Vogliono fermare le lotte
La Federazione Nazionale delle Rappresentanze Sindacali di Base condanna senza appello l’omicidio del professor Marco Biagi, collaboratore del Min
Questo omicidio è avvenuto nel momento in cui milioni di lavoratori riassumevano il conflitto come strumento di regolazione democratica dei propri interessi rilanciando il movimento dei lavoratori di fronte al proseguire dell’attacco ai diritti e alle tutele del mondo del lavoro.
La singolare coincidenza del recente ritiro della scorta alla vittima, il suo essere figura non pubblica e quindi poco conosciuta, le recentissime note del SISDE che “acutamente” prevedevano nuovi atti terroristici verso “personalità…maggiormente impegnate nelle riforme economico-sociali...con ruoli chiave di tecnici e consulenti”, dicono che, come avvenuto tragicamente negli anni passati, non si possa escludere che dietro questo omicidio ci siano quelle stesse forze occulte che hanno imperversato per anni nel nostro Paese da Piazza Fontana in poi.
L’analogia con quanto accaduto a Milano nel ‘69 è impressionante e deve far riflettere.
Con puntualità anche questa volta si è ucciso per fermare le lotte in corso, per favorire oggettivamente il capitale rispetto al lavoro, per cercare di rendere inutili le battaglie di questi mesi.
L’immediata scomposta reazione del presidente del Consiglio e di quello di Confindustria, che hanno immediatamente cercato di attribuire alla “campagna di odio” di questi mesi la responsabilità oggettiva dell’omicidio, è già la dimostrazione della determinazione del Governo e dei padroni di utilizzare l’omicidio del Professor Biagi per accelerare i processi di destrutturazione del mondo del lavoro, intimidendo pesantemente quanti non intendano arretrare dalla strenua difesa dei diritti e delle tutele del mondo del lavoro.
La Federazione Nazionale RdB, nell’invitare tutte le proprie strutture alla massima vigilanza per respingere ogni provocazione, proclama per oggi 20 marzo 2 ORE DI SCIOPERO NAZIONALE a fine di ogni turno di lavoro contro l’ omicidio del professor Biagi, per difendere le ragioni del movimento dei lavoratori, contro la campagna di strumentalizzazione tesa a fermare le lotte in corso contro le scelte di trasformazione sociale.