DICHIARATO LO STATO DI AGITAZIONE NAZIONALE

volontà di promuovere lo sciopero nazionale della categoria Vigili del Fuoco - richiesta del tavolo di conciliazione ai sensi della Legge 146/90 e/o legge 83/2000 e successive modifiche.

Nazionale -

La scrivente Organizzazione Sindacale, in riferimento all’oggetto, con la proclamazione dell'immediato stato di agitazione del personale del CNVVF chiede l'attuazione della procedura di raffreddamento ai sensi della normativa in vigore. Le motivazioni sono ormai chiare da tempo ed il CCNL è ormai un’esigenza, oltre ad essere un diritto, negato da troppo tempo a una categoria, la nostra, che ha vissuto una fase di riordino che ha stravolto il sistema del soccorso tecnico urgente negando una serie di diritti amministrativi e della persona inaccettabili. La riduzione dei centri spesa (da 118 a 18) e la modifica del luogo di lavoro giuridico ha determinato un piano di “esodo” (nonostante le rassicurazioni dell’amministrazione) e un conseguente “sovraccarico di lavoro” che ha reso la categoria di fatto dei lavoratori pendolari del soccorso; la vetustà del parco automezzi e il pietoso stato in cui versano molte sedi di servizio aggravano sempre più lo stato di disagio. Oltre a ciò è chiaro l’intento di stravolgere l'impianto generale di soccorso ponendo un forte freno alla necessaria politica di assunzione e di ricambio generazionale del CNVVF ormai ridotto all'osso (CHIEDIAMO LA MESSA IN ATTO DELLA RISOLUZIONE FIANO); all'esigenza di dover riqualificare tutti i lavoratori che in questi ultimi anni senza CCNL hanno subito un sovraccarico di lavoro dettato dalla “valanga” di circolari emesse che hanno determinato le regole di movimento ma non d'ingaggio. A titolo di esempio si precisa che: giornalmente, 2060 interventi di media devono essere affrontati, secondo le norme del dicastero, da squadre composte di 5 unità. Quindi in base al rapporto interventi/soccorritore il sovraccarico creato ci da un dato da non sottovalutare. Nel reale dispositivo di soccorso mancano  8240 Vigili del Fuoco che necessitano per la corretta composizione delle squadre,  raggiungendo cosi il necessario numero di 10300 unità minime che ogni giorno devono assolvere al soccorso tecnico urgente alla popolazione. Naturalmente a questo bisogna aggiungere che il CNVVF affronta anche le macro emergenze (calamità o eventi di consistenza rilevante come l’ultimo disastro ferroviario nella zona di Bari).  Quindi è logico che alla carenza totale di 32960 unità del soccorso generico bisogna valutare altre unità necessarie per la funzionalità  del dispositivo nazionale di salvaguardia delle vite umane.

La scrivente, è risaputo, ritiene da tempo che la LEGGE 252 e le sue dirette normative emanate (il DLg 217, il DLg 139, il DPR 64, ecc…) sono di fatto una “mannaia” che pende sulla testa dei lavoratori. Condizione che si è maggiormente aggravata con la chiusura dei contratti sia sul piano dei diritti che sulla condizione economica, e non solo, si è assistito ad un tracollo nel dispositivo di soccorso, con sperpero di denaro per progetti inutili (vedi missione Augusta 2016), acquisto di mezzi ed attrezzature inidonei (vedi ultimi capi di vestiario), mancanza di una visione certa che ci collochi all’interno di un progetto più ampio di Protezione Civile, come quello che l’USB da anni propone ai vari Governi! IL NOSTRO ATTUALE IMPIANTO NORMATIVO NON VEDE ALL’ORIZZONTE NESSUNA MODIFICA SOSTANZIALE, MALGRADO LO SPIRAGLIO DATO DAL GOVERNO CON LA RIFORMA MADIA. NEANCHE I DLG 217-139 IN SENO ALLA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE STANNO AVENDO UNA AZIONE POSITIVA CHE PORTI DIGNITÀ E RISPETTO ALLA CLASSE LAVORATRICE MARTORIATA DA FIN TROPPO TEMPO. DI FATTO TUTTO È INSPIEGABILEMTE FERMO.

