DOTAZIONI ORGANICHE SCUOLE CENTRALI

Roma -

 

Alla Direzione Centrale per la Formazione dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile

ing. Gaetano VALLEFUOCO

 

 

Oggetto: Organico.

 

Le dotazioni Organiche delle Scuole Centrali sono è saranno sempre un grosso problema ed è quasi inconcepibile come la formazione che ricopre un ruolo estremamente importante sia sempre al lumicino davanti alla realtà dei numeri che la compongono. Oggi, possiamo dire che il comandante delle scuole è un "comandante senza esercito" che di fatto gestisce contingenti di oltre 1000 unità divisi tra corsisti, istruttori e corsi di formazione paralleli.

Naturalmente questo numero può oscillare sia in positivo che in negativo ma tanto la forza organica di fatto non cambia. La motivazione è semplice, abbiamo individuato storicamente come la “madre di tutti i problemi” sia per il corpo, la carenza di organico. Sarà facile per ognuno calare nella propria realtà le difficoltà oggettive determinate da questo problema  in perfetta sintonia con le determinazioni dei decenni passati che sanciscono ancora la tendenza ad erodere ulteriormente nei numeri un contingente in critica diminuzione.

Non c’impressionano le cifre che l'amministrazione ultimamente sciorina a spronbattuto, non in quanto depositari della verità ma perché le quattro operazioni le sappiamo ancora fare e quando riceviamo uno non dimentichiamo che ci hanno prima tolto tre. “E’ la somma che fa il totale!” avrebbe detto un noto attore, ed è proprio su questo totale, a nostro avviso, che vale la pena spendere qualche riga.  L’aumento di competitività che ci si vuole imporre a causa della crisi dei numeri si connota più efferatamente con un sovraccarico di lavoro.

Ed il serrato sistema produttivo per attuarlo, diversamente dal passato, oggi è una macchina in continuo affanno. 

Rimane così l’espediente di scaricare tutti i costi sui lavoratori, ed è proprio quello che si sta facendo. Destinatari unici quindi di tanta aggressività, non abbiamo altra scelta che quella di attivarci per innalzare una tutela, innanzi tutto dando appoggio concreto a chi, sebbene in solitudine, promuove e propone un’attività di ostacolo alla degenerazione, in secondo luogo togliendo il credito ai firma-tutto che invece la cogestiscono (è inutile illudersi di essere immuni dagli effetti che hanno colpito il lavoratore al nostro fianco), terzo ma non per significato impegnarsi per costruire assieme quella tutela ormai da tempo  sempre più necessaria. Di certo non sarà dire ok agli attuali numeri che faremo il bene degli istruttori professionali e della formazione in generale. Vittima sempre più del territorio e gravante sulle spalle degli istruttori nazionali dell'area romana.

Adesso è tempo di rivoluzionare tutto!

Basta DPCM e alchimie che sono calate dall'alto e ci costringono a spostare le persone come se fossero pedine, dobbiamo adottare un nuovo sistema. Se non lo facciamo ad ogni passaggio di qualifica, da ogni mobilità perderemo pezzi! Allora cominciamo a parlare di numeri minimi della formazione che devono costituire quell'esercito minimo fondamentale per la riuscita in concomitanza di corsi di formazione basici e formazione ordinaria. Basta un istruttori spesso utilizzato su due o tre file di formazione. Basta istruttori lasciati a fare le intensive con più di cinque allievi. Basta con istruttori professionali bloccati nel cortile a fine orario di lavoro perché siamo indietro con il programma. La formazione è una cosa seria e si fa con numeri di peso, non raccattando sempre.

Infine, non per ordine di importanza, gli istruttori nazionali vanno pagati con un incentivo cospicuo e non aumentando i periodi di formazione. Il sindacato  vuole che si lavori il giusto e si prenda tanto non che si lavori tanto per prendere due spiccioli!

 

il Coordinamento Nazionale USB VVF