I VIGILI DEL FUOCO TORNINO AMBASCIATORI DI PACE, LA POLITICA CI RESTITUISCA IL FREGIO UNICEF
Molti popoli affrontano oggi una scelta obbligata: fuggire per sopravvivere. Noi vigili del fuoco possiamo lanciare al mondo un messaggio forte e chiaro perché rappresentiamo quella “uniforme” che anche nel più sperduto angolo della Terra dà soccorso, senza badare “a chi”. Noi siamo ambasciatori di pace, i portatori reali della mano tesa verso chi invoca aiuto.
Per questo è importante che la politica tutta prenda posizione affinché i vigili del fuoco tornino a essere ambasciatori di pace dell’Unicef. Tranquilli, non ci sono oneri di bilancio da affrontare in cambio di un messaggio di pace che è anche grande assunzione di responsabilità morale verso tutti i popoli del mondo. I vigili del fuoco dei tanti paesi colpiti da un conflitto sono nostri “fratelli nel soccorso” ed è questo il filo conduttore che può e deve unirci tutti.
In Italia il Corpo Nazionale è ambasciatore di un messaggio di pace ed è suo preciso compito adempiere a questo dovere. Non possiamo accettare, indifferenti, che ad Aceh - provincia autonoma dell'Indonesia - in Afghanistan, in Algeria, nel Burundi, in Colombia, nel Congo, in Costa d'Avorio, in Egitto, in Eritrea-Etiopia, nelle Filippine, in Israele e in Palestina, nel Kashmir, in Kurdistan, il Libia, in Nepal, in Nigeria, nella Repubblica Centrafricana, in Serbia e nel Kosovo, in Siria, in Somalia, in Sudan, in Uganda, in Ucraina e nel Donbass, nello Yemen e in tanti altri paesi si viva in condizioni di guerra permanente.
Non possiamo accettarlo né come vigili del fuoco e tanto meno da persone libere che conoscono il valore di vivere in libertà. Se lo facessimo verrebbero a cadere quei valori costituzionali a cui tutti i vigili del fuoco giurano fedeltà.
Chiediamo a tutta la politica italiana che sulla nostra uniforme torni il fregio Unicef. Chiediamo a tutti di supportare questa nostra battaglia di pace.
Unione Sindacale di Base