L'ITALIA SI SBRICIOLA E SPROFONDA NELL'INDIFFERENZA ASSOLUTA, MENTRE RAMINGO NEI DESERTI ARABI, LETTA VANTA SUCCESSI E DENUNCIA L'INUTILE DISFATTISMO.
Lavoratori,
la cronaca sconfortante di questi giorni ci consegna un Presidente del Consiglio che vaga per il mondo con la disperata missione di “vendere” l’immagine di una Nazione forte e civile, il “brand Italia”. Un Letta trionfante comunica ai giornalisti di aver ottenuto dagli emiri del Kuwait un fondo di 500 milioni di euro destinato alle imprese italiane! Mai più disfattismo dunque! Peccato però che la cifra di 500 milioni si sia dilavata in una settimana di pioggia. Le recenti alluvioni e frane che hanno devastato ancora una volta parte del territorio Italiano tra dicembre e gennaio hanno causato danni per centinaia di milioni di euro; solo nella regione Liguria la cifra è di 350 milioni di euro, in Emilia in una prima stima post alluvione si supera i 400 milioni di euro, nel Lazio, anche qui per una esondazione, si stimano 104 milioni di euro di danni. Un totale di 854 milioni di euro! Ci riferiamo “solamente” a tre eventi, in solo tre regioni e in un lasso di tempo minimo, due mesi! Senza tener conto della vittime, oltre 9.000 negli ultimi 50 anni a causa di frane ed alluvioni, 180 all’anno.
Questi sono dati incontrovertibili che testimoniano la precaria situazione idrogeologica del nostro Paese. Letta porta a casa 500 milioni per le imprese, ma in pochi giorni di pioggia si è dissolto un patrimonio doppio. Indubbiamente una gara impari che oltretutto non tiene in nessun conto la perdita di testimonianze storiche culturali dal valore inestimabile, vedi le mura di Volterra franate pochi giorni fa. Forse il Presidente Letta invece di cercare i soldi all’estero potrebbe convincere il Governo a proporre al parlamento un piano di investimento pluriennale, strutturale sul territorio. Una vera grande opera, non come quelle che al contrario sconquassano i territori e dilapidano risorse. Il riassetto idrogeologico del Paese è una opportunità indilazionabile, restituirà sicurezza e bellezza ai nostri luoghi garantendo migliaia di posti di lavoro veri, garantirà la salvaguardia della popolazione e del patrimonio artistico culturale archeologico, quindi un investimento anche a beneficio del fondamentale settore turistico. Una scommessa contro l’abusivismo, la speculazione, l’incuria. Bisogna batterci per avere un sistema efficace di previsione e prevenzione . L’incapacità di una classe dirigente, senza idee a volte corrotta, ha permesso l’abuso del territorio. Frane, smottamenti, alluvioni, esondazioni sono all’ordine del giorno, senza un piano nazionale di riassetto idrogeologico, si fanno interventi al bisogno, spesso successivamente all’ evento catastrofico, questo si traduce in una miriade di progetti non coordinati, a volte inutili e dannosi. In definitiva in senso figurato e non solo, si interviene a valle senza intervenire a monte. Il ripetersi dei disastri, sempre più annunciati ne è la tragica dimostrazione. L’alibi spesso è l’inevitabile “riscaldamento globale”, il prezzo da pagare per il nostro benessere! Troppo facile liquidare la questione come fenomeni anomali, parlare di “bombe d’acqua”, qui la bomba l’hanno piazzata loro, nei decenni di speculazioni, trascurando il nostro ambiente, il nostro territorio ed ora quella bomba esplode sotto forma di un fiume di fango che devasta e uccide.
La USB Vigili del Fuoco in questi anni ha pubblicato studi, ha denunciato a più riprese la situazione, non solo nell’immediatezza delle calamità, ha promosso incontri, l’ultimo pochi mesi fa, con l’obbiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica, i lavoratori, i politici, sulla questione ambientale, sul riassetto del territorio, sulla necessità di creare un Corpo di Protezione Civile che possa garantire vera tutela ai cittadini, cioè garantire un servizio di previsione e prevenzione. La nostra proposta oggi è quella di ieri, investire risorse per far nascere un Corpo Nazionale della Protezione Civile, noi come Vigili del Fuoco siamo pronti a raccogliere la sfida che porti ad una maggiore efficienza di tutto il dispositivo di soccorso, dispositivo che anche in questi giorni di alluvioni e frane ha mostrato tutti i suoi limiti, le testimonianze dei cittadini di Fiumicino ne sono l’esempio, hanno raccontato ai TG di essersi sentiti abbandonati a pochi chilometri dalla capitale di un Paese che si definisce civile. Invece di “investire” risorse preziose su inutili grandi opere che aumentano la cementificazione e il disastro ambientale, la nostra classe politica deve indirizzare le risorse nell’unica grande opera di questo Paese: il riassetto idrogeologico, occorrono 40 miliardi di euro, la metà dei soldi che si spenderanno per l’acquisto degli F35, aerei di dubbia utilità, mal funzionanti. I soldi ci sono, iniziamo a spenderli bene, ripartiamo dal territorio, sostieni USB in questo progetto.