Quattro questioni diverse incombono sulla categoria
In questi giorni di propaganda per lo sciopero di oggi, ci siamo resi conto che in categoria regna molta confusione rispetto alle questioni reali che
Soprattutto abbiamo notato che molti lavoratori disinformati ancora insistono sulla questione del comparto di contrattazione confondendo questo aspetto con la riforma dell'organizzazione del governo o con il progetto di legge sul potenziamento. Evidentemente non si sono accorti che il contratto, nonostante gli annosi ritardi della trattativa che è iniziata a gennaio 1999, è in fase avanzata di definizione nel comparto aziende. E' vero che l'ignoranza dilaga, però a tutto c'è un limite.
Il rinnovo contrattuale e l'ordinamento professionale
Dicevamo appunto che la trattativa contrattuale è in avanzato stato di definizione, nel senso che l'Aran la settimana scorsa ci ha fornito un testo abbastanza completo di ipotesi contrattuale sul quale dovremmo fare altri incontri per giungere ad una definizione dell'accordo entro luglio. Questo è quello che auspica anche l'Aran, però dal momento che manca qualsiasi spinta da parte dei lavoratori, tutto potrebbe slittare anche all'autunno. Potrebbe andare peggio di quanto si prospettava all'inizio: poche lire di arretrati da novembre 1998; nessun aumento dell'indennità di rischio che per il personale STAC viene trasformata in indennità di amministrazione (questa trasformazione ha qualcosa a che vedere con la riforma dell'organizzazione del governo e i relativi uffici territoriali); la riunione di tutti i fondi e indennità in un fondo unico di amministrazione da attribuire a discrezione dei dirigenti; il nuovo ordinamento professionale introdotto a costo zero con l?unico aspetto positivo che prevede l?introduzione per l'ottavo e il nono livello per il personale STAC e una specifica classificazione per il ruolo aeronavigante che un primo passo importante per il riconoscimento delle specializzazioni; sui buoni pasto si stanno valutando i costi di ricaduta sul contratto. Chi parla ancora del comparto di contrattazione vuole solo tenere buoni i lavoratori impedendogli di entrare nel merito dei contenuti del contratto.
La riforma dell'organizzazione di governo
La questione dell'Agenzia di protezione civile non è un fatto che riguarda esclusivamente i lavoratori della protezione civile o del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ma tutti gli statali in prima istanza e di conseguenza tutti i lavoratori del pubblico impiego e infine tutti i cittadini. L'obiettivo strategico di questa riforma, infatti, è conseguente alla scelta del governo di ridurre la spesa pubblica corrente e il debito pubblico, attraverso il taglio dei servizi e del numero dei dipendenti pagati dallo Stato.
L'organizzazione del servizio di protezione civile è un aspetto serio e importante di questa riforma non solo perché le scelte che saranno adottate potranno portare ad una riduzione o ad un aumento dei costi, ma soprattutto perché qualunque scelta ricade direttamente sui lavoratori del settore. Se consideriamo l'obiettivo strategico del governo immaginiamo una struttura di protezione civile unica, con autonomia gestionale e amministrativa, con capacità di coordinamento nazionale e di presenza articolata sul territorio. Una struttura del genere non può che avere come elemento tecnico centrale il Corpo nazionale dei vigili del fuoco e dipendere amministrativamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il governo invece ha elaborato uno schema, sottoposto al parere della Commissione prevista dall'articolo 5 della legge 59/97, che fraziona i vari organismi competenti in materia di protezione civile riproducendo elementi di dualismo e di burocrazia contrari agli obiettivi di riduzione dei costi, alla funzionalità del servizio e soprattutto ai diritti dei lavoratori. Il motivo di tale scelta è legato alla questione della gestione dei poteri da parte dei vari ministri e a quella delle migliaia di miliardi da spendere durante le fasi di emergenza di ogni genere.
In questo quadro ci guadagna solo chi gestisce il potere mentre lavoratori e cittadini hanno tutto da perdere. Infatti quelli che dipenderanno dall'Agenzia di protezione civile saranno soggetti ad una progressiva privatizzazione e precarizzazione del lavoro; i lavoratori del Corpo nazionale continueranno ad essere subordinati ai prefetti sul piano amministrativo (che renderà inutile l'introduzione dell'VIII e IX qualifica per il personale STAC) e organizzativo del soccorso tecnico urgente, dall'Agenzia per l'attività di protezione civile, dal Ministero dell'Ambiente, dalle regioni e gli enti locali per gli incendi boschivi. A livello periferico, a seguito dell'istituzione degli uffici territoriali del governo, come stabilisce lo schema di riforma, tutti i lavoratori, sia quelli dell'Agenzia che quelli del Corpo nazionale, dipenderanno dagli uffici territoriali del governo, diretti dagli attuali prefetti, che hanno l'obiettivo di realizzare economie di scala, ovvero ripartire i carichi di lavoro con criteri territoriali e non settoriali. Ne consegue l'introduzione di una fortissima flessibilità di utilizzo dei lavoratori, specialmente se amministrativi. Con tutto questo non c?entra niente il comparto di contrattazione che è tutt'altra cosa. Se il Corpo nazionale dei vigili del fuoco continuerà a dipendere dal Ministero dell'Interno, direttamente o nell'Agenzia, bene che vada potrà ricollocarsi nel comparto degli statali.
Il progetto di legge sul potenziamento
Altra cosa ancora è il progetto di legge sul potenziamento del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, attualmente in discussione nella I Commissione affari costituzionali della Camera dei deputati, che non potenzia affatto il Corpo. Infatti, prevede solo un incremento di organico complessivo di 715 unità mediante concorsi pubblici e l'aumento esponenziale del numero dei vigili del fuoco volontari. C?è anche qualche altra cosa, ma l'elemento centrale della legge è la sostituzione della maggior parte dei distaccamenti permanenti con quelli dei volontari. Infatti se per ridurre la spesa pubblica non possono tagliare i vigili del fuoco, li trasformano in volontari per pagarli la metà.
Che queste non sono illazioni lo potete verificare dalle dichiarazioni del Sottosegretario Barberi alla I Commissione che pubblichiamo in allegato e, per chi proprio non si fida, può confrontarle che quelle pubblicate nel sito internet della Camera dei deputati, lavori della I Commissione.
Il progetto di legge sugli incendi boschivi
Anche se di questo non ne parla nessuno, ad eccezione della RdB, la XIII Commissione del Senato sta lavorando su una proposta di legge che riguarda gli incendi boschivi. Siccome detta Commissione ha convocato tutti i sindacati del Corpo nazionale per una audizione, come abbiamo riferito a suo tempo, sappiamo che la materia riguarderà il Ministero dell'Ambiente, le regioni e gli enti locali che, se non ottemperano ai loro compiti in materia, sopperiscono i Comandi provinciali dei vigili del fuoco. Inoltre il Senato non ha preso neanche atto della segnalazione fatta sull'opportunità di indicare un solo numero telefonico per le emergenze, compresi gli incendi boschivi. Infatti abbiamo visto che è stato istituito il numero 1515. Per chi volesse saperne di più sull'argomento, può prelevare documenti dal sito internet del Senato ai lavori della XIII Commissione.