REPLICA DI USB AL GOVERNO

USB REPLICA ALLA RISPOSTA ALL'INTERPELLANZA URGENTE ESPOSTA DALL'ONOREVOLE ZAN E CHE RIPORTA LE GRAVI DIFFICOLTA OPERATIVE DEI VIGILI DEL FUOCO DEL VENETO E IN PARTICOLAR MODO DEL COMANDO DI PADOVA

Padova -

A: Ministro dell’Interno

On. Matteo SALVINI


Sottosegretario di Stato all’Interno

On. Nicola MOLTENI


Sottosegretario di Stato all’Interno con delega ai Vigili del Fuoco

On. Stefano CANDIANI



OGGETTO: REPLICA DI USB AL GOVERNO


Signori Onorevoli,

come organizzazione sindacale, abbiamo ieri assistito all’interpellanza urgente rivolta al governo dall’onorevole Alessandro Zan.

La risposta, per voce del sottosegretario on. Nicola MOLTENI, ci ha lasciato insoddisfatti perché tende a minimizzare la situazione operativa in cui versa, nella realtà regionale del Veneto, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ed in particolar modo il Comando di Padova.

Corre doveroso rappresentare che l’interpellanza de quo è scaturita dopo ben quattro scioperi del personale, solo nell’ultimo anno, con adesioni “bulgare”, oltre a diverse manifestazioni e molteplici note inviate al Ministero dell’Interno, anche da parte del sig Prefetto e del Comandante di Padova. La trattazione dell’argomento è avvenuta con superficialità limitandosi ad una mera enunciazione di numeri e percentuali afferenti la carenza di organico e valutando positivamente gli interventi assistenziali dell’Opera Nazionale in tema di infortuni sul lavoro e malattie professionali.

Ci sentiamo per tanto in obbligo di replicare alla giusta interpellanza, per far meglio comprendere le difficoltà in cui sono costretti ad operare i vigili del fuoco del Veneto ed in particolare i lavoratori del comando di Padova con conseguenti negative ripercussioni sulla qualità del servizio che si offre ai cittadini richiedenti il soccorso.

Non riteniamo risposta esaustiva l’aver fornito numeri e percentuali di carenze, in quanto riferite ad organici già tagliati a causa della mancanza di personale discontinuo, oltre che da un riordino occorso nel 2014 che ha fatto si che le sedi periferiche siano rimaste senza un operatore in presidio e costretti così ad integrare la squadra minima di soccorso; inoltre non si è tenuto conto dell’inidoneità fisica, dovuta a malattie professionali, di quel personale non più impiegabile in interventi di soccorso che però continuano ad essere conteggiati in pianta organica. Si aggiunga infine, il trasferimento di lavoratori verso altre sedi perché in regime di leggi speciali, ma che di fatto risultano ancora in carico nel comando di origine.

Si consideri inoltre la drammaticità della situazione automezzi che quasi quotidianamente necessitano di interventi manutentivi presso officine esterne, la cui opera tampona solo provvisoriamente l’efficienza degli automezzi, necessari a garantire il soccorso.

La risposta ha toccato anche la copertura INAIL.

E’ doveroso rappresentare che il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco autofinanzia un ente (Opera Nazionale di Assistenza) che garantisce la copertura solo parziale delle spese mediche perché spesso prevede una franchigia anche per un semplice esame diagnostico. E’ bene ricordare che l’ente assistenziale di che trattasi, per ben due volte è stato commissariato per gravi inadempienze. Come organizzazione sindacale, il ricorso alla copertura INAIL lo consideriamo necessario in quanto, presso il dipartimento dei vigili del fuoco, non esistono né studi clinici sulle malattie professionali e né un vero e proprio archivio storico degli infortuni occorsi in servizio. Non dimentichiamo poi, che il riconoscimento di causa di servizio e conseguente equo indennizzo è una circostanza sempre più rara tanto da obbligare il lavoratore ad adire la giustizia amministrativa per vedersi riconosciuto quanto di suo diritto, con le ovvie spese che è così tenuto a sostenere.

