GLI INTELLETTUALMENTE DISONESTI

Avremmo fatto a meno di rispondere ma quando si gonfiano, si gonfiano.

Padova -

Basta! Non ce la facciamo più a stare dietro a questo dirigente e ai suoi “prodi scudieri” . Rispetto dei ruoli please !

 

A Padova accadono sempre cose strane , l’ ultima in ordine cronologico  accade che un subalterno del dirigente (DVD) si arroghi il diritto di replicare alla struttura sindacale, con quella che ci viene da chiamare “chiacchera da cortile” non trovando altra definizione, per parlare a nuora perché suocera intenda. Il subalterno confonde i ruoli: egli risponde al proprio Dirigente e, tramite Lui, al sistema paese secondo i doveri di buona amministrazione! Noi come Organizzazione Sindacale alle chiacchiere continuiamo a  contestare tutto ciò che riteniamo sia tale da dover essere contestato.

 

La cronaca: Durante la giornata di martedì  il personale in servizio è stato intrattenuto da una singolare iniziativa messa in atto al comando. Un teatrino che nessun dramma in programma al teatro “Verdi” sarebbe all’ altezza. L’ attore principale (nonché subalterno del comando) è stato il funzionario di guardia che ha allestito nell’ aula magna della sede centrale una vera e propria commedia.Ognuno ha i suoi problemi e forse li sfoga con altri, se ritiene di averli e se ritiene che siano problemi. La dialettica è il pane della democrazia, quindi diciamo che noi facciamo sindacato, lui il proprio lavoro (!) non confondiamo i ruoli per favore.

 

In ogni caso, sempre il Comando e non il subalterno che non ha agibilità sindacali nella fattispecie, se ritiene di dovere aprire uno spazio dedicato alle risposte date alle OO.SS. ha a disposizione vari km quadrati di pareti vuote nelle sedi di servizio. Lo deve fare come attore istituzionale, magari per iscritto non con esternazioni irrituali e, ci pare, alquanto pesanti e lesive della fiducia che invece dovrebbe avere per il sistema stesso di cui dovrebbe essere parte cogente.

 

Ci ha definito “gli intellettualmente disonesti”  proprio lui che di onestà non deve certo insegnarcela (senza entrare nel merito perché ormai straconosciuti: corso saf 1b, gruppi di lavoro, corso gis, ecc.)

 

Secondo il nostro modo di vedere e fare sindacato , si è arrivati a questo per colpa della dirigenza, la quale, ha preferito fare accordi ad personam o con pochi intimi; in sintesi organizzare il lavoro senza sentire i lavoratori. Ora si trova i subalterni che si ergono a paladini ! Forse il nostro gridare agli scandali quando venivano fatti dei soprusi al personale, aver toccato qualche “orticello” (nicchia) di pochi privilegiati, chiesto il rispetto delle regole in primis del dirigente, ha fatto si che venissero sguinzagliati i fidi prodi scudieri o semplicemente “ruffiani” dei quali il subalterno fa parte.

 

Gli stessi che stanno facendo il gioco del dirigente e di pochi altri, penalizzando di fatto interamente il comando provinciale e montando appositamente lo scontro fra lavoratori (dividi et impera)

Per fortuna il personale si è accorto, a parte qualcuno, della pochezza di questo subalterno, che fa del sorriso a 56 denti la simpatia fatta in carne ed ossa.

 

Crediamo sia la prima volta in assoluto che accade una cosa simile, potrebbe essere cosa da ufficio per le relazioni Sindacali del Ministero dell' Interno. Vogliamo inoltre sperare, per inciso, che l' aver definito il rispetto dei ruoli, le relazioni sindacali,  sia dovuto solo ad un momento di rabbia. E qui è doveroso chiudere. Se il dirigente (il Comandante ndr) legge, è pregato di far tornare nei canoni una situazione che canonica non è. Nelle more adiremo ad organo superiore per raccomandarlo.

Questi sono i segnali della sconfitta di una dirigenza povera che è costretta a ricorrere a questi “mezzucci” che di fatto la rendono ridicola.

 

Non fatevi intimorire, chiedete sempre pari dignità e diritti.

Noi continueremo sempre e comunque a camminare a testa alta e a denunciare le porcherie di questa dirigenza e dei burattini che la sostengono.

Noi USB rispondiamo in faccia alle contumelie

                                                                                                               A. Jiritano