Lavoratori,

il comando di Roma ha una dirigenza che agisce in modo approssimativo e pasticciato, infischiandosene del contratto di lavoro o degli accordi firmati a livello nazionale e locale. Un esempio è l’ultima mobilità provinciale dove i CapoSquadra si sono dovuti presentare per ben due volte a causa di “manovre poco trasparenti” sui posti disponibili.

Come USB in tutti i precedenti incontri sulla mobilità provinciale abbiamo sempre contestato i criteri adottati al Comando di Roma, ribadendo che essi debbano sempre rispettare le regole nazionali e che a livello locale si possano adottare solo modalità migliorative e non peggiorative.

Chiusa questa triste parentesi di “incapacità” gestionale (forse sarebbe ora di rimuovere qualche personaggio che da troppo tempo gestisce il personale?), vi raccontiamo l’ultima “chicca” messa in atto dalla dirigenza romana.

Dopo innumerevoli segnalazioni da parte di questa USB sulla scarsa qualità del servizio mensa, sul mancato rispetto delle clausole contrattuali da parte della ditta appaltatrice e la richiesta reiterata di istituire la commissione mensa, l’Amministrazione ha evitato in tutte le maniere di riconoscere le problematiche finché, presso la sede di Ostia, il personale ha scoperto che venivano serviti cibi scaduti o mal conservati. Lo stesso personale ha provveduto immediatamente a documentare la situazione: derrate alimentari presenti nella cucina scadute, mal conservate o prive di etichette per la tracciabilità e verifica della scadenza.

Dopo questi fatti il Comando ha inviato una improvvisata “commissione” per verificare lo stato di idoneità dei locali mensa, le condizioni igienico sanitarie, la conservazione e qualità delle materie prime. Ovviamente una messa in scena organizzata dopo diversi giorni dai fatti (forse per dare tempo alla ditta di fare “pulizia”?), poiché affidare ad un medico del comando (chissà se l’oculista, medico legale o altro?) e a un funzionario (che si occupa di ben altro…) la verifica della idoneità delle condizioni di confezionamento dei pasti e dello stato dei locali mensa è come dire che per curarsi un dente ci si affidi ad un dietologo anziché un dentista!

Le conclusioni dei “controllori” sono state per l’idoneità dei locali mensa sia per la cottura che per la somministrazione dei pasti… peccato che dopo pochi giorni l’Amministrazione abbia disposto l’invio della squadra lavori per “riqualificare” i locali mensa e cucina della sede di Ostia!!!

Lavori che nel rispetto del contratto di appalto dovrebbero essere a carico della ditta CIMAS (pag. 54 “Progetto Mensa Cimas”), ma che il dirigente ha preferito far gravare sulle esigue risorse del Comando. Comportamento alquanto inquietante! Il Dirigente o chi per esso ha mai letto le clausole contrattuali e il “Progetto Mensa”? Oppure anziché tutelare i lavoratori di questo Comando si attiva solo per garantire altri interessi?

Probabilmente si è preferito far “risparmiare” qualche soldino a chi a fine contratto intascherà oltre otto milioni di Euro (2015 – 2017) dopo aver sfruttato indisturbatamente, lavoratori, attrezzature e i locali ricevuti in comodato d’uso senza fare alcun investimento!

Al di là di eventuali responsabilità personali la USB andrà avanti con determinazione per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori (compresi quelli impegnati dalla CIMAS, ottimo esempio di SCHIAVI MODERNI), battendosi per il rispetto integrale dei contratti di appalto e per l’istituzione di una seria commissione mensa!

USB ha diffidato il Comando di Roma a eseguire i lavori, che ripetiamo spettano alla ditta appaltatrice, perché andrebbero a danneggiare gli interessi dei lavoratori e dell’Amministrazione Pubblica.

Le sedi di servizio cadono a pezzi, sono sporche e insicure ma l’Amministrazione si sostituisce alla ditta nei lavori di riqualificazione dei locali mensa e della cucina!?!?

 
                             Non lasciare che tutto passi in un complice silenzio

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