EMERGENZA??? COME GESTIRE COSA!!!
PER UNA RIFORMA DEL SOCCORSO SERVE CHIAREZZA DI RUOLI E RISPETTO DEL “SERVIZIO” RESO
Lavoratori,
più volte, sia nell'ordinario sia nell'emergenza, abbiamo sofferto varie interferenze e sovrapposizioni tra gli enti preposti al soccorso. Come se l'azione di salvaguardia fosse uno scenario dove “chi arriva prima è bravo e comanda su tutto”. Ma è proprio così?!?
Se analizziamo, proprio quest'ultimo evento calamitoso, ci accorgiamo che i vigili del fuoco sono arrivati sul posto con un ritardo notevole ed una forza in campo di sole 465 unità. Praticamente abbiamo fallito?!? Eppure di fatto abbiamo operato al meglio delle nostre possibilità riscuotendo una ottima “fetta di approvazione” da parte dei media. Ma allora cosa non ha funzionato?!?
Le emergenze come l'ordinario necessitano di modellamenti e strategie pianificate a monte che nel momento del loro utilizzo sono già abituate a sincronizzarsi fra di loro e svolgendo al massimo i loro compiti rendono di fatto un “servizio di salvaguardia” efficace al cittadino. Cioè.... dobbiamo curare l'aspetto formativo per una maggiore simbiosi tra enti nazionali e locali al fine di migliorare la comunicazione e i ruoli in caso di scenari improvvisi. In pratica deve sparire la concorrenza tra enti a partire dall'eliminazione della corsa ai doppioni logistici e di intervento evitando di assistere a scene assurde che hanno visto i vigili del fuoco posti in siti troppo lontani da Amatrice (analizziamo il caso specifico) e sezioni di Protezione Civile che sgomitavano nella fascia rossa praticamente accalcati. Del resto tutti siamo importanti in un evento del genere la finalità è dare soccorso non la foto nei giornali. Del resto è chiaro che se ci organizziamo bene e logico che daremo un servizio perfetto.
Quando si affronta una calamità i punti più importanti, nelle prime ore dall'evento, sono la tempestività, la logistica di prima fase ed in seguito la preparazione di una logistica autonoma permanente per soccorritori e soccorsi. La gestione dei servizi correlati al soccorso, la circoscrizione dell'area colpita dall'evento (con la relativa messa in sicurezza da parte delle FF.OO), la valutazione del rischio in corso e il costante monitoraggio dell'evento da parte di una sala operativa avanzata “multi-forze” che fa da anello di collegamento tra le UCL e la SALA ITALIA (sala crisi della Presidenza del Consiglio dei Ministri). Naturalmente la sala operativa avanzata deve avere al suo interno anche componenti fondamentali come l'ISPRA, l'ARPA, il GENIO AMBIIENTALE, ASL, e i vari referenti locali (enti pubblici: sindaci delle aree colpite, assessori alla protezione civile, ecc). Il tutto serve per dare tranquillità lavorativa a chi interviene nelle prime 24 ore dall'inizio dell'evento evitando così che i vigili del fuoco debbano in prima battuta preoccuparsi della logistica. Nelle prime 24 ore si deve arrivare sul posto con semplici “camper e/o roulotte” poi deve la Protezione Civile con la sua enorme macchina organizzativa garantire la logistica in sintonia con le nostre sezioni addette, le quali sono comunque allertati ed hanno raggiunto la zona interessata scegliendo accuratamente il luogo e predisponendo il tutto per il migliore funzionamento.
La presenza dei vigili del fuoco deve assolutamente essere garantita sempre in permanenza in prima fascia (basta il gioco del risparmio) visto che noi siamo proprio in questo caso l'unico organo di soccorso tecnico urgente. Le fasi successive: verifiche di stabilità, decreti di abbattimento, eventuali puntellamenti e ricostruzione devono essere gestiti dalla sala operativa “multi-forze” di concerto con gli enti locali (non bisogna sottovalutare questo aspetto per evitare lo sciacallaggio di chi approfittandosi della calamità farà fortuna con il “mattone”; bisogna tenere a mente che la popolazione colpita oltre che gli affetti e le case ha di fatto perso il lavoro ed hanno bisogno di un sostegno economico che deve partire della ricostruzione). Bisogna che in queste situazioni si smetta con la messa a capo di tutto di un commissario esterno sminuendo di fatto l'opera amministrativa locale o regionale.
Naturalmente, nota dolente, per preparare questa macchina del soccorso occorrono alcuni passi a monte necessari per far si che ognuno degli enti successivamente coinvolti saprà sempre cosa e come fare. Quindi abbiamo bisogno di collaborare sempre più con il mondo della RICERCA migliorando la nostra azione di PREVENZIONE DEI GRANDI RISCHI e di conseguenza studiare i vari effetti “incogniti” che potrebbero presentarsi davanti a noi (PREVISIONE). Soltanto così la macchina del soccorso sarebbe autonoma e ben definita, ognuno con il proprio ruolo e senza idea di concorrenza con con grande spirito di collaborazione. Per testare l'organizzazione complessiva c'è bisogno di intensificare i rapporti tra tutti questi enti e attraverso l'azione costante di simbiosi durante le micro-calamità (gli interventi ordinari per intenderci e non limitarci a 2-3 esercitazioni annue).
DOBBIAMO CREARE UNA GRANDE SQUADRA EVITANDO I DUALISMI E LE INCOMPRENSIONI TENENDO A MENTE CHE IL SOCCORSO FATTO BENE FA LA DIFFERENZA TRA LA VITA E LA MORTE
USB DA SEMPRE CHIEDE UNA RIFORMA VERA DEL SOCCORSO