FORMAZIONE MADE IN TUSCANY
Certo che, usare un termine esterofilo per titolare un pezzo sulla nostra Toscana un pochino stona.
Del resto questa è la terra patrimonio artistico, storico e culturale del nostro Belpaese. Qui la storia se dovesse giudicare l’operato del direttore regionale si limiterebbe ad adattare le parole del sommo Lorenzo: chi volesse lieto sia “ma” del doman non ve agreste.
Ci perdonerà il magnifico se abbiamo abusato e storpiato le sue parole per spiegare un qualcosa che proprio non ci va giù. Assistiamo in questi giorni al magnificente ampliarsi della fantasia di chi, in un tempo che fu, ha gestito la formazione nazionale per anni e adesso dalla Toscana editta un nuovo modello che supera tutti i criteri logici. Contratto, orario di lavoro, circolari sulla formazione, abilitazioni e LIFM docet.
Verrebbe da dire: venite in Toscana terra della libera formazione "de noartri"!
Tanto per ricordare la grande cultura della saggezza popolare romana. Un po’ scanzonata, furbetta, ma allo stesso passionale e romantica. Furbetta come chi acquistò i labari ad un prezzo strano e presso una ditta tanto vicina. Scanzonata come lo è diventata la gestione qui a Firenze dove si decide di fare quello che al tempo di Roma non era permesso. Passionale quando nel ricordare le proprie origini e li che crei una cattedrale, della formazione, nel deserto. Romantica come quando si vede un uomo passeggiare sulle rive dell’Arno e sospirare per il Tevere. Ma non sarà distruggendo Firenze che si arriverà a Roma.
Allora facciamo le cose per regole e norma: la formazione si fa in orario di lavoro.
Non è difficile come concetto; tra l’altro è scritto nel contratto, ribadito nelle circolari e chiesto dai lavoratori. se non bastasse ci potremmo anche mettere uno sciopero!
Ora, ai posteri l'ardua sentenza ma ai presenti giustizia sociale.
Conclusioni: Usb difenderà il diritto e non può accettare una situazione del genere