SAF BASICO PROBLEMATICHE E RICHIESTE

Nazionale -

 

Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
Vice Capo Dipartimento Vicario
ing. Guido PARISI

 

Alla Direzione Centrale per l’Emergenza e il soccorso tecnico dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile

ing. Marco GHIMENTI

 

Alla Direzione Centrale per la Formazione dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile

ing. Gaetano VALLEFUOCO 

 

 

Oggetto:  SAF BASICO PROBLEMATICHE E RICHIESTE.

 

Scriviamo la presente in quanto riteniamo necessario confrontarci su un tema, caro a questa Organizzazione Sindacale e, ne siamo certi, caro anche all’Amministrazione: la sicurezza dei lavoratori.

Ci riferiamo, in particolare, alla formazione SAF e al progetto del SAF Basico, un progetto  non condiviso da USB sin dall’inizio, abbiamo rappresentato la nostra opposizione al tavolo tecnico della formazione, senza successo.

Partiamo dalle norme transitorie (previste dalla circolare EM 10-2015 “Circolare applicativa del progetto di riordino, al settore SAF”) che dovrebbero regolare e dare un indirizzo comune ai territori, ci risultano situazioni disomogenee a seconda delle regioni e a seconda dei comandi anche all’interno di una stessa regione, sicuramente è mancata una puntuale divulgazione delle circolari e forse c’è stata da parte di alcuni funzionari un’ interpretazione diversa, sta di fatto che oggi ci troviamo in una situazione dove il personale formato SAF Basico, che non conosce le manovre 1A (gli ultimi corsi allievi alle scuole hanno ricevuto una versione del saf 1A “rafforzata” non conosciuta dal personale dei Comandi)  si trova in partenza strumenti sconosciuti, nel SAF Basico infatti si introducono nuove attrezzature e se ne sostituiscono altre, si introducono nuove manovre e se ne aggiorna altre. Mentre dall’altra il personale formato 1A (tutto il Corpo Nazionale)  si vedrà sostituire l’attrezzatura da sempre utilizzata con nuovi strumenti, che renderanno necessario formazione e addestramento specifico per l’utilizzo degli stessi, con la necessità di aggiornamento delle manovre, come già avviene alle Scuole con il SAF 1A “rafforzato” (zyper con dynavario, blockroll con rescucender ecc...ecc...). 

Nel transitorio nei territori ci si affida alle capacità dei referenti e dei coordinatori SAF, che con fatica cercano di rispettare quanto previsto dal D.lgs. 81/08, tenuto conto delle deroghe e delle varie circolari e note, nell’estremo tentativo di riorganizzare per quanto possibile il servizio, conciliando le differenti conoscenze e competenze SAF (1A, 1A “rafforzato”, 1B,  ex-1B standardizzati al Basico, 2A e 2A standardizzati al Basico), ancora sono molti i SAF 1B e 2A non standardizzati, tra l’altro i 2A  spesso sia nei Comandi, che nelle Direzioni Regionali, rivestono ruoli di referenti e coordinatori negli interventi e nei mantenimenti SAF. Mantenimenti resi difficoltosi per l’assenza in molte sedi di servizio di adeguati supporti logistici, che permettono di effettuare in sicurezza e nei tempi previsti le manovre nelle isole di lavoro. Difficile per il personale formatore provvedere entro i tempi alla creazione di isole di lavoro, considerando che gli stessi devono pensare alla didattica e alla logistica.

La possibilità di effettuare ore di mantenimento in sede e in orario di servizio è sempre più remota, vista la mancanza di una struttura adatta ad effettuare le manovre, anche volendo farle, mancano le linee guida per realizzarle in conformità ai manuali e mancano disposizioni sulle certificazioni che queste strutture devono avere. Insufficienti anche gli ispettori dei materiali. Ogni Comando dovrebbe prevedere un adeguato numero di personale per effettuare i controlli. A questo proposito ci chiediamo se l’amministrazione ha l’intenzione di stipulare convenzioni con ispettori esterni, oppure se c’è la volontà di formare personale interno?

