PROBLEMATICHE SU INTERVENTI DI SOCCORSO
Alla c.a. dell’Ing. Michele De Vincentis
Direttore dell’Emila Romagna
Alla c.a. dell’Ing. Natalia Restuccia
Comandante provinciale di Bologna
Oggetto: Problematiche su interventi di soccorso.
Ci troviamo a scriverle per manifestare alcune problematiche che si riflettono in modo pesante sulla sicurezza dei lavoratori e sull’efficacia delle operazioni di soccorso.
Diamo particolare risalto al problema della comunicazione, che oltre a rivestire un ruolo fondamentale nell’opera di soccorso è un presupposto importante per garantire la sicurezza della squadra.
Quando furono distribuite le nuove radio portatili Hytera al comando di Bologna, fu fatta una scelta di garantire il possesso di queste radio ad ogni unità presente in sede centrale con un sistema di condivisione che ha funzionato in modo eccellente. Peccato che lo stesso sistema poi non sia stato esteso alle sedi distaccate lasciandole con un numero di radio insufficiente. Abbiamo atteso mesi nella vana speranza, convinti che la situazione fosse transitoria, confidando in nuove ed imminenti forniture. Da informazioni ricevute per le vie brevi, non ci risultano però forniture per il nostro comando, o comunque non certo tali da poter garantire anche nelle sedi distaccate la possibilità di avere un apparato radio ad unità operativa in turno.
Oggi ci troviamo in una situazione che vede ad esempio il distaccamento cittadino Carlo Fava con sole due radio portatili Hytera, su sette unità in servizio, non vanno meglio gli altri distaccamenti, non teniamo conto delle radio portatili Puma perché obsolete, inaffidabili, con un’autonomia che si riduce, in molti casi a pochi minuti a causa delle batterie esauste.
Questa situazione determina una comunicazione disfunzionale all’interno della squadra anche in interventi di routine, quando poi l’intervento diventa complesso e lo scenario ad alto rischio, la possibilità di garantirsi una comunicazione efficiente diventa vitale, diremo un diritto, non reputiamo né professionale, né accettabile, dover urlare durante un intervento per farsi udire dall’autista o dal capo squadra, piuttosto che da un altro vigile. Una cattiva comunicazione riduce l’efficienza nel soccorso e limita l’efficacia. Chi scrive è un capo squadra, proprio in virtù di questo ruolo posso testimoniare quanto sia fondamentale mantenere il contatto con tutta la squadra, durante lo svolgimento di operazioni di soccorso perdere contatto con la squadra per ovvi problemi legati all’assenza di dispositivi di comunicazione, riduce l’azione di comando e di coordinamento della squadra tutta, pleonastico fare riferimento agli aspetti della sicurezza. Non aggiungiamo altro, perché siamo certi che chi legge, abbia ben in mente quali siano le conseguenze di una cattiva comunicazione o peggio cosa può determinare l’assenza della stessa.
Questa situazione è stata già rappresentata in occasione di un recente incontro tra le OO.SS e la dirigenza. Chiediamo di avere delle risposte concrete che in sede di incontro non sono arrivate, ci si è limitati ad un generico impegno di fare una ricognizione al fine di individuare qualche apparecchio radio da recuperare per i distaccamenti.
Non vogliamo con la presente incidere su decisioni già prese, come quella di dotare la centrale di un sistema efficiente che garantisce la manutenzione degli apparati responsabilizzando il singolo lavoratore, ma pretendiamo che questo sistema venga allargato in tempi brevi e certi, al resto del personale nelle sedi distaccate, inclusa la torcia per illuminazione.
Vogliamo sapere sia dal Comandante che dal Direttore, quali saranno le strategie e i tempi per poter contare su questa fornitura. Abbiamo come USB messo in indirizzo anche la direzione, non certo per svilire il dirigente provinciale né per deresponsabilizzarlo, ma perché coscienti del ruolo fondamentale che svolge la direzione nella gestione delle risorse economiche, le scelte operative sovente sono vincolate da limiti economici.
