi solo quando ci sono le grandi emergenze» dicono. L’appuntamento è per il prossimo 30 giugno, quando il sindacato maggioritario di categoria, la federazione Confsal, ha proclamato una protesta in città e uno sciopero nazionale. «La decisione di spostare la manifestazione all’Aquila - spiega Franco Giancarlo, segretario nazionale - è maturata dopo il ritiro degli emendamenti in favore del Corpo presentati dal Governo e dalla convinzione della solidarietà che riceveremo dalla cittadinanza abruzzese». I vigili lamentano gravi problemi di carenza d’organico, di mancanza di risorse economiche, di adeguamento di mezzi e dispositivi di protezione individuale, di pagamenti arretrati. «Preoccupazioni confermate dal sottosegretario agli Interni, Francesco Nitto Palma - dice il sindacato RdB-Cub Pubblico impiego - il quale ci ha detto che non ci saranno risorse per i vigili in Abruzzo». Un altro fronte caldo è quello della scuola. Ieri le segreterie regionali dei sindacati abruzzesi hanno protestato, nel corso di un sit-in a Colle Sapone, contro il taglio, confermato anche dopo il terremoto, di 1.100 insegnanti e 400 unità del personale tecnico, amministrativo e ausiliario. «Il taglio è pesantissimo - dicono i sindacati -: aumenta il numero degli alunni per classe, diminuisce il tempo scuola, sopprime classi delle aree interne e montane e limita l’offerta formativa». Infine ,anche la Cgil scende in campo per modificare il decreto sul sisma. È in programma lunedì pomeriggio, alle 16.30, nel parcheggio del centro commerciale "L’Aquilone", un confronto con i cittadini. «Ci sono risorse importanti da far arrivare - ha detto Sandro Giovarruscio - come quelle dell’Unione europea previste in caso di catastrofi naturali». Tra le priorità, secondo il sindacato, c’è l’istituzione di una tassa di scopo.(S.Das.)


5 giugno 2009 - Il Sole 24 Ore/Radiocor

TERREMOTO: PALMA(INTERNI) A SINDACATO, NO RISORSE PER VIGILI DEL FUOCO

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 05 giu - Niente risorse per i vigili del fuoco impegnati in Abruzzo, nè per gli automezzi e le attrezzature. Lo ha riferito il sottosegretario agli Interni Francesco Nitto Palma alla RdB-Cub Pubblico impiego vigili del fuoco, durante l'incontro di ieri. Secondo quanto riporta il sindacato, «Il sottosegretario ha confermato tutte le preoccupazioni» emerse dopo che dal decreto legge per la ricostruzione erano stati tolti gli emendamenti che aumentavano le risorse a favore dei vigili del fuoco. «Dovremmo accontentarci di mezzi di soccorso a pezzi - si legge in una nota - che spesso non superano i 40 chilometri orari, di un organico insufficiente e sotto gli standard europei, di continuare ad essere allertati via fax per la gestione delle emergenze. Per non parlare di stipendi che definire esigui è un eufemismo, di nessuna certezza sull'assunzione dei precari; di indennità di missione, promesse durante le prime giornate del sisma, ora sparite dall'agenda del Governo. Proprio una bella risposta a chi dal 6 aprile è impegnato giorno e notte, con raddoppio dei turni, per la tutela e l'incolumità delle persone in Abruzzo».


5 giugno 2009 - IMG Press

VIGILI DEL FUOCO: PALMA CONFERMA, NIENTE RISORSE PER MEZZI E LAVORATORI

Società & sicurezza(05/06/2009) - Niente soldi per i Vigili del Fuoco, né per gli automezzi e le attrezzature, né per la riqualificazione delle carriere. E' quanto è emerso dall'incontro che si è svolto ieri fra il Sottosegretario agli Interni, On. Nitto Francesco Palma, e la RdB-CUB Pubblico Impiego Vigili del Fuoco. L'amara conferma segue la conversione in legge del decreto "emergenza Abruzzo" (28 aprile 2009, n. 39), da cui sono stati ritirati gli emendamenti presentati dallo stesso governo che prevedevano risorse per il Corpo dei VV.F. "Il Sottosegretario ha confermato tutte le nostre preoccupazioni", riferisce Antonio Jiritano, della Direzione nazionale RdB-CUB P.I. "Dovremmo accontentarci di mezzi di soccorso a pezzi, che spesso non superano i 40 Km orari, di un organico insufficiente e sotto gli standard europei, di continuare ad essere allertati via fax per la gestione delle emergenze. Per non parlare di un Contratto di lavoro che non si può rinnovare, perché il governo non ha soldi; di stipendi che definire esigui è un eufemismo; di nessuna certezza sulla assunzione dei precari; di indennità di missione, promesse durante le prime giornate del sisma, ora sparite dall'agenda del governo. Intanto - aggiunge Jiritano - siamo militarizzati a tal punto che non si riesce nemmeno ad aprire un tavolo negoziale dove discutere dell'organizzazione del soccorso nel paese. Proprio una bella risposta a chi dal 6 aprile è impegnato giorno e notte, con raddoppio dei turni, per la tutela e l'incolumità delle persone in Abruzzo ed in tutto il paese. Dalla politica ci sentiamo solo sfruttati ed umiliati, al punto di domandarci che senso abbia andare a votare", conclude amaramente il dirigente RdB-CUB.


