UN PLOTONE DI ESECUZIONE, ALTRO CHE PENSIONE

Padova -

 

Apprendiamo tramite una risposta inviata ad una O.S. e per conoscenza ai Comandanti del Veneto la posizione del direttore interregionale in merito alla vicenda del collega di Treviso che, recentemente, ha subito un incidente stradale al rientro da un intervento di soccorso. Più precisamente si fa riferimento alla composizione minima di operatori VF impiegati come supporto agli interventi.

Una nota che dimostra, ancora una volta, la netta distanza tra chi dirige i comandi del Veneto e il personale che lavora e vive in prima persona il soccorso.

Ormai abituati a queste uscite fuori dagli schemi non pensavamo si arrivasse a sostenere che se, nell’incidente occorso al collega di rientro da un intervento di soccorso, ci fosse stato un altro occupante della vettura, si sarebbero contati due feriti piuttosto che uno. Come se il collega avesse fatto l’incidente di proposito e con la premonizione che con la presenza di un altro collega a bordo del mezzo di soccorso ci sarebbe stato comunque un incidente.

Un dirigente generale che ignora il regolamento di servizio all’art.66 (composizione delle squadre di intervento) e che confonde banalmente i movimenti di istituto da quelli di soccorso è allucinante. Eppure per gli spostamenti di istituto, lui stesso, si fa accompagnare anche per prendere un caffè dietro l’angolo e recentemente smentito dal Centro Operativo Nazionale sull’invio di personale SAPR con autista.

Forse il “caro” direttore ignora che prima di menzionare i supporti (TAS2, Cinofili, SAPR etc) dovrebbe fare un’analisi approfondita, sempre se ne sia in grado, sull’attività operativa dei vigili del fuoco in quanto questi operatori sono spesso in strada da soli, giorno e notte. In soccorso con mezzi spesso non allestiti perché si è preferito impiegare i soldi per altro, in sirena a controllare un navigatore, rispondere al telefono o alla radio per eventuali aggiornamenti o comunicazioni di servizio. Dimentica che proprio lui costringe il soccorso “cinofilo” in solitaria perché non ha voluto le sedi cinofile menzionate nella circolare del 2021 che prevede che il personale in servizio parta in coppia per l’intervento. Unica regione in Italia a non aver attuato una circolare ministeriale!

Tralasciando alcuni “orrori” di coniugazione del verbo avere (avremmo e non avremo e ha e non a) e virgole seminate alla cazzo, tali da non sembrare farina del sacco dell’illustre dirigente, ci fidiamo della firma in calce che testimonia la stesura della nota da parte sua oltre alla laurea in ingegneria che presuppone un percorso di studi approfondito in grammatica e sintassi.

Oltre alla sequela di incongruenze che si possono evidenziare, un minimo di lucidità traspare e segnala che la nostra OS, nel tempo, non ha sostenuto tesi infondate. Ci riferiamo ai capoversi che riportano l’orario di lavoro dei vigili del fuoco a direttive europee che la direzione interregionale però ha sempre trascurato. Tutto l’elenco di normative in tema di orario di lavoro scritte dal direttore combaciano con nostre note inviate all’amministrazione che denunciavano il cumulo di ore che i colleghi, molte volte, sono stati costretti a svolgere per mantenere la professionalità a causa di funeste direttive della stessa direzione che hanno usato la “leva” del ricatto per progredire professionalmente (retraining, mantenimenti, formazione, lifm). Tutte attività svolte in barba al limite di orario imposto dalle stesse direttive europee e italiane che ora vengono citate nella nota e che ci riserviamo di chiederne i diritti.

Una riflessione infine va fatta sull’ultimo capoverso in quanto, a parte i continui refusi, probabilmente dovuti ad errori di battitura (si spera), si rinfaccia ai lavoratori che il rischio di infortuni sul lavoro si valuti solo quando succedono queste cose e non quando conviene al lavoratore. Questa dichiarazione possiamo condannarla fortemente perché, negli anni, questa Organizzazione Sindacale ha sempre ribadito che la sicurezza sul lavoro è un fondamento che il datore di lavoro deve garantire.

Il disprezzo che traspare dalle sue parole verso i lavoratori meriterebbe il silenzio e la vergogna ma noi, con disgusto e nausea, ne parleremo in tutte le sedi denunciando l’ennesimo caso in cui un dirigente mostra la sua pusillanime voglia di mostrarsi migliore di chi si sporca le mani sostenendo pure che andrebbe cambiato l’orario di lavoro per tutelare i lavoratori, usando una rivendicazione sulla sicurezza bullizzando le Organizzazioni Sindacali.

Concludiamo auspicando che questa nota sia l’ultima di una serie durata troppi anni. Di un direttore simile non ne sentiremo di certo la mancanza.

 

 

Il Coordinamento Regionale USB VVF Veneto