NO Draghi Day
Il governo Draghi attacca tutti, la legge di bilancio si presenta come una vera e propria dichiarazione di guerra.
L’Italia è all’ultimo posto in Europa per aumenti degli stipendi.
Negli ultimi 30, i salari dei lavoratori dipendenti italiani sono andati indietro, mentre sono cresciuti in tutta Europa.
Per giunta, in Italia si lavora per più ore all’anno, rispetto a paesi come Germania e Francia.
Persino l’Unione Europea ha adottato un provvedimento con cui si raccomanda ai paesi di intervenire nelle dinamiche salariali, intervenendo con l’introduzione di un salario minimo e con gli strumenti della contrattazione collettiva.
Tutto questo non ha fatto altro che aumentare il disequilibrio fra i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
E badate, che la povertà ormai riguarda anche chi lavora, infatti tra contratti pirata, lavoro nero, precariato, il mondo del lavoro è sempre più sotto attacco. I lavoratori di oggi saranno i poveri di domani, indebitati con mutui che superano la loro vita lavorativa, si troveranno per effetto del contributivo, con pensioni più basse degli stipendi del 50%, somme che non riusciranno a consentire nemmeno di pagare le rate dei mutui. Sempre se arriveranno vivi alla pensione, il Governo Draghi ha innalzato ulteriormente l’età pensionabile, e ormai sui luoghi di lavoro si contano tre morti al giorno, nemmeno fossimo in guerra.
A questo si aggiunge l’attacco al reddito di cittadinanza rispolverando la retorica dei “fannulloni che stanno sul divano”. Ma la vera “colpa” del reddito di cittadinanza è di avere messo in luce il fatto che interi settori come turismo, edilizia, assistenza, ecc., si reggono strutturalmente su un mare di sottosalario. Il fatto che un sussidio come il reddito di cittadinanza, che in media eroga un assegno di 581 euro, entri in concorrenza con il mercato del lavoro dimostra solo che per tanta parte del padronato italiano 600 euro al mese sono un salario adeguato!
Non si è messo un euro sulla sicurezza sul lavoro e su chi è preposto alla vigilanza, si insiste sul numero chiuso per l’accesso ai corsi di laurea nella prevenzione e poi non c’è lavoro per questi professionisti! Le ASL sono al collasso e così gli ispettorati del lavoro e ovunque nei posti di lavoro il D.Lgs.81/08 arretra, o addirittura perde di validità così come è accaduto nei vigili del fuoco, già senza INAIL e ora anche senza le tutele del D.Lgs.81/08.
Di contro si diminuiscono le aliquote di tassazione in favore dei redditi alti e altissimi, in barba alla progressività delle aliquote prevista dalla Costituzione. Fino al 1974 le aliquote erano ben 33!
Anche i bonus di questo Governo non tengono conto dei redditi, si è deciso di dare 200€ pro capite per andare alle terme, senza limiti di reddito, ovviamente ne hanno beneficiato chi è già cliente dei centri termali e chi essendo più ricco ha anche maggiori capacità di accedere alle informazioni e alla connessione, strumento indispensabile per richiedere tale beneficio.
E ancora: si prepara una legge sulla concorrenza che, in coerenza con quanto già scritto sul Recovery plan, dovrà spingere sulla privatizzazione di quei servizi pubblici (trasporto, acqua, ecc.) ancora in mano ai Comuni. Tutto ciò che può generare profitto deve finire sul mercato!
Ora si aggiunge l’impennata dei prezzi, con una ondata inflazionistica che, ormai è chiaro, è un fenomeno internazionale che non si fermerà facilmente. Con salari reali fermi da 30 anni e contratti nazionali di lavoro scaduti o rinnovati con aumenti irrisori, l’inflazione che si misura in bolletta, al distributore o sul banco del supermercato va a incidere sulla carne viva dei bilanci di milioni di famiglie.
Di fronte a questo attacco frontale c’è una sola risposta possibile: il movimento dei lavoratori deve scendere in campo. Dobbiamo farlo subito e con tutta la forza di cui disponiamo.
Ed è per queste ragioni che anche l’USB VVF parteciperà il 04/12/2021 al NO Draghi Day.