ISPETTORI, VICE ISPETTORI, ISPETTORICCHI, RUFFIANI E QUAQUARAQUÀ
Lavoratori,
il tormentone di questa fantomatica qualifica sembra essere senza fine e riassume in se tutte le storture e contraddizioni del famigerato Decreto Legislativo 217/2005.
Ma vediamone un pò la storia!!!
Ideata dal prefetto Morcone, appariva, nella primissima bozza di riforma, come una qualifica a cui potessero accedere tutti i Vigili del Fuoco, in possesso di titoli di studi superiori.
Questa versione, in un mondo come il nostro dove l’anzianità regna sovrana su titoli (reali o fittizi) e su capacità e meriti (reali o fittizi), venne subito accantonata. Si scelse di limitarne l’accesso alle figure di capo squadra esperto, capo reparto, capo reparto esperto, al fine di privilegiare la maturata esperienza (reale o fittizia).
L’istituzione dell’ispettore permetteva peraltro all’amministrazione di spostare ad un livello stipendiale più basso le funzioni dei vecchi periti in modo tale da rendere le attuali figure apicali dei sostituti direttori quasi inarrivabili in futuro.
Ma torniamo ai concorsi straordinari per gli ispettori antincendi. In quel libro dei sogni (o incubi) che è il D.L.217/05; ne erano previsti 2 da 300 e 334 posti (chissà in base a che calcoli questi numeri…): il primo da effettuarsi entro due mesi dalla pubblicazione del Decreto Legislativo il secondo entro un anno.
Il primo, svolto entro il termine previsto, ma senza un’adeguata regolamentazione dei posti disponibili e con la garanzia di lasciare tutti a casa, generò il caos creandone decine in certe sedi provinciali e solo qualche unità in intere regioni.
Se pur L’art. 20 del citato D.L. recita che gli ispettori: “…sono responsabili di attività a rilevanza interna; in relazione alle professionalità possedute e all’esperienza pratica acquisita…” l’effettiva efficacia di questa nuova figura si poneva immediatamente: non si coglieva se la sua essenza fosse quella di un Super capo reparto o un “minifunzionario” ed ogni realtà locale si adattò da se alla nuova verità.
La gestazione del secondo concorso ebbe risvolti da letteratura omerica. Bozze sopra bozze, modificavano i punteggi da attribuire, ora privilegiando gli studi effettuati, ora l’anzianità, ora le specializzazioni. Nel frattempo si bocciava una pianta organica che ne prevedeva l’impiego come capi-nucleo delle specialità, rendendo equivoca la partecipazione a specialisti che avevano diritto ad un punteggio più elevato ma nel contempo non vedevano previste posizioni a loro dedicate.
Mentre trascorrevano gli anni, lentamente la figura perdeva di attrattiva a chi era dedicata: per il personale anziano la cui carriera era bloccata e che si avvicinava sempre di più all’età del congedo.
Oggi, dopo ben 8 anni, la beffa finale: l’uscita del bando senza retroattività, con i problemi irrisolti, lo scontento e confusione generale e l’incertezza di chi, specie se specialista, sperava in extremis di coronare la pur misera carriera con un ruolo più elevato.
Ora, a concorso attivato, molte sono lacune non ancora colmate e non è chiaro ai partecipanti se ne acquisiranno dei vantaggi.
Caro direttore centrale delle risorse umane nuova di questa amministrazione, comprendiamo umanamente il suo sgomento davanti alle assurdità del DL. 217/05 da noi fortemente osteggiate.
Cerchi però, nel ruolo che le è consegnato, di rispondere alle aspettative degli aspiranti Ispettori (e non vice Ispettori come da Lei dichiarato!) chiarendo i seguenti punti:
· Quale ruolo avranno gli specialisti se nominati Ispettori?
· L’immissione in ruolo (non essendo retroattiva) comporta il relativo aumento stipendiale con le attuali norme restrittive sui blocchi salariali?
· Sarà chiaro il ruolo degli Ispettori o delegato alle discrezione dei dirigenti provinciali, come spesso succede?