DICHIARAZIONE DELLO STATO DI AGITAZIONE NAZIONALE
Al Ministro dell'Interno
On. Angelino ALFANO
Al Sottosegretario di Stato all'Interno
dott. Giampiero BOCCI
Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile
Capo Dipartimento
Prefetto Bruno FRATTASI
Tramite:
Ufficio I - Gabinetto del Capo Dipartimento
Capo del Gabinetto del Capo Dipartimento
Viceprefetto Iolanda ROLLI
Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
Vice Capo Dipartimento Vicario
ing. Gioacchino GIOMI
Al responsabile dell'ufficio Garanzia dei Diritti Sindacali
dott.ssa Silvana LANZA BUCCHIERI
Oggetto: dichiarazione dello stato d’agitazione di categoria - volontà di promuovere lo sciopero nazionale della categoria Vigili del Fuoco - richiesta del tavolo di conciliazione ai sensi della Legge 146/90 e/o legge 83/2000 e successive modifiche.
La scrivente Organizzazione Sindacale, in riferimento all’oggetto, con la proclamazione dell'immediato stato di agitazione del personale del CNVVF chiede l'attuazione della procedura di raffreddamento ai sensi della normativa in vigore. Le motivazioni sono ormai chiare da tempo ed il CCNL è ormai un’esigenza, oltre ad essere un diritto, negato da troppo tempo a una categoria, la nostra, che ha vissuto una fase di riordino che ha stravolto il sistema del soccorso tecnico urgente negando diritti e sicurezza nei luoghi di lavoro. Esempio lampante è l'emergenza in atto basata sul risparmio. La terra continua a tremare e noi siamo impotenti per colpa del decreto Monti. Non ci sono parole davanti ad una strategia di intervento di questo evento sismico basato di fatto sul risparmio.
Già dalle prime battute abbiamo sottovalutato la forza di impatto, messa in atto dal corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, agendo con 465 unità (poi portate a 930) rispetto alle 2700 unità che furono presenti a L'Aquila. Adesso si utilizzano le ”sezioni operative” invece che la vera “colonna mobile nazionale” dei Vigili del Fuoco.
La politica che dalla fine degli anni '90 ad oggi, ha permesso il dualismo con la protezione civile, ci ha portato alla legge 252, pubblicizzazione del rapporto di lavoro, burocratizzando il corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e escludendo un processo di crescita nazionale in favore della cultura della salvaguardia (legge 225). La ricerca, la previsione grandi rischi, la prevenzione, l'investimento della macchina del soccorso, le assunzioni al fine di raggiungere il paramento europeo di 1 vigile del fuoco ogni mille abitanti (invece che l'attuale proporzione di 1 vigilie del fuoco ogni oltre 15000 abitanti esistente in Italia) sono stai accantonati e si è di fatto cannibalizzata la macchina del soccorso svendendo a favore dei privati un patrimonio che invece deve essere pubblico. Oggi viviamo le emergenze con gli occhi rivolti allo schermo e ci angustiamo nel constatare che nessuno applica di fatto il buon senso. Fasi operative mescolate... invii dal territorio senza logica... ritardi e sovraccarichi di lavoro... insomma siamo terremotati tra i terremotati!!!
Non è cosi che si fa soccorso... non è cosi che il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco deve agire. Dobbiamo fare tesoro delle emergenze continue che affrontiamo ed abbiamo affrontato. Non possiamo agire, oggi, in maniera disomogenea sul territorio nazionale sperando che le cose vadano per il verso giusto. Il soccorso è imprevedibile ed è per questo che dobbiamo a monte preparare la macchina ad essere il più possibile efficiente e pronta...
Ad oggi l'amministrazione si vanta della riduzione dei centri spesa (da 118 a 18) e della modifica del luogo di lavoro giuridico (Dlg 139) la quale ha determinato un piano di “esodo” (nonostante le rassicurazioni dell’amministrazione) e un conseguente “sovraccarico di lavoro” che ha reso la categoria di fatto dei lavoratori pendolari; la vetustà del parco automezzi e il pietoso stato in cui versano molte sedi di servizio aggravano sempre più lo stato di disagio (necessita un piano di messa in sicurezza di tutte le sedi VF dal rischio sismico – vedi distaccamento di Camerino).
Oltre a ciò è chiaro l’intento di stravolgere l'impianto generale di soccorso ponendo un forte freno alla necessaria politica di assunzione e di ricambio generazionale del CNVVF ormai ridotto all'osso (CHIEDIAMO LA MESSA IN ATTO DELLA RISOLUZIONE FIANO); all'esigenza di dover riqualificare tutti i lavoratori che in questi ultimi anni senza CCNL hanno subito un sovraccarico di lavoro dettato dalla “valanga” di circolari emesse che hanno determinato le regole di movimento ma non d'ingaggio.