Ieri, data la rilevanza della questione per il territorio, la nostra Organizzazione ha partecipato e chi in aula e chi in diretta web, ha udito frasi in quel politichese che non a tutti è dato conoscere, frutto di una conoscenza molto sommaria della materia e supportato da dati forniti dall’amministrazione stessa. In questo caso è la Direzione Interregionale Veneto e T.A.A., ben nota per la sua capacità di minimizzare e sottostimare le problematiche e se consideriamo che il dirigente generale a capo della direzione è uno dei papabili a divenire il prossimo capo del Corpo, diventa di facile comprensione la sua tendenza a trattare i dati in maniera asettica e non relazionati al caso concreto, per contenere le criticità o anche solo ammorbidirne l’apparenza.

L’on. Alessandro Zan, di contro, si è informato ascoltando anche la voce dei lavoratori e non solo quella dell’amministrazione.

Se per formulare la risposta si fosse, ad esempio, fatto un semplice confronto tra le piante organiche del 1998 con quelle del riordino del 2014, non si sarebbero notate differenze, ma se nel 1998 non esisteva la sede distaccata di Abano Terme, nel 2005 si è provveduto ad aprire una sede distaccata in piu nel territorio, senza ricevere in cambio risorse umane aggiuntive.

Di non poco conto anche la presenza in servizio di personale ausiliario e discontinuo che faceva in modo di aumentare la pianta organica e che ora non c’è più.

L’esiguità dei numeri, oggi, porta le squadre ad operare in sottorganico, con numeri ben inferiori anche alla composizione minima prevista, perché necessaria.

Piante organiche così esigue da non poter nemmeno fare formazione e aggiornamento professionale se non che durante i giorni di riposo e che per tanto, non danno origine a nessun trattamento economico, benché la formazione sia orario di lavoro e attività lavorativa a tutti gli effetti.

Carenze di personale tali che si trasformano in chiusure di sedi e in alcuni casi in semplici presidi per il soccorso al cittadino con squadre senza la composizione minima necessaria, composti anche da solo due unità lavorative.

Un parco automezzi che versa in uno stato di vetustà tale da non superare nemmeno le revisioni “interne”, ovvero fatte dalla nostra stessa amministrazione e che non garantisce una eccelsa operatività.

La cosa più raccapricciante, signori onorevoli, è che se da un lato il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco risponde al D.Lgs 81/2008, molte sue proprie sedi sono carenti dei requisiti minimi di sicurezza dettati proprio dal citato Testo Unico tanto da doverci obbligare a segnalare e far intervenire l’ufficio centrale ispettivo del Dipartimento dei Vigili del Fuoco presso il Ministero dell’Interno.

Infine riteniamo che una provincia come Padova non possa sostenere un rapporto soccorritori/popolazione pari a 1 su 30000 mettendo seriamente a rischio la buona riuscita degli interventi e la sicurezza degli operatori considerando anche le attività produttive a rischio rilevanti, gli snodi stradali e autostradali, il rischio idrogeologico e l’esistenza di un parco regionale.

Potremmo proseguire elencando ancora altre criticità ma preferiamo invitarVi ad una visita istituzionale per poter toccare con mano la realtà delle parole qui scritte e per ascoltare la voce dei lavoratori.

Signori onorevoli, noi sentiamo quotidianamente l’amore e il supporto del cittadino ma questo, purtroppo non basta. Abbiamo però bisogno dell’amore e della giusta e concreta considerazione anche della nostra attuale classe politica.

Attendiamo un cenno di riscontro alla presente rinnovando l’invito delle S.V. presso la sede del comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Padova per verificare insieme alla Scrivente la situazione egregiamente descritta durante l’interpellanza dall’on. Zan Alessandro.