Per pochi ma non per tutti
(soprattutto non per coloro che ne posseggono veramente le caratteristiche).
Premesso che ogni intervento di soccorso tecnico urgente ha un alto rischio.... pertanto non è "misurabile" il rischio.... e pertanto non essendoci un metro così particolare non è possibile attribuire nessun beneficio economico all'aver partecipato a questo o quel intervento....
DL 217 art.32
Tutto inizia una notte di gennaio e precisamente Venerdi 13 gennaio 2012 ore 23.00 circa.
Come tutti oramai ricorderete presso l’Isola del Giglio si e’ verificato uno dei più gravi incidenti in mare a livello mondiale (non tanto per il numero di vittime ma casomai per l’ eccezionalità dell’ evento): una nave da crociera, precisamente la “Costa Concordia”, con a bordo circa 4500 persone dopo una azzardata manovra, si e’ incagliata nei pressi dell’ingresso del porto della località Giglio Porto inclinandosi sul lato di dritta.
La gran parte degli occupanti e’ riuscita in un modo o nell’altro ad abbandonare la nave (non ci dilungheremo nei particolari perché altrimenti dovremmo parlare di argomenti che dovranno essere affrontati dalla magistratura) ma un numero reale di alcune centinaia di persone (si parla di numero reale in quanto se conteggiamo il numero di salvataggi effettuati da tutti coloro che sono intervenuti sulla nave ci sarebbero dovuti essere almeno 10/12.000 persone) sono rimaste bloccate all’interno dei corridoi e delle cabine, trasformati in pozzi con pareti inaccessibili per gli stessi passeggeri e per qualsiasi soccorritore improvvisato a causa dell’inclinazione della nave.
E’ in questo frangente che entrano in scena 8 colleghi Grossetani (solo perchè l’incidente è avvenuto in provincia di Grosseto e siamo stati i primi ad intervenire) che, una volta saliti sul lato sinistro della nave non prendendo neppure in considerazione il rischio che stavano correndo ma pensando solamente a quelle persone che stavano chiedendo disperatamente aiuto, si sono calati all’interno della stessa attraverso le porte dei terrazzini delle cabine che si erano trasformati in pozzi, ed hanno iniziato a far uscire le persone, alcune delle quali sia per la stanchezza che per il panico, anche sospinte a braccia, fuori da quella che si sarebbe potuta trasformare in qualsiasi momento in una trappola senza scampo in quanto sarebbe bastato un piccolissimo scorrimento dello scafo (l’opera di monitorizzazione è cominciata il giorno dopo) per far inabissare la nave con tutte le persone al suo interno su un fondale di 70 metri .
Dopo aver recuperato un centinaio (numero reale) di persone ed essere stati avvicendati la mattina dopo da personale "fresco", i nostri protagonisti si sono meritati un salutare riposo.
Fin qui tutto rientra nella normalità del lavoro con il personale (a questo erano arrivate numerose sezioni operative soprattutto dalla regione) procede abbastanza regolarmente con le squadre che si avvicendavano sulle zone di operazione.
E’ in questo frangente che si comincia a sentir ventilare dai piani alti di un fantomatico articolo della meravigliosa riforma del CNVVF e relativa equiparazione al tanto voluto (da altri) comparto In-Sicurezza (Dl.217\05) che , per particolari interventi in cui si mette a repentaglio la propria vita a tutela degli altri (come se ci fossimo dimenticati del lavoro che facciamo) si potrebbe "usufruire" tramite un meccanismo di segnalazioni, ad un avanzamento di carriera.
E’ qui che rientrano in gioco gli otto colleghi già menzionati in precedenza, chi meglio di loro si rispecchia con le caratteristiche di coloro che potrebbero rientrare in un avanzamento di ruolo per detto articolo?
E così è stato, la segnalazione da parte del Comando VVF di Grosseto è partita non lasciando strascichi di disappunto tra il resto del personale che si domandava:
Ma noi che abbiamo estratto vive delle persone durante il terremoto?
E noi che durante quell’incendio appartamento abbiamo salvato gli occupanti?
Ma questa è un’ altra storia.
Dopo la partenza della segnalazione i colleghi interessati cominciano ad assaporare questa situazione anche perché dai piani alti si continua ad enfatizzare e rimarcare l’eccezionalità (vera) dell’intervento; la pericolosità (vera) dello scenario, il rischio (vero) che tale personale ha corso e che dal Ministero non può che arrivare una risposta positiva.
Dopo mesi finalmente la risposta è arrivata ma con stupore non corrisponde esattamente con ciò che era stato esposto - La segnalazione è adeguata ma otto promozioni sono troppe, al massimo due -.
Cosa vuol dire, che con la riforma del Corpo (la famigerata 217) d’ora in avanti per interventi normali invieremo una partenza completa, ma per quelli di una certa rilevanza dovremmo inviare al massimo due persone per poter sperare in un riconoscimento perché il terzo si leccherebbe le dita?
Ci viene da pensare che con la prossima emergenza nazionale le CM saranno formate da una campagnola con due unità con un notevole risparmio per il Ministero in fatto di attrezzature, campi base , missioni ecc…. .
Immaginate, dopo tante promesse e proclami come possa essere lo stato d’animo del personale in questione.
Purtroppo però, per gli otto colleghi, lo sberleffo non è ancora terminato.
Infatti nonostante siano stati i primi ad intervenire, i primi ad entrare nella nave, i primi a rischiare la propria vita, ”troppi “ per ricevere il riconoscimento dovuto (secondo la risposta del Dipartimento) apprendono che proprio per questo motivo sono stati segnalati altri due nomi (per rientrare nei canoni ministeriali.....) che nulla anno a che fare con gli iniziali otto nominativi, ma colleghi di altri Comandi, che pur ricoprendo ruoli di responsabilità ed organizzazione svolti in maniera egregia e fondamentale per la riuscita dell’intervento senza incidenti per il personale, non possono essere paragonati a ciò che hanno fatto nelle prime, più pericolose, fondamentali ore il personale di Grosseto.
Un altro esempio (anche questo molto concreto - come tutti quelli già portati all'attenzione dei colleghi dal Sindacato di Base) del fallimento di questa riforma e di questo comparto.