ENNESIMO INCENDIO MORTALE IN TOSCANA
A 4 ANNI DAL ROGO ALLA TERESA MODA DI PRATO UN NUOVO EPISODIO IN UN CAPANNONE A SESTO FIORENTINO.
COMUNICATO STAMPA
Era il 1° dicembre 2013 quando il rogo nella fabbrica “Teresa moda” di Prato accese i riflettori sulla sicurezza dei capannoni-dormitorio presenti sul territorio pratese. I lavoratori cinesi morti nell'incendio toccarono per qualche secondo anche le coscienze dei nostri amministratori e governatori, con il Presidente Rossi in prima fila a rilanciare la battaglia per garantire sicurezza del lavoro e dei lavoratori.
Ieri sera, a quattro anni di distanza, un nuovo incendio poco lontanto da Prato, a Sesto Fiorentino, nel quale perde la vita un uomo Somalo, due risultano feriti e per miracolo non si contano ulteriori vittime. Stavolta a morire non è un lavoratore ma il titolare di un permesso di soggiorno per protezione internazionale. Sia lui che le altre 70 persone presenti in quel capannone non erano irregolari, non erano approfittatori, non erano delinquenti come ci vorrebbero far credere molti media e partiti politici. Si trattava invece di persone presenti regolarmente sul nostro territorio e che lo Stato italiano non è stato in grado di tutelare e proteggere.
Vergognoso il fatto che a gennaio 2016 l'Azienda ACEA avesse provveduto al taglio della corrente e che le istituzioni avessero reagito con un immobilismo disarmante, costringendo di fatto queste persone ad arrangiarsi con sistemi di fortuna dai quali, chissà, potrebbe emergere che si sia scatenato il rogo di ieri notte.
Da anni questa sigla sindacale denuncia sprechi e tagli continui al dispositivo di soccorso dei vigili del fuoco ma anche l'inadeguatezza di enti ed istituzioni che a livello dirigenziale si mostrano inadeguate ed impreparate a prevenire, gestire e coordinare situazioni emergenziali più o meno impreviste.
Esprimiamo dunque cordoglio per la vittima dell'incendio a Sesto Fiorentino e solidarietà massima alle persone coinvolte ed alle loro famiglie nonché agli enti, associazioni e chiunque lavori quotidianamente per cercare di restituire dignità a queste persone che arrivano nel nostro paese in fuga da guerre e miseria.