Commemorazione 11 settembre
Il dott. Riccio (comandante provinciale dei vigili del fuoco di Firenze) ha sprecato un ordine di servizio per lamentarsi della diserzione dei
Al dirigente provinciale
Dott.ing. Riccio Domenico
OGGETTO: ORDINE DI SERVIZIO N° 413, COMMEMORAZIONE DELL’ 11 SETTEMBRE, OSSERVAZIONI.
Prendiamo atto come Lei che la commemorazione dell’ 11 settembre verrà ricordata per l’ assenza di partecipazione da parte del personale.
Al contrario di Lei vogliamo entrare nel merito delle motivazioni di questo assenteismo: quando le persone cambiano atteggiamento verso quello che per molti anni più che un lavoro ritenevano un impegno nel sociale, è doveroso interrogarsi su quali cambiamenti siano avvenuti nell’ ambiente per demotivare le persone a tale punto.
Occorre suddividere le problematiche in due categorie distinte:
- di ordine nazionale
- di ordine locale
Le prime fanno riferimento alla sempre minore attenzione che viene nei fatti data a coloro che questo lavoro fanno con impegno: carenze croniche di personale </b<che ricadono su chi si trova a gestire<strong> carichi di lavoro certamente pesanti, pendolarismo che oramai è diventato usuale all’ ingresso nel corpo ed ad ogni progressione in carriera, stipendi che obbligano il personale che non riesce ad arrivare a fine mese ad impegnarsi in un doppio lavorismo legalizzato con vigilanze, 626, prevenzione, squadre antincendio boschivo, presidi autostradali e quant’ altro un’ amministrazione disattenta riesce ad inventarsi per rimpinguare le casse dello Stato elargendo le briciole a chi materialmente svolge il lavoro, pagandolo per di più con ritardi abissali e molto spesso con une tantum che si potrebbero chiamare pocus mai.
Tutto questo a fronte di una classe politica impegnata ad esaltare il Corpo Nazionale e le sue componenti ogni volta che qualcuno di noi perde la vita sul servizio oppure quando su di una emergenza occorre far risaltare come l’ apparato predisposto dallo Stato abbia sopperito egregiamente alle necessità.
I lavoratori sono giustamente stanchi di sentire parole cui non fanno seguito fatti, ma anzi vedono peggiorare le condizioni di lavoro con incombenze nuove, tipo Difesa Civile, una formazione specifica assente e benefici economici paritetici alla formazione, il tutto lasciato alla buona volontà ed alla oramai accertata capacità di sopravvivenza sviluppata dai permanenti, più che di istruzione si potrebbe parlare di selezione naturale.
Che dire poi del problema legato alla operatività relativo alle visite mediche periodiche, le tabelle elaborate dal nostro buon Servizio Sanitario non hanno parametri che tengano conto dell’ invecchiamento del personale e dell’ usura dovuta al lavoro, tanto che un pensionando di 60 anni dovrebbe corrispondere agli stessi parametri fisici di un ventenne neoassunto, l’ alternativa? Il transito in un altro settore con perdita dello status di operativo, come se i danni fisici non fossero da imputare all’ attività svolta, la sensazione dell’ usa e getta non rende le persone più disponibili.
Non ultime le polemiche relative a dove questo Corpo Nazionale, né carne né pesce, dovrebbe finire per confluire. Il clima di incertezza nel quale certi sindacati cercano di spingere verso una militarizzazione non certo strisciante, iniziata con la difesa civile quando andavamo sull’ antrace senza attrezzature, come soldati in guerra armati con fucili a tappi, proseguita con la partecipazione al G8 di Genova in funzione non certo consona al ruolo istituzionale, genera situazioni di conflitto interne forti, rovinando quanto ancora di armonico fosse rimasto in questo povero Corpo Nazionale.
Le problematiche locali sono ricadute della situazione nazionale:
- formazione fatta senza che vi siano a monte degli specifici percorsi, specializzazioni dove sino ad oggi hanno avuto accesso coloro che sono stati informati anticipatamente senza che le pari opportunità fossero rispettate, tanto che a fronte di qualcuno sovraccarico di bagaglio “culturale” si registra un notevole tasso di “ignoranza” nei feudi decentrati.
- Anche qui il patologico ritardo nei pagamenti ha mietuto le sue vittime, la gente stressata dalla mole eccessiva di lavoro necessaria per fare quadrare i conti familiari (colpa di altre sigle non la nostra, crediamo ancora nel detto sindacale più soldi meno lavoro, non abbiamo abbracciato l’ altro: più lavoro meno soldi, invertendo i fattori in questo caso il risultato cambia), non è invogliata ad impiegare ulteriore tempo in annessi e connessi.
Con tutto questo siamo certi che per coloro che sono morti ognuno di noi ha partecipato del dolore nella condivisione di un lavoro che ci vede tutti coinvolti emotivamente, vogliamo ricordare però che anche nella città di New York le celebrazioni dell’ 11 settembre sono state disertate dai Firemen locali, anche questi adirati contro l’amministrazione per la grossa prosopopea fatta cui sono però seguiti forti tagli di bilancio per il servizio dei VVF.
Tutto il mondo è paese, verrebbe da concludere, ma ciò ci rattrista ulteriormente.
Questo non vuole essere né un attacco a Lei per aver dedicato addirittura un ordine di servizio per esternare la sua delusione, assolutamente non è una giustificativa per un comportamento tenuto, si tratta essenzialmente di uno sfogo di quanti vorrebbero identificarsi nel proprio lavoro, ma quotidianamente si scontrano con una realtà non piacevole della quale sono attori non protagonisti; può considerarlo anche un invito per Lei, come Dirigente, a ripensare su questioni che dal Suo punto di vista potrebbero non essere di immediata comprensione.
Nell’ ottica della razionalizzazione delle risorse e della riduzione della spesa viene come conseguenza dare per scontato che le persone si comportino come pedine su di una scacchiera, non si può continuare così, è chi dirige il primo a misconoscere il lato umano.
Crediamo che il personale si sia stancato di fare da spalla al personaggio politico di turno, testimonianza ne sia che delle tragedie accadute si è parlato per mesi nell’ ambito delle caserme, con toni di rispetto ed ammirazione per i defunti e soprattutto dolore per la consapevolezza dell’ inutilità di quelle morti ai fini di un reale cambiamento di indirizzo politico.