Se quanto scritto fino adesso non bastasse, si aggiungano i problemi cronici del Corpo Nazionale, ovvero la carenza di formatori esperti, gli organici al minimo nelle sedi di servizio, a volte si fatica a mantenere il dispositivo di soccorso, figurarsi inviare personale ai corsi. Ci viene segnalata anche la carenza di fondi per l’acquisto del materiale necessario al SAF Basico, c’è anche qui la necessità di capire come si sono dati questi fondi e con quale mandato, in quanto si registrano situazioni nel territorio nazionale non omogenee. Si comprende comunque come sia difficoltoso a queste condizioni, portare tutti i lavoratori al livello SAF Basico, l’amministrazione deve prender atto che non ci sono le risorse per un progetto così ambizioso, pena l’inevitabile fallimento del progetto e sicuro danno al soccorso. Pensiamo agli sforzi compiuti per portare tutti al livello 1A, ci sono voluti decenni, ed era un corso da una settimana, non da tre settimane come è ora il SAF Basico. Riteniamo inoltre che non ci sia una reale esigenza di impartire una formazione del livello del SAF Basico a tutti i lavoratori, consideriamo che con le manovre dell’ 1A attuale si effettuano la maggior parte degli interventi SAF in sicurezza e con professionalità, se l’esigenza è quella di aggiungere delle manovre di sicurezza (auto soccorso) si ampli il pacchetto 1 A ( chiamiamolo SAF Basico Light per capirci) portando a due settimane il corso anziché a tre. Se lo scenario è più complesso e richiede capacità  superiori, in ogni comando c’è il personale SAF 1B e SAF 2A che diventerà l’attuale SAF Basico e il SAF Avanzato, in grado di operare con le capacità adeguate e con comprovata capacità operativa. Non ci rassicura poi ricevere varie testimonianze che ci giungono dagli allievi degli ultimi corsi con abilitazione SAF Basico, che riferiscono di non sentirsi sicuri nelle manovre a distanza di pochi mesi dalla formazione, cosa che non stupisce, anzi aggiungiamo che è normale, considerando la mole di nozioni che devono apprendere gli allievi in pochi mesi di corso. Gli allievi non sono vasi vuoti da riempire, bisogna aver ben chiaro questo. Il SAF Basico è un livello impegnativo, dove si compiono manovre in autonomia e pensare di metterle in pratica in un vero intervento, comporta problemi non trascurabili, problemi che dovrà affrontare  anche il Capo Squadra che si trova ad affidare una manovra complessa al Vigile appena entrato senza avere la possibilità di controllo, sarebbe stato opportuno partire proprio dai capi squadra, impartendo a loro il SAF Basico light, aggiungendo una settimana alla formazione 1A già posseduta, si aumenti il bagaglio dell’1A coinvolgendo in primis chi è già operativo, questo è il modo di migliorare da subito la sicurezza, per gli allievi si prepari un pacchetto più consono da due settimane in linea con le attrezzature in dotazione. Non riteniamo utile scardinare un sistema già esistente creando confusione, il SAF Basico in questo momento, così come strutturato, crea più problemi che soluzioni.

Ci chiediamo come l’Amministrazione pensi seriamente di avviare un progetto su scala nazionale che prevede di organizzare corsi da tre settimane di formazione  e 24 ore annue di mantenimento con gli organici attuali e il numero degli istruttori disponibili, quando non si riesce neppure in molti comandi ad organizzare i re training TPSS di solo 16 ore.

Rimane inoltre irrisolto il problema di come incentivare i formatori, riconoscendo il valore di questo ruolo. Nonostante la fatica e i pochi incentivi i formatori per dedizione e passione continuano nella loro missione di formare, ma capita anche che gli stessi comandi negano la possibilità di partecipazione dei formatori ai corsi per poter garantire il dispositivo di soccorso.

Dopo questa analisi critica vogliamo arrivare ad una sintesi, crediamo di poter dare un contributo fattivo facendo delle proposte operative:

 

  • Ripristinare tre livelli SAF, un primo livello da due settimane di corso SAF Basico light (ex 1A) da impartire agli allievi, una settimana  per il personale 1A così da portarlo al livello SAF Basico Light. Un secondo livello SAF Basico (ex 1B) da due settimane per passare da SAF Basico Light a SAF Basico, infine un terzo livello SAF Avanzato (ex 2A).
  • Avviare da subito un percorso per individuare nuovi formatori con nuove selezioni per portare il numero dei formatori SAF Basico  nei Comandi al rapporto di 1/50 come riportato nella circolare;
  • Stipulare da subito contratti centrali per la fornitura dei kit basici nel rispetto del capitolato per mantenere standardizzate le attrezzature, evitando dispendiosi fai da te e personalismi di Comandi o Direzioni;
  • Controllare l’effettivo recepimento delle disposizioni transitorie per colmare le lacune che si stanno creando nei Comandi e che rischiano di generare tensioni e incomprensioni tra  personale con differenti conoscenze e qualifiche SAF durante il servizio di soccorso tecnico urgente e negli addestramenti.
  • Dotare le sedi di servizio di supporti logistici per effettuare in sicurezza le attività didattiche e i mantenimenti.

 

Quanto richiesto sicuramente aiuterebbe a creare un progetto nuovo, meno ambizioso, ma con maggiore certezza di realizzazione, chiediamo di provvedere con celerità,  prima che succedano infortuni gravi, prima che si abbiano problemi nel dispositivo di soccorso.

 

Restiamo in attesa di un vostro gentile riscontro.

 

Distinti Saluti

 

per il Consiglio Nazionale USB VVF

Ciro Bartolomei