MENSA DI SERVIZIO E RISPETTO CONCRETO PER I VIGILI DEL FUOCO

Reggio Calabria -

 

Direttore Regionale VVF CALABRIA - Dott. Ing. Maurizio Lucia

 

e p.c.
Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile- Pref. Laura Lega,

 

Al Capo del Corpo Nazionale VV.F.- Dott. Ing. Guido Parisi,

 

USB Coordinamento Nazionale VV.F.

 

 

Oggetto: mensa di servizio e rispetto concreto per i Vigili del fuoco.

 

In questi giorni, abbiamo l’impressione, di assistere ad un teatrino nel quale, i vigili del fuoco sono chiamati a fare la parte dei figuranti!

L'amministrazione avvia una ricognizione tra i lavoratori per indagare quale tipo di “servizio mensa” preferiscono; sono chiamati a “scegliere” un buono pasto in alternativa ad un servizio mensa che definire PESSIMO sarebbe un vero e proprio complimento; a fronte di centinaia di segnalazioni dei lavoratori circa tale “servizio”, nessuna presa di posizione concreta e fattiva!

Addirittura, abbiamo l’impressione che i contratti, realizzati a puntino, siano serviti solamente all’aggiudicazione della gara; non ci risulta siano state ottemperate una serie di clausole ed iniziative previste a vantaggio dei lavoratori, permanendo sempre una situazione PESSIMA!”.

Mensa di servizio obbligatorio; un po' di cronistoria.

Negli anni, la gestione di tale servizio ne ha viste “letteralmente” di cotte e di crude! Da un servizio del tipo “a conduzione familiare “ove i vigili stessi a turno preparavano i pasti, siamo passati alla “privatizzazione” (contratti milionari a ditte private); laddove alle ditte non è convenuto preparare i pasti in loco o recapitarli, si è passati alla consegna di buono pasto cartaceo; è sfumata per i vigili la possibilità di ottemperare all’obbligo di consumare un pasto in servizio.

Si è passati poi al “buono pasto elettronico”, quindi, alla versione avveniristica del “pasto sospeso” al contrario; il lavoratore anticipa per mesi e l’amministrazione restituisce quando fa comodo.

Ma c’è di più!

Laddove il lavoratore ha recriminato che la mensa fornita non rispettava determinati minimi canoni -prescritti dai “Parametri nutrizionali” dell’Ufficio Sanitario del Corpo Nazionale VV.F. (prot. 1480/5601 del 05/05/2008) - qualche dirigente ha provveduto a richiamare o sanzionare i riottosi: “la mensa di servizio è obbligatoria e i pasti forniti devono essere consumati!”

Ma non c’è limite alla fantasia dei nostri dirigenti; a tratti assume contorni esilaranti se non tragici; il documento appresso può rendere bene l’idea.

In definitiva, queste sono le condizioni poste al vigile del fuoco:

  1. viene obbligato a nutrirsi secondo quanto impone l’amministrazione;
  2. viene obbligato ad anticipare i soldi;
  3. viene obbligato a contenere la spesa nei 7 € di buono pasto;
  4. viene obbligato ad effettuare le dovute pulizie dei locali;
  5. viene obbligato a pagare le tasse su ogni buono pasto!

I vigili del fuoco, non hanno dubbi a credere a tutto il rispetto, alle belle parole ed alle buone intenzioni dichiarate dal Capo Dipartimento, Prefetto Laura Lega e dal Capo del Corpo Nazionale, Ing. Guido Parisi.

Nella rivista n° 25, “NOI VIGILI DEL FUOCO”, gli elogi sono evidenti; le promesse pure:

“mettere al centro del sistema la valorizzazione delle persone……con la ricerca di migliori condizioni di vita e di lavoro” (pag. 11).

Nella rivista n° 26, a pag. 16,

“i vigili del fuoco sono un’eccellenza…È fondamentale però che ci sia anche un salto culturale”;

a pag. 18, “coraggio, professionalità e umanità insieme, dunque. E noi lavoriamo per farle crescere, anche supportando i nostri uomini con un percorso psicologico che insegni a gestire le emozioni”

E dopo ore di lavoro duro, in condizioni proibitive, quando ai tanto ben amati vigili non arriva neanche una bottiglia di acqua o un panino, le emozioni da gestire diventano veramente forti, quanto i crampi allo stomaco!

Intanto l’amministrazione già qualche mese fa ha preannunciato le difficoltà economiche per gestire il servizio.

I lavoratori Calabresi hanno esperito una veloce indagine di mercato su tre provincie (Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria) e ci hanno inviato sommari dati di tale indagine:

  • Primo piatto € 4,00
  • Secondo piatto € 4, 90
  • Contorno € 3,50
  • Pane 100 gr € 0,40
  • Acqua 1 bottiglietta € 0,35
  • Frutta mele 250 gr € 0,50
  • Coperto (tovaglioli, tovaglietta, posate) € 0,40

Spesa totale per un pasto pari ad € 14,05

A nostro avviso, la soluzione più adeguata rimane quella di dotare ogni sede VVF di cucina autonoma con personale a ciò destinato; il progetto USB di qualche anno fa di “re-internalizzazione di tutti i servizi” prevedeva anche questo!

Peraltro, realizzare una costosa ed impegnativa gara per appaltare il servizio di ristorazione che poi si riduce alla consegna di buoni pasto (nel comando di Reggio Calabria si va avanti con il buono pasto anche presso la sede centrale , sprovvista peraltro di centro cottura!), appare veramente abominevole, così come appare abominevole il percorso dei buoni pasti prima di giungere al lavoratore: Direzione regionale/centro di spesa, comandi provinciali, ditta appaltatrice, gestore card Lunch GM, lavoratore.

Si chiede, nelle more di un riavvio dei centri di cottura in ogni sede VVF, di:

  1. somministrare corsi di formazioni al personale affinché acquisisca capacità e competenza tali da poter realizzare dei pasti, come imposti dall’amministrazione, con il controvalore di 7 € lordi;
  2. consegnare al personale, tutti i buoni pasto spettanti ed arretrati;
  3. riqualificare le sedi VF mancanti di centro cottura come “sedi disagiate”;
  4. innalzare il valore del buono pasto a 14 € da consegnare in maniera anticipata ai lavoratori.

Si evidenza ancora che la diversità di trattamento di lavoratori impiegati nello stesso tipo di servizio ma in sedi diverse, apre problematiche aggiuntive nonché vere e proprie discriminazioni e disagi operativi ed individuali, soprattutto quando, come avviene soventemente, i lavoratori dalla sede centrale vengono inviati in sostituzione presso sedi non fornite di mensa e senza l’anticipo di un buono pasto!

Egregio Direttore, vorrà scusarci in anticipo se, a tratti, siamo stati un po' “duri” nel linguaggio, ma ci creda, dinnanzi allo sconforto dei lavoratori ed alla loro amarezza per il trattamento cui sono assoggettati, ci siamo volutamente contenuti.

Resta fermo che per qualsiasi conseguenza scaturente da queste situazioni non volute dai lavoratori, gli stessi, sono manlevati da ogni responsabilità che ricade sul datore di lavoro.

In attesa, porge distinti saluti.

per il Coordinamento Regionale

Francesco Cutruzzulà