ROGO DI BOLOGNA

POMPIERI ALLA GOGNA

 

 

 

Bologna -

Questa non è la difesa d'ufficio dell'operato dei pompieri. D'altronde professionalità sottintende assumersi le responsabilità del proprio operato e inoltre nello specifico dei fatti di Bologna è stata aperta una indagine da parte della Magistratura. Tuttavia, alla luce delle polemiche che continuano sulla stampa e dopo che è passato tempo sufficiente nel doveroso rispetto delle vittime del rogo, riteniamo altrettanto doveroso e necessario esprimere il nostro parere, tentando nel contempo di dare informazione all'opinione pubblica sullo stato in cui sono costretti ad operare i Vigili del Fuoco. Per quanto riguarda i pompieri, il tanto denigrato pubblico impiego (lo stato sociale), oramai sottoposto al fuoco incrociato, quale responsabile del declino del belpaese e per questo soggetto a tagli indiscriminati, tanto che i VVF sopravvivono, cercando di portare soccorso alla popolazione, con decurtazione dei bilanci che toccano quasi il 30%, a fronte di un lauto compenso di 1200 euro medi mensili per gli operatori. Le carenze di personale vengono tamponate con il precariato meschinamente contrabbandato, nel nostro caso, come volontariato. Giovani e meno giovani, idonei a vecchi concorsi mai stabilizzati, che rincorrono il sogno di un lavoro stabile, attraverso richiami di 20 gg in 20 gg, fino a 6 mesi l'anno. Poi la disoccupazione! Il malcontento dilaga in categoria, aumentano gli infortuni e le malattie professionali, ma se non hai la sfortuna di crepare in intervento accreditandoti il titolo di "eroe", allora vieni buttato via come vecchio ciarpame e l'amministrazione si dimentica di te, fino a metterci decenni prima di riconoscerti la pensione. Stendiamo un velo pietoso sul riconoscimento di categoria particolarmente usurante: per la politica il lavoro nei turni, lo stress psico-fisico, i prodotti della combustione, amianto e radiazioni, non sono stati sufficienti perché venga riconosciuta! Per mettere a tacere le denunce di queste nefandezze, l'ex governo Berlusconi ed ex opposizione oggi al governo, hanno fatto una riforma del corpo con il solo scopo di "tacitare"il sindacalismo di base, eliminando le agibilità democratiche, di fatto ri-militarizzando la categoria. Il governo Prodi ha proseguito l'opera e inasprito i tagli alle risorse economiche attraverso il decreto Bersani e la Legge finanziaria. Niente soldi per il gasolio, per la manutenzione dei mezzi,per i rinnovi contrattuali e per le nuove assunzioni che non copriranno nemmeno il turn-over! Pensiamo che questo documento, senza necessità di giustificare nessuno, sia sufficiente per suscitare l'indignazione e la solidarietà della cittadinanza.