AVALLARE UN ILLECITO NON LO FA DIVENTARE LECITO. SI CHIAMA CORRESPONSABILITÀ.

L'aquila -

 

Lavoratori,

ricorderete che da un paio di mesi, abbiamo iniziato a trattare la questione della video sorveglianza presso il Nucleo elicotteri di Pescara.

Abbiamo scritto un comunicato preventivo, poi uno a seguito dell’installazione delle video camere di sorveglianza e, a seguito di ciò, abbiamo presentato una istanza di accesso agli atti ancora inevasa.

Cosa è successo nel frattempo?

Il giorno 24 febbraio 2020, presso la sede della Direzione regionale Abruzzo, le organizzazioni sindacali sono state convocate per affrontare la tematica che abbiamo sollevato.

Per comprendere laddove finiva la buona fede dell’amministrazione e iniziava la strategia levantina, abbiamo scelto di lasciali fare…pur apparendo mancanti d’interesse.

Di quella riunione, s’è redatto verbale e che è qui allegato e che da una veloce lettura ci fa dire che non tutti i mali vengono per nuocere perché per ogni cosa c’è sempre un rovescio della medaglia.

L’amministrazione presenta un verbale che a quanto pare non ha ricevuto alcun rilievo da nessun sindacato e che quindi da tutti i presenti è stato accettato e sottoscritto.

In un nostro precedente comunicato, scrivendo di quanto accaduto a Savona dove le OOSS avevano accettato il mantenimento della memoria delle immagini per 30 giorni, avevamo scritto che queste in realtà possono essere trattenute a memoria per al massimo 7 giorni, come da provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali del 8 aprile 2010.

Tutto vero… 7 giorni, ma previo assenso dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro, perché il succitato provvedimento dispone che la conservazione delle riprese video è di sole  24 ore.

Meh… come la mettiamo col fatto che i sindacati hanno avallato il vizietto voyeuristico proposta dall’amministrazione?

Va bene che serve l’accordo ma se questo è in contrasto con le norme, tutti si diventa corresponsabili di violazioni.

Siccome avevamo necessità cardine era appunto il comprendere dove finisse la buona fede e iniziasse la malafede, accompagnata da un briciolo di impreparazione e incompetenza diffusa, secondo voi, avremmo potuto scrivere tutto in un solo comunicato e privarvi di qualche momento di brio?

A quali violazioni ci riferiamo?

Si tratta di violazioni previste dai singoli stati membri dell’Unione Europea per effetto del Regolamento 679/2016, anche noto come GDPR, ovvero il Regolamento sulla protezione dei dati personali e quindi sulla privacy che, in quanto Regolamento, non necessita di recepimento ma viene applicato tal quale dagli Stati membri e guarda caso tratta anche la materia della videosorveglianza.

Tanto per riprendere il verbale informativo, la Direzione regionale Abruzzo e il comando del nucleo elicotteri di Pescara hanno cognizione di figure tipo il Data Controller e il Data Processor (artt. 24 e 26 del GDPR)?

Cosa ci dite dell’informativa e del consenso (artt. 13 e 14 del GDPR)?

Si è proceduto all’accountability (art. 29 del GDPR)?

Chi è la governance? E il management? E come vengono formati?

Si è predisposto un registro di attività?

Si è sviluppata una DPIA, ovvero una valutazione d’impatto?

Come vedete, aver portato avanti una riunione alla chetichella, presupponendo una caduta d’interesse proprio di chi vi ha indotto a muovervi tardivamente, dato che ha sollevato criticità che ignoravate, non è stata una scelta felice.

Possibile che a nessuno è venuto in mente di chiedersi proprio perché USB era assente alla riunione?

Magari a fare una telefonata… qualcuno avrebbe evitato una figura barbina… dopo anni di studi universitari o di comando.

Ad ogni modo, nel mentre il Comandante provinciale di Pescara, ing. Daniele Centi, con tutta la sua buona volontà e oggettivo impedimento economico dato dall’operare all’interno di una struttura puntellata, sia stato costretto a spendere due mesi per reperire i soldi necessari alla disinfestazione dei locali del Nucleo elicotteri affetti da un invasione di zanzare particolarmente assetate, risulta indecente la semplicità con la quale si sono trovati in un batter di ciglio i soldi per spiare i lavoratori.

A questo punto, anche il suggerimento di spostare il lettore di badge diventa inopportuno… nel mentre arretrare di 30 cm la videocamera per riprendere solo la porta dell’hangar può risultare un pensiero ragionevole… invitando però il direttore regionale, il capo nucleo e le organizzazioni sindacali firmatarie del verbale a studiare e a porre tutti i correttivi del caso perché, avallare un illecito non lo fa diventare lecito.

Una considerazione a chiusura: è triste assistere a come, non appena si ha un briciolo di voce in capitolo, si scelga di svendere i diritti dei lavoratori, pur di apporre una firma.

 

 Per il Consiglio Nazionale USB VVF

Carmelo GUARNIERI LABARILE