“A titolo di esempio si precisa che: giornalmente, 2060 interventi di media devono essere affrontati, secondo le norme del dicastero, da squadre composte di 5 unità. Quindi in base al rapporto interventi/soccorritore il sovraccarico creato ci da un dato da non sottovalutare. Nel reale dispositivo di soccorso mancano 8240 Vigili del Fuoco che necessitano per la corretta composizione delle squadre, raggiungendo cosi il necessario numero di 10300 unità minime che ogni giorno devono assolvere al soccorso tecnico urgente alla popolazione. Naturalmente a questo bisogna aggiungere che il CNVVF affronta anche le macro emergenze (calamità o eventi di consistenza rilevante che vanno dall’ultimo disastro ferroviario nella zona di Bari fino ai continui richiami nell'ormai tragico scenario del recente sisma in centro Italia). Quindi è logico che alla carenza totale di 32960 unità del soccorso generico bisogna valutare altre unità necessarie per la funzionalità del dispositivo nazionale di salvaguardia delle vite umane. Siamo in Italia un (1) vigile del fuoco ogni oltre quindicimila (15000) abitanti a fronte delle proporzioni europee che vedono un (1) vigile del fuoco ogni mille (1000) abitanti”.
È ormai evidente che il transito nella LEGGE 252 e le sue dirette normative emanate (il DLg 217, il DLg 139, il DPR 64, ecc…) sono di fatto una “mannaia” che pende sulla testa dei lavoratori. Condizione che si è maggiormente aggravata con la chiusura dei contratti sia sul piano dei diritti che sulla condizione economica, e non solo, si è assistito ad un tracollo nel dispositivo di soccorso, con sperpero di denaro per progetti inutili (vedi missione Augusta 2016, Modex, ecc), mancanza di una visione certa che ci collochi all’interno di un progetto più ampio di Protezione Civile, come quello che l’USB da anni propone ai vari Governi! Il traghettamento al regime Pubblicistico è di fatto risultato una riforma che ha scimmiottato un sistema adottato da atri corpi dello stato più vicini alle logiche della sicurezza che a quelle della salvaguardia, che hanno fatto nascere in seno al Corpo Nazionale una potente struttura burocratica capace di creare scenari continui di cattiva gestione del soccorso tecnico urgente (vedi emergenze continue e mancate convocazioni per la pianificazione e formazione obbligatoria ingestibile) che quotidianamente ledono alla normale attività lavorativa; con l'obbiettivo di sollecitare la nascita dei presidi, distretti e posti di vigilanza (aperti di giorno e chiusi di notte); la chiusura dei nuclei, visti come rami secchi, in nome della “spending review” decreto Alfano, con il conseguente irrigidimento dell’amministrazione nel non voler discutere circolari, nautici e sommozzatori in primis, che sono l’inizio del tracollo del Soccorso Tecnico Urgente. Tracollo che partendo dai nuclei si estenderà a tutto il CNVVF; la continua mancanza di una politica interna attenta alla sicurezza sui luoghi di lavoro (non esiste, malgrado le rassicurazioni, l’ufficio centrale del DL 81) e alla salute dei lavoratori. Manchiamo di un Osservatorio Medico sulla salute dei Lavoratori VF (vedi problema esposizione diretta con sostanza contenenti Amianto) capace di formulare quelle pratiche necessarie per il riconoscimento di patologie ed il relativo monitoraggio della salute del corpo nazionale. Atto, anche al riconoscimento della Categoria Particolarmente ed Altamente Usurante (studio/riconoscimento delle patologia professionali e Stress Correlato) e i relativi Tempi di Vestizione.
USB già dalle prime giornate dell'evento sismico di Amatrice e delle altre zone limitrofe (Arquata del Tronto, Accumoli, Pescara del Tronto, San Pellegrino, ecc...) ha sottolineato, sia durante l'unico incontro sia con nota specifica indirizzata ai vertici dell'intero ministero e dipartimento, il problema della presenza pericolosa di amianto tra i cumuli di macerie. Nessuna risposta ad oggi è pervenuta alla scrivente. Di contro sappiamo, per vie brevi (deprimente metodo ma corrispondente alla verità) che ditte private si occupano, insieme ai vigili del fuoco, di una sorta di smaltimento. Ad oggi non ci risulta essere stata avvertita ne ASL, ne l'ARPA, ne il commissario straordinario del sisma. Di contro la denuncia fatta da USB ha sensibilizzato l'interesse della magistratura la quale speriamo faccia chiarezza sui vari gradi di responsabilità. La salute dei lavoratori è un interesse diretto della scrivente e tale evento, a nostro avviso, può fornirci la possibilità di sopperire a mancanze strutturali quali il riconoscimento di esposizione diretta con sostanze pericolose durante gli interventi di natura convenzionale e non.
