CONCORSO INTERNO, PER TITOLI ED ESAMI, A N. 313 POSTI PER L’ACCESSO ALLA QUALIFICA DI ISPETTORE ANTINCENDI DEL CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO – RICHIESTA INCONTRO

Nazionale -

 

Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile
Capo Dipartimento

Prefetto Laura LEGA


Tramite:                                                                                        
Ufficio I - Gabinetto del Capo Dipartimento
Capo del Gabinetto del Capo Dipartimento
Viceprefetto Roberta LULLI

Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
Vice Capo Dipartimento Vicario
ing. Fabio DATTILO

Al responsabile dell'ufficio Garanzia dei Diritti Sindacali

dott. Alessandro TORTORELLA


 

 

Oggetto: CONCORSO INTERNO, PER TITOLI ED ESAMI, A N. 313 POSTI PER L’ACCESSO ALLA QUALIFICA DI ISPETTORE ANTINCENDI DEL CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO – RICHIESTA INCONTRO.

 

La scrivente Organizzazione Sindacale, in riferimento all’oggetto, chiede un incontro per discutere di parecchi dubbi che riteniamo siano meritevoli di debita attenzione. È evidente che c'è discrasia tra regolamento e bando in parola.

Sottolineando che appare abbastanza “strano” che in un percorso che tenda a valorizzare, quindi meritocratico, il possesso di titoli di studio superiori per l’accesso a questa qualifica ed in funzione dell’investimento che tale ruolo è per il Corpo Nazionale non si comprende il perché poi si ponga uno sbarramento a partire dal 15mo anno di servizio; sarebbe stato più opportuno allargare la platea. Premesso ciò, non si comprende come mai non si dia accesso a tutte le specializzazioni del corpo nazionale (nautici, sommozzatori ed elicotteristi – compreso la compagine dei SAF2B) e come mai per il settore logistico non si spenda mai una parola in tal senso.

È inspiegabile il numero complessivo di 313 unità, troppo striminzito, visto che allargando questo numero oltre allo sbocco professionale si avrà un notevole sblocco delle qualifiche operative inferiori che vedrebbero così aumentare i numeri di dotazione per l’accesso alla qualifica di Caposquadra del CNVVF.

Non meno importante notiamo due grossi svarioni dell’amministrazione dove l'Amministrazione, con una "acrobatica" interpretazione delle norme anticovid annuncia che la scelta sede, a differenza di quanto previsto dal d.lgs 127, avverrà prima del corso di formazione, secondo l'ordine di graduatoria del concorso. Oggi, a leggere il bando, non ci pare che la cosa sia tanto chiara quando si cita l'art. 23 comma 5 del dlgs 217 (a nostro parere errando il riferimento del decreto), essendo che tale articolo chiaramente riporta la scelta sede in base all'ordine del corso di formazione. Ci chiediamo come mai la “residenza” sia sparita!

Ma vediamone un pò la storia!!!

Ideata dal prefetto Morcone, appariva, nella primissima bozza di riforma, come una qualifica a cui potessero accedere tutti i Vigili del Fuoco, in possesso di titoli di studi superiori. Questa versione, in un mondo come il nostro dove l’anzianità regna sovrana su titoli (reali o fittizi) e su capacità e meriti (reali o fittizi), venne subito accantonata. Si scelse di limitarne l’accesso alle figure di capo squadra esperto, capo reparto, capo reparto esperto, al fine di privilegiare la maturata esperienza (reale o fittizia). L’istituzione dell’ispettore permetteva peraltro all’amministrazione di spostare ad un livello stipendiale più basso le funzioni dei vecchi periti in modo tale da rendere le attuali figure apicali dei sostituti direttori quasi inarrivabili in futuro.

Ma torniamo ai concorsi straordinari per gli ispettori antincendi. In quel libro dei sogni (o incubi) che è il D.L.217/05;  ne erano previsti 2 da 300 e 334 posti (chissà in base a che calcoli questi numeri ad oggi non si è ancora capito): il primo da effettuarsi entro due mesi dalla pubblicazione del Decreto Legislativo il secondo entro un anno (la storia invece andò molto diversamente).

Il primo, svolto entro il termine previsto, ma senza un’adeguata regolamentazione dei posti disponibili e con la garanzia di lasciare tutti a casa, generò il caos creandone decine in certe sedi provinciali e solo qualche unità in intere regioni.

Se pur L’art. 20 del  citato D.L. recita che gli ispettori: “…sono responsabili di attività a rilevanza interna; in relazione alle professionalità possedute e all’esperienza pratica acquisita…” l’effettiva efficacia di questa nuova figura si poneva immediatamente: non si coglieva se la sua essenza fosse quella di un Super capo reparto o un “minifunzionario” ed ogni realtà locale si adattò da se alla nuova verità.

La gestazione del secondo concorso ebbe risvolti da letteratura omerica. Bozze sopra bozze, modificavano i punteggi da attribuire, ora privilegiando gli studi effettuati, ora l’anzianità, ora le specializzazioni. Nel frattempo si bocciava una pianta organica che ne prevedeva l’impiego come capi-nucleo delle specialità, rendendo equivoca la partecipazione a specialisti che avevano diritto ad un punteggio più elevato ma nel contempo non vedevano previste posizioni a loro dedicate.

Mentre trascorrevano gli anni, lentamente la figura perdeva di attrattiva a chi era dedicata: per il personale anziano la cui carriera era bloccata e che si avvicinava sempre di più all’età del congedo. Dopo ben 8 anni, la beffa finale: l’uscita del bando senza retroattività, con i problemi irrisolti, lo scontento e confusione generale e l’incertezza di chi, specie se specialista, sperava in extremis di coronare la pur misera carriera con un ruolo più elevato.

Ma c’è un punto che non ha mai trovato soluzione: le Lauree!

Benché si reciti più volte il termine “bagaglio culturale aggiuntivo” di questa figura che va a tutto vantaggio dell’amministrazione la realtà e che innumerevoli titoli non hanno il giusto riconoscimento. Che si tratti, ad esempio, di laurea in Giurisprudenza (con una preparazione attinente alla polizia giudiziaria), in Scienze Umane e dell’Educazione (con una preparazione nel campo della didattica e della psicologia) per non dimenticare i Geologi, i Biologi (NBCR), i laureati in scienze Geofrafiche (TAS) insomma, l’elenco sarebbe lungo.

Ma come al solito l’amministrazione fa le cose per servilismo verso qualcuno da sistemare alla fine scontentando tutti. Come nel caso del 334 unico concorso senza esame della storia del Corpo Nazionale che non fu un regalo dell’amministrazione ai lavoratori dopo anni di lungaggini e attese ma il pagamento di una “marchetta” verso tutti quei sindacalisti nazionali che riempivano quel concorso.

Ma ancora ad oggi una cosa giusta la si può fare! Oppure bisogna sempre arrancare!?! 

 

 

 

 

il Coordinamento Nazionale USB VVF