Piantedosi e Salvini, ministri con la minuscola

Roma -

Solo nello strambo Paese che si chiama Italia il dispositivo nazionale del soccorso può finire nelle mani di due ministri del calibro di Piantedosi e Salvini. Due ai quali la parola “migranti” – senza volersi spingere a citare l’effetto di “cultura” sul Reichsleiter della Hitler-Jugend, Baldur von Schirach - provoca orticaria grave, al punto da riuscire a distrarli dai loro compiti istituzionali.

Così, se la Guardia Costiera in una notte di tregenda se ne resta al sicuro, alla fonda nei porti (sicuramente il felpato ministro delle Infrastrutture avrà voluto contribuire al risanamento delle disastrate casse statali, risparmiando carburante), nella medesima notte il suo ex scudiero e attuale successore al Viminale, in presenza di un alert Frontex, dorme i sonni del giusto.

Si può dargli torto? Lui è il ministro dell’Interno, che c’entra con quelle torme di disperati che arrivano dall’Esterno? Certo, avrebbe potuto anche ricordarsi di avere alle proprie dipendenze il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, quelli abituati a sporcarsi le mani in ogni dove e in ogni situazione.

È che purtroppo il nostro ha la memoria intermittente (o selettiva): per esempio, si ricorda dei Vigili del Fuoco quando si tratta di spedirli nel terremotato territorio turco, ma viene colto da amnesia alla parola Siria. Sa che hanno un loro naviglio in grado di operare, ma mica può essere da meno del suo ex principale e comunque attuale referente politico, che figura ci farebbe?

Tanto, i vigili del fuoco se la cavano benissimo, nel raccogliere cadaveri. Senza sprechi di carburante.

Coordinamento USB Vigili del Fuoco