DOPO I FATTI DI NIZZA IL CAPO DEL CORPO DICHIARA LO STATO DI ATTENZIONE…
MA ALL’ORDINARIO CHI CI PENSA?
Le difficoltà e le criticità del dispositivo di soccorso meriterebbero “l’attenzione” del dipartimento ogni giorno e non solo quando accadono tristi eventi!
Lavoratori,
in questi ultimi giorni la provincia di Roma e molte zone del Lazio sono interessati da incendi più o meno vasti che stanno mettendo a dura prova il dispositivo di soccorso ordinario dei vigili del fuoco. A fronte di incendi, come quello che ha interessato la zona della Pontina compresa tra Castel Romano e Pomezia, che ha visto questo importante tratto di strada regionale chiuso al traffico per alcuni giorni per poter ripristinare la sicurezza viaria, c’è da dire che la Regione Lazio quest’anno ha tagliato pesantemente i fondi destinati alla campagna A.I.B. (anti incendio boschivo), accorciandola di un mese. Inoltre tale campagna di contrasto agli incendi estivi viene svolta da personale libero dal servizio che, in forma volontaria, presta la propria opera in orario straordinario con un carico di lavoro che non permette il giusto recupero psicofisico. A tutto ciò bisogna aggiungere che i mezzi antincendio messi a disposizione dai comandi provinciali del Lazio per l’A.I.B. sono inadeguati, vecchi e sprovvisti del caricamento completo per affrontare al meglio le operazioni di soccorso.
Il dispositivo di soccorso di Roma e del Lazio mostra tutta la sua fragilità nell’ordinario, figuriamoci nella sciagurata ipotesi di attacchi non convenzionali, avendo già difficoltà a garantire un numero adeguato di autoscale, autogrù, e squadre che coprano il territorio con tempi di risposta adeguati alle aspettative dei cittadini. A complicare la situazione ci si mette anche il servizio del numero unico per le emergenze 112 che, spesso, non allerta immediatamente le squadre dei vigili del fuoco provocando ritardi nei soccorsi.
Gli eventi Giubilari hanno messo e metteranno sotto pressione il comando di Roma che, in barba di quanto previsto dalla normativa contrattuale, anziché battere i pugni al dipartimento per avere più organico è ricorso a forme di coercizione (denunciate e sventate da USB) pur di coprire le squadre supplementari per presidiare i luoghi affollati dai pellegrini. Abbiamo porti come quello di Civitavecchia e Gaeta che faticano non poco a garantire il servizio antincendio portuale ed il soccorso SAR, a causa della carenza di fondi che permettano di attuare i programmi di manutenzione ordinaria e straordinaria dei mezzi nautici che, spesso, risultano fuori servizio per avarie varie. Inoltre l’uso improprio del personale specialista nautico nel dispositivo ordinario di soccorso riduce ai minimi termini gli equipaggi di condotta delle unità navali.
Il porto di Civitavecchia lo scorso fine settimana ha fatto registrare il transito di 42.243 passeggeri su navi di linea con 13.555 veicoli al seguito, 36.747 passeggeri che erano a bordo delle 15 navi da crociera chi vi hanno fatto scalo (fonte Direzione Marittima del Lazio); il porto di Gaeta, che vede in questo periodo un elevato numero di passeggeri diretti nelle isole Pontine, copre il soccorso portuale solo con un gommone, poiché la motobarca in dotazione è fuori servizio da mesi in attesa di lavori. Anche questo importante settore dovrebbero avere più attenzione di quanta ne abbia attualmente da parte dei rispettivi comandi provinciali (Roma e Latina) e dal dipartimento ma, troppo spesso viene visto solo come un “serbatoi” per i rimpiazzi.
Altro settore molto sensibile che dovrebbe ricevere particolari attenzioni di rinforzo sono gli aeroporti, cosa che invece sembra non essere a cuore a nessuno.
A tutti questi gap del dispositivo di soccorso si aggiungono le precarie condizioni di vivibilità e di sicurezza delle sedi servizio, le carenze di organico accentuate dal “riordino del Corpo”, la vetustà del parco mezzi sempre più drammatica.
Ci piacerebbe capire, da soccorritori ma anche da normali cittadini, cosa si intenda e a cosa ci si riferisca quando si dichiara uno “stato di maggiore attenzione”. Dobbiamo forse farci crescere un terzo occhio o sviluppare il fantomatico “sesto senso” per avere una maggiore attenzione verso gli eventi che stanno avvenendo in Europa?
Alla luce dei fatti e delle criticità giornaliere che USB denuncia da tempo è pressoché sicuro che, nella malaugurata ipotesi di una crisi dovuta ad eventi terroristici sul territorio nazionale, andremmo inevitabilmente incontro ad un probabile flop della risposta nel soccorso.
L’attenzione dovrebbe esserci ogni giorno e non solo quando avvengono attentati terroristici!
Ai cittadini va garantito ogni giorno un servizio di soccorso adeguato!
USB è sempre dalla parte dei lavori e dei cittadini… sostienici!