DOPO LA BUONA SCUOLA, LA BUONA POLITICA… QUELLA DELLE BUGIE

Nazionale -

Lavoratori,

correva il mese di maggio 2015 quando una delegazione di USB pubblico impiego consegnò al ministro Marianna Madia, durante lo svolgimento del forum della Pubblica Amministrazione in Roma, un pinocchio a simboleggiare le tante bugie che stava propinando agli astanti in merito al blocco dei contratti che si sarebbe prorogato fino al 2020. L’allora presidente del consiglio, con l’approvazione del def in ottobre, non solo smentii le bugie della Marianna ma di fatto prorogò ulteriormente il blocco al 2021.

Non è l’unica bugia alle quali ci hanno abituato gli esponenti di quel governo. Ricordiamo tutti la generazioneSI e le promesse di Renzi e la Boschi che avrebbero abbandonato la politica se il referendum fosse stato bocciato. A costoro si aggiunse Maurizio Martina, nella sua qualità di ministro per le politiche agricole, che parlava di 100 milioni di risparmio in tre anni con l’accoppamento del Corpo forestale dello Stato.

Su queste figure, la satira e i vignettisti si sbizzarrirono, Renzi fu allegorizzato come pinocchio, Martina come Lurch della famiglia Addams, la Boschi come persona attenta alla sua igiene orale perché sempre munita di filo interdentale. Sulla Madia impazzavano le cronache rosa per la passata relazione col figlio del presidente Giorgio Napolitano.

Poi sono cambiati i governi e i successori non sono stati da meno, fino a riconoscere giudiziariamente non ingiurioso l’apostrofare a cazzaro verde il ministro degli Interni Matteo Salvini. Costui promise il pagamento degli straordinari a polizia e vigili del fuoco ma solo l’attuale ministro Lamorgese ha reperito i fondi.

Lega e Fratelli d’Italia sono arrivati a promettere fino a 220 milioni di euro per equiparare e sovraequiordinare i nostri stipendi a quelli di altri. Il presidente Conte ha però assicurato, con onestà intellettuale e fuori campagna elettorale che solo poco più del 10% è realmente disponibile di quella somma dettata dal brio dei mojito estivi al fine di cominciare a parlare di armonizzazione economica.

Anche il buon Sibilla ha citato questi succulenti 220 milioni, ma lui è tranquillo nel dire qualunque cosa anche perché è ancora senza una delega che forse arriverà in gennaio, quando ad ogni gruzzoletto di soldi si sarà dato un nome e nessuno potrà più battere cassa.

Certo, se questa è la politica menefreghista nei confronti dei lavoratori, perché mai le amministrazioni dello Stato non possono prenderne esempio?

È di due sere fa un servizio di Mediaset tgcom24 in cui l’ex direttore dell’ufficio stampa del Corpo forestale dello Stato, Stefano Cazzora oggi ufficiale dei carabinieri, oltre ai tanti numeri sciolinati che attestano il mancato controllo del territorio, ha ufficializzato che in questi tre anni, l’amministrazione Arma è stata capace di risparmiare con l’accoppamento della Forestale ben 730 mila euro.

Cioè? Amo fatto tutto sto casino pe respammià il costo di un monolocale a via del Corso in Roma? Un monolocale ovviamente dotato di tutti i confort del tipo angolo ingresso, angolo cucina, angolo bagno e angolo letto!

Ricordiamo male o Lurch, Pinocchio e la Marianna hanno sempre parlato di 100 milioni di euro in tre anni?

Sarà che hanno chiuso la Forestale anche grazie al suo efficiente ufficio stampa?

Piano a trarre conclusioni affrettate… 730 mila euro è la cifra che i carabinieri hanno improsciuttato ai cittadini che con le loro tasse pagano gli stipendi a questa macchina amministrativa elefantiacamente costosa ma… 730 mila euro sono anche i risparmi di spesa che la riforma Madia ha prodotto sugli stipendi dei cento aeronaviganti della Forestale confluiti nel Corpo nazionale dei Vigili del fuoco e che adesso confluiscono nel Fondo Unico Amministrazione da ripartire su 400 aeronaviganti Vigili del fuoco. In pratica, in un contesto di invarianza di spesa, non si è risparmiato assolutamente nulla, ma i carabinieri vi diranno che hanno risparmiato di pagare quei 730 mila euro che invece ora pagheranno i vigili del fuoco!

Ma in tutto questo marasma di cifre, cosà dirà il generale dei carabinieri Sergio Costa, attuale ministro dell’ambiente che pare smemorato quando gli si ricorda di essere stato un dirigente dell’accoppato Corpo forestale dello Stato?

Niente, lui non pensa a niente ma si limita forse a fare i conti per trovare i soldi per comprare qualche migliaio di caschi verdi piuttosto che preoccuparsi di proferire parola sui poligoni militari sardi. Del resto come può un controllore esprimere opinione su esso stesso controllato? Non dimentichiamo che i carabinieri sono militari ed egli stesso è un generale.

Immersi in tutti questi numeri artatamente costruiti, appare però singolare la tempestività con la quale il servizio televisivo dei carabinieri è stato lanciato a pochi giorni da una sentenza del Comitato europeo dei diritti sociali che, a differenza della sentenza della Corte Costituzionale dalla quale si evince che un ingiustizia può essere costituzionalmente accettata, riconosce l’effettiva privazione di diritti al personale ex forestale. Di pari passo, una proposta di un sindacato militare che sollecita l’arma ad attivarsi per suggerire al parlamento un atto normativo (come a dire che un apparato dello Stato suggerirà allo Stato il da farsi) che consenta l’apertura di uno spiraglio di entrata in essa ai forestali della diaspora, sulla scorta dei ricorsi singoli vinti dai ricorrenti e guardandosi però bene dal citare, invece, un doppio canale del quale ne fruirebbero gli oltre 3000 ricorrenti che vogliono fuggir via dall’Arma.

Anche le bugie sono politica… pur se successive alla istruzione che si potrebbe ricevere in una buona scuola.

 

 Per il Consiglio Nazionale USB VVF

 

Carmelo GUARNIERI LABARILE