Incendi boschivi

Stanno cambiando la legge sugli incendi boschivi: non cambia niente per i vigili del fuoco anzi!

 

 

Roma -

Lavoratori,

riportiamo qui di seguito il testo integrale della nota inviata dalla RdB protezione civile al Presidente e ai componenti della 13^ Commissione Permanente del Senato della Repubblica inerente le osservazioni al testo unificato derivante dai disegni di legge nn. 580, 988, 1182, 1874, 3756, 3762 e 3787 sulla legge - quadro in materia di incendi boschivi. Le osservazioni riportate si riferiscono all'audizione tenuta dalla commissione con la RdB e le altre organizzazioni sindacali il 29 aprile 1999 presso la sede di Palazzo Madama.

Come si può evincere dalla nota si capisce che ancora una volta il Corpo nazionale viene sempre di più emarginato per quanto riguarda il potere decisionale e gestionale dei fondi, mentre rimane il più impegnato nella lotta agli incendi boschivi, nonostante le gravi carenze.

Questa è la politica del Governo che in materia di protezione civile, come nel caso degli incendi boschivi, promette solo belle parole e poi nei fatti non garantisce lo stesso trattamento alla popolazione e rende ancora più precario il lavoro dei vigili del fuoco.

 

 

 

Al Presidente

 

della 13^ Commissione Permanente

 

del Senato della Repubblica

 

Ai Componenti della Commissione

 

 

 

Oggetto: osservazioni sul testo unificato incendi boschivi derivante dai disegni di legge nn. 580,988, 1182, 1874, 3756, 3752, 3787, del 13/4/1999.

 

 

 

La presente per approfondire quanto esposto da questa organizzazione sindacale all?audizione del 29/4/99.

Appare evidente la contraddizione fra la volontà del Governo di mantenere la Protezione Civile sotto il Ministero dell?Interno e di demandare in toto alle Regioni un aspetto tecnico, come quello della gestione degli incendi boschivi, che pur essendo sulla carta di competenza del Corpo Forestale, i vigili del fuoco vengono intensamente impegnati nelle operazioni di spegnimento.

Nell'occasione si è sottolineato inoltre che non è funzionale demandare ai comandi provinciali la responsabilità della gestione della predisposizione dei piani di intervento solo quando vi è una inadempienza dei consigli regionali, mentre laddove vi è un minimo funzionamento dei consigli regionali i comandi provinciali vengono esautorati dalla loro funzione di esperti nella gestione tecnico logistica di questi interventi.

Va da se che i vigili del fuoco non possono sopperire a tali inadempienze senza aver prima predisposto i piani di previsione e prevenzione con i relativi indici di rischio e soprattutto senza aver prima previsto e quantificato la quantità delle risorse tecniche, umane ed estinguenti da utilizzare nel caso si verificassero gli incendi.

In aggiunta, è auspicabile che gli stessi siano posti in condizione di coordinare l'impiego dei volontari e delle forze che concorrono allo spegnimento degli incendi partecipando sia all'attività informativa che formativa e che i piani dovrebbero essere sottoposti anche al parere dei comandi provinciali per le rispettive zone di competenza. Non è esplicitamente chiaro invece il ruolo dell'ispettorato regionale del corpo nazionale ed al rapporto e competenze decisionali che questi dovrebbe avere con il dirigente provinciale in materia di incendi boschivi il cui compito, a quanto pare, rimarrebbe relegato ad una mera consultazione informativa.

Secondo il parere di questa organizzazione sindacale le sale operative unificate permanenti dovrebbero essere gestite dai vigili del fuoco dando all'utenza la possibilità di utilizzare il numero unico del 115 per non creare confusione e sovrapposizioni che potrebbero solo portare a delle incongruenze decisionali e quindi ritardare l'invio dei soccorsi. Così come per i mezzi aerei leggeri sarebbe opportuno che il loro razionale utilizzo dipendesse direttamente dal COAU nel cui organismo sarebbe necessario inserire esperti dei vigili del fuoco del settore aereo.

Se lo spirito della legge è come quello sostenuto dall'On. Capaldo, in cui tutto deve dipendere dalle logiche politiche e gestionali del consiglio regionale in carica, bisogna valutare anche le conseguenze sulla qualità del soccorso e la quantità dei finanziamenti che le regioni investirebbero nel caso in cui i responsabili politici demandati alla gestione delle emergenze sugli incendi boschivi non fossero dotati della necessaria sensibilità e orientati verso la tutela e alla salvaguardia dell'ambiente in cui vivono.

Inoltre, visto che le risorse da destinare a questi interventi devono provenire dalle regioni e solo in minima parte dallo Stato, con il fine di garantire a tutti i cittadini del territorio nazionale lo stesso trattamento non solo nel caso degli incendi boschivi, è necessario riflettere sulla differenziazione delle risorse economiche regionali che dipendono dagli insediamenti produttivi e dai loro diversi bilanci economici e sulla effettiva possibilità di dirottare finanziamenti per questo tipo di interventi.

Va di seguito evidenziato anche che la prerogativa delle regioni sulla scelta delle forze da utilizzare per gli incendi boschivi tra il Corpo nazionale, la Forestale o il Volontariato, è alquanto allarmistica poiché non garantisce a priori l'efficacia e nemmeno la qualità degli interventi.

Lo stesso ragionamento vale sulla scelta della gestione delle sale operative da parte delle regioni che a nostro avviso come sopra descritto, dovrebbero essere costituite da personale esperto in gestione delle emergenze e con la necessaria professionalità nel gestire le innumerevoli chiamate di soccorso.

Si rimane a completa disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento.