IL COMANDO DEI VIGILI DEL FUOCO DI ROMA NON HA SOLDI PER METTERE IN SICUREZZA LE SEDI DI SERVIZIO
...MA SPENDE QUASI 800 € PER UN RIFRESCO PRESSO LA SEDE DI CIVITAVECCHIA
Come Coordinamento Provinciale e Regionale USB abbiamo cercato più volte di sensibilizzare la dirigenza romana sulla situazione di abbandono, scarsa igiene e carenza di sicurezza in cui versano le sedi di servizio del comando di Roma, senza che ciò abbia avuto la dovuta attenzione da parte della nostra amministrazione locale, regionale e dipartimentale.
Basti pensare che dopo le numerose nostre lettere di segnalazione, corredate anche da un corposo dossier fotografico, inviate al Dirigente Romano e al responsabile del Servizio Sanitario Nazionale dei VV.f., nulla è stato fatto per tutelare la salute dei lavoratori; tanto che l’anno scorso siamo stati costretti a presentare tramite un nostro legale un esposto alla Procura della Repubblica di Civitavecchia. Purtroppo anche l’esposto alla Procura della Repubblica al momento non ha sortito alcun effetto (non sappiamo a che punto sia) sulla situazione in cui versa il distaccamento cittadino dei Vigili del Fuoco di Civitavecchia: due vecchi serbatoi in fibra di cemento amianto (in uno stato di decadimento preoccupante) abbandonati sul tetto della sede, impianto elettrico fatiscente con fili scoperti, lampade volanti e prese elettriche parzialmente divelte e/o danneggiate, stato generale della sede preoccupante.
Un’altra segnalazione fatta sempre e solo da noi di USB VV.F. è stata quella della inadeguata “pulizia e sanificazione” dei serbatoi di accumulo dell’acqua per uso potabile, per l’igiene personale e preparazione dei pasti della mensa interna. Tali serbatoi presentavano consistenti depositi di alghe e melma, inoltre, i locali in cui sono ospitati erano pieni di escrementi di topi e sporcizia. Era da così tanto tempo che non veniva fatto un trattamento di sanificazione che sui soffioni delle docce si erano formate (e si formano tutt’ora) delle alghe verdi.
Dopo tale nostra ennesima segnalazione, il comando di Roma, anziché incaricare una ditta specializzata e certificata ad eseguire il dovuto trattamento, ha fatto effettuare questa operazione al personale operativo della sede in modo approssimativo e con uso di prodotti a noi sconosciuti. Lo stesso attuale capo sede si è preso la responsabilità di “certificare” l’avvenuta pulizia e sanificazione dei serbatoi ma, non essendo uno dei medici del comando, un RLS o un addetto all’ufficio SPP, non ci risulta essere abilitato a farlo. Inoltre non comprendiamo come abbia potuto affermare ciò, poiché le operazioni da lui fatte eseguire si sono svolte in un arco temporale ben al di sotto delle dodici ore previste.
La procedura adottata dal comando prevede che il prodotto disinfettante (cloro o Amuchina), dopo la rimozione di fanghi e alghe, venga lasciato agire per ben dodici ore all’interno del contenitore che andrà poi svuotato, risciacquato e riempito di nuovo. Ora ci domandiamo come sia stato possibile eseguire tale operazione su due serbatoi in meno di 12 ore e senza interrompere l’erogazione idrica? Come sia stato possibile quel giorno confezionare la mensa o anche semplicemente lavarsi i denti, dato che la stessa procedura prevede che durante le operazioni di sanificazione non si possa usare l’acqua per scopi potabili? Inoltre, dopo tale presunta “pulizia”, abbiamo potuto documentare fotograficamente che all’interno dei serbatoi erano ancora presenti residui di natura organica, oltre ad un pezzo di metallo (probabilmente il manico della spazzola usata per la pulizia).
Di ciò abbiamo di nuovo informato sia il Comando che il responsabile del Servizio Sanitario Nazionale del CNVVF che, anche questa volta, non si sono degnati di rispondere, anzi, il Dirigente di Roma o chi per esso ha fatto mettere sottochiave il locale serbatoi in modo che nessuno possa più verificare lo stato in cui si trovano i contenitori.
Purtroppo ci troviamo davanti ad un comportamento sconsiderato da parte dell’Amministrazione e del responsabile locale della sede che hanno messo e continuano a mettere in serio pericolo la salute dei lavoratori VV.F. del distaccamento di Civitavecchia, occultando ogni nostra segnalazione. Oltre alla situazione di insalubrità e scarsa sicurezza della sede di Civitavecchia (problema che affligge un po tutte le sedi di servizio del Comando Provinciale di Roma), come Coordinamento USB VV.F. di Roma e Lazio ci stiamo battendo da oltre un anno per far rispettare alla ditta appaltatrice del servizio mensa del comando di Roma e degli altri comandi del Lazio tutti gli impegni contrattuali presi.
