Richiesta incontro Presidente regione Friuli Venezia Giulia

Gorizia -

 

Al Presidente della Regione Autonoma Friuli-Venezia-Giulia

On. Debora SERRACCHIANI

 

Onorevole,

con il D.L. 59/2012 si ha in questo periodo una riforma della protezione civile che ha modificato in più punti la legge n. 225/1992. Nonostante il nostro appello alle forze politiche e al Presidente della Repubblica nel tentativo di fermare il tutto, l’USB con gli strumenti in proprio possesso tenta da sempre di far breccia tra la politica con la propria idea di soccorso tecnico urgente. E per far ciò propone un suo disegno di legge che miri a sostituire la normativa vigente. Oggi il Parlamento ha varato delle modifiche che hanno il solo fine di tenere sotto controllo la spesa, la ratio delle modifiche non è stata rendere più efficace il soccorso in caso di calamità ma solo quello di operare tagli e recuperare crediti. La riforma della 225/92 doveva essere, al tempo, l’occasione per rivedere tutto il dispositivo di soccorso, invece non si è avuto il coraggio o le capacità di farlo. I vigili del Fuoco sono di riflesso messi al centro del dispositivo di soccorso, ma senza risorse aggiuntive, senza alcun potere decisionale sull’emergenza, che rimane con a capo il Ministro degli interni o suo delegato, i prefetti, i presidenti di regione, i sindaci. Noi siamo e rimaniamo i manovali del soccorso. Assurdo poi il sistema dell’emergenza a tempo determinato con periodi predefiniti, una stima di durata dell’evento è nei fatti impossibile (chissà se tale legge fosse stata vigente al tempo della tragedia friulana come le cose potevano andare diversamente). Con la normativa vigente s’introduce il principio di responsabilità limitata dello Stato, ci riferiamo al pagamento ai cittadini dei danni subiti, si apre il mercato assicurativo, rendendo di fatto obbligatorie le assicurazioni contro eventi anomali: quali alluvioni, terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche, ecc.

Mentre il Governo pensa come disimpegnarsi dai doveri verso i cittadini, non si cura minimamente l’aspetto principale, cioè la previsione e prevenzione dell’evento. Si continuano a tagliare i fondi ai Vigili del Fuoco, si tagliano i fondi per il riassetto idrogeologico dei terreni, non si fa nulla per l’abusivismo edilizio, non si fanno controlli seri sul rispetto delle norme antisismiche, si tagliano i fondi alla ricerca anche in settori come lo studio dei vulcani e dei terremoti. Ancora una volta le tematiche ambientali sono ignorate, la ricerca mortificata, i fondi per l’ambiente tagliati.

Noi, invece, vorremo poter contare su un sistema di controllo delle acque efficiente, in modo che al primo temporale non ci piova la collina addosso. Ci piacerebbe vedere il Vesuvio con i versanti liberi dalle centinaia di case abusive, in modo da essere certi che in caso di eruzione non si debbano piangere migliaia di morti. Speriamo anche di poter vedere i nostri giovani ricercatori dotati delle risorse necessarie per svolgere il loro compito di previsione, indispensabile per prevenire future tragedie.

Di questi giorni, si apprende dai giornali, è mira del Governo accorpare le tante forze di polizia del paese per economizzare ed essere come il resto d’Europa. Se anche fosse giusta e doverosa questa scelta perché in questo processo di modica strutturale si sente parlare di vigili del fuoco???

Noi ci occupiamo di soccorso non di ordine pubblico o quant’altro che come esigenza di tagli impone sono già fin troppi a occuparsene. Siamo forse, dunque alle solite, non s’interviene sul problema eliminando le cause, s’interviene sui sintomi, prolungando l’agonia di questo sfortunato Paese.

