DAI TORTELLINI DI AMATRICE AL VEICOLATO CON LICENZIAMENTO
Un pasto caldo non si rifiuta a nessuno, eccetto naturalmente a chi lavora per gli altri. Ecco cosa accade ai vigili del fuoco in questi giorni di freddo e interventi.
La plastica ha ormai avvolto le nostre speranze di una buona minestra che, fino ad ieri, sembrava un diritto acquisito: se non dal solo contratto di lavoro almeno dal buon senso. Si, il buon senso dovrebbe sempre avere la meglio sulle decisioni dettate dal risparmio economico.
Ma come spesso accade dalla spending review in poi licenziare e risparmiare è diventata una parola d’ordine a cui gli amministratori, i nostri dirigenti per intenderci, si adeguano con una facilità estrema. Sarà per via del decreto brunetta? Se un amministratore, lo ricordiamo, fa risparmiare la spesa pubblica modificando a favore del profitto il servizio che obbligo fornire ha diritto al 33% dell’utile risparmiato: sembra poco?
Quindi mangiare in busta e il 10% delle cuoche licenziate diventa una realtà che permetterà ai dirigenti di fare profitto sulle spalle dei lavoratori.
Sono ormai lontani i giorni in cui si assumeva come cuciniere nei vigili del fuoco che ricordiamo è un mestiere molto strano. Difficile oltre che per il lavoro di per se anche riuscire a prevedere quando si possa avere un momento di calma per mettere qualcosa sotto i denti.
Nutrirsi è importante oltre che necessario: a dirlo non siamo noi ma l’esigenza di dover mantenere una fisicità sempre ai massimi livelli. Dal classico gattino sull’albero a chi ha scavato, a mani nude, a Rigopiano i vigili del fuoco non si fermano mai e la nostra amministrazione ha dimostrato negli anni che non ha mai avuto molto interesse alla nostra salute. Ricordiamo, per dovere di cronaca, che i vigili del fuoco impegnati nelle zone terremotate spesso si sono trovati vittime dell’amministrazione e salvati dalla gente che a noi un pasto caldo non lo ha mai negato. Mentre la nostra amministrazione è stata capace di non pagare neanche il conto di alcune trattorie che dovevano essere punti di riferimento per il vitto ed invece si sono trovate costrette a dover denunciare via social il mancato pagamento.
Insomma il pasto è un problema, il soccorso è un problema, i mezzi sono un problema, i contratti sono “un grosso problema”. Possiamo dire che nei vigili del fuoco funziona solo la base come lavoro reso alla comunità e i vertiti come “ingrasso” sulle spalle della base.
Noi chiediamo il giusto: l’amministrazione ci deve fornire un pasto e cosa importante deve assumere i cuochi e non licenziare. Non accettiamo che si possa, in nome del “loro” 33% buttare in mezzo ad una strada chi cucina e non dare un pasto caldo a chi fa soccorso.
Tutto questo minestrone “rancido”, veicolato, buoni pasto, catering ecc, della privatizzazione delle mense che arriva da lontano e sostenuto da chi oggi istericamente gioisce e fa finta di lagnarsi a convenienza territoriale a USB non è mai piaciuto ed è per quello che orgogliosamente e a tutela della salute e della professionalità dei lavoratori abbiamo ribadito per l’ennesima volta nella piattaforma contrattuale la
REINTERNALIZZAZIONE DEL SERVIZIO MENSA CON ASSUNZIONE DEI CUOCHI VV.F.