DICHIARAZIONE STATO DI AGITAZIONE NAZIONALE
Alla Commissione di Garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali
Piazza del Gesù n. 46, 00186 Roma
Al Ministro dell'Interno
On. Marco MINNITI
e p. c. Al Sottosegretario di Stato all'Interno
dott. Giampiero BOCCI
Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile
Capo Dipartimento
Prefetto Bruno FRATTASI
Tramite:
Ufficio I - Gabinetto del Capo Dipartimento
Capo del Gabinetto del Capo Dipartimento
Viceprefetto Roberta LULLI
Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
Vice Capo Dipartimento Vicario
ing. Gioacchino GIOMI
Al responsabile dell'ufficio Garanzia dei Diritti Sindacali
dott.ssa Silvana LANZA BUCCERI
Oggetto: dichiarazione dello stato d’agitazione di categoria - volontà di promuovere lo sciopero Nazionale della categoria Vigili del Fuoco - richiesta del tavolo di conciliazione ai sensi della Legge 146/90 e/o legge 83/2000 e successive modifiche.
La scrivente Organizzazione Sindacale, in riferimento all’oggetto, con la proclamazione dell'immediato stato di agitazione del personale del CNVVF, chiede l'attuazione della procedura di raffreddamento ai sensi della normativa in vigore. Il ricorso alla mobilitazione del personale Vigili del Fuoco è determinato dalla gestione, da parte amministrativa, del nostro diritto al pasto.
La mensa è un diritto contrattuale ma anche una strategia del soccorso. Se scatta una micro emergenza provinciale dove metteremo la ticket card o il buono pasto cartaceo visto che saltano gli schemi e le cucine sarebbero chiuse?
Durante le emergenze, ricordiamoci, con il raddoppio dei turni raddoppiano anche i carichi di lavoro e di conseguenza aumentano i nostri bisogni. Le sedi dei Vigili del Fuoco, lo ricordiamo, sono centri strategici fondamentali e devono avere una logistica autonoma ed efficiente cosa che è stata recepita dall’amministrazione che in funzione della Legge 225/92 ci definisce organismo primario e fondamentale di protezione civile anche in funzione dell’ultima importante modifica attestata in questi giorni.
Le nostre cucine (o centri di cottura) non solo non possono essere smantellati ma devono essere mantenuti (e creati dove non esistono) a spese dell’amministrazione.
Un buon soccorso si fa anche grazie ad una efficiente logistica e questo vale per l’ordinario e le micro calamità, visto che in caso di emergenza nazionale (macro calamità) è la protezione civile che deve occuparsi di logistica e noi di soccorso. Quindi sono loro che devono occuparsi di “far star bene noi vigili del fuoco”.
Come USB abbiamo chiesto di rivedere le quote nominali, visto che noi abbiamo diritto alla mensa perché in deroga all’orario di lavoro noi vigili del fuoco lavoriamo due giorni in un solo turno quindi dobbiamo percepire non un buono pasto ma due.
Noi come USB siamo per il miglioramento della qualità della vita nei luoghi di lavoro quindi vogliamo cibo di qualità e un cuoco assunto che ci confezioni i pasti in base alle nostre esigenze lavorative (visto che non possiamo sapere come si sviluppa il turno di lavoro in base agli interventi che si presentano). Ipotizzando soprattutto una maggiore attenzione nei casi di impossibilità di una squadra di soccorso a poter reperire un pasto; magari copiando dalle formule, agiate, che regolano la vita di chi è prefetto o dirigente del CNVVF ma di fatto non fa soccorso.
È impensabile, per la scrivente solo ipotizzare che un diritto di un lavoratore possa diventare strumento di ricatto per altri lavoratori. Cosa che sta accadendo con la riduzione dei costi per il servizio mensa e il conseguenziale abbattimento economico che l’amministrazione ha di fatto messo in essere. Condizione che sta determinato lo smagrimento del 10% della forza lavoro del servizio mensa e l’uso del “trasporto del pasto veicolato” per moltissime realtà lavorative, VF, del territorio.
Servizio scadente, licenziamenti, qualità nutrizionale mediocre; un fallimento che non conosce limiti per una amministrazione che dovrebbe tracciare l’accordo del 2002 e cominciare una sana e corretta educazione alimentare con relativo rispetto dei diritti dei lavoratori, tutti.
Il diritto mensa deve avere come base di partenza, anche la rivalutazione economica della gestione diretta ancora ferma ad un valore economico di 3,80€ e che necessità di almeno un innalzamento a 11,20€.
Alla luce di quanto sopra si rimane in attesa di riscontro.
Di seguito i due audio interventi di USB nel corso dei tavoli nazionali con l'amministrazione