RIPARTE IL TAVOLO TECNICO DELLA FORMAZIONE

Nazionale -

 

Si è svolto su piattaforma a distanza, l’incontro con il Direttore della DCF , abbiamo dato il benvenuto al Direttore Vallefuoco, nella sincera speranza di un proficuo lavoro da svolgere tutti insieme per una migliore formazione all’interno del Corpo Nazionale, nonostante la situazione congiunturale data dalla pandemia, dobbiamo ripartire, dobbiamo progettare nuova formazione, perché strumento fondamentale per la crescita professionale di tutti noi, per la nostra sicurezza ed incolumità, per l’incolumità di chi dovremmo soccorrere. La formazione oggi impartita agli allievi è da migliorare, rendendola più aderente alle esigenze “moderne” del soccorso, considerando che un allievo che finisce il corso non può essere considerato un vigile del fuoco, ma dovremmo attendere un periodo di tirocinio congruo per poterlo considerare tale, aspetto che richiede un ragionamento più ampio, al quale vorremmo partecipare con contributi precisi.  Da parte del neo Direttore della Formazione c’è la volontà di accelerare i lavori del Tavolo Tecnico, aspetto questo che trova concorde la USB, sono molti infatti i settori bloccati per mancanza di una riorganizzazione da parte della formazione, che non procede agli stessi ritmi dell’emergenza, fatto questo grave, le due aree dovrebbero infatti dialogare continuamente, l’emergenza non può fare progetti senza la formazione e la formazione non può progettare corsi senza prima aver chiare le esigenze dell’emergenza. Per questo USB ha sempre chiesto che al tavolo tecnico ci sia la presenza fissa di un delegato dell’emergenza, se non addirittura lo stesso Direttore, quest’ultimo almeno nelle fasi conclusive. Richiesta accolta da tempo, infatti un responsabile dell’emergenza era presente anche questa volta.

Entriamo ora nel merito di quanto si è discusso:

-          Patente ADR, pare fondamentale per poter trasportare il gasolio sequestrato, l’amministrazione ha circa 300 mila litri di questo gasolio, ma è gasolio di scarsa qualità, che può servire solo per il riscaldamento, ci chiediamo dove sia la convenienza, se queste sono le emergenze della formazione, non iniziamo proprio bene. La discussione su questo argomento è durata metà della riunione, confermando la nostra prima impressione, che a questo tavolo sfuggono le vere priorità,  se si vuole accelerare gli incontri, programmiamo meglio le priorità e gli argomenti. Scevri da polemiche sterili riteniamo che portare a 36 ore il corso ADR solo perché altrimenti non è un corso riconosciuto come punteggio, sia un inutile perdita di risorse, anzi dovremmo proprio ripensare a tutto l’impianto della formazione, rivedere l’assurda lotteria dei punti che porta a frequentare corsi finalizzandoli solo a scopi di “carriera” , magari pensiamo ad un sistema a crediti formativi, basati più sulla complessità dei corsi che sul tempo, sono adesso idee messe in libertà, ma speriamo suggeriscano un ragionamento futuro. Pensiamo anche a come la formazione è sbilanciata su settori che interessano una piccola parte degli interventi su base statistica e lascia scoperto ampi settori che ci vedono impegnati quotidianamente. Prendiamo la parte incendio, finalmente anche in Italia si inizia a parlare seriamente di incendio in luogo confinato, il CFBT dovrebbe essere il pane quotidiano dei vigili del fuoco, paghiamo un gap con il resto d’Europa grave, questo ci è costato e ci costa in vite umane, infortuni e qualità del soccorso offerto alla cittadinanza. In via transitoria dovremmo pensare ad impartire da subito una formazione a tappeto a tutti gli operativi in moduli “light” da almeno 8 ore per dare una prima infarinata sulle tecniche di attacco all’incendio, in vista anche delle recenti acquisizione da parte di molti comandi di nuove lance (vedi le DMR), piuttosto che di nuovi agenti estinguenti (vedi schiume), insomma rimanere al passo della nuova tecnologia a nostra disposizione è fondamentale, conoscere le reazioni dei nuovi materiali costruttivi che compongono gli oggetti che ci circondano lo è altrettanto, cambia la composizione del rischio professionale al quale siamo esposti. Già dal prossimo corso CS si dovrebbe pensare ad un modulo teorico che comprenda questi aspetti, inoltre abbiamo chiesto come USB, di creare presso i poli didattici delle varie regioni, strutture idonee all’addestramento CFBT, contestualmente si chiede di  accelerare sulla formazione di nuovi istruttori di settore. A questo si lega l’aspetto della decontaminazione, abbiamo chiesto come USB di riproporre il corso sperimentale sull’igiene post-incendio, corso che si è tenuto l’anno passato nei Comandi di Forli, Caserta e Venezia, ad almeno un Comando per ciascuna regione. L’innegabile serie di malattie professionali a cui il vigile del fuoco è soggetto, è in gran parte una conseguenza dell’esposizione a sostanze contaminanti derivate da una molteplicità di attività di soccorso.

-          Poi abbiamo parlato di SAF, da subito abbiamo messo l’accento sull’assurdo progetto del SAF Basico, inutile e pericoloso aggiungiamo, irrealizzabile e utopico. Per fortuna il Direttore ha confermato che al momento andranno avanti i vecchi pacchetti formativi per i 2A e 2B, fino a quando non saranno pronti i nuovi, ci ha anche comunicato che se dimostrabile, si prenderà in esame il passaggio ad istruttore del personale che negli anni ha affiancato gli istruttori rendendo di fatto possibile lo svolgimenti dei corsi che altrimenti si sarebbero arenati.

-          In chiusura di riunione abbiamo sottolineato l’importanza di rivedere i pacchetti formativi di base di elettrotecnica ed idraulica, vecchi di trenta anni, non più adeguati all’impiantistica moderna. Abbiamo poi chiesto di prendere in esame la possibilità di creare una figura professionale nuova e fondamentale: quella di addetto alla sala operativa, sappiamo tutti che un intervento nasce bene se si fa un buon lavoro di ricezione della chiamata e se si segue la squadra in intervento con tutto l’appoggio che necessita anche da remoto, questo se vogliamo veramente crescere come Corpo sarà un settore da sviluppare nei prossimi anni, partendo proprio dal lavoro di questi incontri, chiederemo di calendarizzare un incontro ad hoc. Vi terremo informati sui prossimi tavoli.

 

 Il consiglio Nazionale USB