gestione disattenta del personale che gode dei diritti riferiti alla 104
Sig. dirigente,
dobbiamo segnalarle un caso di mala amministrazione riguardante una guerra tra poveri messa in atto a Benevento con il beneplacito della dirigenza. Premesso, parliamo sia della legge 104 sia degli art.33 della stessa, che appare evidente che il personale titolare di questi particolari benefici di legge (diritti), valutati attentamente da apposite commissioni, volti a consentire a chi ne ha fatto richiesta di ottenere trasferimenti o permessi per meglio assistere i propri familiari, pertanto non dovrebbe essere equiparato ne impiegato come il restante personale del CNVVF, proprio per le particolari situazioni riconosciute giustamente dalle leggi italiane, pena l'invalidazione del beneficio, deve ricevere quindi particolari attenzioni in merito al trattamento. Tale personale nei casi previsti viene dislocato nella sede ritenuta più idonea per l’assistenza del proprio caro, al di fuori delle mobilità ordinarie o, nel caso specifico, posto nella condizione migliore per assistere, e non ledere, il vero tenutario della legge in questione.
Duole ricordare che i permessi 104 (art.33) non sono trasferimento ed il trasferimento speciale non entra nella mobilità ordinaria, e non può coprire il posto di mobilità a chi ne matura il diritto ma deve porre il beneficiario nella condizione di sovranumero, in quanto la condizione è straordinaria e quindi soggetta a cambiamento; infatti in caso di ritorno alla condizione primaria (parliamo del beneficiario della legge) perchè decadono i presupposti, il lavoratore in questione rientra nella condizione ordinaria in riferimento al suo ordine in ruolo ad alla sua ultima collocazione (qual'ora non avesse protratto regolare domanda di mobilità, suo diritto) e da lì riprendere il normale svolgimento dell'attività lavorativa.
Con la presente non vogliamo entrare nei particolari, che crediamo a lei non estranei e facilmente individuabili, ma è nostro intento sollecitarla a un’attenta e puntuale verifica sul territorio al fine di evitare che vi siano forzature tali che determinino una inutile guerra tra poveri; ricordando che dobbiamo prima di tutto garantire con ogni forma di trasparenza necessaria il proprio diritto primario all'assistenza dei propri cari. Non crediamo che anche quest'ultimo atto siano frutto di leggerezze o disattenzioni, ma vorremmo ben sperare nella risoluzione in modo da poter dare ai lavoratori gli strumenti per portare a termine il proprio lavoro con la serenità che ne conviene.