A fronte di un appalto di ben 8,4 mln di Euro in due anni (l’appalto scadrà il 31/12/2017), il servizio continua a presentare grosse lacune qualitative e d’igiene. A dimostrazione di quanto da noi affermato, a fine estate 2016 USB ha ricevuto in forma anonima foto e filmati inerenti la mensa della sede di Civitavecchia che mostravano sporcizia, presenza di scarafaggi in ogni angolo della cucina e nella dispensa; oltre la pessima conservazione dei cibi sia freschi che surgelati.
Un’altra incresciosa situazione, sempre inerente la gestione della mensa dei vigili del fuoco di Roma, si è verificata presso la sede distaccata di Ostia, dove al personale in servizio sono stati serviti cibi scaduti e mal conservati. Non è rimasto indenne da questa pessima gestione e dell’inesistente sorveglianza da parte del Comando di Roma neanche la sede cittadina di Tuscolano II° che, a causa della presenza di topi e scarafaggi all’interno dei locali mensa che ne hanno provocato la chiusura, ha visto il personale costretto per diversi mesi a consumare i pasti altrove.
Dopo i fatti di Civitavecchia e Ostia, come USB VV.F., il giorno 19 luglio 2016 ci siamo recati con tutta la documentazione raccolta presso il Nucleo Anti Sofisticazione di Roma (NAS) per presentare un esposto. Purtroppo anche questa iniziativa a tutela della salute dei lavoratori non ha portato ad alcun risultato poiché, quando i primi giorni di settembre dello scorso anno (quasi un mese e mezzo dopo l’esposto) i NAS hanno bussato alla porta del distaccamento di Civitavecchia, il Comando di Roma non li ha autorizzati ad entrare per eseguire un’ispezione nei locali mensa gestiti dalla ditta appaltatrice… pazzesco!
Non conosciamo cosa ci sia dietro questo muro di gomma innalzato dall’amministrazione VV.F. a difesa della ditta appaltatrice, ma ciò che è certo è che il Dirigente di Roma non ha mai risposto e non risponde a nessuna delle nostre note di denuncia, da quanto ci risulta non applica sanzioni alla ditta per il mancato rispetto dei menù, per la scarsa qualità del servizio, la non applicazione di tutte la clausole contrattuali (mancata messa a norma dei locali mensa e fornitura di attrezzature a spese della ditta, scarsa qualità degli alimenti, ecc.). A ciò va aggiunto che, nonostante le nostre insistenti richieste, lo stesso dirigente si rifiuta di istituire la prevista commissione mensa e non ha permesso ai NAS di fare ispezioni nelle mense di servizio del comando.
Il Direttore Regionale dei VV.F. del Lazio, anche esso da noi coinvolto nella questione (come Centro di Spesa è lui che firma i contratti di appalto e paga le fatture alle ditte), non ha mai voluto rispondere alle nostre segnalazioni, oltre al fatto di essersi attaccato a cavilli di poco conto per ritardare il rilascio della copia del contratto di appalto mensa da noi richiesta. Per tutti i motivi sopra riportati, anche questa volta siamo stati costretti a far presentare ad un nostro legale un esposto alla Procura della Corte dei Conti del Lazio, con la speranza che anche questa denuncia non venga affossata da interessi più grandi della salute dei lavoratori.
La ciliegina sulla torta l’abbiamo avuta il giorno 4 dicembre 2016, festa di Santa Barbara patrona anche dei Vigili del Fuoco. Infatti quel giorno, nonostante nessuna disposizione scritta del Comando di Roma autorizzasse alcuna spesa per allestire rinfreschi e pranzi nelle sedi periferiche della provincia, presso la sede dei Vigili del Fuoco di Civitavecchia qualcuno ha commissionato alla ditta che gestisce la mensa un buffet per 82 ipotetici invitati (visitatori e autorità) a cui si sono aggiunti i 15 vigili in servizio (97 pasti conteggiati solo a pranzo). Per prima cosa, come ci è stato riferito da chi quel giorno era presente, non vi era una presenza così elevata di ospiti; secondo, per ogni presunto ospite l’amministrazione ha speso ben 9,00 € che moltiplicato per 82 fanno 738,00 € intascati dalla ditta, più i pasti “ordinari” del personale in servizio.
Vi sembra plausibile che il Comando di Roma abbia i soldi da buttare per fare festicciole di dubbia contabilità e poi non abbia un euro per mettere in sicurezza le sedi di servizio, compresa la rimozione di manufatti contenenti amianto?
Come Coordinamento USB VV.F. di Roma e Lazio ci auguriamo che le autorità competenti (Procura della Repubblica di Civitavecchia e Procura della Corte dei Conti del Lazio) a cui abbiamo presentato denuncia procedano quanto prima per accertare se vi siano anomalie nella gestione dell’appalto mensa e responsabilità penali per violazione della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (Dl 81/08).
USB non lascerà nulla di intentato per tutelare la salute dei lavoratori e delle lavoratrici, costringendo l’amministrazione a garantire la salute e la sicurezza nelle sedi di servizio. Per tale motivo abbiamo deciso di portare a conoscenza dell’opinione pubblica il disagio che vivono quotidianamente molti lavoratori Vigili del Fuoco di Roma e del Lazio divulgando questo lungo comunicato stampa.