INCENDI IN SPAZI CONFINATI

Nazionale -

Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco

Vice Capo Dipartimento Vicario

ing. Gioacchino GIOMI

Alla Direzione Centrale dell'Emergenza

ing. Giuseppe ROMANO

Alla Direzione Centrale della Formazione

ing. Emilio OCCHIUZZI

Al Responsabile dell'ufficio Garanzia dei Diritti Sindacali

dott. Darko PELLOS

 

 

Oggetto: incendi in spazi confinati alcune precisazioni.


Le prime volte in cui si è parlato di accensione dei fumi (questo è il fenomeno, che acquista poi scientificamente varie definizioni/nomi, che ci troviamo di fronte) risale alla prima metà del secolo scorso, per cui non è tanto cambiata la pericolosità insita nel fumo incombusto quanto il fatto che, per motivi energetici, l'isolamento delle case e soprattutto delle finestre ha fatto si che tale fenomeno si manifestasse con più frequenza.

Non a caso le scuole di questo sistema sono tutte del nord Europa  o in zone fredde come la vicina Slovenija, dove appunto si è manifestato più frequentemente.

Per fumo incombusto intendiamo quello nel quale, per mancanza di ossigeno, troviamo prodotti incombusti della combustione assieme a gas di pirolisi, generalmente ad alta temperatura. L'accensione/esplosione dei fumi è la principale causa di morte per i vigili del fuoco in caso di incendio, per cui non andrebbe sicuramente trascurata.

Il backdraft è uno dei meno comuni fenomeni di accensione dei fumi anche se piuttosto pericoloso, dobbiamo però anche pensare che il fumo incombusto, ad alta temperatura, si sposta come un gas, per cui trovando un pò di ossigeno può incendiarsi anche piuttosto lontano dalle fiamme.

Non dimentichiamo che il 70% del calore di un incendio, e così la sua propagazione, è veicolato proprio dal fumo.

Da quanto appena detto, appare chiaro che gestendo i fumi (raffreddandoli con la lancia americana, o veicolandoli opportunamente con la ventilazione (positiva e negativa)   controlleremmo l'incendio.

La scrivente chiede che vi sia l'apertura di un tavolo apposito che ne affronti le problematiche sia applicative che di costi/rischi di formazione, cosa che a nostro avviso non è da sottovalutare.