NOTA PER IL MINISTRO DELL’INTERNO

Incontro del 13 novembre 2025

Nazionale -

 

Ci fa estremamente piacere incontrarla, Sig. Ministro perché ci permette di portare le istanze dei Lavoratori dei Vigili del Fuoco, dato che come Sindacato di base questo è il nostro unico obbiettivo.

A riprova di questo oggi portiamo le stesse richieste e poniamo alla sua attenzione le rivendicazioni che abbiamo portato ai suoi predecessori, indipendentemente dallo schieramento politico del Governo a cui appartiene.

Diciamo questo perché lo scorso 19 Settembre è stata emanata una circolare dove, oltre ad indicare i dati per la rappresentatività del triennio precedente, nel quale USB VVF risulta rappresentativa, si chiede un parere al Dipartimento della Funzione Pubblica che, dopo un solo giorno, dava risposta.

Il parere del Dipartimento della Funzione Pubblica, così riporta la nota tra molti virgolettati tagliati e cuciti, cita fonti normative ben note, a partire dal D.lgs. 217/2005 e D.P.R. 7/5/2008.

In questo tentativo di taglia e cuci virgolettato è evidente e manifesto il tentativo di estromettere, perfino dalle informative, le Organizzazioni Sindacali rappresentative ma NON firmatarie. Questo determina a livello centrale e nei Comandi una estromissione delle prerogative e dalla vita sindacale di USB poiché non ha più nemmeno le informazioni di quello che avviene.

Il diritto al dissenso non può essere considerato come un bavaglio che costringe le OO.SS. a firmare contratti che non condividiamo.

Siamo convinti che i valori di democrazia siano sempre quelli del confronto e mai di far tacere chi la pensa diversamente da noi.

Auspichiamo quindi, Sig. Ministro, che lei intervenga per riaprire la partecipazione a tutte le OO.SS. che rappresentano i lavoratori del CNVVF.

Le chiediamo quindi di aprire un tavolo dove si possa finalmente parlare di rappresentanza nel comparto dato che non abbiamo le RSU, come già evidenziato dal Capo Dipartimento Prefetto Laura Lega.

 

NORMATIVA

 

Dall’impianto normativo pubblicistico del 217/05 a tutti i tentativi, compreso l’ultimo in atto di riformare il Corpo Nazionale, è evidente il risultato di un ente ingessato e quasi militarizzato, emergono sempre più regole rigide che gli stessi dirigenti provinciali, su cui ricade la gestione del soccorso concreto sul territorio, sono costretti a seguire. Regole su regole che vanno ad impattare sulla snellezza che ha sempre contraddistinto il Corpo impegnato a fare soccorso su scenari ogni volta diversi. Passaggi di qualifica dopo quasi 20 anni e con regole sempre diverse e senza alloggi di servizio, assegnazione di personale e blocco della mobilità in prima assegnazione creano sempre più confusione.

 

CARENZA ORGANICI

 

Oggi riscontriamo che molti Comandi del centro-nord dispongono spesso di una sola squadra per la copertura del capoluogo di provincia, tanto da dover scegliere di dove inviare la squadra in caso di interventi concomitanti. Al Nord, oltre alla cronica carenza di personale, mancano perfino le figure necessarie a coprire ruoli essenziali nella catena di comando.

Infine il sud con registra un’età media altissima dato che i Comandi sono punti di arrivo per i Lavoratori che hanno lavorato prima per decenni in tutta la penisola. A

Tutto questo avviene perché nel passato non si è programmato in maniera adeguata il turn over.

Servono assunzioni rapide con procedure concorsuali snelle e portare a termine la procedura di stabilizzazione.

 

PROTEZIONE CIVILE

 

Lei, Sig. Ministro, nel 2022, al primo incontro usò una frase che ci è rimasta impressa. Disse che il CNVVF “è l’ossatura della Protezione Civile”.

Il Corpo avrebbe bisogno di sinergie con i territori: sindaci, province, piani di protezione civile, una vera e propria integrazione e interazione con la protezione Civile visto che anche in situazioni di emergenze, che vengono decretate dalla Protezione Civile, ormai non esiste quasi collaborazione e ognuno agisce per proprio conto.

L’esatto opposto di quanto avviene negli altri Paesi dell’Unione Europea. Invece in questi casi è indispensabile collaborare.

Ai tavoli di protezione civile in caso di calamità a volte non siamo nemmeno presenti, oppure si svolgono in Prefettura o nei comuni e le squadre VF sul campo lavorano in ordine sparso.

Eppure siamo presenti in tutte le catastrofi di questo fragile Paese: (Costa Concordia, Rigopiano, Ponte Morandi, sisma, alluvioni, fino alla Torre de’ Conti).

 

INAIL

 

Ancora oggi i VVF NON hanno una copertura assicurativa degna di un paese civile, ci affidiamo ad un ente morale e attualmente non amministrato direttamente dai VVF: l’Opera Nazionale di Assistenza, che stipula contratti con compagnie assicurative.

La tutela della salute, finanziata con la trattenuta in busta paga del personale, governata da un ente esterno e affidata ad assicurazione privata.

Roma, invece, regna un estremo caos ed intere zone della città restano scoperte dal soccorso dei VVF, città dove non ci sono nemmeno i mezzi a copertura, basti pensare alla carenza di autoscale.

