DISASTRO FORESTALE, USB: NOI VE L'AVEVAMO DETTO
La soppressione del Corpo Forestale risulta a oggi un delitto di Stato, che alle porte della seconda estate calda senza unità, mezzi scadenti e senza la professionalità dei forestali, arrestati dall'Arma dei carabinieri e finiti tra le grinfie della riforma Madia, ci preoccupa oltremodo.
Sperare che il governo si ravveda ponendo rimedio al più presto perché la salvaguardia del paese è un dovere di tutti traspare dalle parole del presidente della commissione Affari costituzionali Maurizio Cattoi.
Nel frattempo qualcuno dovrebbe scrivere nell’agenda del ministro Salvini, oggi in Libia, che i vigili del fuoco avrebbero bisogno di un ministro dell’Interno con il quale interlocuire.
La riforma del Corpo forestale dello Stato e il suo accorpamento nell'Arma dei Carabinieri è la cronaca di un fallimento annunciato. Noi siamo stati facili profeti: era chiaro a tutti che la scelta del governo Renzi non aveva nulla a che fare con la salvaguardia del territorio.
L'enorme superficie boschiva incendiata nel 2017, le incombenze legate alla gestione della fauna e della biodiversità, oltre che del patrimonio forestale, indicano che è necessario restituire dignità e autonomia a un corpo specializzato che nei decenni ha rappresentato un fondamentale presidio di tutela dell'ambiente e dell'incolumità delle persone, garantendo la presenza e la prossimità necessarie a una corretta gestione del territorio.
In contemporanea con la scellerata operazione di cannibalizzazione della Forestale, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco non è stato messo in condizioni reali di poter agire sul fronte incendi boschivi. Per ora il meteo ci sta aiutando ma non si può sempre sperare che tutto vada per il verso giusto. Prevenire vuol dire prepararsi, non affidarsi al caso.