OSSERVAZIONI SU BOZZA MOBILITA' INTERNA COMANDO DI PADOVA

Padova -

 

A: Comando Vigili del Fuoco

PADOVA

 

 

OGGETTO: OSSERVAZIONI BOZZA DI MOBILITA’ INTERNA

 

Spett.le,

 

Con la presente, in riferimento all’oggetto, vorremmo porre all’attenzione della S.V. le criticità che si presenterebbero se questa bozza entrasse in vigore.

Innanzitutto constatiamo che questa continua diminuzione dell’organico deve essere presa seriamente in considerazione. Non è sufficiente richiedere fondi per i richiami al Dipartimento quando il danno è già stato arrecato. Ormai da troppo tempo questa Organizzazione Sindacale rappresenta la situazione e chi deve dirigere non si espone in maniera forte e incisiva. Non facciamo riferimento solo ed esclusivamente al dirigente attuale ma a tutti quelli che si sono succeduti negli ultimi 10-15 anni.

Le continue chiusure di Abano Terme sono un esempio molto grave di quanto questa amministrazione sia indifferente al fallimento. Dirigenti e Direttori non hanno fatto nulla per garantire un soccorso dignitoso salvaguardando i lavoratori. Troppo spesso si pensa all’immagine per coprire le lacune e le carenze a cui giornalmente tutti dobbiamo assistere.

Ora il Comando ci chiede delle osservazioni sulla bozza di mobilità interna alla quale rabbrividiamo alla sola lettura, immaginando scenari critici e imbarazzanti ai quali non abbiamo molte soluzioni.

Continuare a raschiare il fondo piuttosto che ammettere che il Corpo Nazionale ormai è già defunto è un errore che mette in seria difficoltà chi fa soccorso.

Un segnale forte verso il Dipartimento e la politica da parte di chi dirige, ed è pagato per farlo, è d’obbligo.

In merito alla bozza inviata non siamo d’accordo sulla incompleta composizione dei turni nelle sedi distaccate che, come più spesso evidenziato dal Dipartimento, devono essere in organico. Già 3 sedi su 4 sono declassate a 7 unità per turno rispetto alle 8 previste; lasciando ulteriori posti vacanti si continuerebbe a far movimentare mezzi e uomini da sede a sede per comporre la squadra minima.

Assistiamo quotidianamente alle più disparate scelte senza un minimo di ragionevolezza: impiego di squadre ridotte, dislocazione del distaccamento volontario in sede centrale, sostituzioni continue di personale da sede a sede che dimostrano che non ci sono indicazioni chiare da parte della dirigenza, sebbene già diverse volte evidenziate da questa Organizzazione Sindacale, e tutto viene lasciato al caso.

Un’attenta valutazione inoltre del ruolo del capo distaccamento e del suo ritorno in turno potrebbe rivelarsi un piccolo aiuto alle squadre operative. Ripensare il ruolo degli ispettori e ricondurli al loro settore di competenza (operativo) con le funzioni di capo distaccamento e funzionario presente in turno non è più procrastinabile.

Altra riflessione sulla composizione delle squadre nei distaccamenti che, a causa della mancanza di visione programmatica da parte del Dipartimento, ha causato la mancanza di molti autisti. In queste condizioni infatti non si può pretendere di avere sempre due autisti per squadra perché non ce lo possiamo più permettere. Come non ci possiamo più permettere di continuare a movimentare personale tra una sede all’altra in modo fantasioso e irrazionale. Purtroppo chi ci mette la faccia e il di dietro negli interventi di soccorso è il personale operativo che si vede costretto ad affrontare scenari senza risorse e a dover giustificare eventuali ritardi o disservizi alla popolazione o peggio agli inquirenti.

Serve una presa di responsabilità da parte di chi dirige il Comando e che, assieme al personale direttivo, devono farsi carico dell’emergenza che stiamo vivendo senza lasciare i capi turno in balia delle onde di un mare in tempesta.

Non si può cercare di continuare a garantire il soccorso pensando solo ed esclusivamente a svolgerlo alla meno peggio, ma bisogna anche garantire la sicurezza di chi opera. Non è ammissibile che alle squadre impegnate in soccorsi prolungati non venga garantito un ricambio e una doverosa decontaminazione post intervento per mancanza di personale o mancanza di potere decisionale da parte di chi dirige.

La complessità della macchina organizzativa deve prevedere più risorse altrimenti si chiude oppure si dichiara emergenza interna.

Non possiamo nemmeno restare impassibili e inermi di fronte a chiusure di sedi o declassamenti.

Ricapitolando:

Distaccamenti senza posti vacanti rispetto alle 7 unità , 8 per Este valutando l’assegnazione di solo due autisti (la squadra base è composta da un capo partenza, un autista e tre vigili)

Riduzione al minimo essenziale gli spostamenti per sostituzioni (solo per assenze)

Rientro in turno di una parte di personale operativo impiegato in servizi non correlati al soccorso

Impiego degli ispettori nella funzione di capo distaccamento presente in sede distaccata e in turno in centrale

Dichiarazione di emergenza interna al Comando di Padova

La garanzia del ricambio delle squadre impegnate in interventi prolungati, una risposta più efficace alle richieste di soccorso, adeguati periodi formativi in turno e soprattutto una corretta decontaminazione post intervento obbligatoria ma quasi sempre impossibile da effettuare.

Sottolineiamo infine che in questo periodo di eccessiva calura viene disposto da più autorità l’obbligo che un lavoratore privato in condizioni di disagio termico non operi dalle 12.30 alle 16.00. A maggior ragione un VVF che opera su scenari incendiari ha la necessità di un avvicendamento per non aumentare il rischio di gravi infortuni.

La bozza inviata dal Comando è totalmente irricevibile perché va fatta un’attenta analisi organizzativa.

La presente vale come richiesta di incontro urgente per conoscere le intenzioni del Comando e le azioni che intende intraprendere.

 

Il Coordinamento Provinciale USB VVF Padova