 

Chieda ai nostri colleghi che rimangono infortunati in servizio, le facciamo esempi concreti, via dei Gordiani con esplosione GPL le cure a seguito di ustioni a carico del lavoratore oppure a Colleferro dove ad un collega sono state amputate quattro dita. Ma ricordiamo tanti e tanti interventi dove i nostri colleghi si sono gravemente infortunati.

Questo passaggio virtuoso farebbe nascere anche un registro delle Malattie Professionali, correlate al nostro mestiere.

I Vigili del Fuoco svolgono solamente una visita medica prevista dal D.lgs. 81/2008 ogni 3 anni e qualora sia necessari eseguire ulteriori accertamenti diagnostici sono costretti a pagarli di tasca propria.

Occorrerebbe ragionare in maniera organica e rientrare nella parametrazione INAIL che comprende anche la copertura delle spese sanitarie sostenute dai Lavoratori.

Chiediamo che vengano resi pubblici i dati dello screening che dovrebbero ricercare la presenza di contaminanti nel sangue che l’Università di Bologna ha intrapreso tra i Lavoratori di Emilia-Romagna e Toscana.

Questo grazie all’insistenza nei confronti dei media e dell’Amministrazione che USB ha intrapreso assieme a Greenpeace Italia effettuando uno studio indipendente in merito alla contaminazione da PFAS sul siero dei Lavoratori e sui DPI e rilevando dati allarmanti.

SEDI E MEZZI

 

Abbiamo sedi che cadono a pezzi, con condizioni igieniche che qualsiasi ASL territoriale, se avesse possibilità di controllarle, farebbe chiudere o limitarne l’uso.

In moltissime sedi non abbiamo nemmeno gli spazi dedicati e gli spogliatoi per il personale femminile.

Perfino le Scuole Centrali, avrebbero bisogno di maggiore attenzione.

 

Gli automezzi di soccorso, quando in numero sufficiente, spesso hanno 20 anni e quelli nuovi vengono acquistati senza specifiche adeguate, basti pensare ad auto elettriche con pochi km di autonomia, perfino autobotti a metano, inadatte al servizio di soccorso.

 

RETRIBUZIONI

 

Il personale aspetta da vent’anni le economie del tanto osannato “Comparto sicurezza” e attende ancora la distribuzione completa dei 165 mln previsti nella Legge Finanziaria del 2019.

Anche nell’ultimo contratto siamo stati talmente ‘valorizzati’ che gli aumenti coprono solo un terzo dell’inflazione del triennio, andando ad impattare in maniera pericolosa sul potere d’acquisto delle famiglie dei Vigili del Fuoco che molto spesso sono mono-reddito.

Nessuna valorizzazione economica e lavorativa per il Ruolo Tecnico Professionale, tantomeno per il ruolo degli Ispettori Antincendi.

Non si è stati chiari sulla retribuzione del personale Specialista e sui conseguenti passaggi di qualifica che sminuisce fortemente la loro dignità economica e di ruolo fondamentale per il soccorso.

In ultimo è stato dato uno schiaffo ai ruoli di rappresentanza che sono il biglietto da visita del Corpo Nazionale in Italia e all’estero: la Banda Musicale e gli atleti delle Fiamme Rosse.

Sui diritti ancora peggio: nessun limite alla “pronta disponibilità”. quindi sempre pronti a sopperire alle carenze di organico e rientri ogni giorno ad ogni ora aggravando pericolosamente i carichi di lavoro ed i rischi ad esso collegati.

Nella nostra Piattaforma Contrattuale abbiamo proposto una parificazione contrattuale parametrandola, non alla Polizia di Stato, ma alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, proprio nel Dipartimento della Protezione Civile avvicinando il Corpo Nazionale alla media retributiva dei Vigili del Fuoco dell’Unione Europea.

 

Occorre poi fare un serio ed immediato ragionamento sull’opportunità di detassare le indennità di rischio e le altre competenze accessorie che concorrono al salario dei Vigili del Fuoco e al computo pensionistico compreso lo straordinario.

Rivedere gli importi delle vigilanze antincendio, quello legato all’incentivo per la formazione e quello per le missioni fermi ormai da troppo tempo.

Evitare in tutti i modi il prolungamento dell’età pensionabile per i Lavoratori dei Vigili del Fuoco garantendo però un adeguato regime pensionistico completando finalmente l’iter dei sei scatti pensionistici promessi.

 

CONCLUSIONI

 

Sig. Ministro le chiediamo come USB Vigili del Fuoco di riaprire immediatamente il tavolo contrattuale e dei relativi tavoli tecnici sugli argomenti esposti dando sin d’ora la nostra piena disponibilità a collaborare e portare le nostre idee.

Le chiediamo maggiore attenzione e rispetto per i Vigili del Fuoco, non solo quando meritano i riconoscimenti, come avvenuto pochi giorni fa dopo in crollo della Torre de’ Conti, ennesimo tragico incidente di un Paese fragile, ma sulla tutela della salute, sulla previdenza, sulle assunzioni, sui salari.

 

 

per il Coordinamento Nazionale USB Vigili del Fuoco

Claudio MARIOTTI e Paolo CERGNAR