Noi viviamo già da qualche tempo in crisi, convivendo con il “rosso” dei nostri comandi col rischio del pignoramento da parte dei creditori delle sedi e il blocco dei mezzi necessari al soccorso. Impossibile procrastinare le domande di decreti ingiuntivi e le morosità per le spese della manutenzione automezzi, pulizie caserme, utenze Enel, bollette telefoniche, tasse rifiuti urbani, riscaldamenti, acqua, affitti caserme, distribuzione buoni pasto e rifornimento carburante.

La nostra proposta non basa sull’accentrare tutto sul CNVVF, perché sia nelle calamità sia nell’ordinario è indispensabile l’operato e il contributo di tutti, ma si potrebbe portare il sistema a realizzare un nuovo servizio di PC (tipo come la vecchia Legge 225/95 eliminando il D.L. 59/2012) dove il CNVVF è la componente professionista primaria.

Vogliamo puntare al rilancio del soccorso tecnico urgente attraverso il famoso calcolo minimo di sicurezza europeo che punta a un CNVVF di tutti professionisti e si centra sull’algoritmo di 1 VVF ogni 1000 abitanti, invece dell’attuale proporzione che ci vede 1 VVF ogni 15000 abitanti.

Per quanto ci riguarda come USB esprimiamo tutta la nostra contrarietà a una FUNZIONE SOCIALE come quella espletata dai vigili del fuoco affidata ai prefetti di cui conosciamo il ruolo in questo paese e che in ogni caso va sempre nella direzione della militarizzazione o concentramento e assimilazione con altre forze di polizia che svolgono altre attività nel paese che non sono quelle del soccorso alla popolazione.

Noi siamo per la valorizzazione di tutto il territorio attraverso un costante studio morfologico, idrogeologico, ecc..

Puntando al creare una struttura snella di VVF che non può partire da un sistema legato al portafoglio o peggio alle emergenze a tempo (in 90gg tutto deve finire) proprio per l’impossibilità di poter anche solo ipotizzare l’eventuale spesa o scenario di ogni singolo intervento ordinario… se poi si parla di calamità, la cosa è utopistica al massimo!!!

Noi riteniamo che con il nostro disegno di legge possiamo dare uno stimolo propulsivo in avanti al paese e ai buoni propositi mirati al rilancio del soccorso tecnico urgente.

In sintesi le priorità che abbiamo individuato:

 

 • la prima cosa da fare è istituire una struttura nazionale di PC sotto la Presidenza del Consiglio dei ministri gestita sul piano tecnico dal corpo nazionale VV.F. – struttura che interviene nel soccorso ordinario e nelle calamità, terminata la fase acuta si passa alla seconda fase dell’intervento con l’affidamento del sito interessato alla calamità ai ministeri competenti per la ricostruzione e altro.

 

 • Il corpo nazionale diventa struttura di coordinamento di tutte le componenti che si occupano di soccorso compreso gli enti di ricerca al fine della salvaguardia delle vite umane e delle cose …nelle attività ordinarie svolge compiti di prevenzione previsione e tutela del territorio…

 

 • Oltre al potenziamento degli organici anche uno svecchiamento del parco mezzi più sfruttati nel soccorso tecnico urgente (Autopompa-serbatoio e Autoscale su tutte) con fondi cui possono partecipare enti locali avendo tutti un capitolo di spesa sulla protezione civile.

 

 • Istituzione di tavoli tecnici per la scelta di acquisto di mezzi e attrezzature e forniture varie in modo da non trovarsi più con DPI (dispositivi di protezione individuale) di scarsa qualità e con le mini Autopompe serbatoio CANTER o le ultime Autobotti tanto per citare alcuni esempi.

 

Le chiediamo quindi un incontro al fine di poter approfondire la nostra proposta di legge, che va nel senso della semplificazione delle attività di soccorso, elimina dualismi e soprattutto sprechi con attività parallele al soccorso sul piano nazionale regionale e comunale. Bloccando questa scellerata, ci permetta il termine forte, idea di accorpare i VVF alle forze di polizia.

Sicuri che la nostra richiesta d’incontro non passerà inosservata, anticipatamente ringraziamo.