5 giugno 2009 - Primadanoi

Vigili del fuoco: Palma conferma:«niente risorse per mezzi e lavoratori»

ABRUZZO. Niente soldi per i Vigili del Fuoco, né per gli automezzi e le attrezzature, né per la riqualificazione delle carriere. Da qualche giorno i vigili del fuoco erano sul piede di guerra per la mancanza di risorse e il costante impegno profuso (nonostante mille difficoltà) nell’emergenza del terremoto. Quelle che arrivano oggi, però, non sono buone notizie. I soldi per i vigili del fuoco non ci sono: è quanto è emerso dall'incontro che si è svolto ieri fra il sottosegretario agli Interni, Nitto Francesco Palma, e la RdB-CUB Pubblico Impiego Vigili del Fuoco. L'amara conferma segue la conversione in legge del decreto "emergenza Abruzzo" (28 aprile 2009, n. 39), da cui sono stati ritirati gli emendamenti presentati dallo stesso governo che prevedevano risorse per il Corpo dei VV.F. «Il sottosegretario ha confermato tutte le nostre preoccupazioni», riferisce Antonio Jiritano, della Direzione nazionale RdB-CUB P.I. «Dovremmo accontentarci di mezzi di soccorso a pezzi, che spesso non superano i 40 Km orari, di un organico insufficiente e sotto gli standard europei, di continuare ad essere allertati via fax per la gestione delle emergenze. Per non parlare di un Contratto di lavoro che non si può rinnovare, perché il governo non ha soldi; di stipendi che definire esigui è un eufemismo; di nessuna certezza sulla assunzione dei precari; di indennità di missione, promesse durante le prime giornate del sisma, ora sparite dall'agenda del governo. Intanto - aggiunge Jiritano - siamo militarizzati a tal punto che non si riesce nemmeno ad aprire un tavolo negoziale dove discutere dell'organizzazione del soccorso nel paese». «Proprio una bella risposta a chi dal 6 aprile è impegnato giorno e notte, con raddoppio dei turni, per la tutela e l'incolumità delle persone in Abruzzo ed in tutto il paese. Dalla politica ci sentiamo solo sfruttati ed umiliati, al punto di domandarci che senso abbia andare a votare», conclude amaramente il dirigente RdB-CUB.


5 giugno 2009 - Leggimi

La protesta dei Vigili del Fuoco:
tredici miliardi per un cacciabombardiere, per i pompieri niente

