E TU... DI CHE CLASSE SEI?
Lavoratori,
la domanda del titolo che si rivolgevano i nostri nonni per chiedersi in quale anno fossero nati, è ormai in disuso. Il linguaggio cambia ma i concetti sono gli stessi. I termini sono notoriamente quindi, delle convenzioni comunicative atte ad individuare contenuti per condividerli.Non di rado, attraverso il “lifting” della terminologia si edulcorano concetti allo scopo di renderli più accettabili, cosicché il concetto di mercenario diventa più ammissibile se trasformato in “contractor”.Tale tecnica è adottata in vari settori a vari scopi, ma nel campo economico-sociale riveste un’importanza strategica anche e soprattutto quando risolve al contrario, ad esempio, dipendente pubblico diventa “fannullone”. Per produrre ideologie, come quella finalizzata allo smantellamento della Cosa Pubblica, non si può fare a meno di sovvertire la rappresentazione della realtà, in questo caso di tutta l’erba un fascio.Ovviamente tali sofisticazioni trovano terreno fertile, nella politica sempre, nella scienza mai (l’uso del latino per l’anatomia umana permette ancor oggi ai medici di comprendersi in tutto il mondo).Nell’uso dei termini, con quello di “classe”, s’indica quindi un gruppo accomunato da determinate condizioni, nel caso dei nonni l’anno di nascita, nel caso dei lavoratori le condizioni, ad ogni latitudine, di salariato (venditore di mano d’opera che difficilmente può astenersi dal farlo), di posto di lavoro, di mansione e via via discendendo.Un alacre lavoro è stato indubbiamente svolto dai governi, dai media, dai tempi e dalle disillusioni nel cancellare l’accomunanza identitaria che un termine aggregante può indurre nei lavoratori, tanto che taluni provano imbarazzo nel solo pronunciarlo, d’altronde.. “…si diceva quando ero ragazzo, ora i tempi sono cambiati…”. I tempi? Sicuramente cambiati, ma le differenze sociali sono aumentate (precariato, lavoro gratuito ecc…) proprio a danno di quell’unica, crescente classe, i lavoratori. Noi non siamo tifosi dei termini, ma sostenitori della giusta rappresentazione della realtà. Le classi sociali non le abbiamo mica inventate noi, semplicemente difendiamo gl’interessi dell’una poiché contrapposti a quelli dell’altra.Gruppo, insieme, settore, categoria, è davvero questo il problema? O forse è quello dell’unità di un’azione materiale a contrasto delle vessazioni (vedi lettera Commissione Europea)? Di quale categoria è compito,
DI QUELLA DEI LAVORATORI O NO?
20 NOVEMBRE SCIOPERO!