LA FOLLIA DI ESSERE "BANDISTA"

Nazionale -

Lavoratori,

più volte vi abbiamo parlato della banda musicale come esempio selvaggio di come viene amministrato il CNVVF, precarizzato e non normalizzato proprio per permettere la cannibalizzazione sia dei lavoratori sia del rapporto stesso di lavoro, con tutto ciò che da esso ne consegue. Ed è con la banda musicale che ritroviamo il più chiaro esempio di scellerata gestione dei precari a dispetto della tanto famigerata “immagine del corpo”. Parliamo di ragazzi, artisti,  con la sola colpa di essere giovani, disoccupati ed amanti della musica. E per ciò sopportano umiliazioni continue, vivendo di fatto un regime di sotto precariato ai limiti della sopportazione.

Vittime silenziose, diremmo, di Kapò del dipartimento che sfogano le proprie frustrazioni personali, riversando soprusi verso i più deboli; denigrandoli costantemente attraverso i “rapporti” e rendendoli vittime di azioni amministrative inverosimili (vedi allagato).

Ricordiamo che l’amministrazione centrale (capo dipartimento e capo del corpo) disconoscono la stessa esistenza della banda, pur partecipando agli innumerevoli concerti dalla stessa eseguiti durante le manifestazioni di rito a cui la banda è coinvolta (festa a piazza sant’Ignazio, di solo pochi giorni fa, a Roma è l’ultima in ordine cronologico). La banda non ha uno statuto interno, non è normalizzata, non è gestita professionalmente, si riunisce e si esercita presso i locali della ex falegnameria delle scuole centrali (Capannelle) benché tutti i dirigenti del posto (direttore della formazione compreso) sono pronti a giurare che ciò che vi diciamo non è vero; negando anche l’esistenza sia del bus posteggiato di fronte alla “sala musica”  sia della presenza di discontinui “rubati” al soccorso tecnico urgente e trattati come animali da soma.

I bandisti sono obbligati a fare i musicisti e contemporaneamente gli autisti del bus che li scorrazza da una parte all’altra del paese, sono oltre che musici anche facchini, discontinui, imprese di pulizie e servi personali del Kapò di turno. Non hanno diritti. Sono sempre sotto ricatto. Vengono sempre umiliati sia professionalmente sia umanamente. Sono sotto pagati e costretti a fare le marionette per il sollazzo e “l’immagine del corpo”.

Un lavoratore denigrato è il fallimento di un sistema ed è sintomo di un male che non tarderà ad arrivare verso ognuno di noi che crede che quello che accade a questi ragazzi sia solo un fatto che non riguardi tutti gli altri; ricordate che la forza di una catena è pari alla forza del suo anello più debole. E cosa è più debole ed indifeso di un lavoratore del genere, che se solo leggete il sito ufficiale dei VVF rappresenta l’immagine del CNVVF. Mai cosa più vera!!!