"Tredici miliardi di euro per acquistare 131 caccia bombardieri F - 35! Una bella cifra! Pensare che a noi bastavano 8 milioni di euro, questa la cifra nel decreto Abruzzo bocciato giorni fa, da destinare ai Vigili del Fuoco per nuove assunzioni e ammodernamento dei mezzi di colonna mobile." E' la denuncia dei vigili del fuoco che in una nota sottolineano la mancata volontà del Governo di destinare al corpo le adeguate risorse. "Con la cifra che si spende per uno solo di quei caccia (circa 100 milioni di euro) si risolverebbe il buco di bilancio di tutto il Corpo Nazionale. Si pensi che per la ricostruzione dell'Abruzzo si pensa ad uno stanziamento di 8 miliardi di euro, insufficienti, se cerca di tagliare su tutto per riuscire a far quadrare i bilanci, ma per acquistare i lucenti e potenti F - 35 non si guarda in faccia alla crisi. Vediamo già volteggiare gli affascinanti bombardieri sopra l'Aquila, portare con il rombo dei propri motori coraggio alla popolazione, vediamo già gli F - 35 fronteggiare gli incendi di bosco a suon di bombe! Quando il cittadino chiamerà i Pompieri perché gli và a fuoco l'abitazione, manderemo un bombardiere a risolvere definitivamente il problema." "Questo Governo - continua la nota - ha proprio centrato le priorità del Paese, tutti Noi temevamo una guerra imminente ed avere un Aeronautica potente ci farà dormire più tranquilli, non importa se nel frattempo i Vigili del Fuoco non avranno più i soldi per la benzina o per la formazione, non importa che ci saranno sempre meno mezzi e uomini a tutela dell'incolumità della popolazione, non importa che metà degli elicotteri dei Vigili del Fuoco siano a terra per manutenzione e riparazioni, tanto dall'alto dei cieli ci sono gli F - 35 che ci proteggono! Questo Governo ha tradito gli impegni presi dal Ministro dell'Interno, ha tradito tutti Noi, sia come Vigili del Fuoco che come Cittadini." "Niente soldi per i Vigili del Fuoco, né per gli automezzi e le attrezzature, né per la riqualificazione delle carriere. E' quanto è emerso dall'incontro che si è svolto ieri fra il Sottosegretario agli Interni, On. Nitto Francesco Palma, e la RdB-CUB Pubblico Impiego Vigili del Fuoco. L'amara conferma segue la conversione in legge del decreto "emergenza Abruzzo" (28 aprile 2009, n. 39), da cui sono stati ritirati gli emendamenti presentati dallo stesso governo che prevedevano risorse per il Corpo dei VV.F.
"Il Sottosegretario ha confermato tutte le nostre preoccupazioni", riferisce Antonio Jiritano, della Direzione nazionale RdB-CUB P.I. "Dovremmo accontentarci di mezzi di soccorso a pezzi, che spesso non superano i 40 Km orari, di un organico insufficiente e sotto gli standard europei, di continuare ad essere allertati via fax per la gestione delle emergenze. Per non parlare di un Contratto di lavoro che non si può rinnovare, perché il governo non ha soldi; di stipendi che definire esigui è un eufemismo; di nessuna certezza sulla assunzione dei precari; di indennità di missione, promesse durante le prime giornate del sisma, ora sparite dall'agenda del governo. Intanto - aggiunge Jiritano - siamo militarizzati a tal punto che non si riesce nemmeno ad aprire un tavolo negoziale dove discutere dell'organizzazione del soccorso nel paese". "Proprio una bella risposta a chi dal 6 aprile è impegnato giorno e notte, con raddoppio dei turni, per la tutela e l'incolumità delle persone in Abruzzo ed in tutto il paese. Dalla politica ci sentiamo solo sfruttati ed umiliati, al punto di domandarci che senso abbia andare a votare", conclude amaramente il dirigente RdB-CUB."


5 giugno 2009 - Caserta24Ore

Tredici miliardi di euro per acquistare 131 caccia bombardieri F - 35!

Per i Pompieri non ci sono i soldi, per le armi SI! Tredici miliardi di euro per acquistare 131 caccia bombardieri F - 35! Una bella cifra! Pensare che a noi bastavano 8 milioni di euro, questa la cifra nel decreto Abruzzo bocciato giorni fa, da destinare ai Vigili del Fuoco per nuove assunzioni e ammodernamento dei mezzi di colonna mobile. Con la cifra che si spende per uno solo di quei caccia (circa 100 milioni di euro) si risolverebbe il buco di bilancio di tutto il Corpo Nazionale. Si pensi che per la ricostruzione dell’Abruzzo si pensa ad uno stanziamento di 8 miliardi di euro, insufficienti, se cerca di tagliare su tutto per riuscire a far quadrare i bilanci, ma per acquistare i lucenti e potenti F - 35 non si guarda in faccia alla crisi. Vediamo già volteggiare gli affascinanti bombardieri sopra l’Aquila, portare con il rombo dei propri motori coraggio alla popolazione, vediamo già gli F - 35 fronteggiare gli incendi di bosco a suon di bombe! Quando il cittadino chiamerà i Pompieri perché gli và a fuoco l’abitazione, manderemo un bombardiere a risolvere definitivamente il problema.
RDB Vigili del Fuoco


