BRUNO FRATTASI, UNO DI NOI?

Nazionale -

Lavoratori,

il buongiorno si vede dal mattino e certamente non si può dire che oggi sia iniziato bene per tutti noi pompieri.

Responsabile di ciò è l’edizione del mattino odierna del TG5 con la sua rubrica di previdenza, condotta settimanalmente da Bruno Benelli e che oggi ha trattato i lavori usuranti.

A scanso di equivoci, per il caro Bruno non intendiamo l’autorevole protagonista della rubrica, ma per un puro caso di omonimia ci riferiamo al nostro ben più vicino Capo dipartimento: un pompiere, uno di noi!

E come è giusto che sia, solo UNO DI NOI può comprendere ed esporre correttamente la situazione in cui versano i lavoratori che rappresenta.

Torniamo un attimo al servizio del TG5, dove abbiamo avuto modo di comprendere le caratteristiche che fanno definire tale un lavoro usurante.

Lavori faticosi e pesanti: galleria, alte calure, amianto… Toh, pare tanto il lavoro dei pompieri.

Lavori notturni: turni di 6 ore per almeno 64 giorni… Toh, aripare tanto il lavoro dei pompieri.

EUREKA: i pompieri sono quindi una categoria di lavoro usurante!!!

Prima che qualche fenomeno sollevi delle eccezioni, crediamo sia indubbio che fuoco e fiamme hanno un’alta calura tale anche da fondere il vetro e crediamo sia indubbio che in contesti industriali, sovente ci si imbatte nell’amianto.

Quantunque ciò non bastasse, i pompieri svolgono 66 o 67 giorni di lavoro notturno ogni anno sino al giorno prima di andare in pensione e, non parliamo di giornate lavorative di sei ore ma di turni giornalieri di 12 ore. Sarebbe a dire che i pompieri, se lavorassero su turni di 6 ore, il turni di lavoro notturno equivarrebbero a 132 o 134 turni normali di lavoro notturno.

Ohi ohi… se i turni di lavoro raddoppiano, allora anche il lavoro dei pompieri è doppiamente usurante.

Il servizio entra nel merito anche degli anni necessari, o meglio della quota necessaria per andare in pensione: i lavoratori notturni con almeno 78 notti annue devono raggiungere quota 97,6 con un età minima di 61 anni +7 mesi.

A questo punto, lasciamo stare, perché se dovessimo fare le dovute proporzioni… altro che 52 anni di età!!!

Lavorando il doppio, verrebbe naturale ipotizzare che si potrebbe andare in pensione con la metà degli anni normalmente necessari.

Non siamo noi a dire queste cose e non serve una laurea in ingegneria per fare questi semplici calcoli… o forse si. Ovviamente, sperando che non la si sia conseguita coi punti della Miralanza.

Fin qui va tutto bene, anche perché il pompiere è per natura vocato al martirio e mai avrà il coraggio di lottare concretamente in ogni forma per far valere i propri diritti.

Poi, improvvisamente compare lui, il capo dipartimento Bruno Frattasi, il capo dei capi dei pompieri, che non ha perso occasione per elogiare (e aggiungiamo pure con evidente orgoglio) il lavoro dei suoi uomini, “loro sono visti come dei salvatori, i soccorritori per eccellenza e quindi la presenza dei Vigili del fuoco è avvertita dai cittadini come una presenza salvifica”.

Fin qua, perfetto. Il nostro caro capo ha incarnato perfettamente la figura di un capo ma… si tratta realmente di un buon capo, o si è limitato a buttare fumo negli occhi?

Immancabile, arriva così la scivolata e l’umiliazione del personale cui è a capo, nel momento in cui la giornalista gli chiede dell’aspetto economico.

Ci apprestiamo a chiudere il contratto collettivo anche del comparto Vigili del fuoco, con aumenti che sono nella media anche degli altri Corpi”.

Comprendiamo che lei, da laureato in giurisprudenza potrebbe non avere la stessa dimestichezza in calcoli aritmetici come i suoi sottoposti ingegneri del CNVVF ma, ci preme rappresentarle, che per la proprietà invariantiva, sommando o sottraendo uno stesso numero da tutti e due i termini di una sottrazione, il risultato non cambia. Una regoletta che s’impara alle scuole elementari.

In parole povere, se tra due importi esiste una differenza, affermare di aggiungere a entrambi gli importi uno stesso valore, non vuol dire che la forbice si stringe ma solo che i riferimenti sono stati innalzati, e quindi i pompieri continuano ad essere mal pagati.

Ma lei, signor capo dipartimento, se solo una volta l’anno si astenesse dall’indossare le sue oggettivamente belle cravatte di Hermes e in quella volta indossasse la nostra uniforme, capirebbe il pensiero fatto dai pompieri ascoltando le sue parole e comprenderebbe che da anni chiedono la copertura INAIL, o anche solo nell’immediato, il rinnovo di un contratto che dal 2009 è sofferente del 10,7% di inflazione ma non solo, comprenderebbe e porterebbe ai giusti tavoli la questione che è immorale distribuire delle economie senza che vi sia una parte normativa che definisca correttamente la loro natura per la successiva distribuzione.

Non si costruisce una casa partendo dal tetto… ohps, lei è laureato in giurisprudenza e non in ingegneria.