Emergenze - modello organizzativo

Nazionale -

 

Egr. Capo Dipartimento,

riprendiamo quanto espresso nella giornata di ieri, in sede congiunta di discussione presso la sala operativa di questo Dipartimento, per ribadire la necessità di cominciare a rivedere il modello organizzativo attualmente vigente.

Per quanto ci riguarda, come RdB/CUB, abbiamo avanzato delle proposte che in sede di discussione con i dirigenti regionali potrebbero essere elemento di prime valutazioni anche sull’onda dell’ultima esperienza che ancora oggi stiamo vivendo.

Per prima cosa bisogna far vivere all’interno delle nostre strutture una cultura preventiva delle attività soccorso, quindi:

-                ogni regione deve avere un  piano di emergenza dove collocare autonomamente un campo base e le strutture logistiche per i soccorritori (eventualmente in seguito potremmo rivedere la collocazione generale per le popolazioni, che può essere affidata a chi interviene di supporto) non possiamo continuare ad affidarci a terzi;

-                censimento dell’attuale situazione delle colonne mobili, mezzi ed attrezzature - anno di produzione e stato d’uso – verifica e censimento delle specializzazioni esistenti ed a quali comandi fanno capo – dislocazione dei mezzi speciali sul territorio regionale ed operatori addetti;

-                automezzi che potrebbero essere inviati immediatamente al momento dell’allerta, scorporando il soccorso dalla logistica;

-                sistemi di allentamento regionale dei dirigenti e dei reperibili – quale dirigente deve essere immediatamente impiegato alla direzione del centro di emergenza;

-                impiego di unità amministrative per le attività ordinarie (buoni benzina, libretti macchina revisioni, archiviazione dati…);

-                accorpamenti dei comandi e comunicazioni tra di essi – comunicazioni tra le squadre operative ed i centri di raccolta, gestione delle comunicazioni;

-                studio degli scenari che si potrebbero verificare nelle regioni, magari suddivisi per zone;

-                responsabile del piano di lavoro in sicurezza degli operatori;

-                possibile impiego di altre strutture sul territorio in caso di emergenza;

-                uniformità nelle procedure in caso di emergenze sul territorio regionale;

-                procedure sulla catena di comando in caso di emergenze.

 

Questi a caldo alcuni spunti che il coordinamento ha elaborato sull’onda dell’esperienze di queste ore,  siamo coscienti che non è tutto e non esaustivi e sicuramente migliorabili, ma potrebbero essere integrate, in fase di confronto, con altre sulla scorta di esperienze che riteniamo non manchino nel Corpo Nazionale, la proposta RdB/CUB, è da intendersi su due fasi, la prima presso le direzioni regionali per poi approdare ad un tavolo tecnico presso il Dipartimento non più tardi del prossimo autunno.