TANTO VA LA GATTA AL LARDO…
Lavoratori,
il detto con cui continua o meglio sarebbe dovuto continuare il titolo è “che ci lascia lo zampino”.
Il popolare adagio vuole infatti essere un monito che mette in guardia dai vizi, e per farlo chiama in causa l’amato amico gatto e la sua curiosità o, più probabilmente, il suo essere goloso di cose indiscutibilmente buone e la sua indole indipendente e insofferente alle regole. La gatta che si avvicina al lardo, quindi, si avventura impavida verso un potenziale pericolo, arrivando perfino a rischiare di rimetterci una delle sue zampine. A quanto pare il significato di questo noto proverbio affonda le proprie radici nel passato, nell'Italia rurale e contadina, un passato in cui i gatti di casa gironzolavano per le aie delle case coloniche e si intrufolavano nelle cucine alla ricerca di qualcosa da mangiare. Erano cose proibite, ma troppo buone e irresistibili da mangiare, al punto da spingere i mici ad appropriarsene indebitamente.
In un Italia attuale, cosa diventa il gusto del proibito, dato che finalmente è quasi scomparsa la fame per la sopravvivenza?
La privacy, la curiosità di sapere cosa fanno gli altri e con essa la violazione della privacy adducendo le giustificazioni più banali a tal punto da sfociare in vere e proprie violazioni col beneplacito sindacale.
Accade infatti a Savona che con la scusa di tutelare i “beni aziendali” delle varie strutture territoriali locali, l’amministrazione concorda con taluni sindacati, mettendolo per iscritto su apposito verbale, che le riprese dell’impianto di video sorveglianza saranno mantenute in memoria per 30 giorni e che una postazione live (ovvero il monitor dal quale si vedono in contemporanea le riprese di tutte le videocamere) sarà posizionata all’interno del locale mensa e in quella di ritrovo del personale, in aggiunta a quella del centralino. È evidente che nel locale mensa vi possano esser presenti estranei, come possono esserlo i dipendenti della ditta del servizio mensa o dei servizi di pulizia e quindi già appare discutibile quel verbale sottoscritto tra amministrazione e talune rappresentanze sindacali. Ma se qui vogliamo trovare una spiegazione “da lavoratore” in termini di praticità, appare invece incomprensibile come si sia potuto concordare sulla conservazione dei video per 30 giorni quando invece nella normalità, come disposto nel provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali del 8 aprile 2010, la loro conservazione è di appena 24 ore che, fatto salvo casi di ambiti particolari, può essere esteso a 7 giorni, previo assenso dell’Ispettorato territoriale del lavoro.
Proprio per prevenire episodi imbarazzanti come questo, che noi riteniamo che l’attività sindacale deve essere fatta principalmente di studio e non di semplici proclami. Allo stesso modo dubitiamo dell’obiettività che potrebbe avere un sindacato che annovera la contemporanea tutela di dirigenti e personale sottoposto perché in caso di disputa, gli interessi contrapposti di quale categoria saranno difesi?
Ma se a Savona c’è stato almeno un confronto, seppur farlocco, tra le parti, a Pescara no!
E del mese di ottobre scorso un nostro comunicato sulla questione della videosorveglianza a Pescara. Il nostro fu un comunicato preventivo perché non volevamo credere a voci di corridoio ma… col benestare del responsabile del Reparto volo, in accordo con la Direzione regionale Abruzzo, alla fine è stata posizionata una videocamera che riprende il lettore di badge dei lavoratori.
Sono mesi che si vociferava e… è proprio il caso di dirlo che tanto va la gatta al lardo che ci ha lasciato lo zampino e alla fine, con la scusa dei tornelli e della ristrettezza di soldi, sono state posizionate due videocamere che riprendono i due corridoi nella loro interezza, lungo i quali ci sono gli accessi agli uffici, alla zona delle camerate, al badge per la rilevazione delle presenze e ai bagni!
Ai bagni???
Ma allora ditelo che in cuor vostro, la vostra è solo preoccupazione di sapere se qualche pompiere ha problemi di prostata e che la ripresa del badge, a questo punto è solo una casualità.
Le solite vocine riportano anche che, a questo punto, tutte le videocamere di sorveglianza del nucleo elicotteri di Pescara, incluse quelle preesistenti, mantengono le registrazioni per 30 giorni.
Lasciando tutto nell’aleatorietà di voci false e tendenziose tese a portare discredito sulla dirigenza abruzzese in merito ad una probabile propensione voyeuristica, la scrivente organizzazione si attiverà nelle sedi preposte alla verifica della fondatezza di tutto quanto, anche per le apparecchiature già esistenti, in quanto la materia è ben normata e nulla è lasciato ad interpretazioni personali.
Per il Consiglio Nazionale USB VVF Carmelo GUARNIERI LABARILE |