Lettera al settimanale l'Espresso
Pubblichiamo di seguito la lettera
Egr. Direttore,
la presente in riferimento all'articolo senza firma, comparso sul n. 33 di Agosto, dal titolo "Sentenze Il pompiere è d'oro", di cui non è stato possibile rintracciare l'estensore.
Già il titolo lascia credere che i vigili del fuoco percepiscano paghe auree, e ciò non corrisponde affatto a verità. Poi l'articolo è pieno di inesattezze tali da danneggiare il prestigio del settimanale da Lei diretto.
Si afferma nell'articolo che la Corte costituzionale potrebbe costringere Massimo D'Alema ad inasprire la prossima finanziaria alla ricerca di qualche centinaio di miliardi e l'affermazione si riferisce ad una ordinanza del Consiglio di Stato che avrebbe bocciato come incostituzionali le norme che non riconoscono ai 30 mila vigili del fuoco italiani l?indennità di rischio di cui gode il personale che esplica funzioni di polizia (carabinieri, guardia di finanza, agenti di custodia e guardie forestali).
L'articolista, che si riferisce all?Ordinanza del Consiglio di Stato n. 330, emessa il 20 ottobre 1998, se prima di scrivere l'articolo l'avesse letta, avrebbe appurato che:
i ricorrenti sono 928 e solo a loro spetterebbero eventuali benefici, non a 30.000;
non si tratta di indennità di rischio giornaliera ma di indennità pensionabile mensile;
il Consiglio di Stato non ha bocciato come incostituzionale alcuna norma, ma a differenza dei due ricorsi di primo grado, rigettati con sentenza appellata, e con gli appelli in esame, ha dichiarato non manifestamente infondata l'eccezione di legittimità costituzionale degli artt. 16, secondo comma e 43 della legge 1° aprile 1981, n. 121 e dell?art. 2, quinto comma, della legge 20 marzo 1984, n. 34, nelle parti in cui non estendono al personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco l'indennità ivi attribuita al personale della Polizia di Stato ecc...; sarà la Corte costituzionale a decidere se sussiste l'eccezione di legittimità costituzionale.
Questi soli elementi avrebbero dovuto insospettire l'articolista sull'effettiva dimensione della notizia e forse avrebbe potuto evitare di scrivere anche altre inesattezze come:
"Il Consiglio di Stato ritiene che i vigili del fuoco abbiano diritto alla qualifica di agenti di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza visto che sono sottoposti a prefetti". Si fa semplicemente osservare che i vigili del fuoco sono già agenti e ufficiali di polizia giudiziaria (limitatamente all?esercizio delle proprie funzioni) e non possono essere agenti di pubblica sicurezza perché per essere tali avrebbero dovuto frequentare la scuola di polizia (e non quella dei vigili del fuoco) essere armati e dotati dei poteri di polizia. Non solo! Sarebbe stato loro vietato di iscriversi ai partiti politici, a mente dell'articolo 98 della Costituzione, come i funzionari e gli agenti di polizia. Neanche è vero che i vigili del fuoco sono sottoposti ai prefetti. Molto più semplicemente sono i prefetti ad avere autorità e responsabilità di governo nel territorio della provincia.
"devono inoltre considerarsi in servizio continuo anche quando non sono di turno e, infine, sono anche obbligati a prestare opera di soccorso su tutto il territorio nazionale". Su questo aspetto si fa rilevare che i vigili del fuoco hanno un orario di lavoro alla fine del quale lasciano gli indumenti di protezione individuale presso le rispettive sedi di servizio e se ne vanno tranquillamente a casa. E' ovvio e naturale che se un vigile del fuoco si imbatte in un incidente di qualsiasi genere interviene, come dovrebbe fare qualsiasi cittadino, mettendo a frutto tutta la propria professionalità. La stessa cosa farebbe un medico, un infermiere, un giornalista o chiunque altro sia in grado di soccorrere e aiutare; si tratta di un dovere civile! Quanto a prestare opera di soccorso appare del tutto banale specificare l?ambito territoriale. Ma se un cittadino italiano si trova all'estero non interviene in caso di necessità?
"Indennità più indennità, si tratta di un bel pacco di miliardi". Questa affermazione disturba molto perché riporta al titolo e sembra che i vigili del fuoco non solo prendano paghe d'oro, ma ci provano a raddoppiarle con stratagemmi artificiosi. Appare opportuno in proposito precisare che chi ha proposto i ricorsi probabilmente non è informato su cosa effettivamente sta chiedendo e non si rende conto che il suo comportamento presta il fianco a strumentalizzazioni politiche di chi ha interesse ad irreggimentare i lavoratori. Infatti i vigili del fuoco già percepiscono l?indennità pensionabile da oltre dieci anni con cifre che corrispondono lira più lira meno a quelle dalla polizia. Se facciamo un raffronto vediamo che al 1° gennaio 1996 l?indennità pensionabile della polizia andava dalle 563.000 lire mensili per l'agente (IV qualifica) al 1.054.900 del vice questore aggiunto (IX qualifica) rispetto a quella dei vigili del fuoco che andava da 544.000 del vigile (V qualifica) alle 891.000 dell'Ispettore antincendi coordinatore (IX qualifica). Un confronto più recente non è possibile perché il rinnovo del contratto di lavoro dei vigili del fuoco, nell'ambito del comparto "Aziende", è ancora in corso di definizione all'Aran. Sta al governo e ai sindacati, in tale sede, eliminare le differenze economiche che suscitano malumori. Da parte della RdB c?è la spinta continua ad alimentare la combattività della categoria per chiedere giusti aumenti retributivi.
Le saremmo grati se pubblicherà la presente lettera perché ci teniamo a precisare come stanno effettivamente le cose, soprattutto per informare i lettori dell?Espresso che i vigili del fuoco percepiscono una retribuzione del tutto inadeguata al lavoro che svolgono e non sono affatto "uomini d'oro". Ci preme anche far sapere che la maggior parte dei lavoratori è capace di rivendicare i propri diritti economici e normativi e non intende delegare alla Magistratura nessun giudizio sul trattamento economico che gli compete.
Grazie dell'attenzione, distinti saluti e buon lavoro.