BUONI PASTO

Nazionale -

 

Al Ministro dell'Interno
Prefetto Luciana LAMORGESE


Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile
Capo Dipartimento

  Prefetto Laura LEGA

 
Tramite:                                                                                               
Ufficio I - Gabinetto del Capo Dipartimento
Capo del Gabinetto del Capo Dipartimento
Viceprefetto Alessandro TORTORELLA
 

 

Oggetto: Buoni pasto.

 

Premesso che per la scrivente Organizzazione Sindacale il diritto contrattuale al pasto dovrebbe partire dall’assunzione diretto del personale di cucina e dal rapporto qualità/gradevolezza del cibo sempre ad alti livelli.

Ma dovendoci scontrare con la realtà proviamo ad esaminarne l’attuale situazione.

Ormai sempre meno bar, ristoranti, tavole calde e supermercati accettano i buoni pasto e sempre più esercenti e parte della grande distribuzione vedono di cattivo occhio questo sistema di pagamento: il problema sono le elevate commissioni di incasso che bar, ristoranti e supermercati devono sborsare alle aziende che emettono i buoni (Edenred, Pellegrini, Sodexo...). Commissioni in media comprese tra il 10% e il 20% del valore del buono: per una spesa di 10 euro, ad esempio, l'esercente ne incassa in pratica solo 8.

E dove li accettano ci sono sempre più restrizioni sul numero massimo (in genere non più di 8), i giorni della settimana in cui si possono utilizzare (ad esempio non nei weekend) e talvolta si è costretti a pagare delle piccole commissioni per poterli usare. Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Coop e Conad da tempo sono sul piede di guerra contro i buoni pasto, tanto che hanno persino indetto uno "sciopero" sul loro utilizzo. Se dovesse continuare la tendenza degli esercenti a non accettare più i buoni come metodo di pagamento, il rischio per i lavoratori sarebbe che si trovino in tasca "soldi" che non possono più essere spesi (o spesi con molte difficoltà).

Al netto del fatto che già da noi la sola assegnazione del buono pasto avviene con un ritardo spaventoso, ed in troppi casi si è costretti ad anticipare di tasca per poter mangiare.

Ed allora perché non prevedere la loro erogazione direttamente in busta paga come avviene per i pagamenti accessori! I vantaggi sarebbero evidenti per i lavoratori che potrebbero vedere crescere i soldi disponibili in busta paga (peraltro al netto di tasse e contributi) e per i datori di lavoro che avrebbero benefici:

  • amministrativi, visto che potrebbero gestire in modo più snello e semplice il capitolo di bilancio dedicato alle spese per i pasti;
  • sul clima, visto che aumenterà la soddisfazione dei lavoratori che avrebbero una somma di denaro in busta paga ogni mese senza doversi porre il problema di poterla effettivamente spendere (cosa sempre più probabile con i buoni pasto).

Una cosa è sicura, l’attuale sistema di gestione del nostro diritto al pasto è terribile: commissioni mensa inesistenti, ritardi nelle erogazioni dei buoni pasto, scarsa qualità e quantità dei sacchetti cibo… insomma, una deriva che merita la nostra attenzione!

 

 

 Coordinamento Nazionale USB VVF