3 giugno 2009 - Il Manifesto

VIGILI DEL FUOCO
Governo sordo, urlano le sirene

Nessun adeguamento degli organici, mancato aggiornamento delle indennità, niente ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature. Il governo ha trasformato in lettera morta le promesse del ministro Maroni all'indomani del terremoto che ha colpito L'Aquila e dintorni. Per questo prosegue lo stato di agitazione dei vigili del fuoco impegnati nell'emergenza. Da ieri la protesta, che non ha mai messo in discussione il corretto e tempestivo svolgimento del servizio, acquista una sua consistenza «sonora». Contro la «sordità» del governo, le sirene hanno fatto sentire a intervalli regolari il loro urlo nel centro storico del capoluogo abruzzese, mentre diverse squadre procedevano al puntellamento degli edifici e al recupero dei beni della cittadinanza nelle abitazioni abbandonate. «Se il governo non manterrà quanto promesso - si legge in un comunicato congiunto di Cgil, Cisl e Uil - attueremo ulteriori forme di protesta, compreso lo sciopero, garantendo comunque anche in tale circostanza , il servizio di soccorso alla cittadinanza che ci apprezza e ci sostiene senza riserve». I soldi saltati dal decreto nel corso dell'ultimo consiglio dei ministri, come fa notare anche il comunicato del sindacato Rdb-Cub, erano «destinati a migliorare il soccorso tecnico urgente alla popolazione». Per evitare, ad esempio, «i ritardi nell'allertamento come è successo nel recente sisma». E l'abbandono dei mezzi in autostrada «causa la loro vetusta e scarsa manutenzione».


3 giugno 2009 - Il Giorno

«L'organico è da fame la caserma va a rilento e il progetto è sbagliato»
VIGILI DEL FUOCO LA RABBIA DEL SINDACATO
di DARIO CRIPPA

MONZA - CON L'ARRIVO della Provincia, i Vigili del fuoco di Monza si trasformeranno da distaccamento in Comando provinciale. Eppure - questo il grido d'allarme lanciato da alcuni mesi dal sindacato interno - «la situazione non potrà che peggiorare». Il futuro dei pompieri di uno dei territori più densamente popolati della Lombardia, e con una densità altrettanto alta di industrie e di aziende (parecchie a «rischio di incidente rilevante»), si sta rivelando un'autentica grana. A cominciare dagli organici e per finire con la nuova sede. Poco prossima, e molto ventura. Gli organici, prima di tutto. «Il nuovo Comando provinciale dei Vigili del fuoco - aveva spiegato Enrico Vergani, responsabile di Rdb/Cub - ha ottenuto la classificazione più bassa, la stessa di province ben più piccole con meno criticità come quella di Lodi». «A Monza - spiega ancora Vergani -, che attualmente conta su 48 unità operative, ne sono state assegnate 84 con il passaggio a Comando, più altre 29 nel distaccamento di Desio e altre 29 in quello di Seregno». Una dotazione giudicata insufficiente dal sindacato dei Vigili del fuoco, che con la nuova ripartizione potrebbe finire paradossalmente col poter allestire un mezzo in meno rispetto ad ora. C'è poi l'altra grana, quella relativa alla nuova sede di via Cavallotti, di fianco a quella storica di via Mauri. Un edificio con 60 uffici amministrativi ritenuto completamente inutile e sbagliato da Rdb: «Cosa ce ne facciamo di sessanta uffici amministrativi se gli impiegati previsti saranno appena sedici? Il progetto è sbagliato: che senso ha appaltare un'opera da quattro milioni e seicentomila euro di soli uffici in cui non sono previsti magazzini, mensa, deposito mezzi, servizi igienici? Avremo una trentina di automezzi in più, ma non sapremo dove parcheggiarli». INFINE, c'è la questione dei ritardi. «Ho incontrato settimana scorsa il comandante provinciale di Milano - chiude Vergani - e ancora non si hanno notizie di quando il Ministero darà disposizione perché Monza diventi indipendente e si costituisca il Comando provinciale. E poi ci sono i ritardi per la realizzazione della nuova sede: i lavori, cominciati a rilento, dovevano finire entro un anno; già adesso però, da quando la ditta che si è aggiudicata l'appalto ha dovuto sospendere i lavori perché il terreno sprofondava, si sente parlare di almeno due anni». Il commissario prefettizio Luigi Piscopo smorza i toni: «I sondaggi nel terreno hanno trovato alcune aree friabili che hanno costretto a rivedere il progetto per quanto riguarda le fondamenta: dovrebbero bastare due o tre mesi in più, intanto ho fatto richiesta per trovare una sede alternativa in locazione, attendo il nullaosta. E per la classificazione del nuovo Comando ho chiesto di essere considerati come le province di Bergamo e Brescia».