L’OTTO IO LOTTO
Sembrerebbe quasi anacronistico proporre proprio uno sciopero generale il giorno della festa della donna. Eppure è proprio in questa ricorrenza che noi, vigili del fuoco, dobbiamo compiere un gesto verso quell'universo femminile che conosciamo bene. Nel rispetto delle nostre colleghe operative che al pari nostro stanno con noi gomito a gomito sulla partenza. Per ricordare tutte quelle lavoratrici, nelle fabbriche, che spesso andiamo a soccorrere. Per non dimenticare le nostre sottopagate cuoche che vivono con noi. Per difendere chi ci amministra, pulisce le camerate o chi è casalinga. Insomma tutte quelle donne che fanno parte del nostro mondo del lavoro ma che ancora oggi sono sfruttate o disoccupate.
Allora facciamo dell'8 marzo una giornata di lotta e altruismo. Chi meglio di noi può capire e comprendere. Oggi sembra di vivere come in un film dove ogni giorno si rivoluzionano i ruoli, la politica e i sindacati prendono parte del Management VVF, i lavoratori si adagiano ad essere i loro portaborse e chi combatte per riportare le discussioni di confronto sul diritto salariale diventa inadeguati e poco realista. La grande rincorsa allo straordinario e alle vigilanze ha sostituito le reali economie che compongono il salario e falsano la realtà di una percezione di reddito estremamente pericolosa. Indossare una divisa e svolgere 12 ore di straordinario, sottraendo parti di vita fondamentali ai propri cari che non hanno prezzo sembra essere la soluzione a tutto. Viene in mente un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita. Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone. Questo è l'avvelenamento che la classe dirigente di questo paese ha dosato giorno dopo giorno ai lavoratori storpiando una realtà che pian piano si intravede nel loro fallimento. In questo infame scenario l'unica speranza è che il Lavoratore comprenda finalmente che chi lotta per un salario dignitoso diffidando da chi vende fumo è la soluzione. Durante questi anni molti hanno sempre chiesto l'unità delle Organizzazioni Sindacali per portare avanti un obiettivo comune per tutto il personale del Corpo Nazionale, durante la famigerata procedura di distribuzione delle risorse dell'articolo 1, commi 133 e 138, della legge 27 dicembre 2019, n.160 l'Amministrazione ha proposto una ripartizione a dir poco imbarazzante e la politica ha approvato questo scellerato progetto, destinando poche risorse agli istituti fissi e continuativi. Per questo motivo USB ha detto no ed abbiamo deciso di mettere da parte ogni tipo di controversia e dopo aver elaborato la nostra tabella abbiamo chiesto a TUTTE le altre OO.SS. di condividere una linea comune per il vero riconoscimento del nostro lavoro, trovando in CISL e UIL le uniche disposte al dialogo. Oggi, rivendichiamo con forza che in questo momento delicato politico e sociale c’è bisogno di unità e siamo sempre disponibili ad un dialogo costruttivo, anche con chi si ostina ad escludere l’unità dei sindacati non accorgendosi di fare solo il gioco dell’amministrazione “divide et impera”. La perseveranza e la onestà che ha contraddistinto USB in tutti questi anni di Lotta certificano l'assoluta trasparenza di azioni che hanno tutelato la classe lavoratrice partendo dalle fasce più deboli. L’armonizzazione dei 165 milioni deve avere un inizio che garantisca una distribuzione equa e ponderata in base al rischio che il Corpo più amato dagli Italiani mette in atto quotidianamente con la protezione dei cittadini per 365 giorni all'anno. Oggi, ci troviamo davanti una Amministrazione che si scaglia contro le fasce più deboli dando 13€ lorde al mese e un blocco di 2 anni sulle prime assegnazioni. Zero assunzioni. Ai vigili giovani la politica ha regalato non i famigerati 165 milioni ma un futuro di pochi spiccioli, una vita lontana da casa e la concretezza di una pensione che non arriverà mai. Ed oggi il governo Draghi con la sua massima espressione verso la Pubblica Amministrazione rappresentata dal “fannullone” Brunetta gettano nel baratro della povertà tutta la macchina pubblica ed anche i vigili del fuoco compreso la componente “anziana” che in questo Paese rappresenta la spina dorsale del soccorso pubblico. Niente previdenza, nessun aumento che valorizzi ma soltanto cifre che offendono.Tutto andrà nelle tasche dei dirigenti: i quali si vestono come noi ma non sono vigili del fuoco.
il Coordinamento Nazionale USB VVF