La mancata professionalizzazione e relativo riconoscimento economico di tutte le categorie del CNVVF, siano esse specialità, specializzazioni, SATI o operativi in genere. A solo titolo di esempio i SATI i si ritrovano nel mezzo di una bufera di cambiamenti che li vedono in prima persona vittime di un Riordino dopo essere state il “simbolo delle nefandezze” della LEGGE 252 e del DLg 217 in quanto questi lavoratori vivono addirittura una carriera “al contrario”, effetto unico nella Pubblica Amministrazione. Condizione maggiormente aggravata con l’assorbimento, attraverso la mobilità lavorativa forzata, di lavoratori amministrativi provenienti da altre realtà pubbliche verso il CNVVF. Si ricorda che il settore amministrativo è manchevole, da troppo tempo, di dovuta applicazione della mobilità ordinaria e leggi speciali.
Necessitiamo di un impianto normativo che blocchi le azioni estemporanee ed illegittime delle amministrazioni periferiche intente ad utilizzare a proprio uso e consumo lo strumento disciplinare con conseguenze “abominevoli” sull'interpretazione contrattuale (vedi casi specifici di Genova, Alessandria e Torino) volte a sottrarre dignità ai lavoratori per nome e conto del “virus della produttività”. Dove di fatto si lede il diritto contrattuale.
Il problema dell'istituto della formazione ed il relativo “abuso” di norme contrattuali, mai di fatto applicate (vedi ultimo accordo contrattuale privo del dovuto confronto applicativo che imporrebbe 1/20 in formazione in servizio e la relativa mancata omogenizzazione territoriale di pacchetti basici riformati – SAF e USAR in primis). Il problema dell'art 28 del CCNQ del 2000 (ore guida) ancora soggetto a fortissime restrizioni benché la norma reciti altro ed utilizzato solo “a comodo dell'amministrazione”. La formazione in deroga al normale concetto di “amministrazione trasparente” trasferisce in autonomia personale per esigenza di servizio (vedi Totur) favorendo un sistema poco trasparente e propenso al clientelismo.
Il mancato recepimento da parte della periferia di norme e vincoli contrattuali che di fatto fanno chiarezza su alcune “gestioni personali” (vedi Comando di Roma e Messina su mobilità leggi speciali) passate. Il mancato recepimento in periferia, da parte dei dirigenti, delle norme sulla trasparenza e la correttezza delle relazioni sindacali. Azione ultima descritta sostenuta dall'ufficio centrale del dipartimento delle relazioni sindacali di fatto non all'altezza di poter risolvere situazioni di controversia e/o esprimere pareri o sollecitare le parti al dialogo. Si registra uno scadimento di questo importante ufficio che di fatto potrebbe con una buona opera evitare l'inasprimento di molte controversie che si generano, da una parte e dall'altra, in merito ad incomprensioni e/o eventuali personalizzazioni dello scontro.
Mancata apertura di tavoli amministrativi richiesti ai sensi degli istituti contrattuali dalla scrivente ancora in attesa di debita istituzione (a solo titolo di esempio: accordo di mobilità del 2013, circolare 8 e circolare 9, articolo 28 – ore guida, formazione, esposizione Amianto, mobilità leggi speciali e mobilità ordinaria, ecc).
Una sezione a parte la dedichiamo al problema Opera Nazionale Assistenza ormai diventata terra di “sciacallaggio”. Vera “parentopoli” gestionale priva di chiarezza alcuna è di fatto snaturata della sua funzione “morale” (a fronte del fatto che il CNVVF non ha l'INAIL) verso un indirizzo gestionale privato. Abbiamo scritto ed abbiamo riscontrato situazioni sconvolgenti che ricadono sulle tasche di tutti i lavoratori e che a nostro avviso sono da indagine della procura della repubblica. Attendiamo ancora risposta da parte del dipartimento.
In ragione di quanto esposto, e di altro che ci riserviamo di esporre nella sede opportuna, dichiariamo lo stato di agitazione Nazionale e chiediamo l’immediata applicazione della normativa vigente.
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