Ha disfatto il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, che fa, concilia ?

Firenze -

Tutti i delegati provinciali della RdB USB Vigili del Fuoco si sono confrontati con i dirigenti della Toscana, l' organizzazione sindacale porta avanti in solitudine una lotta per i diritti dei lavoratori della categoria.

La procedura in essere viene definita "conciliazione".

La nostra lotta va nella direzione di avere riconosciuti gli strumenti per rendere un sempre migliore servizio alla cittadinanza.

Siamo una categoria particolare, atipica, l' unica categoria che servendo lo stato, rende un servizio sempre e comunque utile e spesso (talvolta purtroppo) necessario al cittadino.

In tempi di crisi la politica attuale taglia risorse ai servizi, e noi questo siamo: garantiamo la certezza del soccorso a chi si trova in difficoltà. Oggi le priorità sono altre rispetto all' interesse comune: si tolgono risorse alla collettività per destinarle al sostegno della finanza, ovvero si dirottano le tasse verso banche e confindustria.

Accade così che, similmente a troppi altri lavoratori, i Vigili del Fuoco si trovino con :

- il contratto di lavoro scaduto da 30mesi;
- carenza di organico (operativo, tecnico ed amministrativo);
- la mancata copertura finanziaria per il riconoscimento delle specificità del Corpo;
- la mancanza di volontà politica e di risorse economiche per modificare sostanzialmente l'ordinamento del Corpo;
- l' irrisorietà delle risorse messe a disposizione per il rinnovo contrattuale;
- il non riconoscimento legislativo del CN.VV.F. quale colonna portante della Protezione Civile;
- il non riconoscimento del lavoro particolarmente usurante;
- la mancanza di risorse necessarie al fine di poter offrire alla popolazioni un soccorso adeguato;
- le insufficienti e inadeguate, relazioni sindacali con il Dipartimento essenziali alla risoluzione delle problematiche esposte.

Sono tempi bui, sono tempi dove i ruoli tendono a confondersi, tempi in cui il lupo si fa agnello e la pecora si ribella al cane.

Le regole cambiano assieme agli attori, non si delocalizza più la produzione in paesi con regole da terzo mondo, si importano invece le regole dal terzo mondo e le si applicano ai lavoratori italiani.

Pomigliano d' Arco è già nella storia, il sindacato plaude alla logica d' impresa dicendo che giova ai lavoratori: in fondo meglio la povertà che l' indigenza totale. E' la cerchiatura del quadrato, iniziata con le leggi sui rapporti di lavoro precario: giustamente dopo avere compromesso il futuro delle nuove generazioni, per correttezza, si tolgono tutte le prospettive di vita anche a chi fino ad oggi aveva un lavoro vero.

C' è qualche mente (sindacale) lucida, pronto.... ?

Ma veniamo a noi: durante la "conciliazione" presso la Direzione Regionale per le problematiche sopra esposte, abbiamo trovato qualcuno che ha condiviso le nostre idee e ci ha partecipato solidarietà: i Dirigenti provinciali convocati dal Direttore Regionale. Questi non potendo conciliare (per legge) hanno voluto comunque scrivere alcune righe nelle quali esprimono la propria solidarietà e partecipazione.

A fronte di una discussione civile è emerso che sono coscienti dello stato in cui versa oggi il Corpo Nazionale. Sono consapevoli che, se non arriveranno risposte concrete, siamo destinati ad affondare (definitivamente).

 

Una domanda è emersa, ma altre organizzazioni sindacali dove sono ? Forse possiamo fare una supposizione: studiano il modello Pomigliano d'Arco, per quando lo stato collasserà per garantire che i lavoratori vengano pagati. Stanno scegliendo se è meglio adeguarsi al modello contrattuale dei Pompieri Romeni o Polacchi, a mali estremi....... .