Il traghettamento al regime Pubblicistico è di fatto risultato una riforma che ha scimmiottato un sistema adottato da atri corpi dello stato più vicini alle logiche della sicurezza che a quelle della salvaguardia, che hanno fatto nascere in seno al Corpo Nazionale una potente struttura burocratica:

·         assistiamo a scene di cattiva gestione del soccorso tecnico urgente (vedi emergenze continue e mancate convocazioni per la pianificazione e formazione obbligatoria ingestibile) che quotidianamente ledono alla normale attività lavorativa;

·         il documento di Riordino del CNVVF non tiene in considerazione aspetti importanti per la vita del Soccorso Tecnico Urgente, ma si limita a tagliare sedi sul territorio o peggio ancora sollecita la nascita dei presidi, distretti e posti di vigilanza (aperti di giorno e chiusi di notte) oltre ad altri aspetti importantissimi che investono direttamente la vita del CNVVF;

·         l’inspiegabile tentativo di chiusura dei nuclei in nome della “spending review”, decreto Alfano, con il conseguente irrigidimento dell’amministrazione nel non voler discutere circolari, nautici e sommozzatori in primis, che sono l’inizio del tracollo del Soccorso Tecnico Urgente. Tracollo che partendo dai nuclei si è esteso a tutto il CNVVF;

·         la continua mancanza di una politica interna attenta alla sicurezza sui luoghi di lavoro (non esiste l’ufficio centrale del DL 81) e alla salute dei lavoratori (manchiamo di un Osservatorio Medico sulla salute dei Lavoratori VF) atto al riconoscimento della Categoria Particolarmente ed Altamente Usurante (studio/riconoscimento delle patologia professionali e Stress Correlato)  e i relativi Tempo di Vestizione;

·         il continuo “uso/abuso” di squadre sul territorio composte da numeri inferiori a 6 unità, siamo in alcune realtà a squadre ordinarie di 4 unità, in nome della produttività manageriale periferica;

·         la non considerazione dei relativi carichi di lavoro che tra emergenze continue ed ordinario amministrativo ormai dettato dagli eventi che gravano pesantemente sulle spalle di tutti i lavoratori del CNVVF;

·         il continuo “demansionamento” dei lavoratori VF che di fatto si trovano rilegati al ruolo di “tappabuchi” ( vedi nuove figure: vice caposquadra e caporeparto a ruolo aperto);

·         la mancata professionalizzazione e riconoscimento economico di tutte le categorie del CNVVF, siano esse specialità, specializzazioni, SATI, incarichi di responsabilità o operativi in genere. A solo titolo di esempio i SATI i si ritrovano nel mezzo di una bufera di cambiamenti che li vedono in prima persona vittime di un Riordino dopo essere state il “simbolo delle nefandezze” della LEGGE 252 e del DLg 217 in quanto questi lavoratori vivono addirittura una carriera “al contrario”, effetto unico nella Pubblica Amministrazione. Condizione maggiormente aggravata con l’assorbimento, attraverso la mobilità lavorativa forzata, di lavoratori amministrativi provenienti da altre realtà pubbliche verso il CNVVF;

·         necessitiamo di un impianto normativo che blocchi le azioni estemporanee ed  illegittime dell’amministrazione volte a sottrarre indebitamente salario e dignità ai lavoratori che in infortunio o in diritto di godimento di leggi speciali si vedono sottratti parte spettante del loro salario (vedi art 23 del Contratto Integrativo del 2004, brevetti) evitando che tale “virus della produttività” faccia altre vittime contrattuali (vedi, a titolo di esempio, l’ex art 28 CCNQ del 2000, solo per citare la più tangibile). Inoltre ricordiamo che il responsabile di tutto, il direttore centrale delle risorse finanziarie, colpevole di un attacco efferato alle economie stabili dei lavoratori (INDENNITÀ DI RISCHIO E INDENNITÀ DI BREVETTO IN PRIMIS) di fatto smentito dall’ARAN (interpretazione di cui ne chiediamo l’immediata applicazione) e dalla Direzione Centrale dell’Emergenza e Soccorso Tecnico non è stato “bloccato a dovere” e ricondotto all’ordine del suo reale ruolo di amministratore economico (ruolo che dovrebbe, a nostro avviso, essere quello di recuperare le economie mancanti dagli enti aeroportuali, 120 milioni di euro, che si renderebbero necessari all’apertura dei CCNL mancanti) ma è di fatto lasciato libero di continuare ad agire con la paura che in futuro possa mettere voce sul contratto e lo spirito propositivo della norma in funzione della “sua” personale interpretazione.

In ragione di quanto esposto, e di altro che ci riserviamo di esporre nella sede opportuna, dichiariamo lo stato di agitazione Nazionale e chiediamo l’immediata applicazione della normativa vigente.