Coinvolgiamo la direzione anche su un altro aspetto fondamentale attinente la sicurezza, ovvero sollecitando sia il comando che la direzione, a indicarci tempi certi sulla realizzazione di strutture per la decontaminazione sia in sede centrale che nei distaccamenti, considerato che il gruppo di lavoro ha già indicato le necessità con l’importante contributo giunto anche dalle sedi distaccate. Finalmente nel Corpo Nazionale si è fatta strada la cultura della decontaminazione, ma ora ci vogliono investimenti per garantirne l’efficacia.
Oggi abbiamo la consapevolezza dei rischi che corriamo a seguito di una contaminazione nei vari scenari operativi, abbiamo le conoscenze delle procedure da eseguire per decontaminarsi, ma non possiamo garantirla oltre ogni margine di sicurezza.
Ogni turno il lavoratore è potenzialmente esposto a sostanze tossiche, cancerogene che potrebbero avere effetti sulla salute nel breve, medio e lungo termine.
Non ci consideriamo allarmisti, ma prudenti, vorremo vedere applicata da parte dell’amministrazione, un principio di precauzione e prevenzione che ci appartiene come soccorritori, il discorso chiaramente, considerando che in indirizzo c’è il Direttore regionale, vale per tutte le realtà non solo quella bolognese.
Siamo come USB coscienti che la costruzione di nuove sedi di servizio, o la ristrutturazione di quelle esistenti sia fondamentale, a questo proposito denunciamo ancora una volta, come abbiamo fatto più volte negli anni, lo stato di abbandono in cui versano la maggior parte delle sedi di servizio, basti guardare lo stato degli impianti, parte dei quali, ne siamo certi, non passerebbero una seria verifica di conformità.
La manutenzione sia ordinaria che straordinaria è ridotta all’osso in vista di progetti per la realizzazione di nuove sedi o di ristrutturare delle vecchie, ma ancora i tempi di realizzazione sono incerti e vaghi.
Sempre sul fronte delle spese, segnaliamo l’enorme difficoltà di avere materiale di uso comune, i tempi si dilatano a tal punto da costringere a volte il singolo lavoratore ad acquistare quello che manca per poter svolgere il proprio lavoro, gli esempi si sprecano, ne vogliamo fare uno su tanti, al distaccamento Carlo Fava sono mesi che si richiede un nuovo cordless per sostituire il vecchio, non più affidabile, strumento si converrà non di poca importanza, visto che è necessario per rispondere a chiamate di soccorso, nonostante l’esiguo impegno di spesa ancora oggi non si è provveduto ad acquistarlo.
Chiediamo come USB di trovare un sistema più rapido per spese, definiamole di minuto mantenimento sia per quanto riguarda la manutenzione ordinaria delle sedi di servizio che per le piccole spese di manutenzione dei mezzi e delle attrezzature o per l’acquisto di materiale per la logistica, adeguandosi ai tempi del soccorso.
Concludiamo con una questione più peculiare che riguarda una specifica sede, il distaccamento Carlo Fava, ci riferiamo all’APS VF21111 attualmente in sede centrale, che doveva essere dislocato al nuovo distaccamento di S.Lazzaro, ma da quello che ci risulta, a questa sede verrà assegnato, giustamente, un APS nuovo.
Alla luce di quanto sopra scritto: con la presente siamo a chiedere che il VF21111 torni al distaccamento Carlo Fava in sostituzione dell’APS VF20800, in quanto quest’ultimo ha un caricamento non adeguato alle esigenze del distaccamento, avere un secondo APS più piccolo ben attrezzato come il VF21111 è un’ esigenza importante.
Certi di una vostra attenta lettura attendiamo il vostro cortese riscontro, ognuno per le proprie competenze.
Per il Coordinamento Provinciale USB VVF
Ciro Bartolomei