Pensioni VVF: ipocrisia e malafede
Prima ci tolgono i diritti ... ora ci ripropongono ricorsi senza nessuna attività sindacale di sostegno!
Lavoratori,
la filosofia estiva porta sempre a qualche colpo di testa, abbiamo letto che in questi giorni sia stato richiesto ai lavoratori di aderire a dei ricorsi per ottenere quello che proprio i promotori ci fecero togliere tanti anni fa, dove dietro le difficoltà del governo la portata dell’attacco ai lavoratori ed alle loro condizioni di vita fu la più aberrante e tuttora prosegue.
Dopo l’abolizione della scala mobile, l’introduzione del salario d’ingresso, del lavoro interinale, dopo la privatizzazione del rapporto di lavoro nel Pubblico Impiego, governo cgil cisl e uil partorirono la riforma pensionistica che aprì pericolose divisioni tra chi aveva più anni di contributi alle spalle e chi ne aveva meno. Tra lavoratori occupati e disoccupati di colpo il concetto di solidarietà conquistato con anni di lotte da parte dei movimenti sindacali fu cancellato.
Ora per restare nei termini dei ricorsi che i soliti personaggi (i quali magari giunti alla pensione si accorgono che anche loro in qualche modo l’hanno persa) propongono, è bene rilevare che non hanno nessun valore visto che il sistema previdenziale è regolato da leggi dello Stato, che pur non condividendole non sono certo modificabili da attività giuridico-legali. In questo modo si abdica alla attività politica e sindacale. Non vogliamo ritornare sulle modifiche apportate al sistema previdenziale in questi anni a partire dalla legge Dini per poi passare ad Amato e successivamente a quelle del governo passato, ma vorremmo solo ricordare che grazie all’intervento di cgil cisl e uil, in attuazione della legge 335/95 in regime di armonizzazione del sistema pensionistico tra il personale militare e delle forze armate, i vigili del fuoco furono ricompresi tra quelli che per andare in pensione dovevano aspettare fino al sessantesimo anno di età ed avere una contribuzione minima di 35 anni.
Tanto per essere ancora più chiari: quando hanno dovuto ridurre il nostro tempo di vita da pensionati ci hanno accorpato alle forze militari e di polizia, come quando ci hanno tolto i diritti sindacali e personali, acquisendo solo ciò che fosse peggiorativo mai ciò che fosse migliorativo, infatti quell’accorpamento non ci fece acquisire l’ “AUSILIARIA” né la “MESSA A DISPOSIZIONE” percepite invece dai militari (informatevi da voi su questo perché i “nuovi promotori” non ve lo diranno mai). Ora si inventano ancora un’assimilazione attraverso una legge del ventennio fascista per recuperare quello che in precedenza si sono svenduti. Non sono credibili!
Anzi quando la RdB-Cub, si oppose alla disciplina pensionistica militaristica, furono quelli che invitarono i lavoratori a non aderire al ricorso proposto al TAR, perché gli interessi generali, dell’allora governo, erano superiori a quelli del singolo lavoratore che doveva restare 5 anni in più a lavorare .. che dire una bella ipocrisia!
Per memoria dei lavoratori, riportiamo le richieste della RdB-Cub, sostenute da sei scioperi generali sfociate poi nel ricorso ancora pendente al TAR su cosa vogliamo ottenere:
a) l’esclusione del personale VV.F dal D. Leg.vo del 30 aprile 1997, n° 165.
b) prolungamento del vecchio sistema pensionistico fino a quando non sarà concluso un accordo specifico per il personale VV.F.
c) l’apertura di una trattativa con il governo per l’armonizzazione del trattamento pensionistico dove emerga la specificità della categoria
d) il riconoscimento di lavoratori che svolgono un’attività atipica particolarmente usurante e quindi di godere degli appositi finanziamenti per la copertura degli oneri contributivi per ottenere una retribuzione pensionistica più consistente, comprendendo anche le nuove generazioni.
IL RICORSO FATELO FARE AI DELEGATI SINDACALI CHE LO PROPONGONO, NOI CONTINUEREMO A FARE LA NOSTRA ATTIVITÀ SINDACALE E POLITICA FUORI DALLE STRUMENTALIZZAZIONI E DAGLI INTERESSI PERSONALISTICI!